LE FONTANELLE

DEI RIONI DI ROMA

 

STORIA E POSIZIONE GEOGRAFICA

DELLE FONTANELLE

 

     Nel 1926 l’architetto romano Pietro Lombardi[1] ebbe l’incarico dal primo governatore di Roma Filippo Cremonesi[2] di realizzare dieci fontanelle con i simboli dei rioni di Roma o le particolarità degli stessi. Le fontane dovevano sorgere nei rioni: Monti, Sant’Eustachio, Campo Marzio, Ripa, Trastevere e quartiere San Lorenzo. Inoltre tre dovevano sorgere nel rione Borgo (a porta Angelica, porta Castello e piazza Scossacavalli).

     Lombardi ne progettò molte di più, non tutte vennero realizzate, due andarono distrutte: quella al Verano per il bombardamento del 1943 e quella in piazza Scossacavalli (un abbeveratoio che adattava una vasca del Maderno) per la realizzazione di via della Conciliazione. Alcune sono addossate a costruzioni, altre sono libere nello spazio, tutte sono in travertino.

     Attualmente sono in funzione otto fontane:

-         fontana della Pigna, in piazza San Marco;

-         fontana dei Libri, in via degli Staderari;

-         fontana delle Palle di Cannone, in via di Porta Castello;

-         fontana delle Tiare, al passetto di Borgo;

-         fontana della Botte, in via della Cisterna;

-         fontana del Timone, in lungotevere di Ripa Grande;

-         fontana dei Monti, a via San Vito; la forma allude ai tre colli del rione Monti: Esquilino, Viminale e Celio. Vicino si trova l’Arco di Gallieno (262).

-         fontana delle Arti, a via Margutta con secchio, pennelli e cavalletto allude alle abitazioni e studi per artisti presenti nella strada dalla fine del Cinquecento. I due mascheroni da cui fuoriesce l’acqua, uno sorridente l’altro triste alludono all’alterna vicenda della vita di qualunque artista.

     L’architetto Pietro Lombardi, in precedenza, aveva realizzato la fontana delle Anfore (1926) in piazza dell’Emporio a Testaccio, tale fontana faceva riferimento al monte dei Cocci, il luogo nel quale venivano gettate le anfore rotte sbarcate dal porto tiberino.

ITINERARIO

 

 

 

     L’itinerario inizia da piazza San Marco (contigua a piazza Venezia) dove si trova la:

 

     fontana della Pigna. Un semplice stelo con due corolle di tulipani sostengono la pigna, l’acqua fuoriesce da due cannelle laterali e si raccoglie nelle vaschette a livello di terra. Il simbolo del rione IX, così chiamato dopo il ritrovamento di una gigantesca pigna in bronzo (anch’essa una fontana) che ora orna l’omonimo cortile in Vaticano. E’ alimentato dall’acquedotto dell’Acqua Marcia[3].

 

     Da piazza San Marco prendiamo via delle Botteghe Oscure, via degli Astalli, via del Plebiscito, continuiamo per corso Vittorio Emanuele fino a giungere a largo Argentina, qui pieghiamo a destra per via di Torre Argentina. Arrivati a piazza Santa Chiara si prende a sinistra via di Santa Chiara (attenzione siamo contro mano) che porta a piazza dei Caprettari contigua a piazza Sant’Eustachio, si entra in una zona pedonalizzata per motivi di sicurezza dal Senato, ecco in via degli Staderari[4] dove si trova la:

 

     fontana dei Libri. Due coppie di libri fanno riferimento all’università che aveva sede nel palazzo della Sapienza, è il palazzo su cui poggia la fontana stessa. Al centro una testa di cervo che si abbevera alla fonte, è simbolo del rione VIII Sant’Eustachio. Anche due segnalibri escono dai libri in pietra. Le palle presenti in alto ricordano Leone XI Medici che ebbe parte importante nella costruzione del palazzo della Sapienza[5]. In verticale il nome del rione, in orizzontale il numero di riferimento, ma è sbagliato, c’è scritto IV. E’ alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Vergine[6].

 

     Proseguiamo per via degli Staderari fino alla confluenza in corso Rinascimento, lo imbocchiamo verso destra fino a piazza delle Cinque Lune, proseguiamo per via Zanardelli fino a giungere a ponte Umberto. Attraversiamo il ponte all’inglese, giriamo a sinistra per lungotevere Castello pedonalizzato. Passiamo sotto Castel Sant’Angelo fino a giungere a largo Giovanni XXIII che è il punto di arrivo di via della Conciliazione. Imboccata quest’ultima, dopo breve tratto giriamo a destra per via Traspontina finalmente giungiamo in via di Porta Castello dove si trova (nel punto in cui finisce Borgo Pio) la:

 

     fontana delle Palle di Cannone. Sotto un arco di travertino a tutto sesto l’acqua fuoriesce da un mascherone posto alla sommità di una piramide di proiettili e finisce in un abbeveratorio per cavalli compagno di fatica degli uomini durante le guerre. Tutta la fontana è un chiaro riferimento alla vicina fortezza di Castel Sant’Angelo e alle caratteristiche militari del rione. Ci troviamo nel rione XIV Borgo.

 

     Prendiamo Borgo Pio, strada pedonalizzata con molti negozi ad uso dei numerosi turisti che affollano San Pietro. In fondo eccoci a via di Porta Angelica, la percorriamo verso sinistra, cioè verso piazza San Pietro, attraversiamo il passetto di Borgo ed ecco subito a sinistra la:

 

     fontana delle Tiare. Raffigura tre chiavi papali con tre tiare[7] pontificie sovrastate da una quarta più grande. Tra i gettiti d’acqua lo stemma di Roma e del rione (tre monti sovrastati da Sole, un leone sdraiato e di profilo).

 

     Piazza Pio XII è all’inizio di via della Conciliazione, da qui passiamo a Borgo Santo Spirito, alla prima a destra prendiamo via dei Penitenzieri, passiamo sotto porta Angelica ed eccoci in piazza della Rovere che si trova all’imbocco della galleria e del ponte Principe Amedeo di Savoia Aosta. Da qui seguiamo il lungotevere Gianicolense, quindi il lungotevere della Farnesina (in questo tratto si puà percorrere la pista ciclabile Dorsale Tevere), scendiamo a piazza Trilussa, ci inoltriamo nel rione Trastevere, per via del Moro e via della Lungaretta eccoci in piazza Santa Maria in Trastevere, ancora pochi passi, piazza San Calisto ed ecco subito a destra via della Cisterna, ad angolo con via di San Francesco a Ripa, addossata ad una parete la:

 

     fontana della Botte. Per la fontana del rione XIII Trastevere l’artista si è ispirato alle tante bettole e osterie da sempre presenti nella zona. L’acqua fuoriesce da un “caratello[8]” (botte per il vino), scende in un catino per il mosto, ai lati due misure per il vino da un litro da cui esce l’acqua che si raccoglie in due concoline quasi a filo di terra. E’ alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Marcia[9].

 

     Prendiamo via di San Francesco a Ripa che da piazza San Calisto conduce in piazza San Francesco d’Assisi, da lì aggiriamo il San Michele percorrendo via Anicia (attenzione siamo contromano), via Madonna dell’Orto e via del Porto. Giunti sul lungotevere Ripa iniziamo a discendere il fiume finchè addossata al palazzo[10] troviamo la:

 

     fontana del Timone. Il timone di una nave allude al sottostante porto che esisteva finchè non furono costruiti gli argini. Il timone (da cui esce l’acqua) e la barra nautica sono i simboli del rione XII Ripa, ma noi ci troviamo nel rione Trastevere. Ai lati due volute portano a due bocchette che gettano acqua direttamente nello scarico a terra. E’ alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Paola[11].

 

     Riprendiamo lungotevere Ripa fino a piazza di Porta Portese, svoltiamo a sinistra, attraversiamo il ponte Sublicio. Ecco giunti in piazza dell’Emporio dove al centro si trova la:

 

     fontana delle Anfore. Non fa parte delle fontanelle dei rioni, è precedente, ma il successo di questa fontana diede la possibilità all’artista di progettarne e realizzarne altre. Progettata nel 1924, eretta nel 1926 in piazza Mastro Giorgio (attuale piazza Testaccio) venne spostata nel 1935[12] nel luogo attuale. Si distingue da tutte le altre per la forma solenne e le linee puramente architettoniche. La fontana, a pianta circolare è divisa in quattro raggi da rampe di scale di cinque scalini concentrici. Acqua Marcia[13].

 

     A Roma esistono 2.500 fontanelle comunemente chiamati “Nasoni”, per la curiosa forma del rubinetto ricurvo, di cui 276 entro le mura Aureliane. Furono creati nel 1875, sono in ghisa, hanno un altezza di cm 110, pesano Kg 100, la circonferenza del cilindro è di cm 27 la cannella a cui bere si trova a cm 62 da terra. Nei primi anni Ottanta il Comune applicò su molte un pulsante con lo scopo di limitare lo spreco, in breve furono messi fuori uso. Lo spreco di acqua è dell’1% di tutta l’acqua convogliata a Roma dai vari acquedotti[14]. Non si tratta di uno spreco ma anzi di un vantaggio perché impedisce il ristagno dell’acqua nelle condutture la notte quando il consumo idrico diminuisce e permette di mantenere una fluidità nelle condotte fognarie[15]. Nel marzo 2009 l’Acea ha fatto un censimento delle fontanelle, queste risultano essere 2.500 di cui 220 nel centro storico, contemporaneamente il sito internet de “la repubblica” ha pubblicato una mappa in cui sono collocate tutte le fontanelle di un ampio settore del centro storico[16]. Una curiosità: esite anche una fontanella per cani, in via Veneto presso l’ingresso di un bar che fa parte dell’hotel Ambasciatori, la realizzò un barman del bar Abc non più esistente. Esistono alcune fontanelle in travertino, l’acqua esce da una testa di lupa in metallo, si trovano soprattutto  nei parchi, ma sono poche.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

AA.VV. Guida di Roma, ed. Tci 1993. Sempre la base di ogni successiva ricerca.

AA.VV. Guida ai Rioni e Quartieri di Roma, ed. Newton, 1991.

Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton, 2005.

Willy Pocino, Le fontane di Roma, ed. Newton, 1996. Un testo di alta qualità, le fontane sono presentate in ordine alfabetico di strada nella quale si trovano (anche quelle dei quartieri periferici), sono mensionate anche le fontane presenti nei cortili, nelle ville, nei giardini. Ottima la descrizione, 75 disegni di Franco Zampetti e la prefazione di Francesco Rutelli completano l’opera.

Fabrizio Di Mauro, I nasoni di Roma, ed. Innocenti, 2009. Da questo nuovo e simpatico libro, con un’utile pianta della città, ho preso tutte le notizie relative agli acquedotti che riforniscono le singole fontanelle.

Paolo Coen, Le fontane rionali di Pietro Lombardi, da rivista Roma ieri, oggi e domani, n.73, dicembre 2004, pag. 42. L’articolo presenta un’ottima descrizione della storia e della simbologia delle fontanelle, le foto di tutte e i disegni di tutte le progettazioni dell’artista, anche delle fontane andate distrutte o non realizzate.

Archivio del quotidiano “la Repubblica”, cronaca di Roma.

AA.VV. Stradaroma, ed. Lozzi, 2003.

 

 

SITOGRAFIA

www.romasegreta.it : il miglior sito dedicato alla città eterna, ottimo per la rapida conferma di una informazione, peccato che il motore di ricerca interno al sito non sia pratico.

www.it.wikipedia.org: alla voce “fontane di Roma” si trova una buona descrizione delle stesse e foto. Il sito è utile per i riferimenti generali e qualche rapida informazione a carattere enciclopedico.

www.treccani.it: per i riferimenti biografici.

www.andreapollett.com: un sito su Roma ben fatto ricco di notizie e foto.

www.romegrandtour.com: molte notizie du Roma, anche la possibilità di iscriversi alla news letter.

www.loredanapancotto.com: è il sito internet di un’artista che ha creato una serie di medaglie dedicate alle fontane dei rioni di Roma, queste hanno su una faccia lo stemma del rione, sull’altra la fontana stessa.

www.comune.roma.it: per l’attualità politica.

www.maps.google.it: per costruire l’itinerario e per i sensi unici (sempre aggiornati), anche google Street View è molto utile per qualche conferma.

 

Piero Tucci

tuccigf@tiscali.it

17.10.10

 

 



[1] Pietro Lombardi. (Roma 1894-1984) Da guida rossa del Tci, pag. 889. Collaboratore di Armando Brasini e Marcello Piacentini. Coautore con Vittorio Cafiero della caserma di viale Romania, ha costruito diverse palazzine ai Parioli e cappelle al Verano. Da: Claudio Rendina (a cura di) Enciclopedia di Roma, Newton, 2005, vol. II, pag. 648. Diplomato architetto all’Accademia di Belle Arti di Roma, fu architetto capo dell’isola di Rodi quindi professore all’Accademia di Belle Arti di Roma per 11 anni. Ottenne premi e riconoscimenti in numerosi concorsi ai quali partecipò. Realizzò scenografie per i film come Quo Vadis? Da: www.casadellarchitettura.it.

[2] Filippo Cremonesi. (Roma 1872-1942) banchiere e senatore del regno, sindaco di Roma dal giugno 1922 al marzo 1923, commissario straordinario di Roma quindi primo governatore dall’ottobre 1925 al dicembre 1926, dal 1927 presidente dell’Istituto Nazionale Luce, presidente della Croce Rossa dal 1928 al 1940.

[3] Fontana della Pigna. L’indicazione dell’acquedotto che rifornisce le singole fontanelle da: Fabrizio Di Mauro, I nasoni di Roma, ed. Innocenti, 2009. L’acquedotto Marcio fu edificato nel 144 a.C. dal pretore Quinto Marcius Rex, scaturiva dalle sorgenti Rosoline presso Marano Equo nella valle dell’Aniene al Km 61,5 della via Tiburtina Valeria. L’acquedotto venne ricostruito da Pio IX ad opera di Luigi Canina e si chiamò Acqua Pia antica Marcia La mostra terminale è rappresentata dalla fontana delle Najadi in piazza della Repubblica. Dopo l’ultima guerra la portata dell’acquedotto fu ampliata con la captazione di una fonte secondaria nel comune di Agosta.

[4] Via degli Staderari. Il nome ricorda i fabbricanti di stadere e bilance, era parallela a questa, fu abolita per allargare palazzo Madama.

[5] Palazzo della Sapienza. Per accogliere l’università presente nel rione dai tempi di Bonifacio VIII (1303), il papa Sisto V volle questo palazzo progettato da Giacomo della Porta (è l’autore della facciata del Gesù). La sua costruzione interessò tutti i papi che si succedettero tra Sisto V e Alessandro VII Chigi (1667). Oggi è occupato dall’Archivio di Stato. Da: Guidadi Roma del Tci, cit.

[6] Fontana dei Libri.  L’acquedotto dell’Acqua Vergine fu edificato nel 2 d.C. da Agrippa, scaturiva dalla Tenuta della Rustica; il condotto, tutto sotterraneo, con 18 castelli, è ancora in uso. Sotto Niccolò V, nel 1453, Leon Battista Alberti fu incaricato di restaurarlo e incrementarne la portata con nuove sorgenti, terminava a fontana di Trevi. Fu ampliato ancora nel 1840 e nel 1936 affiancato da un nuovo acquedotto la cui mostra è la fontana del Nicchione sotto il Pincio. Da: Fabrizio Di Mauro, I nasoni di Roma, ed. Innocenti, 2009.

[7] Tiarao Triregno. E’ la corona utilizzata dai Papi come simbolo di sovranità. E’ di origine persiana, fu usata dai sacerdoti di Mitra. L’ultima volta è servita per l’elevazione al trono di Pietro da parte di Paolo VI che poi ne abolì l’uso.Oggi è sostituita da una comune mitra. Rimane nello stemma pontificio. L’originale tiara papale è stata messa in vendita e acquistata dall’arcivescovo di New York Joseph Spellman. Da: it.wikipedia.org.

[8] Caratello. Botte per trasportare il vino sui carri, dal latino carrus, in genere poteva contenere dai 25 ai 200 litri. Aveva una base molto larga. Ancor oggi in uso in Toscana per il vin santo.

[9] Fontana della Botte.  Per le notizie sull’acqua Marcia vedi la nota relativa alla fontana della Pigna.

[10] Palazzo dell’Istituto o Ospizio San Michele. Palazzo delsec. XVI opera di Carlo Fontana costruito per accogliere ed istruire nelle arti i giovani poveri, ha una fronte di 350 metri, Clemente XI vi istituì la celebre arazzeria. Verso porta Portese un’ala del palazzo era adibito a carcere minorile (Ferdinando Fuga). Negli anni Trenta l’istituto si è trasferito a Tor Marancia. Dopo un lungo periodo di abbandono, oggi è sede del ministero dei Beni e delle Attività Culturali, sede di mostre e conferenze. Da: guida di Roma del Tci, romasegreta.it.

[11] Fontana del Timone. L’acqua Paola. L’acquedotto, alimentato dall’acqua Traiana (109 d.C. lago di Bracciano), fu ricostruito nel 1605 per volere di papa Paolo V, ad opera di Giovanni Fontana e Carlo Maderno e termina con la fontana dell’Acqua Paola sul Gianicolo (1611). E’ alimentato da questo acquedotto anche il Fontanone di Ponte Sisto detto il “Fontanone dei Cento Preti”. Da: Fabrizio Di Mauro, I nasoni di Roma, ed. Innocenti, 2009.

[12] Fontana delle Anfore.  Paolo Coen, in Roma ieri oggi e domani afferma che la fontana fu spostata due anni dopo la sua erezione. Mi sembra più credibile quanto scrive Willy Pocino in Le fontane di Roma che io qui riporto.

[13] Fontana delle Anfore.  Per notizie sull’Acqua Marcia vedi la nota relativa alla fontana della Pigna.

[14] Fontanelle dette Nasoni. Tutti i dati da: Fabrizio Di Mauro, I nasoni di Roma, ed. Innocenti, 1999; e da: www.romegrandtour.com.

[15] Fontanelle dette Nasoni. Spreco o motivo igienico? La notizia dell’utilità delle fontanelle sempre aperte da: la Repubblica, cronaca di Roma del 22 agosto 2006, articolo di Renata Mambelli con intervista a dirigenti Acea.

[16] Fontanelle delle Nasoni. Censimento. Da: la Repubblica del 31.7.09, pagine di cronaca di Roma.