SAN LORENZO

 

DELIMITAZIONE

     Tra via Tiburtina, piazzale del Verano, il Verano stesso, scalo merci San Lorenzo e le mura Aureliane. Per il comune di Roma è il VI quartiere: Tiburtino. Fa parte del II Municipio del comune di Roma.

 

TOPONOMASTICA

     Le strade sono intitolate ai popoli italici pre-romani.

 

STORIA

     Sorto come intervento di edilizia a destinazione popolare. L’edificazione dell’area iniziò nel 1878 a sud della Tiburtina, riproponendo in tono più dimesso l’eclettismo che caratterizzava i quartieri borghesi del tempo (Esquilino, Prati), mentre all’interno le esigenze di sfruttamento intensivo imposero in alcuni casi l’adozione della tipologia a ballatoio rara per Roma. E’ qui che nel 1907 Maria Montessori aprì la prima Casa dei Bambini. L’edificazione si concluse negli anni Trenta. La sua posizione, al di fuori delle mura cittadine contribuì ad isolarlo dal contesto urbano.

     Agli inizi del Novecento nacquero due fabbriche: la Paszko-wsky poi birra Wurer nel 1902 e il mulino e pastificio Cerere nel 1905. Nel 1906-09 si costruisce la parrocchia dell’Immacolata.

     Nel primo dopoguerra nacquero le sezioni del partito Popolare, del partito Repubblicano e del partito Socialista dotato di una biblioteca con enciclopedia. Fatto importante è che queste furono frequentate sia da uomini che da donne. Si formarono spontaneamente gli Arditi del Popolo, associazione comprendente democratici di varia provenienza che avevano come obiettivo di resistere alle squadracce fasciste.

     Durante la marcia su Roma del 1922 il quartiere si oppose validamente alle formazioni fasciste come avvenne a Testaccio e Trionfale.

     Il 19 luglio 1943 alle undici del mattino il quartiere fu colpito dal famoso bombardamento alleato. L’unica breve relazione italiana parla di 3.000 bombe sganciate e di oltre 2.000 morti e 2.000 feriti, in realtà si è accertato successivamente che i morti furono non meno di 3.000 e i feriti tra gli 11.000 e i 12.000. Si verificò immediatamente un massiccio esodo degli abitanti anche con il ritorno ai paesi di origine (in genere paesi dell’Italia centrale), il quartiere restò quasi deserto e le infrastrutture distrutte. La ricostruzione eliminò gli ultimi spazi non costruiti e fu accompagnata da una spinta di immigrazione proveniente dal Sud Italia.

     Nel dopoguerra visse nel quartiere Giovanni Fontana detto Nino, esponente di spicco della malavita romana. Dagli anni Sessanta il quartiere ha mutato il carattere popolare per divenire sede di attività terziarie, molte attività industriali hanno chiuso, molte abitazioni sono state affittate a studenti per la vicinanza con la città universitaria (con i suoi 140.000 iscritti è l’università più grande d’Europa). La costruzione degli edifici di Neuropsichiatria infantile in via dei Reti - via dei Piceni e la Tangenziale Est nel 1973 mutano il volto del quartiere.

     Negli anni Settanta fu sede di Lotta Continua e di Autonomia Operaia in via dei Volsci, oltre che di radio “libere”. Grazie alla presenza degli studenti, la facoltà di psicologia ha sede nella ex birreria Wuhrer, il quartiere è ricco di librerie, pub, birrerie, pizzerie, osterie, enoteche, associazioni culturali (“Ristoranti di Roma 2007/08”, ed. Repubblica, conta 44 locali di vario tipo) . Oggi San Lorenzo è considerato il quartiere universitario di Roma simile al quartiere Latino di Parigi.

     La toponomastica è riferita ai popoli italici pre romani (da Guida di Roma del Tci, 1993, pag.733-4, da wikipedia.org, da vivisanlorenzo.it).

 

 

ITINERARIO

     L’itinerario non può che iniziare dalla Basilica di San Lorenzo fuori le mura.

 

BASILICA DI SAN LORENZO FUORI LE MURA

     Risulta dall’unione di due chiese: quella anteriore è del XIII sec., fu voluta da papa Onorio III, quella posteriore è del IV eretta da Costantino sulla tomba del martire Lorenzo. La chiesa ospita inoltre le spoglie di santo Stefano, primo martire cristiano.

     Nel portico a sinistra la tomba di Alcide De Gasperi opera dello scultore Giacomo Manzù.

     Interno. Nella controfacciata un sarcofago con scena nuziale del III secolo utilizzato come tomba dei Fieschi. Pavimento, amboni e candelabro pasquale cosmateschi sono del XIII secolo. 

     Fondo navata destra: Cappella di San Tarcisio di Vespignani.

     Fondo navata sinistra: Cappella sotterranea di santa Ciriaca con le tombe Aleandri e Guglielmi su disegno di Pietro da Cortona.

     Confessione: tomba di san Lorenzo di Virginio Vespignani.

Presbiterio: trabeazione con trofei di armi e foglie,

                   pavimento cosmatesco,

                   ciborio, firmato e datato 1148, il più antico che abbia la firma,

                   cattedra episcopale del 1254.

Arco trionfale rivolto ai fedeli con mosaici.

Cappella di Pio IX.                            

     Dalla cappella di San Tarcisio si accede al chiostro del XII secolo in cui vi è l’ingresso alle catacombe di Ciriaca o di San Lorenzo.

(da Guida di Roma del Tci, 1993).

     Foto della basilica bombardata in Pafi Benvenuti, Roma in guerra, ed. Oberon, 1985, pag.6.

     Il 19 giugno 2007 le più importanti agenzie di stampa italiane riportano la notizia  che il Santo Graal si trova a Roma proprio in questa basilica, a sostenere l’ipotesi è l’archeologo Alfredo Barbagallo che ha compiuto ricerche in questo senso negli ultimi due anni (da wikipedia.org).

 

     Sul piazzale di san Lorenzo monumento al papa Pio XII (Eugenio Pacelli 1939-1958) di Antonio Berti del 1967, che si recò in visita al quartiere subito dopo il bombardamento del 19 luglio 1943. Si passa nel contiguo piazzale del Verano, qui è l’ingresso al cimitero omonimo.

 

IL VERANO

     Il Verano è il Cimitero Monumentale di Roma la cui entrata è presso la basilica di San Lorenzo fuori le Mura, deve il suo nome alla gens Verani, senatori dai tempi della repubblica. La zona era da sempre luogo di sepoltura perché si trovava lungo una antichissima via consolare, la Tiburtina. Nelle catacombe di Santa Ciriaca fu sepolto San Lorenzo, sulla cui tomba sorse la basilica. Durante il dominio francese su Roma venne applicato l’editto di Saint Cloud (ordinanza del 19 luglio 1809) che stabiliva che tutte le sepolture dovessero essere fuori dai centri urbani. Il progetto del cimitero di deve a Giuseppe Valadier, lo stesso autore di piazza del Popolo tra il 1807 e il 1812. Con la restaurazione i papi mantennero l’uso del cimitero. Sotto la direzione di Virginio Vespignani venne realizzato il quadriportico d’ingresso (1880), dopo l’unità d’Italia il cimitero si ingrandì ancora fino ad acquistare villa Mancini, zona oggi denominata il Pincetto. Dagli anni Sessanta nel cimitero possono essere sepolte solo le persone che dispongono di cappelle di famiglia, da allora le sepolture avvengono nel cimitero Flaminio detto dai romani di Prima Porta. Il 19 luglio 1943 un terribile bombardamento degli alleati, che aveva lo scopo di colpire lo scalo ferroviario, causò gravissimi danni nel vicino quartiere di San Lorenzo e la morte di circa 1.000 persone. Anche il cimitero venne colpito, furono danneggiati il quadriportico, il Pincetto, il sacrario militare e il crollo di un tratto di mura a destra dell’ingresso causando la morte di alcune persone che vi avevano cercato riparo. Anche le tombe di Petrolini e della famiglia Pacelli subirono danni.

     Nel cimitero vi hanno lavorato e lasciato traccia di se tre generazioni di architetti e ingegneri. La prima generazione ha intrecciato la propria opera con le prime costruzioni, dai progetti di Valadier a quello di Vespignani. La seconda generazione fu attiva con Roma capitale del nuovo stato unitario ed è la stessa che ha dato il nuovo volto alla citta: Gaetano Koch (Banca d’Italia, Piazza Esedra, Piazza Vittorio) e Giuseppe Sacconi (Vittoriano). A questa generazione appartiene anche Corrado Cianferoni attivo nell’ampliamento e autore di numerose tombe di stile floreale. La terza generazione operò negli anni Venti ed è rappresentata da Gustavo Giovannoni e Marcello Piacentini.

 

     L’ingresso al cimitero è caratterizzato da tre fornici con quattro grandi statue de: la Meditazione, la Speranza, la Carità e il Silenzio. Per l’importanza storica e culturale da alcuni anni si organizzano visite guidate al cimitero stesso. Molti sono gli artisti degli ultimi due secoli che hanno realizzato tombe e sculture: Duilio Cambellotti, Mirko Basaldella, Raffaele De Vico e tanti altri.

 

     Entrando, subito a destra si trova il monumento funebre a Virginio Vespignani. Procedendo nel viale centrale al primo incrocio, a sinistra si vede il grande monumento a Goffredo Mameli (ricordo), a destra quello a Ricciotti Garibaldi. Avanzando ancora e superato un altro incrocio si arriva al Quadriportico. Al centro si trova la statua di Cristo che ascende al cielo di Leopoldo Ansiglioni. Lo percorriamo in senso antiorario. Al primo angolo si trova il monumento a Tommaso Minardi del 1876 di Fontana, mentre sul lato lungo, verso la fine il monumento all’ammiraglio Saint Bon (Chambery 1828 – Roma 1892, ammiraglio, politico e senatore del Regno, fu primo capo di stato maggiore della Marina e ministro della Marina in più governi) del 1895 di Donati. A metà di questo primo lato lungo, ma sull’esterno del quadriportico si trova la tomba a Giuseppe Capogrossi, pittore. Sul lato corto del quadriportico, dopo la cappella di Santa Maria della Misericordia, all’ultimo angolo, ecco il monumento al generale Enrico Cosenz (Gaeta 1820 – Roma 1898, generale politico, prima ufficiale del Regno delle Due Sicilie, eroico difensore di Venezia, ufficiale di Garibaldi, capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano, deputato e senatore). Sul lato lungo, prima della metà, si trovano il monumento al generale Giacomo Medici (Milano 1817 – Roma 1882, generale e politico, uno dei più valenti ufficiali di Garibaldi, prefetto in Sicilia, quindi generale dell’esercito italiano, si è distinto nella III guerra d’indipendenza) del 1884  di Monteverde e il monumento a Erminia Fuà Fusinato (Rovigo 1834 – Roma 1876, poetessa, educatrice e patriota) del 1876 di Galletti.

 

     Giunti a metà di questo lato lungo si sale al Pincetto per una ripida scalinata. Il muro di cinta del Pincetto è opera di Pietro Camporese il Giovane[1]. Giunti in cima si prende il viale principale, poco dopo a destra si trova una deviazione, ecco in fondo ad essa un monumento circolare è quello al cardinale Antonelli, segretario di Stato di Pio IX. Ritornando sui nostri passi, riprendendo il viale principale, dopo poco si devia a destra e si trova un altromonumento circolare quello per i Caduti Pontifici della battaglia di Mentana.

 

     Adiacente al Pincetto è il Pincetto Nuovo, ben presto si individua un piazzale circolare con la rampa Caracciolo di C. Cianferoni. Nel piazzale circolare si trovano: la Cappella Barbavara di C. Cianferoni (riquadro 4), il serbatoio dell’Acqua Marcia di G. Ersoch e la Cappella Riccini Margarucci di A. Leonori (riquadro2). A Nord del piazzale circolare si trovano la Cappella Del Drago di G. Koch e la Cappella Koch della stesso architetto. Più ad Ovest, sempre nel Pincetto Nuovo si trovano la Cappella Viola di Corrado Cianferoni e Ettore Ferrari (riquadro 29), la cappella di Giulio Monteverde nel riquadro 28, e la cappella di Cesare Maccari nel riquadro 81.  Tra il piazzale circolare e la rampa Caracciolo si trova la Cappella Donati Sacconi di G. B. Giovenale (riquadro 68).

 

     La Rampa Caracciolo è situata a Nord Est del Pincetto Nuovo ed è separata da questo dal viale delle Cappelle, nel portico della rampa Caracciolo si trova la tomba di Armando Brasini. Nella Rampa Caracciolo si trova la Cappella di Enrico Prampolini, pittore. Nella Rupe Caracciolo, situata subito a Est del Pincetto Nuovo (arcata 22), si trova la cappella Piacentini di Pio Piacentini. In viale delle Cappelle, nel tratto che separa la Rampa Caracciolo dall’Altopiano Pincetto, si trova la Cappella Ettore Ximenes.

 

     A Nord Ovest del Pincetto Nuovo si trova l’Altopiano Pincetto. Tra il viale della Marina e il viale delle Cappelle si trovano: la Cappella Borrelli di G. B. Giovenale (riquadri 59 e 60), la cappella Di Rudinì di E. Basile (riquadro 58); la cappella Bazzani di Cesare Bazzani (riquadro 57); la cappella Macchi di Vincenzo Fasolo (riquadro 57) e la cappella Acanfora di Marcello Piacentini nel riquadro 55. Invece, posizionata più a Ovest, ma sempre nell’Altopiano Pincetto, si trova la cappella di Nino Costa, nel riquadro 30.

 

     Ancora a Nord Ovest dell’Altopiano Pincetto si trova il Bassopiano Pincetto. Nel riquadro 139 si trova la Cappella di Giacomo Balla, pittore tra i massimi del movimento futurista.

 

 

     Nel cimitero monumentale del Verano si trova un imponente e spettacolare monumento che ricorda le vittime della Grande Guerra. E’ collocato sul margine Est, lungo la tangenziale. Una parete di marmo bianco concava reca i nomi di tutti i romani caduti. E’ opera del 1926 dell’arch. Raffaele De Vico, il celebre architetto dei giardini romani (Villa Glori, Giardini di piazza Mazzini, Colle Oppio, ampliamento dello zoo con l’uccelliera, parco Nemorense e parco Savello sull’Aventino, serbatoio idrico di porta Maggiore). Al di sotto vi è una grandiosa cripta a pianta circolare dalla quale si accede da due scale circolari. E’ denominato Monumento Ossario ai Caduti della Guerra 1915-18. Tale monumento si vede anche dall’esterno del cimitero, passando da via Tiburtina e guardando dall’ingresso / cancellata di Portonaccio. 

     Nella vicina zona militare, riquadro 83 bis, si trova il Monumento ai marinai del Sebastiano Veniero di Publio Morbiducci[2].

     Si tratta di un sommergibile italiano intitolato al doge veneziano che, all’età di 75 anni partecipò alla battaglia di Lepanto.  Durante la II guerra mondiale il sommergile si trovava in viaggio tra Cagliari e le Baleari. Alle ore 16,25 del 29 maggio 1942 segnalò di aver avvistato unità nemiche. Alle ore 23,30 lanciò un altro messaggio che non fu possibile decifrare. Dopo di allora non diede più notizie di sé. A guerra finita si seppe che il 7 giugno un sommergibile italiano era stato attaccato da unità aeree nelle prime ore del mattino, un altro attacco verso mezzogiorno quando era in superficie danneggiato. Con il sommergibile scomparvero il comandante Zappetta, 5 ufficiale e 52 sottufficiale e marinai, l’intero equipaggio. Secondo alcune fonti vi sarebbero due sopravvissuti, un secondo capo e un sergente elettricista morto nel 2009, quest’ultimo affermò che il sommergibile era stato silurato dagli inglesi.

 

IL VERANO NEL CINEMA

     Il Verano è stato spesso protagonista nel cinema. Nel film La grande Bellezza di Paolo Sorrentino (2013), il protagonista Jep (Beppe Servillo) vi si reca per il funerale di Elsa De Santi, la donna era stata il suo primo amore. Qui il marito della scomparsa chiede aiuto a Jep. Si riconosce molto bene il Quadriportico, i due scendono le scale che conducono al Pincetto, passa un gruppo di suore.

 

 

 

     Nella parte nuova si trova la tomba monumento a Claretta Petacci (28.2.12 – 28.4.45). Nata a Roma da padre medico, titolare di una clinica, abitava alla Camilluccia, aveva 20 anni quando conobbe Mussolini che aveva 30 anni più di lei. Si conobbero ad una gita in auto verso Ostia nel 1932, allora era fidanzata con Riccardo Federici tenente dell’aeronautica, con lui si sposò, quindi si separò legalmente nel 1936. La famiglia fece affari con il regime, soprattutto il fratello Marcello Petacci. Dopo l’8 settembre si trasferì a Gardone.

 

 

     Il 15 luglio 2003 è stato inaugurato il Centro di Documentazione dei Cimiteri Storici di Roma dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Collocato all’ingresso del portico è aperto su richiesta, nella settimana della Cultura (in primavera) e nel periodo della commemorazione dei defunti. Video, fotografie, proiezioni e cataloghi informatizzati costituiscono il materiale che si può consultare nel centro.

 

 

     Si arriva all’incrocio tra via Tiburtina e via dei Reti .

 

     Prendendo via dei Reti si trova sulla destra

 

EX VETRERIA SCIARRA

Edificio industriale realizzato nel 1926, riqualificato ora è sede della facoltà di filosofia, lettere, scienze umanistiche e studi orientali dell’università la Sapienza (Tutte le notizie da Open House 2015).

 

Sempre sulla destra, ai n. 44 -46 il ristorante Tram Tram. La gestione familiare attinge alle ricette del meridione per i primi piatti e a quelle romane per i secondi. Da non perdere l’antipasto con il purè di fave con cicoria, tra i primi le orecchiette con i broccoli e vongole.   Le sale sono decorate con elementi ferroviari riciclati in modo straordinario per trasformarsi in portabottiglie e panche per l’angolo bar (da Roma. Viaggiare con stile. L’Espresso, 2006).

     Sul lato opposto al n.25 si trova il pub Sotto casa di Andrea un’associazione culturale con un calendario sempre pieno di eventi (da Ristoranti di Roma 2007/08, ed. Repubblica).

     Si percorre tutta via di Reti, giunti in fondo si trova il largo Settimio Passamonti, tenendosi a sinistra eccoci in via del Verano, qui al civico 27  si trova il locale 00100. Si tratta di un ristorante di nuova concezione frequentato soprattutto da giovani. Ristorante di specialità pesce nei locali di una vecchia posta dell’Ottocento, in un ambiente dal design ricercato. Altra caratteristica il brunch della domenica, con soli 15€ a persona si mangia senza limiti compreso bevanda e caffè. Ache pizzeria, dispone di un giardino.

 

     Tornando all’incrocio si prende via Tiburtinain direzione del centro storico. Subito sulla destra:

     palazzina  al n. 207 di via Tiburtina, impreziosita dalle maioliche policrome, in una di queste tre persone in costume affacciate dalle finestre. Versa in stato di grave degrado (da Guida di Roma del Tci, cit.). Proseguendo su via Tiburtina, sulla sinistra spicca il

 

PASTIFICIO CERERE

     pastificio Cerere del 1905, il più interessante esempio di archeologia industriale del quartiere (da Guida di Roma del Tci, cit. che riporta invece l’anno 1911, ma Repubblica il 19 maggio 2005 parla di festeggiamenti per i 100 anni dell’edificio). Così chiamato in onore della dea delle messi, fu costruito in vari tempi su progetto dell’ing. Pietro Satti. Dismessa la produzione nel 1960, alla fine degli anni Settanta l’edificio fu occupato da un gruppo di artisti che ne fecero la sede del loro atelier, per questo furono definiti “Gruppo di San Lorenzo” o “Scuola Romana di San Lorenzo”. Essi sono: Nunzio, Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Piero Pizzicannella e Marco Tirelli. Fu il critico Achille Bonito Oliva, nell’estate 1984 a rendere celebre il luogo con la mostra “Atelier” (da sito internet fondazionepastificiocerere.it). Scrive Marco Lodoli: “Palazzo che ormai è una leggenda nella storia dell’arte cittadina… Roma è una città viva dove sempre fioriscono bellezza e intelligenza” (da Repubblica 8 settembre 2002).

     Per trovare l’entrata girare alla prima a sinistra in via degli Ausoni 7a (galleria Pino Casagrande – dal nome del magnate del tessile).

 

     Continuando invece in via Tiburtina al civico 135, cioè sulla destra, c’è “un’ambascita della felicità, un’enclave di dolcezza tra le amarezze della vita”, un edificio di 1.000 metri quadri, dal 1923 la SAID Società Anonima Italiana Dolciaria, unica vera fabbrica capitolina del cioccolato, della famiglia De Mauro, sulle pareti orologi segnano l’ora di Caracas, Santo Domingo, Darei Salam, Papua, Avana, Antananarivo… ci fanno compagnia immagini di bastimenti in viaggio da quei luoghi esotici…” Marco Lodoli da Repubblica del 5 novembre 2006. In Ristoranti di Roma 2007/2008, ed. Repubblica, il locale è chiamato B-SAID dove la B sta per bar.

     Più avanti sulla Tiburtina al civico 190 c’è la pizzeria Il gatto e la volpe, anche osteria, ai tavoli serve Baffo il proprietario, la griglia è sempre accesa, 90 posti, spesa media 12 € (da Ristoranti, cit.).

 

PIAZZA DEI SANNITI

     Proseguendo in via degli Ausoni si raggiunge piazza dei Sanniti, un rombo nella maglia ortogonale delle strade del quartiere.

     In piazza dei Sanniti 44 è il ristorante Pommidoro frequentato dalla comunità di artisti del vicino pastificio Cerere e dai calciatori della Roma. Il servizio è cordiale e alla mano, i camerieri danno del tu ai clienti, il proprietario Aldo esce spesso dalla cucina per raccontare aneddoti del locale. La carne alla griglia è una delle specialità della casa, assieme agli spaghetti alla carbonara e alla gricia (con pancette e pepe macinato). L’ultima cena di Pier Paolo Pasolini, il 2 novembre 1975, prima di andare incontro alla sua tragica fine, la consumò in questo ristorante da lui abitualmente frequentato. L’assegno con il quale lo scrittore pagò la cena è incorniciato ed appeso nella sala del ristorante da (wikipedia.org).

     Al n 42 della piazza e in via dei Volsci 75 si trova la gioielleria artigiana Myriam B, ovvero la milanese Miriam Bottazzi crea gioielli espressionisti da ormai vent’anni durante i quali si è guadagnata molti clienti specialmente tra gli stilisti (da Roma. Viaggiare con stile, cit.).

 

     Da piazza dei Sanniti si prende via dei Volsci in direzione centro della città.

Al primo incrocio girare a sinistra per via dei Sardi dove è al civico 37 la scuola elementare Saffi oggi facente parte dell’istituto comprensivo di via Tiburtina Antica 25, comprende la scuola Media Borsi, le scuole primarie nelle cliniche mediche, le scuole del carcere di Rebibbia e il II C.T.P. Per Natale 2007 la scuola elementare ha organizzato una mostra mercato, il ricavato di 700 € è andato all’Unicef, Emergency, Medici senza frontiere, Biblioteche Solidali e Banca popolare etica. Per la fine dell’anno la scuola ha bandito un concorso di poesia per tutti i bambini del III municipio intitolato “Ricordando Iqbàl”, l’ultimo giorno di scuola si è tenuto un pubblico spettacolo di danze italiane e africane (da scuolasaffiroma.it).

 

     Ritorniamo indietro per via dei Sardi fino ad arrivare in via Tiburtina, all’angolo con via dei Marrucini c’è

 

VILLA MERCEDE

villa Mercede. Quando si costruì il quartiere il terreno apparteneva alla Banca d’Italia, nel 1913 la proprietà passò alla famiglia De Reinach e a Teresa Lemoine che vi costruirono un edificio di notevoli dimensioni detto “La Villetta”. Nel 1931 i proprietari cedettero al vicino Istituto Suore Ausiliatrici tutta la proprietà con l’edificio e la chiesa di Maria Ausiliatrice allora in fase di costruzione, progettata dall’arch. G. Gualandi e che sarebbe stata consacrata nel 1933. Nel 1975 l’area della villa su via Tiburtina fu acquistata dal Banco di Santo Spirito per destinarla a centro sportivo aziendale. Nel 1979, a seguito di una convenzione con il comune, fu aperta al pubblico. Nel 1983 la proprietà fu ceduta definitivamente al Comune con il teatrino oggi biblioteca. Nella parte privata rimangono oggi la villetta e la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice ora dedicata a San Tommaso Moro.

     Nonostante le dimensioni abbastanza ridotte il parco, costituito da un ambiente fresco e ombroso è molto frequentato dagli abitanti del quartiere. E’ una tipica creazione di inizio Novecento, appena superato il cancello di ingresso inizia un vialetto a sampietrini, fiancheggiato da scogliere rustiche con evidenti tracce di nicchie, che si addentra nel bosco, sopraelevato rispetto al piano del viale, fitto di palme, pini, cedri e piante lussureggianti, sistemate sul modello dei giardini paesaggistici. Sul lato opposto due sentieri fiancheggiati da lecci da (comune.roma.it).  

     La biblioteca comunale del III municipio, ingresso da via Tiburtina 113, si sviluppa su 320 mq, possiede 13.000 volumi più altri 5.000 per bambini e ragazzi nella sede di via dei Sardi 35, possiede una sezione di audiolibri per non vedenti, una sala lettura con 30 posti, altri 10 posti per l’emeroteca, 3 postazioni internet, la responsabile è Maria Vittoria Persichilli. Nei locali della biblioteca si è conclusa il 31 gennaio 2007 la rassegna d’arte contemporanea: “Atelier d’artisti Fondazione Pastificio Cerere” (da sito internet biblioteca stessa).

 

     Torniamo sui nostri passi fino a via dei Volsci angolo via dei Sardi, da lì riprendiamo via dei Volsci in direzione centro storico. In pochi passi si arriva all’incrocio con la breve via degli Etruschi. In questa strada al civico 9 visitiamo la Bottega del Mondo Engim, un negozio con prodotti equi e solidali provenienti dalle missioni dei Giuseppini del Murialdo distribuite in venti paesi del mondo, dom. e lun. chiuso a pranzo.

 

 

     Si riprende via dei Volsci, presso largo degli Osci una curiosità, una strana insegna “Coltelli e profumi”, Marco Lodoli scrive che spesso si è chiesto il perché di questo strano abbinamento finchè un giorno è entrato nel negozio per chiedere lumi e il sig. Pette gli ha spiegato che ai primi del Novecento giunsero a Roma da Sant’Elena Sannita in provincia di Iseria tanti arrotini, costoro servivano soprattutto parrucchieri e barbieri ecco che iniziarono a vendere saponi e profumi e di qui l’abbinamento (da Repubblica del 25 maggio 2004 e dal libro Isole).

     Al civico 85 di via dei Volsci il panificio Le bontà, ricco assortimento di dolci e salati prodotti dal proprietario Riccardo Ciotti, chiuso la domenica.

 

LARGO DEGLI OSCI

     Continuando per via dei Volsci si giunge a largo degli Osci. Largo di forma triangolare ha al centro un mercato rionale scoperto – nato nel 1913 - che è stato riqualificato insieme alla piazza e aperto al pubblico il 18 luglio 2003. Si compone di 25 chioschi, ha 16 nuovi lampioni, belle foto d’epoca in bianco e nero lo delimitano. Sulla piazza, sempre animatissima,  Cladio Sano (al civico 67a), Ferrazza (al 59 di via dei Volsci angolo largo degli Osci) e La piazzetta (al n.8).

     Claudio Sano è un entusiasta artigiano del cuoio con grande talento creativo, produce sandali cuciti a mano, borse per donne, valigette con buco a forma di serratura, cinte, il tutto con un tocco surrealista (da Roma. Viaggiare con stile. Cit.).

     Orlando Ferrazza gestisce una enoteca con una scelta di otre mille vini italiani in bottiglia e sfusi. Il menù di piatti leggeri servito nella piccola sala ristorante comprende ostriche e pesce marinato, il tutto si può consumare in un ambiente minimalista tutto incentrato sulle bottiglie in esposizione. E’ sempre affollata (da Roma. Viaggiare con stile, cit.).

     La piazzetta è una pizzeria a taglio che offre un assortimento vasto di pizze e focacce oltre a supplì, crocchette e fritti (da Ristoranti di Roma 2007/2008, cit.).

 

PIAZZA DELL’IMMACOLATA E

CHIESA DELL’IMMACOLATA

     Contigua al largo degli Osci è piazza dell’Immacolata, riqualificata nel febbraio del 2004, pedonalizzata con pavimento in basalto, alberi, panchine in pietra e nuova illuminazione, vi si tengono iniziative dell’estate romana. Marco Lodoli in un suo corsivo su Repubblica fa il confronto fra i giovani che frequentano la sera questa piazza e quelli che frequentano ponte Milvio (Repubblica 4 marzo 2007).  Sulla piazza è la parrocchia del quartiere ovvero la:

     Chiesa dell’Immacolata e San Giovanni Berchmans.  In stile neogotico con rosone e cinque campaniletti. Inaugurata nel 1909, costruita su progetto degli arch. Francesco e Carlo Strocchi. Eretta con il contributo dei cattolici belgi.

     Interno a tre navate, colonne a fascio, volte a vela, decorazione pittorica del dopoguerra del foggiano Praian. Un bel pannello illustra gli affreschi sotto la navata laterale destra.

     Il campanile su largo degli Osci reca la data del 1929, vuole ricordare il campanile in piazza San Marco a Venezia. Il cortile è precedente alla chiesa (da Rioni e Quartieri di Roma, ed. Newton).

     L’otto dicembre di ogni anno si tiene la processione per le strade del quartiere, in quest’occasione tanti anziani tornano nel quartiere. Vista la presenza di 4.000 studenti fuori sede la parrocchia offre spazi e momenti di incontro dedicati a loro, un sacerdote – padre Giorgio – si occupa solo di questa comunità. La parrocchia si sta preparando al suo centenario che cadrà nel 2009 (da sito internet vicariato di Roma: romasette.it ).

 

     Da piazza dell’Immacolata imboccando via degli Apuli in discesa si trova sulla destra la ciminiera della demolita birreria Wuhrer oggi facoltà di Psicologia dell’università La Sapienza.

 

    Da largo degli Osci, si prende via dei Latini, al civico 21 una lapide ricorda la medaglia d’oro Tortora Dionigi, si arriva in breve a via Tiburtina di fronte all’ingresso del

 

 

PARCO 19 LUGLIO 1943

 parco 19 luglio 1943, con semplicissimo ma commovente monumento in ricordo dei morti di quel bombardamento, su una lastra di cristallo lunga 70 metri – che circonda l’aiuola centrale, scorrono i nomidi 1.492 morti. Spicca la famiglia De Angelis con 11 nomi. La sera si illumina. Il monumento è stato inaugurato il 19 luglio 2003 alla presenza del presidente della Repubblica Ciampi e del sindaco di Roma Veltroni. Il progetto del monumento di Luca Zevi è stato scelto da una commissione presieduta dal preside di architettura Roberto Palumbo che ha dichiarato “nella sua essenzialità e anti retorico”. Una canzone di Francesco De Gregori dal titolo San Lorenzo inserita nell’album Titanic (1982) racconta di questo tragico bombardamento (da wikipedia.org).

     Foto del bombardamento in Pafi Benvenuti, Roma in guerra, ed. Oberon, 1985, pag. 6 e 7.

      Fino al 30 giugno 1931 qui era il capolinea della ferrovia per Tivoli inaugurata il 17 giugno 1879 su progetto pontificio. Inizialmente dotata di locomotive a vapore, fu elettrificata agli inizi del Novecento. Si effettuavano cinque corse al giorno, impiegava un’ora e mezzo circa, la prima partenza da Tivoli era alle 5,43 e l’ultima partenza da Roma alle 18,05. Dette un non lieve contributo allo sviluppo del quartiere (da I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton, 1990, pag. 1666, ache in Muscolino, Appunti immagini curiosità sui tram di Roma e del Lazio, ed. Filopress, 2004; alle pag. 11 e 12 manifesti con orario e bel dipinto del treno presso ponte Lucano con l’Aniene, pag. 22 e 23 foto del treno con terrazza panoramica posteriore, pag. 87 bus per Tivoli a via Gaeta del 1941 e bus articolato del 1961).

 

 

     Tornati a piazza dell’Immacolata si prende via dei Sabelli in direzione delle Mura Aureliane. In via dei Sabelli, al civico51, è il ristorante Vinosteria che ha preso il posto del famoso bistrot d’alta classe Il dito e la luna.

     Proseguendo in via dei Sabelli, giunti al secondo incrocio si piega a sinistra in via degli Equi, qui al n. 13 si trova la pizzeria Formula Uno, con la fila dei clienti perennemente fuori e i poster della Ferrari all’interno, invece al n.58 il ristorante Uno e bino, uno dei migliori della città, prezzo medio € 45 vini esclusi. Al n.39 il pub La pinta, sembra di entrare nella stiva di un galeone, il nome allude alla caravella di Colombo e alla unità di misura inglese. Al n. 56 il ristorante La mucca bischera, la specialità è ovviamente carne alla brace, piatti di cacciagione e salumi maremmani, si mangia con 28 €.

     Si prosegue fino a giungere in largo dei Campani, da qui subito a destra si prende via dei Marsi dove al n.58 il 6 gennaio 1907 Maria Montessori aprì la prima “Casa dei Bimbi” su invito dell’ing. Talamo direttore generale dell’Istituto Beni Stabili (da montessori.it). 

     Al civico 35 di via dei Marsi c’è la pasticceria Paci. Laboratorio di Luigi e Paola Paci specializzata in dessert di impronta partenopea, tra le specialità gustare la torta Caprese con mandorle e cioccolata, e la Pastiera preparata secondo la vera ricetta napoletana.

 

     Da via dei Marsi prendere via dei Campani dove al n.73 è la libreria Anomalia dove si trovano in vendita testi della tradizione anarchica e libertaria, inoltre comprende il Centro di Documentazione Anarchica e il Fondo Valerio Verbano con manifesti, volantini, documenti vari dei gruppi della sinistra extra parlamentare degli anni Settanta (da Abbate pag. 252).

 

     In fondo a via dei Campani si trova piazza Talamo con il sepolcro romano, piccolo mausoleo risalente al primo secolo, è rivestito esternamente in travertino e con una cella rotonda all’interno. Testimonianza della presenza nell’area di monumenti funebri di cui l’esempio più significativo è il vicino sepolcro del fornaio Eurisace a porta Maggiore.

 

     Percorrendo tutta via dei Marsi si arriva in via di Porta Labicana che costeggia le mura Aureliane, i palazzi che costeggiano la strada hanno cortili interni con i ballatoi su cui si aprono gli ingressi ai singoli appartamenti.

 

PIAZZALE TIBURTINO

     Via di Porta Labicana porta in piazzale Tiburtino, punto di inizio della via omonima ed una delle porte del quartiere. Il lato meridionale del piazzale è il meglio conservato, l’edificio – realizzato tra il 1879 e il 1885 ha eleganti ornati floreali e ovuli sul marcapiano. La costruzione del quartiere fece scomparire il vicolo Malabarba oggi ripreso dalle vie dei Falisci e degli Apuli. La torre con merlatura è un piccolo parco della rimembranza con la lapide ai caduti della guerra 1915 – 18, una ai caduti della Resistenza e ben dieci piccole lapidi, simili a ex voto, per ricordare alcuni caduti della guerra o del famoso bombardamento.

 

PORTA TIBURTINA

     Da piazzale Tiburtino si prende via di porta Tiburtina fino ad arrivare a porta Tiburtina. In origine monumentale arco costruito dall’imperatore Augusto nel 5 a.C. per permettere il passaggio al di sopra della strada dei tre acquedotti dell’Acqua Marcia, Tepula e Iulia prevenienti dalla porta Praenestina oggi porta Maggiore. L’arco, inserito nelle mura fatte costruire dall’imperatore Aureliano a partire dal 271 a.C. è in travertino, ha pilastri tuscanici e chavi di volta ornate da bucrani (motivi ornamentali a forma di teschio di bue).

 

     La via Tiburtina, di antichissima origine prende nome da Tibur, Tivoli, fu per millenni il percorso più diretto per la transumanza dai monti  dell’Abruzzo alle pianure tirreniche. In epoca repubblicana iniziava dalla porta Esquilina (l’odierno arco di Gallieno) delle mura Serviane, dopo l’erezione di quelle Aureliane dalla porta Tiburtina; al 307 risale il suo prolungamento attuato dal console Marco Valerio Massimo (da qui il nome di Tiburtina Valeria) fino a Corfinio (da Guida di Roma del Tci, 1993).

 

     Seguendo via di Porta Labicana verso Sud si giunge in viale dello Scalo San Lorenzo dove passa la Tangenziale Est, uno dei punti più brutti della città spesso immortalato nel cinema, vedi Fantozzi e la mini serie tv Fininvest I Liceali (anche Abbate a pag. 85).

 

 

CITTA’ UNIVERSITARIA

     L’insufficienza del Palazzo della Sapienza era chiara a tutti fin dal 1870, per questo motivo varie facoltà avevano trovato altre sedi sparse per la città, mentre Medicina e Chirurgia ebbe sede nel Policlinico Umberto I. La città Universitaria occupa un’area trapezoidale di circa m 500 x 400, sorse negli anni 1932-35 su progetto generale di Marcello Piacentini che chiamò a  collaborare sia architetti della corrente razionalista sia della tradizione accademica. E’ un complesso grandioso e di ampio respiro, con fabbricati non molto alti e ben distanziati e circondati da belle piantagioni. Rappresenta una delle più importanti realizzazioni architettoniche del fascismo.

     La fronte sul piazzale Aldo Moro (già delle Scienze) è costituita da un alto ed esteso porticato a giorno che si collega alle estremità con gli edifici della Clinica Ortopedica a destra, e degli Istituti di Igiene, Batteriologia e Parassitologia a sinistra, il tutto dovuto ad Arnaldo Foschini. Guardando oltre, verso il viale dell’Università, si vede il Dopolavoro con il Teatro Ateneo di Gaetano Minnucci.

     L’ampio viale alberato mediano, fiancheggiato a destra dell’Istituto di Chimica di Pietro Aschieri, e a sinistra dall’Istituto di Fisica di Giuseppe Pagano, sbocca nella grande piazza centrale, al centro della quale si trova una vasca rettangolare con la statua di Minerva, bronzo di Arturo Martini. Di fronte il Palazzo del Rettorato di Piacentini, con alto pronao a pilatri su ampia scalea. In esso si trovano l’Aula Magna capace di 2.000 posti con l’affresco “L’Italia fra le arti e le scienze” di Mario Sironi, e la Biblioteca Universitaria Alessandrina, fondata da Alessandro VII, inaugurata nel 1670 e trasportata alla Città Universitaria nel 1935, ricca di oltre un milione di volumi e di circa 16.000 periodici. Il rettorato forma un unico grande prospetto con la facoltà di Lettere e Filosofia a destra e la facoltà di Giurisprudenza a sinistra (dietro Scienze Politiche) di Gaetano Rapisardi.

     All’interno della Città Universitaria sorge la chiesa della Divina Sapienza, o Cappella Universitaria, a pianta ellittica e cupola ribassata, con rivestimento in laterizio e travertino, del Piacentini, offerta da Pio XII nel 1948. Sopra il portale che guarda il viale delle Scienze: “Madonna con Bambino” di Arturo Dazzi, mentre “Cristo Maestro” bronzo di Romano Romanelli, sul portale che guarda il viale centrale della Città Universitaria. L’interno è circolare e presenta un alto matroneo, sulla sinistra si trova un calco della Pietà Rondanini, l’altare maggiore è in prospettiva con viale delle Scienze, alla sua sinistra piccolo “Crocifisso” in bronzo di Venanzio Crocetti, alle sue spalle un grande affresco murale con Gesù che indica i Vangeli. Lo spazio verde antistante è stato riqualificato recentemente perché negli spazi sotterranei è stato creato un parcheggio multipiano.

 

BIBLIOTECA UNIVERSITARIA ALESSANDRINA

Città Universitaria

piazzale Aldo Moro

     Nel palazzo del Rettorato di Marcello Piacentini[3] con alto pronao a pilastri su ampia scalea. La biblioteca fu fondata da Alessandro VII Fabio Chigi, inaugurata nel 1670 e trasportata alla Sapienza nel 1935. Il nucleo storico delle raccolte della biblioteca è costituito dai duplicati della biblioteca Chigiana (1644), dai 423 duplicati della biblioteca Vaticana e da una parte della preziosa biblioteca dei duchi di Urbino (1666). A questo “fondo antico” si uniscono, a partire dal 1815, gli esemplari delle opere stampate nello stato Pontificio e, dal 1870 gli esemplari di quelle stampate da tipografie della provincia di Roma. Nel 1935, con il trasferimento in questa sede, vengono depositate qui le preesistenti biblioteche di Lettere, Giurisprudenza e Scienze Politiche. Successivamente ha ricevuto importanti donazioni come il fondo Vittorio Rossi, il fondoSchupfer e il fondo Chiovenda.

     In base alla legge regionale 106 del 2004 tutti i documenti di interesse culturale pubblicati da editori della provincia di Roma vengono depositati legalmente in questa biblioteca. Oggi è una biblioteca pubblica statale che dipende, dal 1975 dal Ministero dei Beni e Attività Culturali. Il suo catalogo è consultabile on line[4].

 

 

PALAZZO DEL MINISTERO DELL’AERONAUTICA

     VIALE DELL’UNIVERSITA’ 4. Aperto ufficialmente il 28 marzo 1931, il palazzo fu costruito in soli due anni quale sede dell’allora regia Aeronautica. Committente e ispiratore dell’edificio fu il maresciallo dell’aria Italo Balbo che volle un’opera di dimensioni imperiali, in stile razionalista. Il palazzo conserva saloni e luoghi di sontuosa eleganza, arricchiti da stucchi e pitture che richiamo al mondo dell’aviazione e delle stelle. Tutte le notizie da Open House Roma 2015.

 

 

BIOGRAFIE

 

Antonio Berti (San Piero a Sieve 1904 – Sesto Fiorentino 1990) scultore fiorentino. Proveniente da famiglia di contadini e pastori iniziò a lavorare come disegnatore alla Richard Ginori. Scoperto da Ugo Ojetti, studiò all’Istituto d’Arte di Santa Croce a Firenze. Ha realizzato il busto di Foscolo a Santa Croce, vari busti della famiglia reale. Nel dopoguerra il monumento a De Gasperi a Trento, Santa Luisa Marillac in San Pietro e quello per Aldo Moro a Maglie in Puglia.

 

Giosuè Borsi (Livorno 1888 – Zagora 1915) scrittore italiano morto al fronte durante la prima guerra mondiale.

 



[1] Pietro Camporese il Giovane. (1792-1873) Nipote del Vecchio. Ha lui si deve palazzo Wedekind in piazza Colonna come ufficio centrale delle Poste Pontificie, l'ospedale di San Giacomo degli Incurabili al Corso (1831-46), l'Istituto di Belle Arti a via Ripetta. Fu patriota, liberale moderato, favorevole ad una soluzione di forza per liberare Roma con Garibaldi, dopo il 1870 fu consigliere comunale.  

[2] Publio Morbiducci (Roma 1889-1963) scultore, medaglista e pittore. Autore del monumento al Bersagliere a Porta Pia, del monumento a Emanuele Filiberto duca d’Aosta a Torino, di una delle statue alla base del Colosseo Quadrato a Roma.

[3] Marcello Piacentini (1881-1960) ponte Aventino nel 1917, cinema Corso in piazza San Lorenzo in Lucina nel 1915, palazzo per la Banca d'Italia in piazza del Parlamento, nel 1920 pianificazione della Garbatella con Giovannoni, teatro Quirinetta in via Minghetti, hotel Ambasciatori a via Veneto con Vaccaro, Casa Madre dei Mutilati in piazza Adriana, cinema Barberini nella piazza omonima, nel 1932-35 pianificazione della Città Universitaria con il palazzo del Rettorato e della biblioteca Alessandrina, chiesa di Cristo Re in viale Mazzini nel 1924-34, il palazzo della Banca Nazionale del Lavoro a via Veneto, sventramento della spina dei Borghi, piano regolatore dell'E42 con Auditorium in via della Conciliazione, cinema Fiamma, chiesa della città universitaria, teatro Sistina, nuova facciata del teatro dell'Opera, palazzo dello Sport all'Eur con Pier Luigi Nervi.

[4] Biblioteca Universitaria Alessandrina. Tutte le notizie dalla Guida di Roma del Tci e da alessandrina.librari.beniculturali.it.