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POSIZIONE GEOGRAFICA

     Il quartiere Parioli si trova nel quadrante Nord di Roma. I suoi confini sono: via Flaminia a Ovest che la separa dal quartiere Flaminio, il fiume Tevere da ponte Milvio fino alla confluenza dell’Aniene, il fiume Aniene fino al ponte della via Salaria, tale confine lo separa dal quartiere Tor di Quinto e dalla zona Val Melaina, verso Est il confine è rappresentato dalla via Salaria fino all’incrocio con viale Liegi, qui confina con il quartiere Trieste. A Sud il confine è rappresentato dal viale Liegi, piazza Ungheria, viale Parioli e viale Maresciallo Pilsudski fino a tornare sulla via Flaminia.

     Il quartiere è nettamente distinto in due aree edificate: il Villaggio Olimpico a Ovest, la zona che gravita intorno a piazza delle Muse – piazza Ungheria a Est. A segnare la netta distinzione è il parco di Villa Glori. Una gran parte del quartiere è occupata da villa Ada e dal Centro Sportivo dell’Acqua Acetosa.

     Il quartiere Parioli fa parte del II municipio del Comune di Roma. Il nome del quartiere deriva dalle alture che si trovano sulla destra della via Flaminia subito fuori porta del Popolo, prima dell’edificazione vi erano molti peri, da qui il nome. Popolazione ab. 14.090[1].

 

 

TOPONOMASTICA

     Nella zona del Villaggio Olimpico le strade sono intitolate a stati europei ed extraeuropei a ricordare la partecipazione internazionale all’evento sportivo del 1960. Ma vi sono anche strade intitolate a sportivi: Nedo Nadi, Dorando Pietri, Pietro de Coubertin.

     Nella zona compresa tra piazza Ungheria e piazza delle Muse le strade sono intitolate a personaggi del mondo dello spettacolo: Eleonora Duse, Leopoldo Fregoli, Ettore Petrolini, Anna Magnani, Giacinta Pezzana, ma anche irredentisti: Ruggero Fauro, Scipio Slataper e Vittorio Locchi; oltre ai toponimi. Nella zona tra piazza Ungheria, viale Liegi e via Salaria le strade sono intitolate a città capitali di stati europei ma non solo (Lisbona, Bruxelles, ma anche Lovanio e Lima).

 

STORIA

     In epoca romana la zona aveva una vocazione agricola come testimonia la villa ritrovata in occasione della costruzione dell’Auditorium. Lungo la via Flaminia e la Salaria si trovavano sepolcri come era consuetudine dei romani di seppellire al di fuori delle mura, lo testimoniano le catacombe di San Valentino tra la via Flaminia e viale Pilsudski e le catacombe di Priscilla lungo la via Salaria, oggi sotto villa Ada. Un’altra importante area funebre è stata recentemente ritrovata a piazza Euclide nei lavori per la costruzione di un parcheggio sotterraneo. E’ opera dei romani il ponte Milvio, il più antico ponte in muratura di Roma. A monte Antenne, nel perimetro di villa Ada, sono stati ritrovati resti di costruzioni precedenti alla nascita di Roma, si tratta della città di Antemnae.

     Nel medioevo tornò alla sua funzione agricola, nell’Ottocento vi sorsero osterie dove il popolo vi trascorreva i giorni festivi in quelli che si chiamavano le “gite fuori porta”. Una delle mete preferite erano i prati presso la fonte dell’Acqua Acetosa.

     Dopo l’unità d’Italia nacque viale Parioli come passeggiata suburbana voluta da Filonardi e Giorgi, proprietari dei terreni, interessati alla costruzione di un quartiere di villini e case di lusso, per la ricca borghesia. Il piano regolatore del 1909 di Sanjust decretò che il quartiere fosse tutto a ville e villini con giardini. Negli anni del fascismo nel quartiere si stabilirono il comando generale della milizia, il comando dei Carabinieri, le abitazioni di personaggi del calibro di Galeazzo Ciano e di Pietro Badoglio.  Per le esigenze speculative  tuttavia decaddero i vincoli a verde, si restrinsero le sezioni delle strade, si moltiplicarono i piani e aumentò la cubatura. Nel 1932 entra in funzione la ferrovia Roma Civitacastellana Viterbo (per i romani Roma Nord) che ha nel quartiere le fermate di Euclide, Acqua Acetosa e Campi Sportivi (oggi è gestita da Atac). Nel dopoguerra i Parioli confermarono la loro caratteristica di quartiere dell’alta borghesia, nel 1957, finalmente, villa Ada venne aperta al pubblico (era proprietà dei Savoia che ne donarono parte all’Egitto per l’ospitalità data a Vittorio Emanuele III dopo la fine del secondo conflitto mondiale). Per le Olimpiadi del 1960 sorse il Villaggio Olimpico con lo scopo di dare un’abitazione agli atleti che giungevano a Roma per partecipare alle gare. Al termine delle Olimpiadi le case vennero assegnate ai dipendenti dello Stato. La zona aveva già impianti sportivi: il campo Parioli per le corse di cavalli, lo stadio Nazionale all’incirca dove oggi c’è lo stadio Flaminio. In occasione delle Olimpiadi sorse corso Francia, altra importante infrastruttura viaria che sostituiva ponte Milvio, e via del Foro Italico con un altro ponte sul Tevere, oggi comunemente chiamata Tangenziale Est. Negli anni Ottanta inizia la costruzione della moschea, la più grande d’Europa, la sua inaugurazione avviene nel 1995.

     Sempre più il quartiere ospita ambasciate, consolati, banche, società finanziarie e una miriade di studi di ogni genere. Conseguenza di ciò fu l’invecchiamento della popolazione e la sua diminuzione.

 

 

ITINERARIO

     L’itinerario non può che iniziare da piazza Ungheria, vero cuore del quartiere che, per i romani comprende anche il Pinciano. Sul lato Nord della piazza si trova la

 

CHIESA DI SAN ROBERTO BELLARMINO

     La chiesa fu consacrata il 10 giugno 1933, progettata da Clemente Busiri Vici[2] appartente ad una famiglia di architetti giunti alla nona generazione. La facciata è a capanna in quanto la larghezza supera l’altezza, è chiusa tra due bassi torri campanarie a pianta ottagonale. Un semplicissimo portico sorretto da quattro pilastri è anteposto alla facciata ricoperta, come tutto l’esterno, da una cortina di mattoni. Una breve scalinata conduce ai tre ingressi. Il transetto e la bassa cupola ottagonale sono appena percepibili dall’esterno sopra la copertura dell’unica navata, da cui sporgono i corpi delle cappelle laterali. L’interno è decorato da mosici di Renato Tomassi che rivestono le strutture in cemento armato del transetto, della cupola ottagonale e dell’abside. La totale assenza di decorazioni esterne è la caratteristica principale.

 

     Sulla piazza il CAFFE’ HUNGARIA è uno dei principali punti di incontro del quartiere. Sulla piazza transita la PISTA CICLABILE PONTE RISORGIMENTO – VILLA BORGHESE – VILLA ADA  di Km 3,146 che proviene da valle Giulia, prosegue per via Panama e si dirige a villa Ada (Parco Rabin).

 

     Si imbocca viale Liegi, la naturale continuazione di viale Regina Margherita oltre la via Salaria. Al civico 42 si trova una costruzione realizzata da Massimo Piacentini tra il 1916 e il 1922, si tratta di un villino di quattro piani più attico, caratterizzato dagli aggetti dei Bow window sulla facciata e sul prospetto laterale all’angolo con via Montevideo.

 

     Si percorre tutta viale Liegi fino all’incrocio con via Salaria. Si prende via Salaria verso sinistra fino a giungere a

 

VILLA GRAZIOLI LANTE DELLE ROVERE

     La storia della villa è legata a quella del maresciallo Pietro Badoglio, il conquistatore di Addis Abeba, che ottenne come premio questa villa come la propria dimora e la preferì ad un palazzo del centro storico. Incaricò quindi l’arch. Busiri Vici di progettare la residenza. Attualmente l’edificio ospita l’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese presso il Quirinale. La parte di villa Grazioli trasformata in parco pubblico è un giardino rettangolare tra viale di villa Grazioli e via Bruxelles. L’edificio centrale della villa è stato rimaneggiato più volte, tanto da perdere ogni caratteristica originaria. Parte della villa è stata distrutta per le lottizzazioni.

 

     Si percorre viale di villa Grazioli fino ad incrociare via Bruxelles.

In via Bruxelles n. 47 si trova una palazzina aperta e proiettata sul giardino opera di Andrea Busiri Vici del 1935[3], simile a quella in piazza delle Muse di Ugo Luccichenti.

 

 Si prosegue per viale di villa Grazioni fino a trovare  via Lima, qui, al civico 4 si trova la

 

PALAZZINA DI PIETRO SFORZA

     Si tratta di una palazzina degli anni Trenta, tre piani più piano attico, ha la facciata caratterizzata da una estrema simmetria. Al centro di ogni piano si apre un balcone rientrante, fiancheggiato da finestre, conferendo un certo movimento alla massa compatta della palazzina nel suo complesso. Lungo i prospetti laterali corrono delle balconate che, formando una curva, si protendono agli angoli fino sulla facciata con mattoni aggettanti.

 

     Si percorre tutta via Lima fino a piazza Cuba, di qui in breve si torna a piazza Ungheria. Volendo percorrere via Panama, ci si trova in una strada che ha sulla sinistra, sul marciapiede la pista ciclabile già citata in piazza Ungheria. Nell’ultimo tratto si trova un’area verde, il PARCO RABIN, per notizie su questo luogo vedi il testo Villa Ada. In via Panama al civico 96 (di fronte al parco Rabin) si trova la palazzina di Mario Tufaroli[4], in essa il gioco di luci e ombre, una corretta distribuzione degli spazi ma, soprttutto la buona fattura sono le qualità di questa e di tante altre palazzine del quartiere (un appartamento è occupato dalla ambasciata di Romania presso la Santa Sede).Da questa piazza si prende l’ampio viale Romania, ha al centro un filare di platani e pini marittimi. Sulla destra si trova la

 

LUISS

     Già sede dell’Istituto Pio XII delle reliose dell’Assunzione. La Luiss è la Liberà università internazionale degli studi sociali “Guido Carli”. L’università è nata tra il 1974 e il 78 da un gruppo di imprenditori tra i quali Umberto Agnelli, nel 1978 Carli divenne presidente e vi rimase fino alla morte, dal 1994 gli è intitolata, oggi Luca Cordero di Montezemolo è il presidente. Il presidente è affiancato dalla figura del rettore. Si compone di tre facoltà: Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche. La sede centrale è – dall’ottobre 2007 - in viale Romania ai Parioli, precedentemente era in via Pola angolo via Alberoni, dove tutt’ora esistono aule e uffici. In via di Santa Costanza n. 53 c’è la biblioteca (da sito internet e cronaca di Repubblica). Un’altra sede dovrebbe sorgere in villa Blanc sulla Nomentana, non lontana da qui (nov. 2013).

 

Poco oltre si incrocia via del Canneto, stretta e silenziosa, una vera strada di campagna nel cuore di Roma, è delimitata dalla villa che accoglie la Luiss e

 

VILLA POLISSENA

     Già villa Calvi di Bergolo, oggi dei Carabinieri, vi si può entrare da qui o da via San Filippo Martire. Faceva parte di villa Ada, era destinata agli ospiti. Il ridente giardino è abbellito da fontane a conca mentre l’edificio della villa si presenta in stile rococò, negli anni Trenta gli furono aggiunte due nuove ali senza turbare l’equilibrio della costruzione.

 

Sulla sinistra di viale Romania si trova il

 

COMANDO MILITARE CENTRALE

Costruito, su progetto dell’arch. Cafiero[5],  negli anni Trenta per essere il comando della milizia fascista, venne solennemente inaugurato nel giugno 1936.

 

Proseguendo per viale Romania si raggiunge piazza Bligny. Di fronte a noi, sulla destra, inizia via San Filippo Martire, dove è un altro ingresso di villa Polissena. Dopo un’ampia curva, la strada prosegue con il nome di via Ettore Petrolini e trova sulla destra il parco Mario Riva. In questo punto via Giacinta Pezzana scende alla Moschea. Proseguendo la via arriva con altri nomi a piazza delle Muse.

 

Tornati a piazza Bligny, di fronte a noi, ma sulla sinistra si apre via di Villa San Filippo. Il nome deriva dall’omonima villa seicentesca il cui ingresso era di fronte a villa Polissena, ne rimane solo il portale con il banale cancello, all’interno una palazzina moderna sede di una impresa edile. Le “Taxae Viarum” del 1674 parlano della presenza in zona di una cappellina dedicata a San Filippo.

 

Si percorre via di Villa San Filippo, si piega nella prima a destra: via Eleonora Duse, questa conduce in

 

PIAZZA DELLE MUSE

     Ad angolo tra la piazza e via Eleonora Duse si trova un edificio progettato dall’architetto, designer e saggista milanese Giò Ponti[6], autore della Concattedrale di Taranto (1964) e del Pirellone (1960) direttore di riviste quali Domus e Stile, realizzato nel 1939. Lo schema simmetrico della facciata si ritrova anche nei prospetti laterali caratterizzati da una leggera sporgenza del corpo dei servizi. Colpiscono il particolare rapporto tra dei muri e il vuoto delle bucature in corrispondenza di finestre e balconi e il rivestimento bianco del mosaico di gres. Proprio negli anni in cui fu relizzato l’edificio, infatti, Giò Ponti si fece sostenitore dell’opportunità di usare materiali quali il cotto e la ceramica nei rivestimenti esterni al posto dell’intonaco, più facilmente deperibile.

     Accanto all’edificio di Giò Ponti ai nn. 6/7 sorge una palazzina ideata dall’architetto Ugo Luccichenti costruita nel 1940. L’edificio, che ospita due appartamenti di lusso per piano e uno più grande all’attico, si apre su un panorama che va da villa Ada a monte Mario. La facciata è caratterizzata da una estrema simmestria e dagli ampi balconi che sembrano voler dilatare gli spazi verso l’esterno. L’annullamento delle pareti gioca un ruolo determinante nella costruzione. Sia la facciata del palazzo che gli angoli dei prospetti laterali, infatti, sono costituiti interamente da grandi vetrate interrotte solamente dal ritmo dei pilastri. Il volume dell’edificio viene così ad essere in parte smaterializzato, come il parapetto in metallo fa perdere agli ampi balconi la maggior parte del loro peso per trasformali in un esile elemento a sbalzo. Attualmente ospita l’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese presso la Santa Sede.

     Al centro della piazza un giardino che è stato recentemente riqualificato, al di sotto si trova un parcheggio. Due eleganti chioschi bar offrono uno splendido panorama verso il Tevere, la moschea, la collina di Monte Mario e in lontananza il monte Soratte.

 

     Si imbocca via Gian Giacomo Porro, qui si trova la Clinica Quisisana nella quale morì Antonio Gramsci il 27 aprile del 1937. Proseguendo per via di Villa San Filippo e viale Romania si torna in piazza Ungheria. Prima di arrivare in piazza Ungheria si faccia una deviazione in via Scipio Slataper, la penultima a destra, al civico 9 si noti il palazzo INCIS del 1928 di Alfio Susini, notare il singolare portone di ingresso a forma stellare[7].

 

 

Tornati in piazza Ungheria si riprende l’itinerario nella parte Ovest del quartiere. Si imbocca viale Parioli. Si tratta di un ampio viale, sinuoso, in discesa, ideato come passeggiata, nel primo tratto ha molti negozi, ristoranti e bar, è fiancheggiato da palazzine e villini di pregio.

     All’inizio di viale Parioli, angolo con via Stoppani, si trovava il

 

VILLINO VILLIEGAS

     Costruito nel 1887 era in stile moresco, ebbe una grande notorietà. A volerlo fu il pittore spagnolo Josè Villiegas y Cordero che dirigeva l’Accademia di Spagna, in quegli anni il villino era circondato da campagna e spiccava per la sua architettura singolare, ancora ai primi del Novecento, tutto il lato destro del viale era una verde collina. Venne citato da diverse riviste di architettura italiane e straniere, ma la sua fama la deve al romanziere Paul Bouregt che vi ambiento alcune scene de Cosmopolis. Successivamente divenne proprietà Tavazzi, fu abitato dal cardinale Massimi e dopo la seconda guerra mondiale venne demolito.

 

     Al civico 16 si trova il COLLEGIO SAN GABRIELE un istituto privato e confessionale. Proprio sotto questa scuola privata c’è il

 

BAR CIGNO

che rappresenta un luogo di incontro dei “pariolini” al pari del caffè Hungaria di piazza Ungheria già citato. Di questo bar parla anche Marco Lodoli: “… possiamo andare a prenderci un aperitivo al bar del Cigno di viale Parioli, che dal 1949 contiene un’opera unica al mondo. Oltre il bancone, dietro le spalle dei baristi indaffarati a servire crodini, si distende il mito greco di Leda e il Cigno, reso nella vivacità smagliante della ceramica. Ricordate? Giove, ossessionato dalle femmine, s’era acceso di desiderio per la procace Leda, moglie del re di Sparta, e per conquistarla si mutò in un cigno meraviglioso. Lei rimase incita e dopo qualche tempo partorì un uovo enorme: quando l’uovo si schiuse saltarono fuori Castore e Polluce, ossia i Dioscuri, i gemelli divini che sarebbero diventati una costellazione dello zodiaco. Ebbene, nei sei o sette metri di ceramica questa storia c’è tutta, e ci sono anche le guance gonfie di Eolo e il carro di Fetonte, le ninfe dei boschi, i pavoni, le volpi, i mostri marini, le tante forme di un universo mitico che non si smetterebbe mai di ammirare. L’opera è di Capizzano e Gigotti, due artisti degli anni Quaranta, ha una sua grazia tutta popolare: è una favola raccontata ai bambini, agli uomini di passaggio nel bar, a tutti noi che sempre siamo costretti a trasformarci, per amore o solo perché la vita non sta mai ferma[8]”.

 

Al civico 45 di viale Parioli alberi e cemento sembrano fondersi in un’unica costruzione nella SEDE DELL’ACI, con il tetto a terrazza da cui fuoriescono due alti pini marittimi che giancheggiano l’ingresso principale.

 

     La seconda a destra è via Gualtiero Castelli, qui si trova la CASERMA PASTRENGO dei Carabinieri a cavallo. E’ uno squadrone speciale dell’arma che si esidisce in esrcitazioni particolari come il famoso carosello di piazza di Siena in occasione del concorso ippico internazionale.

 

     Si riprende viale Parioli che in breve giunge a piazzale Santiago del Cile, piazza circolare con giardino al centro, tale luogo rappresenta il punto posto a metà di viale Parioli, dopo di esso il viale scende più velocemente. Se nelle palazzine di prima prevaleva il giallo ora prevale il grigio. Proseguendo per viale Parioli, la prima a sinistra è via Giovanni Battista Brocchi, in pratica una scalinata che raggiuge la più elevata via Barnaba Oriani. Si procede ancora per viale Parioli, prima del viale della Moschea sulla destra della strada si trova un rinomato ristorante – pizzeria La Celestina al civico 184. Per Tripadvisor è al posto 2.963 su 9.120 ristoranti di Roma (dato del 6.4.15).  Dopo poco, sempre sulla destra si trova il:

 

 

MERCATO DI VIALE PARIOLI

   Il primo e unico mercato di Roma e d’Italia ad essere aperto fino alle ore 23 con “street food”.

   Il mercato era da oltre trenta anni in via Locchi, finalmente ad aprile 2006 è stato trasferito in questa nuova sede con cinque grandi chioschi gestiti da 18 operatori. I lavori di trasferimento sono costati 800.000 €. All’inaugurazione era presente il sindaco Walter Veltroni che ha dichiarato: “Il mercato era una zona di degrado, perciò abbiamo deciso di trasferirlo e di realizzare un mercato come questo più civile in cui gli operatori lavoreranno meglio e i cittadini saranno più garantiti”. Con l’inaugurazione del nuovo mercato una parte dei marciapiedi è stato trasformato in parcheggi.

     E’ stato il primo mercato di Roma ad essere trasformato la sera in luogo di incontro per i giovani, il banco del pane in pizzeria, la macelleria in fast food di qualità, il banco della frutta in negozio di frullati, inoltre vi è una birreria. Su questa strada dovranno andare gli altri mercati di Roma a cominciare da quello di Testaccio, di Prati in piazza Unità e di via Magna Grecia.

 

 

Siamo giunti quasi alla fine di viale Parioli, sulla destra ecco viale della Moschea. Prendiamo viale della Moschea.

 

      La percorriamo, troviamo sulla destra la PISTA CICLABILE DORSALE ANIENE di Km 9,450, proviene dalla via Flaminia, va nella valle dell’Aniene e giunge fino a Monte Sacro, da lì si può proseguire ancora sui sentieri sterrati nella Riserva Natural Valle dell’Aniene fino a Casal de Pazzi e Ponte Mammolo sulla Tiburtina. Su viale della Moschea si trova AQUANIENE una piscina e centro sportivo realizzato per i mondiali di nuoto del 2009 che si tennero a Roma. Si prosegue su viale della Moschea fino a trovare, sulla sinistra, la

 

 

MOSCHEA

     Si tratta della più grande moschea d’Europa, sorge su 30.000 mq di terreno e può ospitare fino a 12.000 fedeli, ad essa è unito un Centro Culturale Islamico, si tratta di un punto di riferimento importante per gli arabi presenti a Roma e non solo. E’ opera dell’architetto romano Paolo Portoghesi[9], inaugurata il 21 giugno 1995, giorno del solstizio d’estate.

     Fu voluta da re Fausal dell’Arabia Saudita custode delle moschee di Mecca e Medina, quando ancora non vi erano arabi di fede musulmana immigrati dai paesi del nord Africa, cioè negli anni Settanta del Novecento. Il consiglio comunale di Roma donò il terreno nel 1974, la prima pietra fu posta nel 1984 alla presenza del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Ci vollero più di dieci anni di lavori per giungere alla inaugurazione.

     Il primo aspetto che colpisce è la sua integrazione nel verde della vicina villa Ada e l’incrocio tra il moderno e la tradizione islamica. L’ingresso è preceduto da una sorta di ruscello nel quale i fedeli compiono i lavaggi rituali prima di entrare in moschea. Prima di varcare la porta lasciano le scarpe e camminano su grandi tappeti che coprono l’intera superficie della sala. La grande sala di preghiera richiama indubbiamente una foresta con le sue colonne a tre steli, sono usati materiali tipicamente romani come il travertino e il cotto rosato. L’apparato decorativo, molto discreto come è nella religione islamica, è costituito da ceramiche invetriate di colori delicati con frasi tratte dal Corano, il libro sacro della religione. L’interno di questa grande aula presenta il matroneo come nelle chiese mediovali cattoliche, questo spazio non è contemplato nella fede musulmana, è un omaggio alla terra nella quale ci troviamo, alla sua storia e tradizione anche culturale e religiosa. Una sorta di abside richiama il punto cardinale nella cui direzione si trova la Mecca, e verso tale punto che si inginocchiano a terra e quindi si distendono per pregare.

     Oggi imam della moschea è l’egiziano Ala’ al-Din Muhammad Ismai’il al- Ghobaschi. Hai foto della moschea in costruzione.

 

Si torna indietro in viale Parioli che è giunta ormai alla fine, siamo in piazzale Parco della Rimembranza. Qui è l’ingresso a:

 

VILLA GLORI

     Il Comune di Roma, con delibera del 23 ottobre 1923, decise di trasformare l’area dove oggi è villa Glori, in Parco della Rimembranza dedicato ai caduti della Grande Guerra. Il progetto del nuovo parco fu affidato a Raffaele de Vico, architetto del Servizio Giardini, in soli otto mesi creò un giardino per passeggiate immerse nel verde mediterraneo di pini, lecci, querci, lauri, aceri, cedri, ippocastani ed ulivi, tutti puntigliosamente allineati a filari. Il parco fu inaugurato il 18 maggio 1924. Una grande croce e un enorme altare sono la memoria tangibile dei caduti in guerra.

     Venne scelto questo luogo perché il 23 ottobre 1867 qui avvenne uno scontro tra le truppe pontificie e una settantina di patrioti al comando dei fratelli Cairoli. Tale azione doveva scatenare l’insurrezione della popolazione romana, cosa che avvenne ma in misura minore, ma soprattutto doveva anticipare e giustificare l’intervento di volontare guidati da Garibaldi. Purtroppo i patrioti venne sopraffatti dalle truppe pontificie e uccisi, sulla sommità dell’altura si trova ancora un ramo secco di mandorlo dove morì Enrico Cairoli, mentre il fratello Giovanni, gravemente ferito, morì poco dopo. I superstiti raggiunsero Mentana dove combatterono con Garibaldi. In quegli anni vi era una vigna proprietà di un tale Vincenzo Glori, in essa anche un casale poi riadattato ad uso agricolo.

     L’idea di farne un parco pubblico era già prevista dal piano regolatore del 1883, si iniziò con gli espropri e nel 1895 fu inaugurata una colonna in marmo di Pietrasanta a ricordo dei patrioti del 1867. Nel 1924 il parco venne inaugurato. Nel 1929 fu avviata la costruzione di tre padiglioni in legno destinati ad ospitare una colonia estiva per i bambini dalla salute precaria, il Dispensario Marchiafava. Dal 1988 tali padiglioni sono stati affidati alla Caritas che ne hanno fatto una casa famiglia per malati di Aids. Nel 1997, su idea della critica d’arte Daniela Fonti, il Comune di Roma ha promosso la costituzione di un parco di scultura contemporanea all’aperto intitolata Varcare la soglia che voleva esprire la possibilità di integrazione tra luogo di sofferenza e luogo di svago. Sono state così installate opere di Dompè “Meditazione”, Mattiacci “Ordine”, Mochetti “Arco-laser”, Caruso “Portale mediterraneo”, Castagna “Monadi”, Kounellis “Installazione”, Nunzio “Linea”, Staccioli “Installazione”. Nel 2000 si sono aggiunti “La porta del Sole” di Giuseppe Uncini e “Uomo erba” di Paolo Canevari. Nel 2003, alle spalle del mandorlo di Enrico Cairoli, è stata collocata una piccola lapide dedicata ai carabinieri morti a Nassiryia, in Iraq.

 

Sempre dal piazzale Parco della Rimembranza si prende verso Nord via della Fonte dell’Acqua Acetosa (controllare! Perché google.maps riporta via Antorio Sant’Elia che dopo la fonte diventa via dei Campi Sportivi) che in breve conduce alla stazione del treno Roma Nord “Campi Sportivi” e alla

 

FONTANA DELL’ACQUA ACETOSA

     La fontana si trova in una piccola conca al di sotto del livello stradale e vi si accede da una scalinata. Un’epigrafe di fianco alle tre piccole vasche, fatta incidere da papa Paolo V enumera i mille mali per i quali quell’acqua digestiva e rinfrescante è salutare. A questa iscrizione se ne aggiungono due che corrispondono a due momenti diversi nelle vicende storiche della fontana. La più grande, posta nel timpano, ricorda l’opera di papa Alessandro VII Chigi; l’altra, di minori dimensioni, inserita nel riquadro sopra la nicchia centrale, ricorda il risanamento voluto da papa Clemente XI nel 1712. Nella primavera di quell’anno la quantità d’acqua era molto diminuita ed era peggiorata anche la sua qualità. Clemente XI istituì una commissione per lo studio e il risamentto della fonte, in tale commissione figurava monsignor Lancisi medico di Sua Santità e l’architetto Egidio Maria Bordoni. I lavori diedero esito positivo e fu più comodo attingere acqua.

     La fonte fu fatta costruire da papa Paolo V[10], tra il 1644 e il 1655 fu papa Innocenzo X a far restaurare la fontana mentre Alessandro VII[11] fece erigere nel 1661 il prospetto architettonico ad esedra su progetto del Bernini che ancora si conserva.

     Nell’Ottocento l’acqua della fonte veniva venduta in città dai cosiddetti “acquacetosari”, una corporazione di venditori ambulanti, tuttavia nel 1910 il Comune provvide all’appalto dell’Acqua Acetosa.

 

     La fontana dell’Acqua Acetosa è stata restaurata nel dicembre 2009. a cura del circolo Canottieri Aniene che da allora si prende cura dell’area verde abbandonata da cinquanta anni. La solenne consegna della fonte alla città è avvenuta venerdì 18 dicembre 2009, madrina dell’evento Federica Pellegrini, prima nuotatrice italiana ad aver vinto una medaglia d’oro alle olimpiadi (Pechino 2008). Nel 2003 il Fai segnalò il monumento come da restaurare con priorità (i luoghi del cuore). La fonte è chiusa dal 1959 per inquinamento della falda acquifera, da allora l’Acea l’ha allacciata all’acquedotto. 

 

Proseguendo per via dei Campi Sportivi si raggiungono i:

 

COMPLESSO SPORTIVO DELL’ACQUA ACETOSA

La zona, originariamente paludosa, era diventata proprietà del Coni nel 1954 che vi aveva iniziato lavori di bonifica, l’area si estende su 21 ettari. Nel 1956 l’architetto Annibale Vitellozzi[12] progettò la prima serie di opere che furono completate per le Olimpiadi del 1960. Quattro campi di calcio, tre di rugby, tre di hochey su prato, un campo di baseball, uno di pallavolo, una piscina scoperta, sei palestre formano il complesso di cui fa parte anche l’Istituto di Medicina Sportiva che il Vitellozzi progetto con Cesare Ligini[13]. Negli anni Sessanta fu costruito il Centro di Preparazione Olimpica, fu creato un centro pulcini per i bambini, un centro giovanile di addestramento all’equitazione e al pentathlon e una nuova piscina coperta con il centro di addestramento al nuoto e ai tuffi.

 

 

Si torna al piazzale Parco della Rimembranza, si imbocca viale Maresciallo Pilsudski che nel primo tratto è dominato dall’alta mole della chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria di piazza Euclide (ricade nel quartiere Pinciano) opera di Brasini. Dopo poco si vedono le volte dell’Auditorium, prima di esse si gira a destra in via Giulio Gaudini per giungere in breve a viale Pietro De Coubertin dove è l’ingresso all’

 

AUDITORIUM

    L'auditorium Parco della Musica è stato progettato dall'architetto Renzo Piano[14], la sua costruzione è iniziata nel 1995 ed è stato inaugurato il 21 aprile 2002[15] (il 21 dicembre dello stesso anno è stata inaugurata la sala Santa Cecilia). Dalla distruzione dell'Auditorium all'interno del Mausoleo di Augusto (Augusteo 1936 - teatro Adriano - teatro Argentina - Auditorium via della Conciliazione) la città di Roma non aveva un luogo dedicato alla musica, svolgeva una simile funzione l'auditorium di via della Conciliazione.

 

   L'auditorium si compone di tre sale che dall'alto assomigliano a tre scarabei oppure a tre liuti, ogni sala è progettata per essere la cassa acustica più idonea per il genere di musica che vi verrà  interpretata. Tutti i materiali richiamano i colori di Roma: il bianco del travertino, il rosso dei mattoni, il grigio della copertura delle sale richiama la cupola del Pantheon. La sala Santa Cecilia da 2.700 posti dedicata ai concerti sinfonici per grandi orchestre. Le strutture portanti di copertura - di dimensioni eccezioni - sono costituite da travi in legno lamellare e acciaio. Il palcoscenico si trova quasi in posizione centrale circondato dai vigneti, cioè i posti a sedere posti su diversi livelli. Il controsoffitto - vera innovazione - è costituito da 26 gusci in legno ciliegio americano di 180 mq ciascuno, nel complesso coprono una superficie di 4.000 mq. Il tempo di riverberazione del suono è di 2,2 secondi. E' la più grande sala da concerti d'Europa. La sala Giuseppe Sinopoli[16] da 1.200 posti si adatta ai più diversi tipi di musica anche perchè l'orchestra può assumere varie posizioni. La sala Petrassi[17] da 700 posti per generi musicali più nuovi a causa dei tempi di riverberazione dei suoni, per rappresentazioni teatrali e cinematografiche perchè permette il cambio delle scene e dei costumi. Le due pareti laterali del palco possono ruotare di 90° così da realizzare il boccascena, tradizionale sipario all'italiana. Esiste una quarta sala: il teatro Studio, uno spazio poliedrico di 492 mq con 330 posti, aperta nel settembre 2005, dotato di posti a sedere non fissi, si trova tra la sala Petrassi e la sala Sinopoli. In quest'area si trovano il Teatro Studio1 - 2 - 3 ognuno di 120 mq, di ciliegio, con annessa sala di regia.

   Nel foyer, lungo 150 metri, si trovano venti testi dell'artista toscano Maurizio Nannucci[18].

   All'aperto è stata ricavata una càvea intitolata a Luciano Berio[19] di ben 3.000 posti per gli spettacoli estivi, mentre d'inverno ospita una pista di ghiaccio. Nell'auditorium parco della musica si trova - dal 9.2.2008 - il MUSA ovvero il Museo  degli Strumenti Musicali dell'Accademia di Santa Cecilia, una delle principali raccolte italiane, si compone di 500 pezzi ma ne espone 130 a testimonianza di diverse culture musicali appartenenti a cinque secoli e a tre continenti: Europa, Asia e Africa. Strumenti della musica colta e della musica popolare, delle musiche etniche extraeuropee. Il nucleo più importante è formato da stumenti della tradizione liutaria italiana dal Seicento al Novecento, alcuni pezzi sono frutto del dono della regina Margherita di Savoia. Fra questi il violino di Antonio Stradivari del 1690, di particolare interesse i mandolini romani di Gaspar Ferrari ideatore di questo strumento. Grazie all'ausilio di sistemi audiovisivi e postazioni multimediali interattive è possibile esplorare l'orchestra, scoprire suoni e sezioni, approfondire la conoscenza della musica. Il museo è stato realizzato grazie all'8 per mille dell'Irpef. E' aperto - ad ingresso gratuito - tutti i giorni dalle ore 11 alle ore 18, chiuso il mercoledì.

   La bibliomediateca si trova subito dopo la libreria, anche questo spazio è stato ideato da Renzo Piano ed è stato aperto al pubblico nel 2005. Contiene l'archivio storico dell'Accademia di Santa Cecilia dal 1651 ad oggi, la biblioteca istituita subito dopo l'unità d'italia nel 1877 con edizioni, partiture, manoscritti, intavolature, libretti, collezioni di grandi critici o compositori. Oggi è stata parzialmente digitalizzata ed è consultabile online sul sito dedicato. E' aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle ore 17.

   Nei lavori di scavo per realizzare questa struttura è stata ritrovata una villa romana dell'età repubblicana e imperiale che ha avuto vari periodi di vita con demolizioni e ricostruzioni. La villa del 300 a.C. aveva tegole angolari di gronda con testa di divinità fluviale, questo è diventato il simbolo del piccolo museo che espone i resti archeologici ritrovati prima dei lavori di costruzione dell'auditorium.Si trova tra la sala Sinopoli e la sala Santa Cecilia. Completano l'area un giardino pensile di 30.000 mq, parcheggi sotterranei e a raso, spazi espositivi, caffetteria, libreria, uffici.

     Dal 2006 vi si tiene - in autunno - il Festival Internazionale del film di Roma, fino al 2007 denominato Festa Internazionale del Film di Roma. Dal 2012 il direttore artistico è Marco Muller. L'ultima edizione è stata vinta dal film coprodotto dall'Argentina e dalla Spagna dal titolo: "Cosa piove dal cielo?" di Sebastian Borensztein.

 

 

Di fronte all’auditorium si estende il

 

VILLAGGIO OLIMPICO

Vedi documento Villaggio Olimpico.

     Fu costruito tra il 1957 e il 1960, su progetto di Vittorio Cafiero[20], Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti.

     Nato per ospitare gli atleti giunti da ogni parte del mondo per le Olimpiadi del 1960, dopo la manifestazione sportiva le case vennero assegnate ai dipendenti dello Stato (Incis). Il Villaggio Olimpico è un complesso unitario di edifici sistemati tra ampie zone verdi tutti caratterizzati dal piano terreno a pilotis ( i pilastri teorizzati da Le Corbusier[21] nel 1927 come uno dei cinque punti della nuova architettura). La stessa caratteristica ha il quartiere di Decima e quello di Casilino 23 oggi Villa De Sanctis.

     Ho  una foto dei prati che si trovavano nel luogo dove oggi è il Villaggio Olimpico, un’altra foto presenta uno dei palazzi appena terminato.

 

Proseguendo per viale Pietro de Coubertin, prima della via Flaminia si trova il

 

PALAZZETTO DELLO SPORT

     Piazzale Apollodoro: il Palazzetto dello Sport, dell’ing. Pier Luigi Nervi e dell’arch. Annibale Vitellozzi, 1956-58, a pianta circolare, capace di 5.000 posti e la cui cupola ha il diametro di 68,50 metri. E’ costruito con elementi prefabbricati in cemento armato e sorretto da pilastri a forcella. L’idea è di costruire un edificio in stretto rapporto alla sua funzione e volutamente privo di qualsiasi elemento decorativo. L’edificio – per la sua originalità – si caratterizza come un indicatore urbano. Ho una  foto del Palazzetto dello Sport in costruzione e una del 1960.

 

Davanti al Palazzetto dello Sport passa la PISTA CICLABILE DORSALE ANIENE di Km 9,450. Inizia da ponte Milvio, percorre via Flaminia, giunge al Palazzetto dello Sport, segue per via De Coubertin, si interrompe per breve tratto, via Maresciallo Pilsudski, via della Moschea, via del Foro Italico (Tangenziale Est), incrocia la via Salaria, segue la valle dell’Aniene fino a Monte Sacro. Di lì si può proseguire su sentieri sterrati nella Riserva Naturale Valle dell’Aniene.

 

Vicinissimo al Palazzetto dell Sport, nel prato ad angolo tra viale Tiziano e via Nedo Nadi, si trova la scultura di Mario Ceroli[22] “GOAL”, collocata in occasione dei mondiali di calcio del 1990. Si tratta di un’opera in legno ricoperta di acciaio zincato, alta m 16,5.

 

 

Si percorre la via Flaminia in direzione centro città. La prima strada a sinistra, che collega via Flaminia con viale Tiziano è via dei Sansovino. Ad angolo si trova un interessante esempio di EDIFICIO POLIFUNZIONALE con facciata su viale Tiziano. E’ opera di Domenico De Riso, del 1961-62. Si riprende via Flaminia  fino a piazza Manila, dove confluisce viale Maresciallo Pilsudski. Qui si trova lo

 

STADIO FLAMINIO

     Lo STADIO FLAMINIO è una ardita e razionale costruzione in cemento armato dell’ingegner Pier Luigi Nervi e dell’architetto Antonio Nervi, costruito in previsione delle Olimpiadi del 1960 sul posto del vecchio Stadio Nazionale. Al campo di calcio con gradinate capaci di 24.000 spettatori, sono annesse una piscina coperta, tre palestre , campi e piste d’allenamento, una sala di scherma. E’ adibito a campo di calcio e di rugby, vi si tiene il Torneo Sei Nazioni. Nel 1988 ha ospitato il concerto di Michael Jackson. Durante i lavori di rifacimento dell’Olimpico in previsione dei mondiali di calcio del 1990, questo stadio fu utilizzato da Roma e Lazio per il campionato di serie A. Nel 2007 sono state montate due strutture mobili sopra le curve per aumentare la capacità di 8.000 posti, per il 2012 è previsto un ampliamento stabile con strutture in ferro per portare la capienza a 42.000 posti.

     Ho una foto della baraccopoli che si trovava nell’area dello stadio Flaminio prima della sua costruzione.

 

STADIO NAZIONALE

     Lo stadio nazionale venne costruito nel 1911, ristrutturato nel 1927 e ribattezzato Stadio del Partito Nazionale Fascista, dopo la guerra riprese il nome originario, dopo il disastro di Superga fu chiamato Stadio Torino, nel 1953 fu dismesso, nel 1957 demolito. Al suo posto venne costruito l’attuale Stadio Flaminio in previsione delle Olimpiadi di Roma del 1960.

     Il progetto dello stadio si deve a Marcello Piacentini, sorse presso villa Flaminia, i campi ippici di villa Glori e ai monti Parioli. Piacentini richiamò i tratti classici dei modelli ellenici, aveva la forma di una U allungata, l’ingresso era formato da due enormi corpi laterali che reggevvano colossali statue sedute della Forza e della Civiltà, internamente si trovavano quattro colonne onorarie congiunte da nastri e festoni di bronzo e sovrastate da statue in bronzo. Misurava 220 metri di lunghezza e 120 di larghezza, era affiancato da due lunghe gradinate raccordate da un lato a semicerchio, un altro lato era aperto per il pubblico. All’interno si trovavano piste podistiche e ciclistiche, dentro numerosi locali su due piani per l’Istituto Nazionale di Educazione Fisica, palestre, bagni, refettori, uffici e dormitori per atleti. Non fu mai utilizzato per incontri di calcio. Fu abbandonato durante la Grande Guerra.

     Lo stadio fu ristrutturato nel 1927 prendendo il nome di Stadio del Partito Nazionale Fascista, la tribuna centrale fu dotata di una tettoia a struttura in cemento armato per 7.000 posti. Sul lato di ingresso venne inserita una piscina all’aperto lunga 50 metri e larga 18, dotata di spalti. Internamente vi trovarono posto una vasca coperta, palestre, alloggi, uffici della direzione generale del Coni. Al centro venne realizzato un campo di calcio, la pista podistica venne trasformata in anulare. L’ingresso fu sostituito da una facciata classicheggiante con semicolonne e quattro sculture di Amleto Cataldi, oggi nei giardini del Villaggio Olimpico. Venne inaugurato ufficialmente il 25 marzo 1928 con una amichevole Italia – Ungheria, terminata 4-3. Il 24 maggio 1931 si ebbe la prima partita della Lazio, un derby finito in parità, seguito da una rissa che fu punita con la squalifica del campo di entrambe le squadre. Per i mondiali del 1934 venne eliminata la piscina e ampliato nella capienza. Dal 1940 anche la Roma iniziò a utilizzare questo stadio.

Qui la Roma giocò dal 1940/41, in quell’anno vinse il suo primo scudetto, vi giocò fino al 1953.

Durante l’ultima guerra fu requisito dalle truppe alleate, Roma e Lazio usarono il Motovelodromo Appio e lo stadio della Rondinella. Nel 1953 lo stadio fu abbandonato da Roma e Lazio che preferirono il nuovo stadio Olimpico. Ho una foto dello stadio Nazionale.

 

STADIO DELLA RONDINELLA

     Lo stadio della Rondinella si trovava tra l’attuale stadio Flaminio e il Palazzetto dello Sport, venne costruito nel 1914, ricostruito nel 1924 e dotato di tribuna coperta in legno, spogliatoi, docce,  abitazione del custode, spalti su tre lati, con una capienza di 15.000 spettatori. In attesa del trasferimento al campo Testaccio l’impianto ospita anche le partite della Roma, tra queste lo storico 9-0 contro la Cremonese vittoria casalinga con maggior reti di scarto nella storia del club giallorosso. Nel 1957 viene distrutto da un incendio, ciò che rimane viene abbattuto e trasformato in parcheggio.

 

 

     Nel parcheggio tra lo stadio Flaminio e il Palazzetto dello Sport (via Dorando Pietri) si trova un piccolo monumento con una COLONNA ALLA MEMORIA di due agenti della Polizia di Stato: Franco Sammarco e Giuseppe Carretta uccisi in questo luogo l’8 giugno 1982 mentre effettuavano un controllo in una macchina qui parcheggiata. Nella macchina c’erano tre terroristi dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), di ideologia neofascista, questi riuscirono a sopraffare gli agenti e li uccisero con un colpo alla nuca. L’omicidio venne rivendicato dai NAR che dissero di averlo compiuto per vendicare un loro camerata morto suicida in carcere. Il 28 giugno venne arrestato per questo delitto Roberto Nistri dei Nar che rimase in carcere fino al 1995 quando usufruì di permessi di lavoro, dal 2005 è libero.

 

 

Nel quartiere si trova:

 

VILLA ADA

Vedi documento word “Villa Ada”

     Villa Ada è una delle più belle e grandi ville storiche italiane, a Roma è seconda solo a villa Doria Pamphili. Nel Seicento era una tenuta agricola del Collegio Irlandese, alla fine Settecento passò ai principi Pallavicini che la ristrutturarono come giardino di paesaggio creandosi percorsi geometrici e piccole costruzioni. Fu acquistata

dai Savoia nel 1872 che la ingrandirono con altre proprietà fino a giungere ai 180 ettari attuali, a loro si devono le scuderie che attualmente sono in abbandono. Umberto I preferiva vivere al Quirinale e vendette la villa al conte Tellfner, amministratore dei beni della famiglia reale, che la intitolò alla moglie Ada. Vittorio Emanuele III la riacquistò nel 1904 e divenne residenza reale chiamandola villa Savoia fino al 1946 quando i Savoia dovettore lasciare l'Italia in seguito al referendum monarchia o repubblica del 2 giugno.

   Durante l'ultima guerra mondiale nella villa venne costruito un bunker antiareo che attualmente si sta restaurando; in questo luogo, il 25 aprile 1943 Benito Mussolini venne arrestato dopo il voto di sfiducia del Gran Consiglio del fascismo. Dopo questi avvenimenti parte della villa rimase di proprietà della famiglia Savoia, mentre la parte più vicina alla via Salaria fu acquisita dal Demanio nel 1957. Una parte della villa fu donata all'Egitto in cambio dell'ospitalità ricevuta durante l'esilio, oggi ospita l'ambasciata di tale paese.

   Nella villa ci sono resti archeologici dell'VIII secolo a.C. si riferiscono alla città di Antemnae, probabilmente abitata dai sabini. Venne distrutta dai romani nella loro prima espansione nel Lazio. Sotto il terreno della villa si estendono le catacombe di Priscilla, queste conservano la più antica immagine di Maria e una piccola basilica consacrata da papa Silvestro I.

   Anche se il parco è circondato da quartieri edificati da circa cento anni, chi vi passeggia ha l'impressione di trovarsi immerso nella natura: la fitta vegetazione forma a tratti una selva impenetrabile, per questo è luogo ideale per passeggiate o per correre o per andare in bicicletta tra pinete, boschi di leccio, querce da sughero popolate di scoiattoli e conigli selvatici.

 

   Dal 27 novembre 2012 la villa è oggetto di lavori di restauro di grandi proporzioni.

Sono stati piantati 10 nuovi pini alti 6 metri che vanno a sostituire quelli gravemente e irriparabilmente danneggiati dalla nevicata del febbraio 2012. Gli arredi e le strutture di fruizione saranno in breve restaurate: saranno sostituite 1.000 metri di staccionate, 100 vecchi tronchi rimossi, 40 pozzetti impiegati per l'irrigazione saranno messi in sicurezza.

 

DA: I NONNI DI ROMA RACCONTANO

“Dopo aver abitato a via Frattina andammo ad abitare in viale Bruno Buozzi n. 19, nelle case dell’INA. Le palazzine dell’INA erano, in quegli anni, le più periferiche della strada. Al di là c’erano i campi e qualche villa isolata sulle alture. In quei campi giocavamo a pallone noi ragazzi della zona. La via delle Tre Madonne allora, sembra impossibile oggi, era un sentiero che correva tra sterpi e fratte spinose e che sboccava sulla via Aldrovandi, anch’essa ben diversa da quella che è attualmente”. Da racconto di Giuseppe Tulli in AA. VV. I nonni di Roma raccontano la storia, ed. Comune di Roma, 2006, pag. 43.

 

     “Per molti anni non c’è stata l’acqua corrente in casa, ed ogni rione aveva la fontanella a disposizione per approvvigionarsi di acqua e per i più benestatnti passava anche l’acquaiolo, con i contenintori sulle spalle osu un carretto, che vendeva l’acqua acetosa” (Anna Silvani).

     “Della Roma dei miei tempi ricordo la caratteristica Fonte dell’Acqua Acetosa, dalla parte dei Parioli, a pochi metri dal fiume Tevere. Dopo una scalinata di una trentina di scalini si accedeva alla fonte dell’Acqua Acetosa che usciva da varie fontanelle. Si diceva che fosse un’acqua medicamentosa, essa faceva bene a tutte le malattie e malesseri del corpo. Forse questo non era vero; ma la gente accorreva da ogni parte di Roma per fare ampie bevute di un’acqua, leggermente acidula, nella speranza di ricavarne vantaggi per la salute. Molti ne riempivano bottiglie e fiaschi per i famigliari” (Tullio Filtri). Da: AA.VV. I nonni di Roma raccontano la stori, ed. Comune di Roma, 2006, pag. 57.

 

Chiesa Sacro Cuore Immacolato di Maria, nel luglio 2013 vi si sono svolti i funerali di Rinaldo Santini già sindaco di Roma e presidente della Regione Lazio.

 

Vicino via Archimede, in un attico, abitava re Farouk d’Egitto dopo essere stato spodestato nel 1965 da Nasser. Spesso capitava di vederlo con Irma Capece Minutolo, promessa dal canto lirico e attrice. Usciva a tarda sera per il Cafè de Paris a via Veneto dove frequentava Anita Ekberg, Ava Gardner, Sofia Loren, Gregory Peck. Nel giro Marcello Mastroianni, Walter Chiari e spesso Frank Sinastra con la scorta. Frequentava anche il caffè Rosati in piazza del Popolo. Si racconta di un ristorante fatto riapriare alle due di notte per il piacere del re di mangiare. E’ stato uno dei personaggi della dolce vita.

 

 

IL QUARTIERE NEL CINEMA

     In piazza Ungheria è l’abitazione del protagonista del film “Audace colpo dei soliti ignoti”, si tratta dell’attore Vittorio Gassman che interpreta Giuseppe “Peppe er pantera”. Il film è del 1959, la regia di Nanni Loy.

 

BIBLIOGRAFIA

- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.

- AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed. Gallimard – Tci, 1994.

- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.

- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.

- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.

- Sabrina Ramacci, 1001 cose da vedere a Roma almeno una volta nella vita, Newton Compton, 09.

- Mariano Armellini, Le chiese di Roma, ed. Pasquino, 1982.

- Carlo Zaccagnini, Le ville di Roma, ed. Newton Compton, 1991.

- Willy Pocino, Le fontane di Roma, Newton & Compton, 1996.

- Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca 1989.

- Gaia Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.

- Piero Ostilio Rossi, Roma. Guida all’architettura moderna, ed. Laterza, 1991.

 

SITOGRAFIA

 

www.comune.roma.it

www.archeoroma.beniculturali.it

www.museiincomune.roma.it

www.culturaroma.it

www.romasegreta.it

www.laboratorioroma.it

www.romasparita.eu

www.info.roma.it

www.abcroma.com

www.it.wikipedia.org

www.treccani.it

www.sapere.it

www.it.wikipedia.org

www.it.wikipedia.org

www.treccani.it

www.maps.google.it

Piero Tucci

07.04.14

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inbiciperoma.blogspot.org

 

 

AGGIORNAMENTI

10.4.14Parioli. Apre sede della Lega Nord in via Caroncini 23 in un elegante studio professionale. Presente Matteo Salvini segretario.

14.9.14   Antico tiro a volo in via Eugenio Vajna 21 (piazza delle Muse). Stop allo sgombero di uno dei circoli più antichi e blasonati di Roma. Il Comune rivuole i locali, ma il Tar ha congelato il provvedimento. Il circolo ospita appuntamenti mondani, tra le presenze Carlo Azeglio Ciampi e Gianni Letta. Anche il sindaco di New York Bill De Blasio.

21.12.14Chiesa di San Roberto Bellarmino a piazza Ungheria, ieri i funerali dell’attrice Virna Lisi.

 

27.3.15 Stadio Flaminio. Una fiacc olata contro il degrado. Molte associazioni puntano alla gestione, potrebbe dare lavoro a centinaia di persone.

31.3.15 Cronaca. Parioli, via Archimede. Furto in casa dell’attrice Vittoria Belvedere, portati via orologi di lusso e gioielli.

10.2.16 Parioli. Villa Ada.Il chiosco bar Panamino deve essere smantellato, la sentenza del Consiglio di Stato chiude un contenzioso che dura da quattro anni.

19.2.16 Parioli. Ristorante Celestina.Incendio doloso la mattina di ieri intorno alle ore 6, ritrovata una tanica di benzina. Era frequentato da Massimo Carminati ma anche tanti uomini del mondo dello spettacolo: Costanzo, Sophia Loren e George Clooney.

24.2.16 Inchiesta concessioni edilizie. Parioli. L’edificio della Zecca di piazza Verdi diventato albergo di lusso. Tale trasformazione avvenuta contro il parere dell’avvocatura del Comune del 2011. Si indaca sul dipartimento Urbanistica.

5.3.16 Auditorium. Da qualche giorno l’annuncio che la sala Petrassi sarà dedicata al cinema, i gestori dei cinema del Lazio si ribellano. Ma dalla dirigenza dell’Auditorium arrivano toni concilianti: la sala Petrassi solo per prime ed eventi speciali.

11.3.16 Cronaca. Alle ore 19,15 è nata Isabel, terza figlia di Totti, pesa Kg 3,240, il parto è avvenuto alla clinica Mater Dei dei Parioli, via Antonio Bertoloni 34. Il papà ha assistito al parto.

14.3.16 Auditorium. Villa Giulia. Il premio Strega, il massimo riconoscimento letterario italiano, per la finale del settantesimo anniversario, il 2 luglio prossimi si trasferisce dal Ninfeo di villa Giulia all’auditorium con una serata speciale di filmati e testimonianze.

1.10.16 Auditorium. Festa del Cinema. Roma città del cinema. Dal 13 al 23 ottobre l’undicesima edizione dedicata a Gian Luigi Rondi recentemente scomparso. 44 film in concorso e incontri con i protagonisti. Il 18 a Trinità dei Monti la proiezione di Vacanze Romane con i figli di Gregory Peck. Il 13 l’attore Tom Hanks – che inaugura la rassegna - riceverà il Premio alla Carriera e gli sarà dedicata una ampia retrospettiva. Oltre che all’Auditorium si terranno proiezioni al Maxxi, alla Casa del Cinema in un drive-in realizzato all’Eur, al Barberini e in altre sale.

5.10.16 Auditorium. Blancio 2015 in rosso. Meno

o iniziative, sponsor in fuga, buco di 2,2 milioni. Nel conto il taglio dei trasferimenti pubblici, in particolare del Comune passato da 2,3 a 1,3.

7.11.16 Palazzetto dello Sport. Parioli. Piano per il restauro e la messa in sicurezza del Palazzetto dello Sport da 1.980.000€ di euro voluto dal Comune (Frongia, vicesindaco e assessore allo sport.

11.2.17Botteghe storiche. Parioli. Chiude la casa delle sete, Bruscoli a via Nino Oxilia (piazza Ungheria). Dopo 60 anni termina le attività per la troppa concorrenza delle catene di intimo. Per la sua prima gravidanza Monica Bellucci ha compato qui cinque vestaglia e camicie da notte, tutte di colori diversi. La Magnani e la Loren tra i clienti di intimo: calze, parure da notte in seta, i guanti da pellame talmente sottili da scordarsi di averli indossati.

 

 



[1] Popolazione al 2013, dati statistici di Roma Capitale.

[2] Clemente Busiri Vici (1887-1965) chiesa di San Roberto Bellarmino a piazza Ungheria nel 1932-33, chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio a villa Fiorelli nel 1936, chiesa di sant'Ippolito al quartiere Nomentano nella via omonima nel 1933, chiesa di san Saturnino in via Avigliana al quartiere Trieste nel 1935, l'Istituto Nazionale Luce in via Tuscolana 1055 nel 1937, Case Gescal in viale Spartaco tra viale Publicola e viale Agricola (in coll.) nel 1963-65

[3] Palazzina in via Bruxelles. Da: Guida di Roma moderna di Irene de Guttry, pag. 58.

[4] Palazzina di Mario Tufaroli in via Panama. Tutte le notizie da: Guida di Roma Moderna di Irene de Guttry.

[5] Vittorio Cafiero  (Roma 1901-81) Sede del Comando dei Carabinieri in via Romania nel 1935, il palazzo del ministero dell'Africa Italiana ora palazzo della Fao (in coll.) nel 1938-52 e ampliamento nel dopoguerra, Villaggio Olimpico con Libera, Luccichenti, Monaco e Moretti nel 1960, ministero delle Finanze all'Eur in viale America nel 1962, ponte di Tor di Quinto nel 1962, il quartiere Incis di Decima in coll. con altri nel 1961.

[6] Giò Ponti. (Milano 1891 - 1979) E' l'autore del grattacielo Pirelli a Milano nel 1956-61, della Concattedrale di Taranto nel 1964-71. Nel 1935 progettò l'istituto di Matematica nella città universitaria. Nel 1964 l'hotel Parco dei Principi in via Mercadante.

[7] Palazzo Incis di via Scipio Slataper. Tutte le notizie da Guida di Roma moderna di Irene de Guttry, pag. 59. L’INCIS era l’Istituto Nazionale per le Case agli Impiegati dello Stato. Un esempio è il quartiere di Decima a Roma.

[8] Bar Cigno a viale Parioli. Il testo di Marco Lodoli è preso dalla cronaca di Roma de la Repubblica del 02.02.2003.

[9]Paolo Portoghesi (Roma 1931) docente universitario e critico dell'architettura, principale esponenste del moviemnto Postmoderno di cui ha riunito gli esponenti più significativi alla Biennale del 1980.  Accademico di San Luca, è stato presidente del Politecnico di Milano e docente della facoltà di architettura a valle Giulia. Autore della moschea di Roma (1974), del restauro del borgo di Calcata nella valle del Treja, della reggia di Amman in Giordania nel 1973, del quartiere per dipendenti Enel di Tarquinia nel 1981, del quartiere di Ponte di Nona Ater a Roma (progetto del 1986, realizzazione nel 2005-08), ha ridisegnato a titolo gratuito piazza San Silvestro a Roma (2011). 

     Tra le altre realizzazioni si ricordano: Casa Baldi al Km 12 della via Flaminia nel 1960, il villino Papanice in via Marchi 1 nel 1967, la scuola Ennio Flaiano in via Fleming - via Gosio con Gigliotti nel 1971. Ha ristrutturato l'Hotel de la Minerva a Roma nel 1990.

[10] Paolo V. Camillo Borghese papa dal 1605 al 1621. Fu un papa nepotista, il nipote diede avvio alla costruzione della villa e del Casino come pure della collezione d'arte oggi Galleria Borghese. Affidò a Carlo Maderno la costruzione della facciata di San Pietro su cui spicca il suo nome, eresse il transetto modificando il progetto michelangiolesco. Affidò a Flaminio Ponzio l'ampliamento del palazzo del Quirinale. Restaurò l'acquedotto che portava l'acqua da Bracciano detto di Traiano e da allora Acqua Paola, fece costruire il fontanone del Gianicolo e quello oggi in piazza Trilussa come mostra. In santa Maria Maggiore fece costruire la cappella Paolina di fronte alla Sistina e davanti alla chiesa fece erigere la colonna prelevata dalla basilica di Massenzio. Fermo sostenitore dei diritti della Chiesa entrò in conflitto con Venezia per cui lanciò l'interdetto a Venezia nel 1606. Appoggiò la lega cattolica nella Guerra dei Trent'Anni. Fece costruire i porti di Fano e Civitavecchia.

[11] Alessandro VII. Fabio Chigi di Siena, papa dal 1655-67. Lo stemma quadripartito ha i tre monti con una stella e la quercia con i frutti. Membro di una famiglia di banchieri si avvalse del nepotismo in maniera ampia. Protettore del Bernini gli diede l'incarico di progettare il colonnato di piazza San Pietro e la sua tomba nella Tribuna di San Pietro. A lui si deve la biblioteca universitaria oggi nella città universitaria, già alla Sapienza. Impartì il battesimo a Cristina di Svezia. E' sepolto in San Pietro nel passaggio tra abside e transetto sinistro.

[12] Annibale Vitellozzi. (Anghiari 1902 – Roma 1990) Stazione Termini con altri, stadio Olimpico nel 1960 con altri, complesso sportivo dell'Acqua Acetosa con Ligini, la nuova sede della Biblioteca Nazionale a Castro Pretorio nel 1969, lo stadio del nuoto al Foro Italico con Del Debbio nel 1960.

[13] Cesare Ligini. (Roma 1913-1988) Inizia come scenografo e grande disegnatore di prospettive, aderisce al razionalismo e poi al rinnovamento del linguaggio architettonico italiano all'interno dell'APAO. Costruisce padiglioni  italiani alle fiere d'Europa e d'America, anche edifici pubblici con la collaborazione di artisti come: Severini, Gentilini, Castelli e Capogrossi. Le Torri delle Finanze (1962) le ha progettate con Cafiero, Marinucci e Venturi. Suoi il complesso sportivo dell'Acqua Acetosa (1960) con Vitellozzi, il Velodromo Olimpico sempre all'Eur e la Casa di Culto delle Suore Dorotee in via della Pineta Sacchetti.

[14] Renzo Piano (Genova 1937) autore del Centre Pompidou a Parigi (1971), della ristrutturazione del Porto Vecchio di Genova in occasione dell'Expo 1992, dell'aeroporto internazionale di Kansai in Giappone (1988-94), del Centro Culturale Tijbaou a Noumea in Nuova Caledonia (1991-98), della riqualificazione di Potsdamer Platz a Berlino dopo il crollo del muro del 1989 (1992-2000), delle quattro torri per uffici e residenze a Sydney in Australia (1996-2000), della Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo (Foggia) e dell'Auditorium de l'Aquila (6 ottobre 2012).

[15] Inaugurazione Alla presenza del Presidente della Repubblica Ciampi e di 50.000 persone, 13 ore di musica in quella giornata. Per il 21 dicembre Ciampi intervenne in diretta alla trasmissione tv di Morandi "Uno di noi" abbinata alla lotteria Italia.  Ditte costruttrici: Colombo Costruzioni, Edil Pav, Speco, Addessi Service. I materiali sono stati forniti dalla Mapei.

[16] Giuseppe Sinopoli (Venezia 1946 - Berlino 2001) direttore d'orchestra, compositore e saggista.

[17] Goffredo Petrassi (Zagarolo 1904 - Roma 2003) compositore e maestro per un'intera generazione di compositori, la sua attività abbraccia vari generi musicali pur mantenendosi coerente. Da ragazzo lavorò come commesso in un negozio di strumenti musicali. Diplomato al Conservatorio di Roma in organo e composizione.

[18] Maurizio Nannucci (Firenze 1939) uno dei maggiori esponenti della "poesia visiva". Sudente all'Accademia di Belle Arti di Firenze e di Berlino, fu inizialmente scenografo, lavorò con il Gruppo Fluxus, si dedicò alla musica elettronica. La sua prima esposizione nel 1967 al Centro Arti Visive di Trieste, da allora realizza testi con lampade al neon. Attento al rapporto con l'architettura e il paesaggio collabora con Piano, Fuksas e Botta negli anni Novanta. Ha esposto alla Biennale di Venezia, sue opere al Moma di New York, al Centree Pompidou di Parigi al Paul Getty Art Center di Los Angeles.

[19] Luciano Berio (Oneglia, Imperia 1925 - Roma 2003) compositore italiano d'avanguardia, pioniere nel campo della musica elettronica.

[20] Vittorio Cafiero (Roma 1901-81) ha progettato il Comando Carabinieri a viale Romania, l'ampliamento del palazzo della Fao. Nel 1957-62 il ministero delle Finanze all'Eur attualmente in demolizione.

Adalberto Libera (Trento 1903-Roma 1963) Ha progettato il palazzo delle Poste in via Marmorata con De Renzi nel 1933, il palazzo dei Congressi all'Eur nel 1937-42, Casal Palocco, il quartiere di Decima con altri.

Amedeo Luccichenti (Isola Liri 1899- Roma 1976)  ha progettato le case popolari in via Pinturicchio nel 1949-50, ville a Casal Palocco e l'Hotel Hilton a monte Mario.

Vincenzo Monaco (Roma 1911-1969) ha lavorato con Luccichenti. Nel 1968 ha progettato l'hotel Jolly in via Labicana con Corre e Ferretti.

Luigi Moretti  (Roma 1907-1973) Accademia di Scherma al Foro Italico, la Casa del Girasole a via Buozzi, il quartiere Incis di Decima e il parcheggio di Villa Borghese.

[21] Le Corbusier pseudonimo di Charles Edouard Jenneret - Gris (1887-1965) maestro del movimento moderno, pioniere dell'uso del calcestruzzo armato, padre dell'urbanistica contemporanea. In 60 anni di attività a progettato 75 edifici in 12 paesi del mondo. Forse il suo capolavoro è la Cappella di Notre Dame de Haut a Ronchamp del 1950. Ha progettato una nuova città Chandigarh, capitale del Punjab in India.

[22] Mario Ceroli. (Castel Frentano 1938) scultore vivente, tra i massimi rappresentanti dell’arte povera, i suoi lavori sono caratterizzati da sagome in legno di figure umane o oggetti, prive di colore, ripetute in serie. La sua prima opera che lo ha reso famoso è “Ultima cena” del 1965, seguì “Uomo di Leonardo” del 1964, “La Cina” del 1966, tutto l'arredo interno della chiesa di Tor Bella Monaca di Roma Maria Madre del Redentore (1985), “Unicorno alato” del 1987 per il Centro Rai di Saxa Rubra. Ha realizzato una installazione ambientale "Burri" (1966) dove Twobly guarda seduto su sedie grezze un quadro di Burri (da depliant mostra su Burri alle Scuderie del Quirinale). Svolse un’intesa attività di scenografo per il Teatro alla Scala di Milano e per il Teatro Stabile di Torino. Quando nel 2007 il palazzo delle Esposizioni di Roma ha riaperto al pubblico, una sua retrospettiva lo ha inaugurato. Docente all'Accademia di Belle Arti di Roma.