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MONUMENTI PERIPATETICI

 

INTRODUZIONE

Molti monumenti si sono spostati nei secoli, per mutate esigenze di gusto o per necessità urbanistiche. Basti pensare al Colosso di Nerone che ha dato il nome al Colosseo, era posto sul colle Oppio, venne poi spostato nei pressi del Colosseo, tra l’Anfiteatro Flavio e il tempio di Venere e Roma. Ma certamente sono le fontane ad aver subito più spostamenti.

Iniziamo dagli obelischi, che provengono dall’Egitto, tutti ricordiamo la celebre storiella “Acqua alle corde” che riguarda l’obelisco Vaticano; i due obelischi del Circo Massimo sono andati: uno a piazza del Popolo, l’altro al Laterano. L’unica colonna superstite della Basilica di Massenzio andrà di fronte alla chiesa di Santa Maria Maggiore per volere di papa Paolo V, al culmine venne posta la statua della Madonna.

Il monumento ai caduti di Dogali si trovava davanti alla vecchia stazione Termini, venne portato nei giardini tra viale Luigi Einaudi e via delle Terme di Diocleziano nel 1924. Ai piedi del monumento venne posto il leone di Giuda (l’8 maggio 1937 – anniversario della proclamazione dell’impero – restituito nel 1960), emblema dell’Etiopia, oggi restituito al paese africano, come l’obelisco di Axum. Alcune colonne del demolito campanile berniniano posto sulla facciata di San Pietro sono ora nelle chiese gemelle di piazza del Popolo. Le colonne centrali messe in opera nel prospetto esterno della Porta del Popolo sono le stesse che si trovavano alle estremità del transetto nella primitiva Basilica di San Pietro. Sempre in piazza del Popolo era una fontana che con i lavori del Valadier si decise di portare in piazza Nicosia, dove si trova oggi.

E veniamo così alle fontane che rappresentano un capitolo importante di questo tema.

Le due splendide vasche che decorano le due fontane gemelle di piazza Farnese provengono dalla Terme di Caracalla. Il bacino rotondo che si trova sulla piazza del Quirinale era un abbeveratoio di buoi e cavalli nel Campo Vaccino prima che venisse scavato il Foro Romano.

La fontana di piazza Scossacavalli, luogo di Roma scomparso per la decisione di costruire la via della Conciliazione, quella fontana ora si trova davanti a Sant’Andrea della Valle. Anche piazza Montanara, ai piedi del Campidoglio, tra questo e il teatro di Marcello, aveva una fontanella, anche questa piazza è scomparsa, e la fontanella – dopo anni trascorsi nei depositi comunali – è approdata in via dei Coronari, in piazza San Simeone.

Curioso anche il destino della statua di Metastasio, da piazza San Silvestro è approdata in piazza della Chiesa Nuova; ancora più bizzarro il destino di Terenzio Mamiani che dovette lasciare piazza Sforza Cesarini per far posto a Nicola Spedalieri a sua volta sfrattato da piazza Vidoni (nella piazza è rimasta però la statua parlante dell’Abate Luigi). Oggi Mamiani si trova in via Acciaioli, in un giardinetto presso corso Vittorio Emanuele.

Nessuno ricorda più che un monumento equestre in marmo dedicato a Vittorio Emanuele II si trovava nel portico sottostante la terrazza panoramica del Pincio che guarda piazza del Popolo; con la costruzione del Vittoriano, il monumento venne portato dietro il Museo dei Granatieri a Santa Croce in Gerusalemme. Non mancano a questo elenco anche gli ingressi monumentali delle ville. Villa Celimontana ha una arco di ingresso che proviene dalla scomparsa villa Massimo al Laterano.

 

 

 

 

 

 

 

 

VIA GOFFREDO MAMELI

FONTANA DI VILLA MONTALDO

La fontana del Prigione. Commissionata a Domenico Fontana1 da papa Sisto V per la sua villa sull'Esquilino, fu realizzata tra il 1587 e il 1590 (è una conseguenza della costruzione dell'acquedotto Felice, ripristino dell'Alessandrino). E’ l’unica sopravvissuta delle trenta fontane che ornavano la villa Montalto. Quando negli ultimi anni dell'Ottocento la villa fu distrutta (nel frattempo era passata ai Massimo) per la costruzione della stazione Termini e la sistemazione urbanistica di tutta l'area, la fontana venne smontata e collocata in un magazzino del Comune di Roma, nel 1894 fu ricomposta come fondale di via Genova (nei pressi di via Nazionale). Ma, ancora una volta, per la costruzione del palazzo del Viminale, fu spostata e sistemata in questo luogo nel 1923 dal Genio Civile.

E' costituita da un nicchione centrale delimitato da due lesene – con ghirlande di fiori e frutti in rilievo - che sorreggono un frontone decorato. L'acqua sgorga in due piccole vasche alla base delle lesene e, da una testa di leone (simbolo araldico della famiglia Peretti, papa Sisto V), in una piscina centrale a livello stradale. Nella nicchia era posto un gruppo marmoreo, definitivamente perduto, raffigurante un prigioniero con le mani legate – per cui il nome di fontana del Prigione - con Apollo e Venere. Sulla sommità della fontana era la testa di Esculapio.

Nel 2005-06 la fontana è stata restaurata dal Comune che l'ha dotata di un'area di rispetto.

 

PINCIO

OBELISCO DI ANTINOO

L’obelisco si trova al centro di una piazza che è stata dedicata a Bucarest (capitale della Romania), è dedicato da Adriano al suo favorito Antinoo, annegato nel Nilo nell’anno 130, rinvenuto presso la basilica di Santa Croce in Gerusalemme spaccato in due pezzi (lapide in via Ozieri) nel Cinquecento nella vigna dei fratelli Saccossi, nell’area del circo Variano che faceva parte del Sessorium, la villa imperiale di Eliogabalo. Forse proviene dal tempio che Adriano dedicò ad Antinoo, non si conosce la sua ubicazione, chi pensa al Palatino, chi al mausoleo di Augusto, poi portato da Eliogabalo sulla spina del circo Variano. Lo aveva fatto rialzare Urbano VIII e collocato davanti a palazzo Barberini, ma siccome disturbava il passaggio delle carrozze lo regalarono a Clemente XIV che lo depositò nel cortile della Pigna, finalmente venne qui collocato nel 1822 per volere di papa Pio VII da Giuseppe Marini.

Studi recenti ipotizzano che l’obelisco si trovasse a villa Adriana a Tivoli.

L’obelisco è in marmo rosa, misura m 9,2 ma con il basamento arriva a m 17,26. I geroglifici non furono scolpiti in Egitto, ma intagliati da artigiani locali che non avevano familiarità con il geroglifico per cui le iscrizioni risultano incerte e con contorni modificati.

 

PIAZZA DI SANTA MARIA MAGGIORE

OBELISCO DELLA PACE

Davanti alla facciata della basilica di Santa Maria Maggiore si erge l’unica colonna superstite delle otto della basilica di Massenzio, alta 14 metri (qui rialzata nel 1614 per opera di Carlo Maderno), in cima una statua della Vergine di Guillaume Berthelot (fusa da Orazio Censore), ai suoi piedi la fontana anch’essa di Carlo Maderno (1615), fontana alimentata dall’acquedotto Felice. E’ detta colonna della Pace perché proveniente dal Foro della Pace (Vespasiano). La colonna fu rialzata per volere di papa Paolo V Borghese che come Sisto V voleva mettere al servizio del culto cristiano i monumenti pagani, come era stato fatto per gli obelischi. Notare le aquile e i draghi dello stemma borghese.

Sulla colonna fu eseguito un esorcismo.

 

VIA MONTANARA

CHIESA DI SANTA RITA

Chiesa oggi sconsacrata. La chiesa fino al 1933 si trovava ai piedi della scalinata dell’Ara Coeli, in via della Pedacchia, venne qui spostata in seguito agli sventramenti degli anni Trenta.

Venne costruita su progetto di Carlo Fontana2 nel 1665 al posto di una chiesa più antica dovuta alla famiglia Bucabella nel secolo XI, era dedicata a San Biagio, i resti di tale costruzione più antica sono venuti alla luce con gli sventramenti degli anni Trenta, sono stati lasciati in vista tra la scalinata dell’Ara Coeli e il fianco destro del Vittoriano. La chiesa venne smontata pezzo per pezzo, messa in deposito con l’intento di ricostruirla sul posto, invece, nel 1940 fu ricostruita nella posizione attuale. Una lapide, sul lato sinistro, ricorda tale spostamento.

Oggi la chiesa, in uso al Comune di Roma, è luogo di mostre, conferenze e concerti.

L’interno si presenta a croce greca con pianta romboidale convessa simile a San Carlo alle Quattro Fontane. L’abside è più profonda delle due cappelle laterali, si conserva l’altare barocco in marmi policromi e una vetrata raffigurante Santa Rita da Cascia.

 

PIAZZA DI PORTA CAPENA

CASINO BOCCAPADULI

Detto anche Casino La Vignola o Casino Boccapaduli, costruito nel 1538 per Prospero Boccapaduli, conservatore del Campidoglio, situato sull’altro lato della piazza, dove inizia via di santa Balbina, e qui spostato per creare la passeggiata archeologica. Era il casino di una vigna del Cinquecento di proprietà di un certo Prospero Boccapaduli che – probabilmente – disegnò lui stesso il casino ispirandosi agli schemi del Vignola3. Il casino fu ricostruito dall’architetto Pietro Guidi4 che si concesse qualche tocco di personale, come la scalinata di 10 gradini rispetto ai due originari. L’edificio si apre al pianterreno con un portico in travertino, costituito da tre archi sulla fronte e due sui fianchi, sopra corre un fregio dorico, mentre il piano nobile presenta finestre architravate. Per molti anni è stato sede di un Istituto Storico per la Storia della Resistenza Romana.

 

 

Piero Tucci

1.5.2022

1 Domenico Fontana architetto di origine ticinese, a lavorato a Roma e Napoli, è vissuto nella seconda metà del Cinquecento. E' l'uomo che ha rialzato gli antichi obelischi (vedi quello in piazza san Pietro), è autore della cappella Sistina in Santa Maria Maggiore, della fontana del Mosè. A Napoli ha eretto il palazzo Reale e la fontana del Nettuno (oggi in via Medina). Ha lavorato ai palazzi Vaticani, al palazzo del Laterano e al Quirinale.

2 Carlo Fontana (Rancate 1638 - Roma 1714) architetto e scultore italo svizzero è vissuto tra Seicento e Settecento, sua la facciata di San Marcello al Corso, la cappella Albani in San Sebastiano, santa Rita in Campitelli, fontana di sinistra in piazza san Pietro e la fontana in Santa Maria in Trastevere. Sua la cappella Cybo in santa Maria del Popolo. Ha lavorato all’Istituto San Michele dove ha lasciato un segno importante. Basilica dei Santi Apostoli. Tomba della regina Cristina di Svezia in San Pietro e dei papi Clemente XI e Innocenzo XII in San Pietro. Suo il progetto di chiudere con un terzo braccio il colonnato del Bernini di piazza San Pietro e di aprire una viale nella spina di Borgo, l’attuale via della Conciliazione. Suo il progetto di una chiesa dentro il Colosseo.

3 Vignola Jacopo Barozzi detto il ... (Vignola MO 1507 - Roma 1573) architetto e teorico dell'architettura autore della chiesetta di Sant'Andrea in via Flaminia, di palazzo Farnese a Caprarola (il suo capolavoro), villa Giulia oggi sede del museo Etrusco, palazzo Mattei Paganica, la chiesa e la cupola del Gesù diventata prototipo delle chiese gesuitiche, l'incompiuto palazzo Farnese a Piacenza. E' sepolto al Pantheon.

4 Pietro Guidi Non può essere Ignazio Guidi (avrebbe avuto sette anni in questo lavoro) autore della scuola Manzoni, della Garrone a Ostia e dei sottopassi di corso Italia sempre a Roma.