MONTE SACRO

 

MUN. IV via Monte Rocchetta

TEL. 8

BUS 90 da Termini o

60 da Repubblica

 

 

 

 

DELIMITAZIONE

 

Il fiume Aniene segna il confine ovest e sud, sugli altri lati il quartiere si estende fino a confondersi con Monte Sacro Alto o Talenti e Casal de Pazzi (verso Est), Val Melaina, delle Valli e Tufello (verso Nord).

 

 

STORIA

 

     Il territorio oggi occupato dal quartiere Monte Sacro appare abitato fin da età molto antica, resti fossili, risalenti a 120.000 anni fa sono stati ritrovati a Sacco Pastore, la zona dove sorge via Val d’Ossola. Nel 1929 venne alla luce un cranio femminile privo di mandibola nel corso dei lavori di estrazione della locale cava di ghiaia. Il cranio presentava un insieme di caratteri in comune con il Neandertal pur con alcune particolarità[1]. Una targa in marmo in via Val di Nievole ricorda l’importante ritrovamento. Nel 1935 venne ritrovato nella stessa cava del duca Grazioli un cranio maschile. Precedentemente erano stati ritrovati resti fossi di elefante antico, rinoceronte e altri mammiferi estinti[2].

 

     Negli anni della fondazione di Roma in questa zona erano stanziati i sabini guidati da Tito Tazio che la leggenda vuole prima rivale di Romolo, poi alleato.

    

     Nel primo periodo della Roma repubblicana, durante il periodo delle lotte tra patrizi e plebei, questi ultimi decisero di allontanarsi da Roma e ritirarsi sul Monte Sacro per protestare contro i soprusi dei patrizi. Sarà solo grazie all’apologo di Menenio Agrippa che i plebei fecero ritorno in città con la garanzia di avere due tribuni della plebe che potevano bloccare qualunque legge che ritenavono avversa alla loro parte. Quindi il luogo si chiamò sacro perché vi furono giurati patti solenni.

 

     In epoca imperiale esistevano in zona ampi latifondi con ville usate per scopi agricoli e come dimore permanenti o temporanee. Da Svetonio sappiamo che la villa di Nerone, nella quale si suicidò, si trovava dove oggi è via Passo del Turchino (Vigne Nuove), resti di un’altra grande villa del I-II sec. sono visibili in piazza Monte Torrone (presso la fonte Acqua Sacra)[3].

 

     Nel medioevo sui resti delle ville romane, ma anche di altri monumenti e tombe sorsero casali per uso agricolo. Rimase sempre transitabile la via Nomentana con il ponte che fu fortificato dai bizantini.

 

     Il giorno di ferragosto del 1805 un giovane Simon Bolivar in viaggio di istruzione in Italia con il suo maestro, compì il giuramento di liberare il sud America dalla dominazione coloniale spagnola sulla collina di Monte Sacro. Un monumento equestre a Simon Bolivar di Pietro Canonica (1934) è a Valle Giulia[4]. Nel 1828 il colle di monte Sacro fu visitato dallo scrittore francese Stendal che ne lasciò un vivo ricordo scritto.

 

     Nel 1842 i due obelischi di villa Torlonia furono portati da Baveno , sul lago Maggiore, via nave per il Po, l’Adriatico, lo Ionio, il Tirreno, risalì il Tevere e l’Aniene fino a questo punto del fiume.

 

     Il quartiere sorse nel 1920 su pianificazione dell’arch. Gustavo Giovannoni[5] (con Quadrio Pirani e Edmondo del Bufalo) che teneva presente l’esperienza delle city garden inglesi, si chiamò infatti Città Giardino Aniene fino al 1951. L’attività costruttiva fu affidata al “Consorzio Città – Giardino Aniene” costituito dall’Istituto Case Popolari e dall’Unione Edilizia Nazionale. Nelle intenzioni voleva essere la più grande città giardino d’Europa. Intorno al nucleo centrale formato da piazza Sempione con gli edifici disegnati da E. Energici, con gli uffici pubblici, la chiesa, il parco, l’ufficio postale, il cinema – teatro, i negozi, furono progettati e realizzati villini bi- tri familiari di due piani con un piccolo giardino o orto intorno, in questi prevalse il tono rustico – medioevale[6], il tracciato stradale  fu realizzato in funzione della configurazione altimetrica del terreno con l’uso di scalinate. Il piano si estendeva su una superficie di 150 ha, doveva comprendere 500 villini per 3.000 alloggi, lungo via Tirreno a ridosso dell’Aniene era previsto un Quartiere degli Sport rimasto sulla carta (canottaggio, calcio, tennis, palestra e stabilimento per bagni pubblici), vicino a ponte Nomentano fu previsto un parco solo in parte realizzato[7].

 

In un altopiano a Nord di Montesacro fu costruito, a partire dal 1935 il quartiere del Tufello, anch’esso dell’Icp, per accogliere i cittadini poveri rimasti senza casa per gli sventramenti nel centro storico, vi andarono ad abitare i rimpatriati di guerra[8].

 

     La Resistenza fu molto attiva a Monte Sacro e Val Melaina. Dirigente di spicco fu Ferdinando Agnini, studente in medicina e poeta, arrestato per la sua attività il 24 febbraio 1944 fu recluso in via Tasso quindi ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944 all’età di diciannove anni insieme ad altri 5 patrioti del quartiere.

 

     Negli anni Sessanta molte palazzine vengono demolite e sostituite da palazzi di quattro piani, stravolgendo così l’aspetto del quartiere. Si calcola che furono demoliti il 70% dei villini[9]. In quegli anni sorge il quartiere Talenti, segue negli anni Settanta Conca d’Oro, Val Melaina, Nuovo Salario e Serpentara. In questo modo Monte Sacro perde il suo isolamento e altri quartieri ancora più periferici sorgono dopo di lei. L’espansione edilizia prosegue negli anni Ottanta con Vigne Nuove e Casal de Pazzi. Nel 1963 si costruisce il ponte delle Valli, altra via di ingresso al quartiere[10].

 

     Il 23 marzo 2005 il comune di Roma ha sperimentato il ritorno del filobus in città con la linea 90 che collega largo Labia (Fidene) con Monte Sacro e la stazione Termini lungo un percorso di Km 11,5 con 33 fermate. I mezzi da 18 metri di lunghezza sono dotati di autonomia così possono andare da porta Pia a Termini senza bisogno della linea aerea. Per l’occasione è stato realizzato un nuovo deposito in via di Monte Sacro, il nastro è stato tagliato da Giovanni Gasbarra di 83 anni, meccanico di filobus a via della Lega Lombarda. E’ in costruzione un nuovo quartiere a Porta di Roma, oltre alla Bufalotta.

 

     Il quartiere è stato adottato dalla Scuola Media Statale Alberto Sordi di piazza Hegel 6 che si trova a Casal de Pazzi – Aguzzano, sulla Nomentana dopo Talenti[11].

 

     Vi è nato il cantante Claudio Baglioni nel 1951, cantautore “dei buoni sentimenti” fra i più popolari, ha trascorso l’infanzia a Montesacro e la giovinezza a Centocelle, raggiunge il successo nel 1972 con Questo piccolo grande amore, replicato nel 74 con E tu, ha conseguito la laurea in architettura a Valle Giulia con una tesi sul riuso del Gazometro di Roma. Vi abita Sabina Guzzanti, nata nel 1963, attrice comica e satirica, diplomata alla Accademia d’Arte drammatica Silvio d’Amico, nel 2003 la sua trasmissione su Raitre Raiot fu sospesa per gli attacchi a Mediaset, alla mostra del cinema di Venezia ha presentato il film “Viva Zapatero” nel 2005 (è figlia di Paolo senatore di F.I.). Vi ha abitato Domenico Starnone (nato a Saviano NA nel 1943) giornalista, scrittore e sceneggiatore, in via Picco Tre Signori e in via della Cisa dal 1986 al 2000, collaboratore pagina culturare del Messaggero, ha insegnato nella scuola Media Superiore, dai suoi libri i film: La scuola di Luchetti e Auguri Professore, nel 2001 ha vinto lo Strega con Via Gemito.  Vi ha abitato Rino Gaetano (Salvatore Antonio n. 1950 a Crotone) cantautore fuori dalle righe, nel 1960 i genitori si trasferirono a Montesacro, raggiunse il successo nel 1975 con Ma il cielo è sempre più blu, l’anno successivo con Mio fratello è figlio unico e Berta filava, nel 1978 Nuntereggaepiù e Gianna terza classificata al festival di Sanremo. Il 2 giugno 1981 ebbe un incidente automobilistico su via Nomentana all’incrocio con via Carlo Fea (villa Mirafiori) contro un camion, rifiutato da cinque ospedali morì per le ferite a pochi giorni dal suo matrimonio. Nel 2007 Raiuno gli ha dedicato un film. Il comune gli ha intitolato una strada nel quartiere della Serpentara. Vi ha abitato Ennio Flaiano (Pescara nel 1910 – Roma 1972) scrittore, sceneggiatore e giornalista, anche critico cinematografico e teatrale (Corriere), a Roma dal 1921, nel 1940 sposò la sorella del musicista Nino Rota, dal 1943 lavorò al cinema con Fellini, Monicelli, Antonioni, Blasetti. Nel 47 vinse il premio Strega con Tempo di uccidere sulla sua esperienza nella guerra di Etiopia. Tra i suoi film: Guardie e ladri, La romana, Fantasmi a Roma. Con Fellini: I vitelloni, La dolce vita, Otto e mezzo. Vi abita Carolina Benvenga (Roma 1990) attrice, la Elena Cicerino del film tv “I liceali”, e nel film tv “Nebbie e delitti 2”, ha studiato al liceo Classico Orazio di via A. Savinio (Talenti)[12].

     Per le spese più eleganti la popolazione del quartiere si dirige in viale Libia se non al centro di Roma.

 

     Nel quartiere le strade sono intitolate a montagne italiane.

 

 

ITINERARIO

 

 

 

     L’itinerario non può che iniziare da PIAZZA SEMPIONE[13] il vero cuore del quartiere. Vi prospettano la CHIESA DEI SANTISSIMI ANGELI CUSTODI di Gustavo Giovannoni (1922-24) e il PALAZZO PUBBLICO di Innocenzo Sabbatini (1921-23). Il palazzo ad angolo con via Gargano, sempre di Sabbatini, è del 1922-25. Al centro della piazza si trova la STATUA della Madonna del 1948. Attraverso archi si accede alle vie laterali. Alcuni anni fa un progetto di parcheggio sotterraneo è stato bloccato dalle proteste dei cittadini[14].

 

 

 

 

 

 

 

     La CHIESA è in stile di passaggio fra fine Cinquecento e inizi Seicento, ha la facciata leggermente convessa con un elegante finestra al posto del rosone sotto il timpano. Sulla facciata la scritta “Angelis custodibus”, agli angeli custodi. Interno ad unica navata, splendente di marmi, entrando a sinistra lapide in latino del 1932 che ricorda il card. Selvaggiani[15] e il papa Pio XI[16]; a destra lapide che ricorda i benefattori della parrocchia. Dietro l’altare maggiore: dipinto murale con un angelo che tiene le mani del Bambino (sembra antico), al lato sinistro angelo che assiste alla nascita, a destra angelo sul sepolcro, tutti gli angeli hanno le ali spiegate. I dipinti della cupola – poco visibili per il buio - sono di Aronne Del Vecchio, alla base della cupola scritte che richiamano la presenza degli angeli nella vita di tutti i giorni. Pio XI volle dedicare la chiesa agli Angeli Custodi per sostituirla con la omonima distrutta in centro per la costruzione di via del Tritone[17].

     Per diversi anni, sulla scalinata della chiesa si è tenuta una rievocazione storica della secessione della plebe romana[18].

     La parrocchia ha ricevuto la visita di Giovanni Paolo II il 6 aprile 1986. Durante l’omelia il papa chiese di pregare per lui che la settimana successiva sarebbe andato in visita alla sinagoga di Roma, la prima visita di un papa nel tempio ebraico[19].

     Il 4 febbraio 2006 si sono svolti nella chiesa i funerali di Romano Mussolini, ultimogenito di Benito, abitante a Talenti, apprezzato jazzista, erano presenti la madre donna Rachele, il deputato Alessandra Mussolini, la moglie del fratello Vittorio morto da qualche anno, il ministro Alemanno, i politici Buontempo e La Russa, l’attore Lino Banfi visibilmente commosso. La salma è stata poi tumulata nella cappella di famiglia a Predappio[20].

 

 

     Il PALAZZO PUBBLICO, di Innocenzo Sabbatini[21], edificio di tre piani segnato dal bel portico e da una torre con l’orologio sovrastato da una tettoia, al di sopra un castelletto in ferro battuto con campana. Al primo piano, al centro, si trova un bel balcone con ringhiera in ferro battuto, sul balcone affaccia una porta – finestra fiaccheggiata da due finestre, i pilastri del portico sono ornati da ganci in ferro a forma di y, al di sopra si trovano i rilievi di aquile, cigni e trichechi. Il palazzo è stato sede della delegazione municipale, dopo molti anni, in seguito a lavori di restauro vi è tornata la sede politica del IV Municipio, l’inaugurazione c’è stata il 24 marzo 2010. Vi si trovano l’ufficio anagrafico e l’ufficio relazioni con il pubblico. Sulla sinistra si trova un edificio in stile del 1922-25 di Innocenzo Sabbatini, ha ospitato  il cinema Aniene (di Innocenzo Costantini) al n. 19. In abbandono dal 2000, il palazzo fu occupato nel 2007 per iniziativa del Centro Sociale Horus[22] nel 2000, il 22 ottobre 2008 è stato sgomberato dalle forze dell’ordine non senza incidenti, cassonetti bruciati, fumogeni. Rioccupato il 25 dello stesso mese è stato definitivamente sgomberato il 20 novembre 2009 fra tensioni e proteste (una scritta a vernice recitava: La felicità non si paga, si strappa), vi si trova l’ufficio postale, mentre la farmacia è nel palazzo di fronte (un altro cinema, l’Espero, si trovava su via Nomentana aveva dato il nome alla zona, quella di Sacco Pastore, oggi trasformato in sala Bingo). Il palazzo Iacp di fronte al palazzo pubblico ha ornamenti di palle e mascheroni, all’interno un grande cortile a giardino di forma ovale con alti pini e magnolie, un ovale di sedili in pietra costituisce il centro del cortile.

 

 

     La piazza si trova la termine del rettifilo di via Nomentana che da porta Pia non presenta più curve[23]. La piazza è stata adottata dal 164° C.D. Ernesto Chiodini di via Zirardini 6 alla Serpentara (da La Scuola adotta un monumento 2005/07, ed. Palombi)

 

     Ad angolo tra CORSO SEMPIONE e via Gargano[24] si trova L’ANGOLO RUSSO (corso Sempione 13) cornetteria aperta fino a notte inoltrata, punto di incontro dei nottambuli della zona, offre una vastissima scelta di cornetti con varie farciture preparati da Osvaldo Russo[25]. Ha preso il posto dello storico Caffè Bonelli luogo di ritrovo della zona quando Monte Sacro era più piccola[26]. Girando l’angolo su via Gargano, fatti pochi passi si trova la CASA DEL FORMAGGIO (via Gargano 20), vi si possono trovare formaggi da tutta Italia, mozzarella di bufala, ragusano dop, ricotta di Mondragone, provoloni della Sila, salame alla finocchiella e altro[27].

 

     Sull’angolo opposto tra corso Sempione e via Maiella[28] una LAPIDE A RICORDO DEI XIV MARTIRI della guerra di Liberazione.

 

La fredda ferocia tedesca e fascista per soffocare

Ogni anelito di libertà e di riscossa nell’urbe

Resa schiava dal tradimento del …

Volle spenti col piombo i cittadini più animosi

Ricorda fra essi i XIV martiri di Monte Sacro

E ne affida i nomi alla venerazione del popolo

perché sappia raccogliere e difendere il frutto

Del loro sacrificio

 

Agnini Fernando   Fiurra Antonio   Piasco Renzo

Andreozzi Giovanni   Grimaldi Italo   Pistonesi Antonio

Baldoni Amilcare   Dauffer Paolo   Pivà Raffaele

Fantini Riziero   Orlandi Orlando   Rocchi Filippo

Marzo 1945   e gen Artale Vito   Aldo Busi

 

 

Il grosso palazzo dell’Icp tra la via, p. Memenio Agrippa e p. Sempione è opera di Alessandro Limongelli[29] del 1925. In corso Sempione si trova dal 1946 la FOTO OTTICA MUSTARI, oggi il figlio Roberto, fotografo per passione, è subentrato al padre[30].

 

     CORSO SEMPIONE si allarga tra un edificio in stile medioevale a nord e i GIARDINI DI CORSO SEMPIONE a sud, al centro i marciapiedi per le fermate dei bus. Sul corso arrivò il tram nel 1923[31]. Il giardino è stato recentemente riqualificato, presenta al centro una piazza mattonata rotonda, con una fontana circolare al cui interno un’altra vasca ottagona, lungo il margine della via Nomentana si trova un mausoleo romano di cui diremo dopo. Sul lato nord, tra il ponte e il palazzo medioevale si stacca VIALE TIRRENO che collega con il quartiere Delle Valli o Conca d’Oro. Gli anziani del quartiere ricordano che nei prati dove oggi sorge viale Tirreno si potevano vedere passare a cavallo i reali, i marescialli Be Bono, Graziani e Bianchi provenienti da villa Ada residenza dei Savoia[32], si trovava la vaccheria Giuliani dove comprare il latte[33], si andava a fare la cicoria. Il ponte delle Valli fu realizzato nel 1963 dando un’altra via di entrata al quartiere che si andava ingrandendo in tutte le direzioni.

 

    Chiude il corso a ovest il PONTE TITO TAZIO[34], che scavalca il fiume Aniene, è la vera porta d’ingresso al quartiere per chi proviene da Roma, progettato da Giovannoni nell’ambito della città giardino e realizzato nel 1927. Il 4 giugno 1944 tre guastatori americani, avvertiti che il ponte era minato, rimasero uccisi dalle esplosioni, i loro corpi furono adagiati nei giardini di corso Sempione[35].  Subito dopo il ponte (a destra) giunge dal Flaminio la PISTA CICLABILE DORSALE ANIENE che risale il corso del fiume, parte da ponte Milvio, tocca l’Auditorium, l’Acqua Acetosa e il Parco delle Valli.

 

 

     Il fiume Aniene nasce dai monti Simbruini, presso Filettino nella zona oggi parco naturale, passa in prossimità di Trevi, Ienne, Subiaco, forma le cascate di Tivoli e dopo 99 Km di percorso confluisce nel Tevere presso monte Antenne. Fin dai tempi dell’antica Roma ha fornito acqua alla città con gli acquedotti Aniene vecchio, Nuovo, Claudio e Acqua Marcia. Vedi introduzione storica per arrivo obelischi Torlonia. Negli anni intorno all’ultima guerra, l’Aniene era luogo di scampagnate e di villeggiatura per gli abitanti della zona, sotto via Picco Tre Signori c’era una spiaggetta ribattezzata Belo Horizonte, i grandi insegnavano a nuotare i più piccoli, qualcuno c’è morto; anche la pineta di Casal de Pazzi – più grande di oggi – era meta di scampagnate[36]. Una alluvione nel 1923 isolò il quartiere.

     L’Aniene è “figlio minore del Tevere” per Fulvio Abbate[37].

 

 

     Dal corso si prende VIA MAIELLA che ha sulla sinistra un grande palazzo dell’Istituto Case Popolari (di A. Limongelli) con elementi decorativi formati da anfore, cesti di frutta e mascheroni, a metà altezza è ben leggibile la frase: “Dalle case ben fatte e ben tenute / esce come da giovane sorgiva / un senso di freschezza e di salute / Bertacchi. Lo stesso palazzo prosegue con elementi decorativi costituiti da palle, mascheroni e una bella altana con colonne tuscaniche. Al n. 9 di via Maiella si trova una storica MERCERIA che conserva l’insegna e gli arredi d’epoca. Sulla destra di via Maiella  si trovano giardini.

 

     Giunti a piazza Menenio Agrippa si piega a destra (ad angolo casotto dell’Ama) in VIA NOMENTANA, stretta, in discesa, conduce al ponte Nomentano. Dopo pochi passi sulla destra si trova una struttura cilindrica su basamento parallelepipedo, composta di grossi scapoli di tufo giallo, l’ingresso al SEPOLCRO – oggi murato – è come sempre sul lato opposto. Di fronte si stacca VIA MONTE SERRONE[38] che ha alla destra la collina di Monte Sacro, il luogo esatto dove si stanziarono i plebei, oggi parco pubblico purtroppo chiuso. Il parco è ben recintato con vialetti, panchine e cestini quasi nuovi, sono istallate luci moderne, fra gli alberi prevalgono i pini, forse nel punto più alto si trova una moderna scultura a forma di obelisco che ricorda Simon Bolivar. Tornati a via Normentana e ripresa in discesa subito a sinistra si erge un altro sepolcro, meno visibile, si compone di quattro dadi sovrapposti e degradanti[39]. Sempre sulla sinistra c’è il  RISTORANTE PIZZERIA CITTA’ GIARDINO.  Sul lato opposto un capannone industriale abbandonato. Proseguendo, ad angolo con via Monte Sacro si trova un edificio rosso che poteva essere una stazione di posta[40], al suo interno oggi c’è la PIZZERIA PONTEVECCHIO (via Nomentana 416), gestita dalla famiglia Neri da quindici anni, è un grande ambiente con veranda  e giardino all’aperto dove si può mangiare sotto gli ombrelloni, può ospitare 190 posti. Dotato di forno a legna offre la pizza “Pontevecchio” con radicchio, rughetta, stracchino e olive nere. E’ frequentata da personaggi noti[41]. Di fronte all’entrata una SIMPATICA FONTANELLA, il classico nasone di Roma con una vasca sottostante da cui zampilla l’acqua. Si favoleggia di gallerie sotterranee da qui a via Cervino dove è l’acqua Sacra[42]. La via è fiancheggiata sulla destra da un imponenete filare di bagolari. La via termina al

 

 

     PONTE NOMENTANO, con il quale la via Nomentana scavalca il fiume Aniene, è una costruzione di epoca romana di cui si conserva l’arcata centrale del I secolo, la parte superiore sopraelevata e fortificata nel medioevo appartiene al restauro di Narsete del 552 poiché precedentemente il re dei Goti Totila lo aveva distrutto. Secondo la tradizione qui avvenne l’incontro tra Carlo Magno e Leone III nell’anno 800. Nicolò V (1447-1455) lo restaurò e pose il suo stemme con le due chiavi incrociate e la scritta NPAPAV che il popolo interpretò “nissun papa volemo”. Nel 1849, durante i combattimenti della repubblica Romana venne fatto saltare. Al di là del ponte una pineta si estende tra via Nomentana e via Nomentana Nuova.

     Secondo una leggenda la notte il ponte è frequentato dal fantasma di Nerone che è morto suicida nella villa di Faonte che è stata individuata alle Vigne Nuove.

     Nel medioevo si è chiamato ponte Lamentano o Lamentato, anche ponte del casal de Pazzi per la famiglia fiorentina che poco oltre aveva un castello con la tenuta. Il ponte è stato pedonalizzato negli anni Ottanta, il traffico era regolato da un semaforo a mano[43], recentemente restaurato ed inaugurato il 28 ottobre 2000[44].

     Sul ponte è ambientato l’addio tra Andrea Sperelli e Elena Muti all’inizio del romanzo “Il piacere” di Gabriele d’Annunzio del 1889. Stendhal[45] lo ha visitato il 18 aprile 1828 e in Viaggio in Italia parla della bellezza del posto e dell’ottimo caffè italiano[46].

     Il ponte è stato ritratto da pittori, artisti, fotografi per il suo caratteristico e tetro aspetto e per la maestosità dell’arcata maggiore sulla quale si alza il complesso turrito e merlato di epoca medioevale.

 

     La VIA NOMENTANA è una strada di origine arcaica, usciva da porta Collina delle mura Serviane e, scavalcato il fiume Aniene, risaliva le colline a nord est giungendo a Nomentum, oggi Mentana, da cui deriva il nome. Il tracciato originario coincide con il moderno solo dopo villa Torlonia perché la via Nomentana usciva da una porta delle mura Aureliane che era più a sinistra dell’attuale porta Pia.

 

     Tornando sui nostri passi se si prende via Monte Sacro si trova il moderno DEPOSITO ATAC dei filobus (vedi introduzione storica), più avanti sulla sinistra l’ex edificio Omni, oggi “Pianeta infanzia”, con bellissimo giardino a terrazze,  attrezzato con giochi. Invece tornando per via Nomentana si giunge a

 

     PIAZZA MENENIO AGRIPPA (dal 1922 al 1951 si chiamò Simon Bolivar, nome poi trasferito al piazzale di valle Giulia dove si trova la statua del condottiero). Subito all’angolo destro si trova un vecchio “Vini e Oli” che è rimasto intatto come era cinquanta anni fa, e forse più. Sulla piazza affacciano due moderni e fornitissimi forni. Al centro si trova un piccolo ma animato MERCATO RIONALE scoperto, un tempo non aveva banchi fissi ma le bancarelle con gli ombrelloni e si estendeva verso via Cimone. Dalla piazza si vede il RISTORANTE MENENIO AGRIPPA (al civico 633 di via Nomentana, dal 1960) specializzato in cucina romanesca, fra i frequentatori il pittore futurista Nino delle Site, l’ex presidente della Camera Pietro Ingrao e il presentatore Pippo Baudo quando era impegnato alla Dear Film[47].

 

     Si prende via Gottardo[48] che fu una direttrice di espansione del quartiere verso Sud (l’altra fu viale Adriatico - viale Carnaro verso Nord), subito all’inizio della via sulla destra due villini degli anni Venti in buono stato di manutenzione, il secondo è luminoso per la presenza di disegni bianchi su fondo rosso, seguono sullo stesso lato al n.44 un villino stile medioevale con grandi palme, al n.48 un altro bel villino ben tenuto, mentre al n. 60 un villino mal messo. Sulla sinistra si trova il piccolo RISTORANTE MESSICANO CUCARA MACARA (dispone di soli 35 posti, in cucina la signoria Maria proveniente dal Chiapas, davanti all’ingresso una statua in legno di messicano con il sombrero, siamo quasi ad angolo con via Cervino[49]) preceduto da un negozio di artigianato messicano, oltrepassata via Monte Sacro, sempre sulla destra c’è un edificio del Poligrafico sembra in parte inutilizzato.

 

     Prendendo le scalette di via Isola del Giglio[50] si arriva in via Passo del Furlo, girando a destra si arriva in piazza di Monte Torrone[51], vera oasi di pace con il VILLINO NICOLAIS che dovrebbe sorgere su resti di una costruzione romana, preceduto da una base in pietra in cui si apre un meccanico, ha al primo piano un bellissimo portico in mattoni, al di sopra un terrazzo, quindi il tetto a tegole spioventi (Secondo Federico Nepoti, idraulico molto popolare nella zona, nel villino potrebbero esserci molti reperti archeologici[52]). Tornando sui nostri passi si percorre via Passo del Furlo[53] in direzione opposta e sulla destra si trova la scuola materna Ada e Silvio gestita dalle Suore della Beata Vergine (proprio di fronte a via Isola del Giglio), quindi la

 

FONTE DELL’ACQUA SACRA (al n.57) aperta dalle 8 alle 18, i festivi dalle 8 alle 13; di fronte un villino con imposte in legno.  Secondo Marco Lodoli[54] l’acqua proviene da un pozzo scavato nel 1911, si tratta di un’acqua diuretica e gustosa, fa venire in mente i versi di Francesco d’Assisi.  L’acqua viene imbottigliata e venduta al pubblico, si tratta di un’acqua medio minerale, bicarbonata, calcica, fluorata ad effervescenza naturale, esce alla temperatura di 16°, ha durezza 52,5. Bruna di Tizio, amministratore unico della società titolare di concessione, eredita l’attività dalla sua famiglia che è qui dal 1949-50, conferma la data dell’11 e dice che la concessione ufficiale di distribuzione risale al 1948, sottolinea la presenza del fluoro importante per l’igiene orale, l’acqua ha una funzione diuretica e effetto protettivo per patologie cardiovascolari.

 

 

     Si prosegue per via Passo del Furlo fra bei villini, sulla sinistra – subito dopo l’incrocio con una vietta - un villino che sembra di paese, alla fine, prima della confluenza in via Cimone si trova sulla destra un bellissimo e imponenete cipresso. Via Cimone[55] è strada di largo scorrimento, i marciapiedi sono stati riqualificati nell’inverno 2008 con un percorso tattile per non vedenti. Una curiosità: notare la fermata bus 342 per entrambi i sensi di corsa. Il villino al civico 134 è mal messo (bellissima la finestra in alto a tre aperture), quello di fronte “Margherita” al 145 è pregevole e ben tenuto, presenta un arco a tutto sesto con rilievi, il tutto sovrastato da una loggia con colonne di stile composito. In via Cimone si trova, dal 1980, lo studio d’arte “IL PONTE” di Roberto Ascolese sede anche del Comitato Città Giardino, ha ospitato Stuparich, Dacia Maraini, Massimo Grillandi e Giorgio Vais, promuove manifestazioni pittoriche nelle scuole del municipio[56]. Più avanti ad angolo con piazza Cimone un ben tenuto villino ospita il bred and breakfast Anna e Lucia, ad angolo una lanterna in ferro battuto a forma di drago, la piazza è ridotta a parcheggio. Chiude il fondo della piazza la palazzina delle Figlie dell’Oratorio, Casa Generalizia. Sul lato sinistro invece Villa Giulia, centro di recupero e riabilitazione motoria, subito dopo via Cervino con le scalette ecco Villa Clara (al n.100), villino mal messo ma con grande giardino ricco di alberi da frutta.

     Si procede fino a piazza Tofana[57] – che si apre sulla sinistra della strada – tutta circondata di bei villini d’epoca. La abbelliscono alcuni cedri sulla destra e un grande cipresso a sinistra.

     Compiendo una deviazione dalla piazza a destra per via Vettore[58] (qui a sinistra c’è la Casa dei Bambini Peter Pan, n. 2) si arriva nella piccolissima piazza Vettore con alcuni bei villini, anche questa è un’oasi di pace, si stenta a credere che quelle intorno a noi siano abitazioni.

Tornati su via Cimone si raggiunge piazza Brioni[59], in angolo al civico 48 di via Cimone si trova uno dei VILLINI più belli del quartiere perfettamente conservato, risalente al 1927, come è scritto sulla facciata, restaurato in tempi recenti. Nel parco panchine in pietra e alcuni scalini lo dividono su due livelli.

 

     Dalla piazza imboccare a destra la stretta via Monte Maloia fiancheggiata da bei villini, sulla destra un bronzista per il restauro di lampade, sculture e oggetti antichi, poco dopo in uno slargo si trova un bel villino che ospita la Casa Generalizia delle suore Apostole del Sacro Cuore, si giunge così a piazza Madre Maria Teresa Spinelli, già piazza Murge (Spinelli è la fondatrice della Congregazione delle Suore Agostiniane), anche qui bei villini e una fontanella sulla sinistra.

 

 

     Volendo scendere a Largo Levanna e piazza Monte Gimma si trovano palazzi degli anni Sessanta. Per via monte Faraone si giunge in via Nomentana, andando a destra – direzione fuori Roma – si trova l’incrocio con via Isola Bella, qui sorge al civico 7, dal 1999, al piano terra di un edificio scolastico abbandonato, il Centro Sociale Anziani con circa 800 iscritti. Tornati sulla Nomentana in breve si incrocia sulla destra via Levanna. Qui in una ex scuola abbandonata si trova il centro sociale Brancaleone.

     Riprendiamo via Nomentana verso il centro della città e torniamo a piazza Menenio Agrippa, quindi in corso Sempione.

 

 

 

 

     Da Corso Sempione imbocchiamo la breve ma ampia via Gargano sempre percorsa da una gran mole di traffico diretto verso il Tufello e le Vigne Nuove (Bufalotta). Sulla destra costeggiamo il caseggiato dell’Istituto case popolari del 1925 dovuto all’architetto Innocenzo Sabbatini[60], è formato da diversi corpi di fabbrica raccordati insieme. Entrando nel portone al n. 34 si trova un cortile con vasca ottagona, al centro una pianta di papiri, pesciolini rossi nell’acqua. Subito prima del portone notare il negozio di stoffe Bondì. Qui (al n.52, quasi sulla piazza) è da sempre la FARMACIA del dott. Paolo SEVERI, che conserva la memoria storica del quartiere. Nel dopoguerra le ragazza dicevano: “Andiamo in farmacia a vedere Paolo Severi”[61]. Sul lato opposto della strada si trova la ex Standa in parte occupata dalla profumeria Limoni. Su quel lato, al n. 23/a notare il negozio di CALZATURE CIPOLLONI dal 1950, altra istituzione del quartiere  Si giunge in breve ad un bivio, la piazza Monte Baldo[62] (dal nome del monte posto tra Adige e Garda luogo di aspri combattimenti nella prima guerra mondiale), chiuso dalla SCUOLA ELEMENTARE DON BOSCO[63], a destra si prosegue per viale Adriatico, a sinistra viale Carnaro (entrambe in leggera salita).

 

     La scuola elementare è costruita nel classico stile del ventennio fascista, costituito da un piano rialzato e tre piani, la facciata si presenta in forma concava mentre l’ingresso è convesso e preceduto da due rampe di scale convergenti verso una terrazza coperta da una tettoia. Sopra l’ingresso rilievi di animali, fra il secondo e il terzo piano tre volti femminili, quello di destra molto rovinato. Una cornice ben sporgente sopra il secondo piano lascia pensare che il terzo piano sia stato costruito in un secondo momento, anche le finestre del terzo piano sono diverse da tutte le altre. Oggi ospita anche la scuola Media. A sinistra dell’ingresso una LAPIDE ricorda  SIMON BOLIVAR[64] (vedi introduzione storica).

 

XVII dicembre 1930

A Simon Bolivar

Che sul sacro suolo dell’Urbe

Giurò di restituire a libertà

I suoi generosi fratelli d’America

Roma madre delle genti

Nel primo centenario della sua morte

Dedica questo ricordo

E latinamente saluta

I popoli redenti dal liberatore.

 

Sui due lati lunghi la scritta SPQR

 

Il dodici ottobre 1956 vi è stata posta un’altra lapide in lingua spagnola.

 

 

In un angolo della piazza bacheca della SEZIONE PD X MARTIRI Monte Sacro Val Melaina, già sezione del Pci. Prima della costruzione della scuola vi era uno spiazzo in cui si fermava il circo[65], durante l’ultima guerra la scuola fu occupata dai tedeschi che la trasformarono in una sorta di ospedale, quando fuggirono da  Roma, il 4 giugno 1944, vi lasciarono dei loro soldati morti. L’edicolante al civico 10 della piazza ricorda che quando vi andavano i figli c’erano i tripli turni e simpatici episodi riguardanti la vicina sezione del Pci.

 

     Si prende viale Adriatico, il lato sinistro è occupato dalla scuola elementare, si notano le finestre raggruppate a tre in corrispondenza delle aule interne, subito a destra al n. 2 un grande edificio delle case popolari ha come ingresso un grande arco, il cortile è tutto mattonato, più avanti sul lato opposto, al n. 5 un bel villino d’epoca, ben tenuto, con un salice davanti al cancello d’ingresso.

     La prima strada a sinistra è via Peralba[66], a schiena d’asino, subito a destra un negozio di antichità che usa come insegna una bicicletta d’epoca, sulla sommità c’è uno slargo, il villino Romano Indelicato sulla destra è caratterizzato da un giardino vasto e ricchissimo di piante. In fondo alla strada a sinistra un altro bel villino d’epoca purtroppo mal messo.

     Tornati su viale Adriatico sulla sinistra, ai nn. 17/19/21 si trova il CINEMA ANTARES, (dal greco rivale di Ares, è una supergigante della costellazione dello Scorpione), l’unico cinema del quartiere, dispone di due sale, una da 395 posti con schermo super, un’altra sala da 101 posti con schermo medio[67]. Di fronte un villino lungo a due soli livelli ospita la Casa di Formazione Antonino Celona dell’Istituto Ancelle Riparatrici del Ss Cuore di Gesù. Poco più avanti sullo stesso lato al n. 30 la LIBRERIA ADRIATICO con belle foto d’epoca del quartiere in vetrina.

     La seconda a sinistra è via Montecristo[68], ai nn. 8 e 27 bei villini, sul punto più alto un bel pino sulla sinistra, più avanti sempre su quel lato una LAPIDE, tra i nn. 4 e 6 b, ricorda che qui abitò per molti anni ENNIO FLAIANO (da wekepedia e da Gente di Montesacro, cit., pag. 137).

 

Dal 1953 fino alla morte

(20-II-1972)

qui visse

ENNIO FLAIANO

“con i piedi fortemente

poggiati sulle nuvole”

(da “Diario degli errori”)

SPQR – 2003 IV MUNICIPIO

 

     Proseguendo per viale Adriatico si può salire la breve scalinata di via monte Corona,  al n. 5 bel villino d’epoca,  percorrere via delle Alpi Apuane fino a piazza Monte Tufone alla ricerca dei villini degli anni della fondazione del quartiere. Al n. 70 un triste villino abbandonato da anni con il giardino impraticabile, al n. 16 invece – presso le scalette che immettono a piazza Sempione – si trova un bel villino degli anni Venti dove ha sede il CONSOLATO DEL MAROCCO (da Gente di Montesacro, cit., pag. 136, testimonianza di Riccardo Corbucci direttore di Agorà, organo di informazione del municipio dal 1997, stampa 4.000 copie, anche un sito internet municipio4.it e una casa editrice).  Volendo proseguire da piazza Monte Tufone si arriva con pochi passi a piazza Vulture, grande piazza alta sulla via Nomentana, altra oasi di pace con un muretto luogo di incontro dei giovani del quartiere, la piazza avrebbe potuto ospitare il film “Caos calmo” di Antonello Grimaldi (2008) con Nanni Moretti interprete principale.

 

     A proposito di scalinate se ne trovano diverse, “a Roma le scalinate di quartiere sono un esempio di bene comune” (Abbate, cit. pag.71). Da segnalare la SCALINATA degli opposti scudetti quella ripidissima tra viale Tirreno e viale Tremiti, formata da 90 scalini, fu dipinta d’azzuro nei giorni immediatamente successivi alla conquista dello scudetto della Lazio di Erickson, Mancini e Nesta nel 2000, l’anno dopo fu dipinta di giallo e rosso per la vittoria della Roma di Capello e Batistuta, segno chiaro che nella vita tutto passa (da Marco Lodoli, Repubblica, 8.12.02).

 

     Ritorniamo a viale Adriatico che in breve conduce nel piazzale omonimo (non è un piazzale, piuttosto uno slargo su entrambi i lati della via) con, sulla sinistra, il celebre BAR PASTICCERIA ROSATI, una istituzione del quartiere che “ha preso il posto del caffè Bonelli[69], era inizialmente uno spaccio di vino creato da due fratelli che si trasferirono nel quartiere nel 1920. Vicino al bar Rosati si trova un fornito negozio di casalinghi e giocattoli, subito dopo una boutique dal nome “Sempre donna” quindi una piccola ma elegante enoteca con tavoli all’aperto. Davanti al casalinghi si trova un simpatico banchetto di libri usati. Sul lato opposto della piazza si trova la grande pizzeria Rosati (insegna vistosa), e in un nuovo edificio la Banca Intesa San Paolo.  All’angolo della piazza formata dal bivio tra viale Adriatico e via Spluga si trova la rosticceria Demofonte (personaggio della mitologia greca) con insegna vistosa. Sul lato della piazza da cui siamo entrati si trova un bel villino d’epoca, molto ben tenuto, sotto di questo, sul lato della via un negozio della Benetton.

     Proseguendo oltre il piazzale si trovano sulla destra di viale Adriatico dei giardini (in buono stato di manutenzione) delimitati dalla via della Verna a forma di semicerchio. Lungo la via il MERCATO COPERTO di M. Muratori del 1958 -59, uno dei primi mercati coperti di Roma con energia elettrica e grossi frigoriferi[70].

 

     Subito dopo il viale ha sulla destra la CASA DELLA GIOVENTU’ ITALIANA (ex Gil) al civico 136, opera dell’architetto Gaetano Minnucci[71] del 1934 -37, in stile razionalista. Venne costruita in due tempi: nel 1935-37 la casa Gil con teatro da 650 posti, palestra, piscina coperta e scoperta, nel 1937 la Scuola di Economia Domestica con aule, refettorio, biblioteca e asilo, che chiude la corte verso via dei Monti Lessini. Nel 1965 la struttura fu trasformata in Ostello della Gioventù, oggi ospita una scuola. Negli anni Settanta il teatro fu trasformato in ufficio postale. Questi cambiamenti comportarono molte manomissioni, oggi una rampa è sopra l’ingresso della piscina. Durante la guerra fu occupata dai tedeschi che vi macellarono una vacca e alcune pecore[72]. La palestra è intitolata a Ferdinando Agnini, all’interno della scuola dovrebbe essere conservata una lapide in suo onore.

 

In questa aula

Pur in oscuri tempi di vivere servile

A forti e liberi sensi

Educò mente e cuore

FERDINANDO AGNINI

Che alle Fosse Ardeatini il 24.3.1944

Immolava

Vittima consapevole

La sua giovinezza all’umanità libera

Professori e studenti lo vollero ricordare[73].

 

 

    Volendo fare una deviazione, si può proseguire per via Monti Lessini e raggiungere piazza Ischia caratterizzata dal voltone degli edifici dell’Iacp che occupano tutto il grande isolato compreso tra via Monte Circeo, via Isola Bella, via Monte Rosa e via Procida. Proseguendo per via Monte Circeo si arriva in breve a via Isola Bella oltre la quale si stende UN GRANDE PRATO dove una volta scorreva il FOSSO DELLA CECCHINA, oggi probabilmente intubato.

 

     Si torna in viale Adriatico che temina poco più avanti al grande incrocio con viale Jonio, oltre il quale si trova la moderna piazza di Monte Gennaro. Volendo tornare indietro si può percorrere via Stelvio, Adamello e viale Carnaro che porta in piazza Monte Baldo e di lì, tramite via Gargano, si torna in corso Sempione.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

AA.VV., Guida di Roma, Tci, 1993.

AA.VV., I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton, 1991.

Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton, 2005.

Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca, 1978.

Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.

Italo Insolera, Roma moderna, ed. Einaudi, 1976.

AA.VV., Le Garzantine, Universale, ed. Garzanti, 2003.

Sozi Remiddi, Gente di Montesacro, ed. La Campanella, 2005.

AA.VV., La scuola adotta un monumento, ed. Palombi, 2007.

Fulvio Abbate, Guida non conformista alla città, ed. Cooper 2007.

AA.VV., I ristoranti di Roma, ed. la Repubblica, 2006.

AA.VV., Invito a Tufello e Montesacro, ed. Palombi, 1999.

 

Stradaroma 2004

Archivio del quotidiano “la Repubblica”, cronaca di Roma.

Rivista “Roma ieri oggi e domani”, ed. Newton, n. 38, pag. 98.

 

 

 

 

 

 

SITOGRAFIA

 

www.it.wikipedia.it

www.treccani.it

www.comune.coma.it

www.portaliroma.it

www.romaquattro.it

www.techwareitalia.it

www.anpi.it

www.facebook.com/romasparita

www.maps.google.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piero Tucci

30.5.10



[1] Reperti preistorici.  Da roma.comune.it.

[2] Elefante antico. Da: Sozi – Spinelli, Gente di Montesacro, ed. La Campanella, 2005.

[3] Villa romana in piazza monte Torrone. Da: portalidiroma.it/municipio04.

[4] Monumento a Simon Bolivar. Da Guida di Roma del Tci, 1993.

[5] Gustavo Giovannoni. (Roma 1873-1947) Ingegnere ed architetto, presidente dell’Accademia di San Luca. A lui si deve la fabbrica della Birra Peroni a via Alessandria, oggi Macro. Il piano generale della Garbatella e il rifacimento esterno della chiesa di Santi Luca e Martina.Da: Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca, 1978.

[6] Stile villini città giardino. Da: Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca, 1978.

[7] Foto aerea del quartiere in AA.VV., I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton, 1991, pag. 2003-07.

[8] Tufello. Le notizie sul Tufello da: AA.VV. Invito a Tufello e Montesacro, ed. Palombi, 1999, pag.14.

[9] Calcolo percentuale villini abbattuti da: Sozi Spinelli, cit.

[10] Ponte delle Valli. La data sua costruzione da Sozi Spinelli, cit. pag. 86.

[11] Scuola Alberto Sordi. Da: La scuola adotta un monumento, ed. Palombi, 2007.

[12]  Carolina Benvenga. Le notizie da: “la Repubblica del 14.06.08. Nel 2010 studia all’Accademia di Recitazione negli studi di Cinecittà.

[13] Sempione. Traforo ferroviario tra l’Italia (Val d’Ossola) e la Svizzera (Cantone Vallese), lungo Km 19,803, quando fu inaugurato, nel 1905, era il più lungo del mondo. La sua realizzazione suscitò un grande entusiasmo e fiducia nel progresso. A Milano gli è dedicato un corso, un parco e un quartiere. Da:

[14] Parcheggio in piazza Sempione. La notizia da: Sozi – Spinelli, cit..

[15] Francesco Marchetti Selvaggiani. Roma 1871-1951.  Cardinale dal 1930, una via gli è dedicata (via Gregorio VII).

[16] Pio XI. (Desio 1857- Roma 1919) papa dal 1922. Da: Universale Garzanti.

[17] Chiesa Santi Angeli Custodi. Le notizie da: I rioni e quartieri di Roma, cit.

[18] Rievocazione storica. Da: Sozi Spinelli, cit. pag. 44.

[19] Visita di Giovanni Paolo II. Testimonianza di padre Mario Aceto parroco in Sozi Spinelli, pag. 117.

[20] Romano Mussolini. La notizia da romaquattro.it.

[21] Innocenzo Sabbatini. (Osimo 1891-Roma1983) Architetto, Ha realizzato: palazzo in piazza Brin alla Garbatella, quartiere Icp via Doria, palazzo Icp via della Lega Lombarda, alberghi suburbani alla Garbatella. E’ stato presidente dell’Icp dal 1925 al 1931.

[22] Horus. Divinità egizia raffigurata come un falco. Alcuni vedono un parallelismo con Gesù per l’Annunciazione e l’immacolata Concezione.

[23] Via Nomentana. Da Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.

[24] Gargano. Promontorio del mar Adriatico in Puglia.

[25] L’angolo Russo. Da: I ristoranti di Roma, ed. Repubblica, 2007.

[26] Caffè Bonelli. Da: Sozi Spinelli, cit. pag. 68 e 70.

[27] Casa del Formaggio. Da: I ristoranti di Roma, cit.

[28] Maiella. Massiccio montuoso degli Appennini inAbruzzo, vetta massima il monte Amaro m. 2793..

[29] Alessandro Limongelli. Autore delle case Icp a piazza Perin del Vaga e  piazza Melozzo da Forlì al Flaminio. Da: de Guttry, cit.

[30] Foto ottica Mustari. Da: Sozi Spinelli, cit., pag. 112.

[31] Tram a Montesacro. Foto in Sozi Spinelli, pag. 81.

[32] Viale Tirreno. Da: Sozi Spinelli, pag. 61.

[33] Vaccheria Giuliani. Da Sozi Spinelli, pag. 68.

[34] Tito Tazio. Secondo la leggenda Tito Tazio era il re dei Sabini che vivevano a Montesacro quando Romolo fondò Roma. Mancando i maschi Romolo ideò il “Ratto delle Sabine” ai loro danni. La guerra fu evitata con nozze riparatrici e Tito Tazio fu unito al trono di Romolo.

[35] Ponte Tito Tazio. La notizia sui guastatori americani in Sozi Spinelli, pag.67.

[36] Fiume Aniene. Le notizie sulle scampagnate al fiume da Sozi Spinelli, pag. 68.

[37] Citazione sul fiume Aniene. Da: Fulvio Abbate, Guida non conformista alla città, ed. Cooper, 2007, pag. 261.

[38] Monte Serrone. Nel comune di Pedàso nelle Marche (Fermo).

[39] Sepolcro. Da: Sozi Spinelli, cit. pag. 30.

[40] Stazione di Posta. Da arch. Rodolfo Grasso in Sozi Spinelli, cit., pag. 144.

[41] Pizzeria Pontevecchio. Da: I ristoranti di Roma, cit.

[42] Gallerie leggendarie. Da Sozi Spinelli, pag.105.

[43] Semaforo a mano sul ponte. La notizia nella rivista Roma ieri, oggi e domani, n. 38, pag. 98.

[44] Ponte Nomentano. La notizia del restauro da Sozi, Spinelli, cit. Anche la successiva di D’Annunzio. La torre che spicca su un lato venne chiamata torre de Jacobacci perché appartenente a tale famiglia romana.

[45] Stendhal. Pseudonimo di Henri Marie Beyle (Grenoble 1783 – Parigi 1842) scrittore francese, due romanzi lo hanno reso celbre: “Il rosso e il nero” e “La Certosa di Parma”, è celebre per la sindrome che porta il suo nome.

[46] Stendhal. La notizia di Stendhal a ponte Nomentano in: AA.VV. Invito a Tufello e Montesacro, ed. Palombi, 1999, pag. 25.

[47] Ristorante Menenio Agrippa. Note alle frequentazioni da Sozi Spinelli, pag. 91.

[48] Gottardo. Massiccio montuoso delle Apli in Svizzera, la punta massima è di m. 3.192. Nel 1882 venne inaugurata una importante galleria ferroviaria di Km 15, durante i lavori morirono 177 operai, in prevalenza immigrati italiani. Lo scultore Vincenzo Vela eresse un monumento ai caduti che si trova all’entrata italiana del traforo, un’altra copia alla Gnam, una all’Eur davanti all’Inail (2008 Napolitano). Dal 1980 anche galleria autostradale.

[49] Ristorante Cucara Macara. Da: Ristoranti di Roma, cit.

[50] Isola del Giglio. Nell’arcipelago toscano in prov. di Grosseto, con Giannutri forma un comune di 1.500 ab.

[51] Monte Torrone. Montagna delle Alpi di 2.948 m. che si trova in Svizzera.

[52] Villino Nicolais. Da: Sozi Spinelli, cit. pag. 105.

[53] Passo del Furlo. E’ una gola situata lungo la via Flaminia nel tratto in cui questa costeggia il fiume Candigliano nella provincia di Pesaro Urbino. Sotto l’imperatore Vespasiano fu aperta una galleria lunga 38 metri, larga e alta 5. Negli anni Ottanta una superstrata ha evitato la gola per cui è stata dichiarata riserva naturale statale.

[54] Fonte Acqua Sacra. Citazione di Marco Lodoli da la Repubblica del 29.9.02. Le notizie sulla qualità dell’acqua da techwareitalia.it, la dichiarazione di Bruna di Tizio da Sozi Spinelli, cit.

[55] Cimone. Monte dell’Appennino Tosco Emiliano di m. 2.165, in provincia di Modena.

[56] Studio d’arte il Ponte. Notizie da Sozi Spinelli, pag. 131.

[57] Tofana (meglio Tofane). Massiccio montuoso delle Dolomiti orientali.

[58] Monte Vettore. La vetta più alta dei monti Sibillini, m. 2476. Nelle Marche.

[59] Brioni. Arcipelago di quattordici isole del mar Adriatico in Croazia, dal 1983 parco nazionale.

[60] Alessandro Limongelli. (Il Cairo 1890-Tripoli 1932) Ha realizzato le case a piazza Perin del Vaga con De Renzi. Da: Gaia Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, 2000.

[61] Farmacia Severi. Da Sozi Spinelli, cit. Velia Astolfi Rosati, pag. 72.

[62] Monte Baldo.  Monte tra Adige e Garda luogo di aspri combattimenti nella Grande Guerra.

[63] Don Bosco.  Castelnuovo d’Asti 1815-Torino1888. sacerdote, educatore, fondatore della congregazione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Pio XI lo ha proclamato santo nel 1934.

[64] Simon Bolivar. Rivoluzionario e generale (Caracas 1783-Santa Marta 1830) definito El libertador, liberò dal dominio coloniale Venezuela, Colombia, Panama, Ecuador, Perù e Bolivia dando vita ad uno stato federale che li riuniva tutti detto Grande Colombia nel 1819. Nel 1821 Josè de San Martin liberò il Perù, Bolivar intervenne per determinarne la vittoria finale. Alla sua morte (per tubercolosi) lo stato federale si frantumò.

[65] Scuola elementare. Da Sozi Spinelli, cit. pag. 54. Le notizie dell’uso della scuola durante la guerra da: Sozi Spinelli, testimonianza di Paolo Severi, pag. 68. Anche per la testimonianza dell’edicolante.

[66] Peralba. Monte delle Alpi Carniche di 2.694, in Veneto.

[67] Cinema Antares. Le notizie da la Repubblica del 24.6.08.

[68] Montecristo. Isola dell’Arcipelago Toscano, comune di Portoferraio, provincia di Livorno, ab. 2.

[69] Bar pasticceria Rosati. Da testimonianza del farmacista Paolo Severi in: Sozi Spinelli, cit. pag. 68 e pag. 77.

[70] Mercato coperto. Le notizie da: I rioni e i quartieri di Roma, cit. eda Sozi Spinelli, cit. pag. 139.

[71] Gaetano Minnucci. (Macerata 1896-Roma 1980) ingegnere, docente di elementi costruttivi all’Università di Roma. Dopo un viaggio in Italia è promotore dell’architettura razionale in Italia. Fondatore del Gur (Gruppo Urbanisti Romani). Fra le sue opere: l’Accademia di Danza sull’Aventino (1942), il palazzo per Uffici dell’E42. Dopo la guerra: il Policlinico Gemelli (1961), la facoltà di Economia e Commercio al Castro Laurenziano nel 1961. Da: Gaia Remiddi e altri, cit., pag. Q 167.

[72] Casa della Gioventù Italiana. La notizia degli anni di guerra da: Sozi Spinelli, cit., intervista al farmacista.

[73] Lapide a Ferdinando Agnini. Da sito internet Anpi.