SAN PIETRO

 

IL CENTRO MONDIALE DEL CATTOLICESIMO

LA CHIESA PIU’ GRANDE DEL MONDO

UNO SCRIGNO DI TESORI ARTISTICI

UN LUOGO IN CUI LA STORIA E’ PASSATA E HA LASCIATO I SUOI SEGNI

 

Per la cupola di San Pietro vedi anche “Michelangelo”.

Per l’obelisco Vaticano vedi “Obelischi”.

Per avvenimenti magici nella piazza vedi “Roma magica”.

 

PIAZZA SAN PIETRO

 

     Capolavoro d’architettura del Bernini[1] (1656-67[2]), è un’immensa ellissi di 240 metridi larghezza su cui nel fondo, al di là di un grandioso sagrato rettangolare, prospetta la facciata della basilica dominata dalla cupola michelangiolesca. Dalla scalinata della basilica alla striscia di granito che segna il confine tra i due stati: m 340. I due emicicli laterali, con preciso significato simbolico, sono costituiti da imponenti porticati a quadruplice fila di colonne doriche, limitanti tre corsie di cui la mediana più larga. In tutto sono 284 colonne (alte 16 metri) e 88 pilastri. La trabeazione è coronata da 140 statue di santi e da grandi stemmi di Alessandro VII[3]. Il colonnato è stato restaurato tra il 2008 e il febbraio 2014, per una spesa di 14 milioni di euro, sono stati ripuliti 44.000 mq di marmi. In fondo al portico destro è il portone di bronzo dei palazzi Vaticani.

 

     Il papa si affaccia ogni domenica a mezzogiorno per l’Angelus dalla seconda finestra, da destra, dell’ultimo piano. Seguono, il suo ufficio e quello del segretario. Al piano inferiore c’è l’appartamento del Segretario di Stato Pietro Parolin (Schiavon VI 1955 cardinale e arcivescovo dal 2013).

 

     Al centro della piazza, tra due grandiose fontane si leva un obelisco senza geroglifici, alto 25,50 metri, ma con il basamento e la croce giunge a m 40,285, pesa 330 t, l’obelisco è posato sul dorso di quattro leoni di bronzo (motivo araldico di Sisto V), agli angoli dell’alto piedistallo.

 

     Nel Medioevo si credeva che in cima, in un urna d’oro, fossero deposte le ceneri di Cesare. Attualmente, in alto, dov’è l’emblema bronzeo con i monti e la stella dei Chigi, è racchiusa una reliquia della Croce.

 

L’obelisco proviene da Eliopoli, da dove fu fatto trasportare da Caligola nel 37 per ornare il circo detto poi di Nerone a lato della basilica. Fu il primo obelisco rialzato in epoca moderna e la sua erezione nella piazza, per ordine di Sisto V[4], è rimasta impresa memoranda di Domenico Fontana[5], che vi impiegò più di quattro mesi, servendosi di 44 argani, 900 operai e 140 cavalli.

 

     Attorno all’obelisco è segnata sul pavimento una meridiano con la rosa dei venti, poste nel 1817 dall’astronomo Gilij: “Va in linea retta da un punto situato a destra della base dell’obelisco fino al di là della fontana del Maderno. I due dischi marmorei estremi della fascia stanno a indicare i due luoghi dove, a mezzogiorno, l’ombra della croce cade nei due giorni solstiziali dell’anno: il 22 giugno e il 22 dicembre. Avanzando verso le fontane si trova a terra una pietra circolare, guardando da questa il colonnato, sembra composto di una sola colonna.

 

     Le due magnifiche fontane, alte 14 metri (quella di destra del Maderno del 1613, quella di sinistra del Bernini del 1677) lanciano getti d’acqua che ricadono in tazze monolitiche di granito orientale, mettendo una nota viva e fresca nella solennità del sito.

 

     Molti avvenimenti magici sono avvenuti in questa piazza secondo le leggende. Nel 1214 una gigantesca croce era apparsa sopra la basilica (16 maggio – 24 giugno), nel 1309 una colonna di fuoco era scesa velocemente e altrettanto velocemente era risalita, nel 1954 (il 6 e 7 novembre) si sono visti oggetti luminosi, nei giorni seguenti i ragazzini di Borgo si divertirono a riunirsi in gruppi e guardare fissi in cielo finché qualcuno non gridava: “ai dischi volanti!”. Il giorno delle dimissioni (28 febbraio 2013) di papa Benedetto XVI un fulmine ha colpito la croce in cima alla cupola, questa volta una foto ha fissato l’attimo[6].

 

BASILICA DI SAN PIETRO

Per le sue misure è la chiesa più grande del mondo[7]:

lunghezza m 186.36, compreso il portico m 218,70;

larghezza m 71, altezza m 44.

Può contenere fino a 60.000 persone.

 

STORIA

 

     La prima chiesa fu eretta per volere i Costantino là dove la tradizione collocava la tomba dell’apostolo presso il luogo del suo supplizio. Consacrata il 18 novembre 326 da papa Silvestro era una magnifica costruzione  a cinque navate preceduta da un vastissimo atrio a colonne con il cantharus, una vasca per le abluzioni, al centro.

     Durante i 73 anni che i papi furono ad Avignone la basilica fu trascurata in modo tale che il suo restauro fu considerato impossibile. Minacciava di rovinare quando Niccolò V[8] ne deliberò il rifacimento e Bernardo Rossellino[9] ne iniziò la ricostruzione (1452), alla morte del papa i lavori rimasero sospesi. Giulio II[10] ne decise la ricostruzione totale e ne incaricò il Bramante[11] che iniziò demolendo interamente la vecchia chiesa senza riguardo a memorie illustri guadagnandosi l’appellativo di “Mastro Ruinante”.

     Il progetto del Bramante prevedeva una chiesa a pianta greca. Morto il pontefice all’inizio dell’opera, Raffaello chiamato a dirigere i lavori in collaborazione con fra Giocondo e Giuliano da Sangallo ideò invece un maestoso progetto a croce latina. Dopo di questi si succedettero a dirigere l’opera Baldassarre Peruzzi, Antonio da Sangallo il Giovane, quindi Michelangelo quasi settantenne – che tornò alla croce greca - che per la cupola si ispirò a quella del Brunelleschi a Firenze.

     Morto Michelangelo i suoi progetti furono proseguiti da Vignola e Pirro Ligorio, mentre nella cupola da Giacomo della Porta e Domenico Fontana.

     Con Paolo V[12] (1605-21), grazie al Maderno[13], si tornò all’idea della croce latina per ragioni liturgiche ingrandendo la navata centrale fino alla facciata attuale, che terminò nel 1614. Urbano VIII consacrò il nuovo tempio il 18 novembre 1626.

     Il Bernini completò la facciata con i due campanili laterali poi demoliti.

 

FACCIATA

     L’amplissima fronte misura m 114 di larghezza e m 45 di altezza, è stata eretta da Carlo Maderno dal 1607 al 1614, è opera che, anche per le sue dimensioni non disdice alla grandiosità dell’insieme, per quanto si sia lamentato che essa, trovandosi spostata in avanti rispetto alla cupola, abbia mascherato il tamburo di questa, sminuendone l’effetto ascensionale. E’ preceduta da una scalinata a tre ripiani con ai lati le colossali statue di San Pietro (di Giuseppe de Fabris) e di San Paolo (di Adamo Tadolini[14]) del 1838[15]. Un unico gigantesco ordine di colonne e lesene corinzie abbraccia tutta la fronte. Dal balcone mediano, detto Loggia delle benedizioni, si affaccia il papa per le solenni benedizioni (ad essa corrisponde, nell’interno un’altra loggia, da cui si ha una maestosa visione dell’interno); sotto di esso è un altorilievo raffigurante “La consegna delle chiavi” di Ambrogio Bonvicino (1614). Notare la scritta dove spicca il nome “Paulus V Borghesius romanus”, invece che quello della chiesa stessa. Sull’attico si elevano 13 statue, alte 6 metri, raffiguranti Gesù al centro, il Battista e Sant’Andrea ai lati, quindi altri dieci apostoli, tranne san Pietro, che è in piazza.

     Ai lati due orologi a mosaico aggiunti dal Valadier su commissione di Pio VI Braschi nel 1777. L’orologio di sinistra indica l’ora media basata sul fuso orario europeo, quello di destra l’ora reale spostato di un minuto o due perché basato sul meridiano di Roma (passante per il Pincio), sono detti Oltremontano e Italiano. Sotto all’orologio di sinistra si trovano sei campane di cui quattro maggiori. Il “campanone” è una delle maggiori campane d’Italia per nota e peso, ed è esteticamente tra le più curiose e originali della penisola. E’ stata fusa nel 1785 dall’orafo Luigi Valadier padre dell’arch. Giuseppe. Particolare la sporgenza delle decorazioni con figure non esclusivamente sacre, nella fascia centrale i 12 apostoli, elementi geometrici e puntiformi al bordo e spalla, mentre le trecce sono dei serpenti marini alternati ad infanti che si protraggono a braccia aperte. E’ possibile ascoltare il plenum del concerto dopo la benedizione papale di Natale, Pasqua e Ss. Pietro e Paolo, uniche date in cui il “Campanone” suona a slancio.

 

     Nella Basilica di  San Pietro troviamo ben sei campane per un peso complessivo di quindici tonnellate. L’unica rimasta delle antiche è quella trecentesca detta della Rota, legata all’omonimo tribunale. La campana più grande è quella detta “Campanone” voluto da Benedetto XIV[16] nel 1746, con un’altezza di circa 4 metri e un peso di 24.000 libbre[17]. L’anno dopo venne issato nella cella campanaria con una difficile operazione diretta da Nicola Zabaglia[18], capo dei sampietrini. Ma nel 1779 il campanone si crepò, venne nuovamente fuso da Luigi Valadier[19], padre di Giuseppe, l’operazione si presentava difficile, molte erano le critiche, per cui si suicidò, gettandosi nel Tevere dove annegò. La fusione riuscì alla perfezione, la sua voce è ancora potente e popolare.

 

     Su tutto domina l’immensa CUPOLA michelangiolesca, la più grande e maestosa opera in muratura che mai sia stata creata. Michelangelo si ispirò per essa alla cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze e ne derivò la struttura a doppio guscio, quello interno è portante. Egli diresse la costruzione di tutta la parte inferiore, fino al tamburo, che era quasi ultimata alla sua morte (1564). La cupola fu eretta in 22 mesi da Giacomo della Porta[20], assistito da Domenico Fontana, che modificò in parte il progetto michelangiolesco. E’ alta 133,30 m, all’interno m 117,57. Il diametro interno è di m 42. Si può arrivare in cima salendo 551 scalini. Prima dell’illuminazione elettrica la cupola si illuminava con fiaccole che venivano montate dai sampietrini calandosi dall’alto mentre si reggevano a delle funi, degli equilibristi.

     Ai lati emergono due cupole, sormontano le cappelle Gregoriana e Clementina: dovute al Vignola che fu collaboratore di Michelangelo e dopo la morte del maestro diresse i lavori.

 

INTERNO - PORTICO

     Da cinque ingressi si entra nel portico di Carlo Maderno cui fanno da sfondo laterale,  sinistra, la statua di Carlo Magno di Ag. Cornacchini del 1725, mentre a destra, dietro alla porta che dà accesso al vestibolo della Scala Regia, la statua equestre di Costantino del Bernini (1670). I due cavalli sono diversissimi tra loro, quello di Costantino è agitato poiché l'imperatore romano dovette passare un travaglio interiore prima di giungere all'editto di Milano, mentre quello di Carlo Magno è statico perché trovò il cristianesimo come religione consolidata.

     L’ultima porta a destra è la porta Santa che si apre ogni 25 anni. E’ ornata con scene del Vecchio e Nuovo Testamento, di Vico Consorti[21]. Tra i pannelli scultorei gli stemmi dei papi che hanno aperto la porta Santa. La porta mediana ha grandiose imposte di bronzo già dell’antica basilica ed eseguite nel 1433-45 dal Filarete[22], con esse si ha a Roma la prima affermazione dell’arte rinascimentale. La porta venne riadattata con aggiunte in alto e in basso e dediche a Paolo V Borghese (1619). Ogni battente è diviso in tre riquadri sovrapposti. In alto Cristo in trono e Madonna in trono; nei riquadri centrali “San Paolo con la spada e un vaso mistico di fiori” e “San Pietro mentre consegna le chiavi a papa Eugenio IV inginocchiato”; in basso a sinistra “San Paolo che appare a Plautilla (moglie di Caracalla)” e “Decapitazione di San Paolo”; a destra “Crocifissione capovolta di San Pietro” con interessanti scorci di Roma antica: la piramide Cestia e la meta Romuli. Nella parte interna della porta in basso il banchetto di fine lavori.

     Di fronte, sopra l’ingresso mediano del portico è il celebre mosaico della Navicella di Giotto, già nel quadriportico dell’antica basilica (la nave è la Chiesa). Al di sopra della cornice le statue dei primi 38 papi della Chiesa. La prima porta a sinistra è la “Porta della morte”, perché da essa esce il feretro del papa dopo la messa funebre, è di Giacomo Manzù[23]. In alto a sinistra la morte di Cristo con il suo corpo esanime, in alto a destra la morte di Maria con due angeli che scendono verso la donna riversa a terra. Sotto di essa: la morte per violenza, che ricorda la morte del partigiano, la morte nello spazio, la morte sulla terra (con la moglie), infine la morte di papa Giovanni. Sotto la morte di Cristo si susseguono le morti di Abele, San Giuseppe, Santo Stefano e Gregorio VII. La seconda è la “Porta del Bene e del Male” di Luciano Minguzzi[24], la porta a destra della maggiore è la “Porta dei Sacramenti” di Venanzo Crocetti[25] .

 

INTERNO

     Si passa all’interno. La prima impressione è inferiore all’aspettativa per quanto riguarda le dimensioni; queste, in realtà enormi, non si percepiscono immediatamente, ma solo a mano a mano che si osservano da vicino i particolari. Per esempio, dal portale mediano si possono giudicare di grandezza normale le acquasantiere: avvicinandosi ci si accorge che i putti sorreggenti le conche (del Settecento) sono giganteschi. Basti tener presente che il baldacchino del Bernini è alto quanto palazzo Farnese (29 metri). La lunghezza della basilica è pari a due campi di calcio[26]. La larghezza è pari a una piscina olimpionica[27] + 21 metri. Tutta la basilica viene spolverata due volte l’anno, per il 29 giugno (San Pietro e Paolo), per il Natale.

    

     La navata mediana ha quattro grandiose arcate per lato larghe 13 metri e alte 23, l’obelisco della piazza è alto solo due metri di più, l’enorme volta a botte è a 44 metri dal suolo. Non è perfettamente rettangolare per problemi di costruzione/misurazione ma piuttosto trapezoidale.

     Lungo la linea assiale sono segnate sul pavimento le più grandi chiese del mondo. Un grande disco in porfido, ora vicino alla porta principale, già presso l’altare maggiore, sul quale, la notte di Natale dell’anno 800 Carlo Magno, si prostrò per ricevere da Leone III il crisma e la corona imperiale. Qui sono stati consacrati 15 imperatori.

     All’ultimo pilastro di destra, su cattedra marmorea, è la venerata statua bronzea di San Pietro, seduto e benedicente, col piede destro consumato dal bacio dei devoti. Fu creduta opera del V secolo, ma è da ritenersi lavoro duecentesco di Arnolfo di Cambio[28]. Il medaglione sopra la statua ricorda che Pio IX superò i 25 anni di pontificato, la tradizione voleva che nessun pontefice avrebbe regnato più di Pietro, appunto 25 anni, anche Leone XIII e Giovanni Paolo II superarono tale termine.

 

     Si giunge sotto la CUPOLA, inondata di luce, che anche all’interno appare una delle più meravigliose creazioni architettoniche, è impostata su quattro grandiose arcate voltate su altrettanti enormi piloni a sezione pentagonale aventi un perimetro di 71 metri. Tutto è gigantesco: la penna di San Marco (per chi entra, dietro a destra), in uno dei tondi nei pennacchi della cupola è lunga circa un metro e mezzo, la lanterna è alta più di 17 metri. Tutte le immagini della basilica sono in mosaico, coprono una superficie di 100.000 mq.

     Nelle quattro nicchie aperte dal Bernini alla base dei pilastri della cupola, sono altrettante statue colossali alte 5 metri, volute da Urbano VIII (1629): San Longino con la lancia che asperse il costato di Gesù per verificare che fosse morto, del Bernini; Sant’Elena imperatrice, madre di Costantino, con i chiodi e la Croce da essa ritrovata a Gerusalemme; Santa Veronica con il Volto Santo di Francesco Mochi e Sant’Andrea con la sua croce di Francesco Duquesnoy.

 

     Questo punto è un grande reliquiario che fa perno sulla tomba di Pietro. Il frammento della lancia con cui fu trafitto Gesù sulla Croce donato a Innocenzo VIII da Bajazet, figlio del sultano Maometto II, è nella loggia sopra la statua di San Longino, nome del centurione romano che avrebbe trapassato il costato di Gesù. Sopra la statua della Veronica (Vera Ikon = Vera Immagine) era conservato, fino al secolo XVI, il panno con il quale la donna aveva asciugato il viso di Gesù e tale volto era rimasto impresso. Sopra la statua di Sant’Elena, nella loggia sono frammenti della Croce. Sopra la statua di Sant’Andrea era conservato il capo dell’apostolo fino al 1964, quando il papa Paolo VI la riconsegnò al patriarca ortodosso perché fosse conservata a Patrasso dove il santo subì il martirio.

 

     Nel mezzo, sopra l’altare papale, è il baldacchino in bronzo, capolavoro del Bernini (iniziato avanti il 1624 e inaugurato il 28 giugno 1633, vigilia dei Ss. Pietro e Paolo da Urbano VIII Barberini[29]), per la fusione del quale furono usati i bronzi tolti al pronao del Pantheon, da qui la pasquinata: “Quod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini”. Fra i viticci delle colonne si posano a sciame le api barberiniane.

 

     Non è al centro, per una questione di prospettiva, per permettere la visione della cupola. Una curiosità è costituita dai quattro basamenti in marmo bianco di Carrara che sostengono le colonne del baldacchino, vi sono sbalzati otto stemmi della famiglia Barberini nei quali, sopra ogni scudo con le tre api, nell’incavo delle chiavi pontificie, è raffigurato per sette volte il viso di una donna nelle varie fasi del concepimento e del parto fino all’ultima sorridente testa del bambino che nasce nell’ottavo stemma. Queste sculture, eseguite dal giovane Borromini, rappresentano l’esaltazione della Mater Ecclesia, ovvero del primato della Sede Apostolica Romana come madre di tutte le altre sedi episcopali.

 

     L’altare si affaccia sulla Confessionedel Maderno, ricca di marmi a intarsio; 99 lampade perenni, poste sulla balaustrata, illuminano la “tomba di Pietro” dinanzi alla quale era la statua di Pio VI[30], orante in ginocchio (qui sepolto), ultima opera del Canova, finita, per la morte dell’artista, da Adamo Tadolini[31] (1821-22), ora nelle grotte Vaticane.

 

NAVATA DESTRA

 

     1° CAPPELLA, DELLA PIETA’. All’altare la celebre Pietà di Michelangelo[32] eseguita a meno di 25 anni, nel 1499, su ordinazione del card. Villiers de la Craslage, ambasciatore di Carlo VIII. In origine il gruppo su posto nell’oratorio detto della Madonna della Febbre, presso questa basilica, demolito tale edificio, su progetto di Borromini, fu portato in questa cappella. Sulle ginocchia della Vergine di giovanile bellezza (non porta i segni del peccato), giace il corpo abbandonato del Cristo morto. Nel profondo senso di umanità che vi ha espresso l’artista, è già il presentimento della sua tormentata energia creatrice. Stupefacente è la perfezione formale dell’opera, potentemente unitaria  nell’armoniosa fusione di sentimento, venustà e ispirazione religiosa. E’ l’unica opera che rechi la firma di Michelangelo, visibile sulla fascia che attraversa il petto della Madonna. Nel 1964 fu portata a New York, via mare, per una fiera internazionale. Il 21 maggio 1972 l’opera fu danneggiata da un geologo ungherese naturalizzato australiano Laszlo Toth. Con un martello da geologo colpì più volte il volto (spezzò il naso, ruppe un sopracciglio) e le braccia (spezzò il braccio sinistro, frantumò la mano sinistra) della Madonna, lasciando intatto il Cristo. Gridò: “Cristo è risorto, io sono il Cristo”.

     Nel primo passaggio a sinistra si trova il monumento a Cristina di Svezia[33], sepolta nelle Grotte, con grande medaglione e simboli della regalità e della morte, opera di Carlo Fontana[34]. Di fronte la statua di Leone XII[35] della Genga, fredda opera di Giuseppe De Fabris (1836). In san Pietro solo tre donne sepolte (Matilde di Canossa e Maria Sobieski).

     Nel pilastro di fronte c’è l’ascensore che usa il Papa quando scende dagli appartamenti in basilica.

     Nella cappella successiva, dedicata a San Sebastiano con il mosaico del Martirio del Santo da dipinto del Domenichino (mosaici di Pietro da Cortona nella volta): altare con San Giovanni Paolo II, a destra il monumento a Pio XI Achille Ratti, a sinistra quello a Pio XII Eugenio Pacelli di Francesco Messina[36].

     Nel secondo passaggio il monumento a Innocenzo XII[37] Antonio Pignatelli di Spinazzola (BA), opera di Filippo della Valle, del 1746 e il monumento a Matilde di Canossa del Bernini, 1633-37.

     Segue la cappella del Santissimo Sacramento, schermata da una cancellata ideata da Francesco Borromini. Fu progettata da Carlo Maderno, all’interno si trova il tabernacolo del Santissimo Sacramento in bronzo del Bernini, 1674, pensato sul modello del tempietto bramantesco di San Pietro in Montorio. La pala d’altare, raffigurante la Trinità, è opera di Pietro da Cortona,

     Notare il punto di attacco tra la basilica a croce greca ideata da Bramante e quella a croce latina di Michelangelo.

     Nel terzo e ultimo passaggio a destra si trova il monumento di Gregorio XIII[38] Ugo Boncompagni, con le statue della Religione e della Fortezza, di Camillo Rusconi[39] (1720-23), derivato dal monumento di Leone XI dell’Algardi. Il basamento del sarcofago, da sotto il quale sbuca il drago dei Boncompagni, allude alla riforma del calendario di Giulio Cesare fatta dal papa nel 1582.

     Di fronte si trova la tomba di Gregorio XIV, notare la differenza di ricchezza e sfarzo tra le due tombe. Recentemente è stata posta qui una immagine di Maria proveniente dalla chiesa di San Giacomo Scossacavalli demolita nei borghi per la realizzazione di via della Conciliazione. Opera del Cinquecento, danneggiata nel 1598 da inondazione del Tevere, riscoperta e restaurata nel 2018, qui collocata nel 2019.

 

     L’altare di San Girolamo[40] che chiude la navata, è un mosaico del 1730, rappresenta la comunione di San Girolamo da originale del Domenichino. San Girolamo morente è accompagnato dai discepoli al convento di Betlemme per l’ultima comunione da Sant’ Efrem. Sotto l’altare, dal 2001 riposano le spoglie di San Giovanni XXIII[41]. Le grate che chiudono il suo corpo recano i nomi delle sue encicliche.

     Si è giunti nel grandioso ambulacro michelangiolesco che gira intorno ai quattro pilastri della cupola. Qui si trova la CAPPELLA GREGORIANA, opera di Giacomo della Porta, del 1583, realizzata sotto il pontificato di Gregorio XIII.

     Qui si trova il monumento a Gregorio XVI Bartolomeo Cappellari di Belluno, il papa preso di mira dai sonetti del Belli, ultimo papa-re, nato e morto con queste prerogative. Segue il monumento di Benedetto XIV[42] Lambertini, di Pietro Bracci (1759). Notare sul pavimento lo stemma di Gregorio XIII con il drago. Sullo sfondo, in un altare una immagine di Maria proveniente dalla vecchia basilica.

 

TRANSETTO DESTRO

 

Le statue nelle nicchie seguitano la serie dei fondatori di ordini religiosi.

     Guardando il fondo del transetto, a sinistra, si trova ilMonumento di Clemente XIII[43] Rezzonico, una delle opere più celebri del Canova (1788-92). Il monumento si sviluppa attorno alla porta del sacello: in basso, due leoni accovacciati; ai lati del sarcofago (con le figure in bassorilievo della Carità e della Speranza) il Genio della Morte e la Religione; in alto, la statua del papa, inginocchiato e assorto in preghiera.

 

ABSIDE O TRIBUNA

 

Fra le due grandi lesene di fondo si sviluppa la grandiosa scenografica Cattedra, trionfale fantasia barocca del Bernini (1656-65), eseguita in bronzo, in gran parte dorato, sotto il pontificato di Alessandro VII. La vera antica cattedra, che la tradizione vuole sia quella usata da San Pietro (opera lignea del basso impero, con applicazioni d’avorio), è racchiusa in quella bronzea disegnata dal Bernini. Questa è sorretta da quattro colossali statue di dottori della Chiesa: sant’Ambrogio e sant’Agostino della chiesa latina, davanti; sant’Atanasio e San Giovanni Crisostomo della greca, più indietro. Una raggiante gloria di stucco dorato, popolata di angeli e di putti fra le nubi, il più bello e grandioso esempio del genere, circonda, nella luce del finestrone, il simbolo dello Spirito Santo. Il 22 febbraio si festeggia la cattedra di San Pietro.

 

     La cattedra è l’oggetto più emblematico del prestigio pontificio. Nel 1969 una commissione di esperti, presieduta da monsignor Michele Maccarone, ha rivelato che questa cattedra in legno, con ricche decorazioni in avorio, altro non è che un trono regale, regalato da Carlo il Calvo a papa Giovanni VIII per l’incoronazione imperiale del 875[44].

 

     Due tombe papali fiancheggiano la tribuna entro grandi nicchie. A destra è il monumento di Urbano VIII[45] Barberini, del Bernini (1642-47). Nella sua composizione piramidale deriva dal monumento di Paolo III, ma è concepito con altro e più libero slancio; prototipo di numerosi monumenti sepolcrali. Fra le volute di un ricchissimo sarcofago è rannicchiata la morte che scrive il nome del defunto; ai lati gruppi marmorei raffiguranti la Carità e la Giustizia; in alto la statua bronzea del pontefice benedicente (notare le api barberiniane posate qua e là prima di disperdersi nell’ultimo volo).

 

     A sinistra è il monumento di Paolo III[46] Farnese, capolavoro di Guglielmo Della Porta[47] (1551-75). In alto, la solenne statua bronzea del papa; in basso, ai lati, le figure marmoree della Giustizia e della Prudenza che nella loro positura ricordano quelle michelangiolesche delle tombe Medicee. Si vuole che la prima (magnifico nudo poi parzialmente ricoperto da un manto di metallo) ritragga le sembianze di Giulia Farnese, sorella del papa, e la Prudenza le fattezze della madre (Giovannella Caetani).  Al monumento che doveva restare isolato erano destinate altre due figure allegoriche, l’Abbondanza e la Pace, passate poi al palazzo Farnese.

 

     Siamo nell’ambulacro che gira intorno ai piedistalli della cupola. Sul fondo: l’altare con la tomba di San Leone il Grande[48] (440-461), dominato dalla grandiosa pala marmorea di Alessandro Algardi rappresentante San Leone che incontra Attila, al quale appaiono minacciosi gli apostoli Pietro e Paolo (1646-50): è la più perfetta e ricca fra le opere del genere, e fu definita “un quadro della scuola dei Carracci tradotto in marmo”. In restauro nell’ottobre 2019 – gennaio 2020.

 

     Nel passaggio dall’ambulacro al transetto sinistro la tomba di Alessandro VII[49] Chigi, ricca di marmi colorati e bronzi, fastosa composizione dell’ultimo periodo di attività del Bernini, che si valse della collaborazione di vari discepoli (1672-78). Tra la Giustizia e la Prudenza, sporgenti dal fondo e, in primo piano, la Carità e la Verità (scolpita nuda in origine, ricoperta poi da un panneggio di marmo imbiancato), il Papa è inginocchiato in preghiera mentre la morte, sollevando la clessidra, lo chiama sotto l’eterna coltre (enorme panneggio di diaspro che copre l’architrave della porta sottostante è un unico blocco di marmo). Il Belli si è ispirato a questa tomba per dire che la morte è nascosta negli orologi. I papi sono sepolti in tre casse: abete, piombo e cipresso con le monete e gli atti ufficiali.

 

TRANSETTO SINISTRO

 

     All’altare di destra il mosaico “Incredulità di San Tomaso” di Vincenzo Camuccini; all’altare centrale mosaico con la crocifissione di San Pietro, dall’originale di Guido Reni ora nella Pinacoteca Vaticana; a sinistra “San Giuseppe col Bambino” tela di Giuseppe Grandi.

     Nel passaggio tra il transetto e la cappella Clementina si trova la tomba di Pio VIII[50] Castiglioni di Pietro Tenerani, del 1866, al di sotto è l’ingresso alla Sacrestia e al Museo del Tesoro di San Pietro.

     CAPPELLA CLEMENTINA, condotta a termine da Giacomo Della Porta sotto Clemente VIII[51]. Di fronte si trova la tomba di Pio VII[52] Chiaramonti, fredda opera neoclassica del Thorvaldsen[53], fatta erigere dal cardinale Consalvi (1823) e a suo tempo aspramente criticata, anche perché il suo autore era l’unico artista di religione protestante che avesse operato in San Pietro. In questa cappella, ma a destra, sotto l’altare riposano i resti di Gregorio Magno[54], dottore della Chiesa. Sull’altare mosaico “Il mosaico di San Gregorio”, il santo incide il lino che era stato sulla tomba di Pietro, ne esce sangue.

 

NAVATA SINISTRA

 

     All’inizio, come testata finale della navata, l’altare presenta una copia della “Trasfigurazione” di Raffaello, sotto di essa la tomba e corpo del Beato Innocenzo XI Odescalchi.

     Subito sulla destra il monumento di Leone XI de’ Medici, di Alessandro Algardi (1642-44). Dell’Algardi è la statua benedicente del papa seduto in trono; il bassorilievo sulla fronte del sarcofago rappresenta il papa (ancora cardinale) che riceve l’abiura di Enrico IV di Francia; le figure allegoriche della Maestà e della Liberalità sono di Ercole Ferrata e di Giuseppe Peroni. Le scritte “sic floruit”, che accompagnano le rose scolpite negli zoccoli laterali, alludono alla brevissima durata (24 giorni) del suo pontificato.

 

     Di fronte il monumento di Innocenzo XI[55] Odescalchi, su disegno di Carlo Maratta[56] (1697-1704), con le figure allegoriche della Religione e della Giustizia, di Pietro Stefano Mannot; il bassorilievo sulla fronte dell’urna allude alla campagna promossa dal Papa per la liberazione di Vienna dai Turchi.

 

     Superata la cappella del Coro su disegno di Carlo Maderno, gli stucchi sulla volta sono attribuiti a Carlo Maratta, all’altare mosaico con “L’Immacolata Concezione” da cartone di Pietro bianchi. Nel passaggio seguente a sinistra la tomba di Innocenzo VIII[57] Cybo, di Antonio del Pollaiolo[58], in bronzo parzialmente dorato (1498), unica tomba trasferita dall’antica basilica invertendo il rapporto tra le due raffigurazioni – in trono e giacenti – del papa.

     Nell’epigrafe sotto la statua in trono del Papa è scritto che il pontefice vixit otto anni, dieci mesi e venticinque giorni, ovviamente questo è errato, si tratta del periodo nel quale regnavit. Nell’iscrizione del sarcofago si legge che Cristoforo Colombo scoprì il Nuovo Mondo sotto il suo pontificato, in realtà morì una settimana prima che Colombo salpasse da Palos. 12 ottobre 1492 è la data della scoperta dell’America, 25 luglio 1492 è la data della morte del Papa.

 

     Di fronte la statua di San Pio X, dietro di essa vi era un buco, qui veniva tumulato provvisoriamente un papa dopo la morte, si aspettava che anche il successore morisse per tumularlo definitivamente. Dopo l’erezione del monumento a Pio X, tale usanza è cessata.

 

     Subito dopo la:  CAPPELLA DELLA PRESENTAZIONE. All’altare, sotto il quale sono le spoglie di San Pio X[59], Presentazione di Maria al Tempio, mosaico da originale di Giovanni Francesco Romanelli. A sinistra monumento di Benedetto XV[60] Della Chiesa, genuflesso (a propiziare la misericordia divina sugli orrori della guerra, rappresentati nel bassorilievo del fondo), di Pietro Canonica. A destra monumento a Giovanni XXIII di Emilio Greco[61] del 1967.

 

     Nel passaggio il monumento di Maria Clementina Sobieski[62] (polacca 1702-35), moglie di Giacomo III Stuart, eseguito su disegno di Filippo Barigioni.

 

     Di fronte all’ultimo pilastro sepolcro degli ultimi Stuart[63], di Antonio Canova (1817-19), a forma di stele, con i ritratti a mezzo busto di Giacomo III, pretendente al trono inglese, e dei figli Carlo Edoardo, pure pretendente al trono ed Enrico duca di York, cardinale, vescovo di Frascati; due geni in rilievo con le faci rovesciate stanno ai lati della porta.

 

     L’ultima cappella è il BATTISTERO. La conca del fonte è formata dal coperchio di un antico sarcofago di porfido, probabile dell’imperatore Adriano, quindi utilizzato dall’imperatore Ottone II, ebbe la sistemazione attuale nel 1695 quando Carlo Fontana realizzò la copertura.

 

SAGRESTIA

 

     L’ingresso è sotto il monumento di Pio VIII, di Pietro Tenerani[64], nel transetto sinistro. Fu eretta da C. Marchionni (1776-84) per ordine di Pio VI, ed è formata da un edificio a sé state, collegato alla basilica per mezzo di due cavalcavia.

     Dopo il vestibolo si entra nella SAGRESTIA COMUNE, ottagonale, con otto colonne scanalate di bigio antico, provenienti da villa Adriana, e alta cupola.

     Si passa nella SAGRESTIA DEI CANONICI con Gloria dei Santi di Federico Zuccari.

      Nella SAGRESTIA DEI BENEFICIATI si trova il ciborio di Donatello[65] del 1432 con gruppi di angeli ai lati e, in alto, bassorilievo con la Deposizione. Colonna tortile dell’antica basilica, croce Vaticana del VI secolo, dono dell’imperatore Giustino II.

 

MUSEO DEL TESORO DI SAN PIETRO

INFO PRATICHE

Biglietto di ingresso di 5 euro (dicembre 2019)

 

SALA I

Monumento funebre a Sisto IVdel Pollaiolo, 1493.

Bottega orafa romana, 1470 c. anello di Sisto IV

SALA II

Sovrasta la sala precedente e permette di avere una visione d’insieme del monumento funebre a Sisto IV.

Pericle Fazzini, 1963, Fonte Pasquale

Enzo Carnebianca

Mario D’Anna, quadri futuristi

Mario Donizetti, Crocifissione e due bronzi, uno con Wojtila.

SALA III

Tiara o triregno per statua di San Pietro, sec. XVIII

Nel rialzo centrale della sala: Ultimo bozzetto per la porta dei Sacramenti di Venanzo Crocetti, 1963. Reliquari: - San Luca da Costantinopoli del sec. XIV, San Sebastiano del sec. XV e reliquiario della Santa Lancia del sec. XV. Dittico in avorio dono di De Gaulle a Paolo VI. Codici miniati.

Gallo in bronzo dorato in cima al campanile della basilica costantiniana, Leone IV, 847-855.

SALA IV

Croce d’altare e sei candelabri in bronzo e lapislazzuli, opera di Sebastiano Torregiani, del 1585.

Paliotto della Nicchia dei Pallii, tomba di Pietro, argento, sec. XVIII_XIX.

Icona Santi Pietro e Paolo 1270-1280. Mosaico con Cristo Signore 2013.

SALA V

Angelo in creta, Bernini, 1673.

SALA VI

Calici, medaglie, reliquari, paramenti liturgici.

SALA VII

Sarcofago di Giunio Basso, sec. IV.

     Uno dei più antichi sarcofagi con scene cristiane a noi pervenuto. E’ un capolavoro della scultura classicista cristiana del IV secolo. Giunio Basso è stato prefetto della città, morto nel 359. Del coperchio restano poche tracce. Il fronte della cassa presenza dieci scene ad altorilievo poste su due ordini, scandite da colonnine. Le scene nelle nicchie raffigurano episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, ognuna ha due o tre personaggi. Nel registro superiore: Sacrificio di Isacco, Cattura di Pietro, Cristo in trono tra i due principi degli apostoli (si suoi piedi una personificazione del cielo, forse Atlante e quindi la vittoria del  Cristo sopra il paganesimo), Cattura di Cristo o Consegna a Ponzio Pilato, Pilato meditabondo. Nel registro inferiore: Giobbe sul letamaio, Adamo ed Eva presso l’albero del Peccato, Entrata di Cristo in Gerusalemme, Daniele tra i leoni (il personaggio principale è di restauro), San Paolo condotto al supplizio.

Cattedra lignea di San Pietro, sec. IX, copia del 1975.

Copia della Pietà di Michelangelo, Francesco Mercatali, 1933-34.

Pastorali

Mitrie.

 

GROTTE VATICANE

     Scesi nelle Grotte Vaticane si trova subito la tomba di Pietro.

     Segue la sepoltura di Pio VI Braschi di Cesena, costruì la sacrestia della Basilica di San Pietro, ampliò i musei Vaticani. Morì in esilio a Valence in Francia. I suoi resti sono deposti in un sarcofago paleocristiano rinvenuto nel sottosuolo della Basilica Vaticana.

     Pio XI Achille Ratti di Desio, elevò alla gloria San Giovanni Bosco, Santa Teresa di Lisieux e Tommaso Moro, firmò i patti Lateranensi.

     Carlotta regina di Cipro (1445-1483), ultima discendente della dinastia dei Lusignano e regina di Cipro, Gerusalemme e Armenia, fu spodestata dal fratello e trovò rifugio a Roma sotto la protezione di Sisto IV Francesco della Rovere.

     Innocenzo IXGiovanni Antonio Facchinetti 1591, bolognese, fu papa per due mesi e deposto in una sepoltura provvisoria, a metà Novecento posto in questo sarcofago.

     Benedetto XV Giacomo Della Chiesa, genovese, fu il papa della Prima Guerra Mondiale, fu promotore di pace. Operò per la riunificazione delle Chiese Orientali con quella di Roma e favorì le conferenze tra anglicani e cattolici.

     Marcello II Corvini, 1555, fu papa per soli 22 giorni, conservò il nome di battesimo e fu l’ultimo a fare questa scelta. Pierluigi da Palestrina compose in suo onore la celebre Missa papae Marcelli.

     Giovanni Paolo I, Albino Luciani di Canale d’Agordo (Belluno) fu papa per soli 33 giorni, è ricordato come il “papa del sorriso”. Il sarcofago che custodisce le spoglie è ornato di due figure di angeli che provengono dal tabernacolo che custodiva la Santa Lancia.

     Paolo VI, Giovanni Battista Montinidi Concesio (BS). Arcivescovo di Milano, portò a termine il Concilio Vaticano. Il suo pontificato si caratterizzò per il dialogo ecumenico con Atenagora e l’arcivescovo di Canterbury. Fu il primo papa ad uscire dal Vaticano per fare viaggi in tutto il mondo, resta famoso quello in Terra Santa.

 

Piero Tucci

18.1.2020

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SEPOLCRO DI SAN PIETRO

     Le spoglie di San Pietro furono sepolte frettolosamente, perché non fossero profanate, ai margini della via Cornelia. La tomba doveva essere una piccola stanza in parte sottoterra, papa Anacleto nel 76-78 ha fatto erigere una memoria, ossia un piccolo oratorio al di sopra di essa. All’imperatore Costantino si deve la primitiva basilica.

     La necropoli sotterranea precostantiniana è formata da una serie di mausolei in muratura disposti lungo una piccola strada e riccamente decorati da affreschi, stucchi e da numerosi sarcofagi del II, III e IV secolo.

     I mausolei più notevoli sono quelli della famiglia dei Caetennii della famiglia dei Giulii con una decorazione musiva parzialmente integra raffigurante il Buon Pastore e il Pescatore, simboleggiante San Pietro

     Il sarcofago dell’Apostolo Pietro si trova sotto l’altare papale, nella camera della confessione il cui pavimento ricoperto di bronzo dorato rappresenta l’immagine della croce, della tiara, delle chiavi e della colomba.

 

NEL FILM ANGELI E DEMONI

     Arrivano in piazza San Pietro, ai piedi dell’obelisco c’è una incisione che rappresenta il vento di Ponente, ad una bambina cade la sua bambola di pezza, quando la raccoglie è sporca di sangue, qui giace il secondo cardinale, gli sono stati perforati i polmoni e sul petto ha un marchio: “air” cioè aria.

     Per capire dove si troverà il terzo cardinale il professore consulta la biblioteca Vaticana, qui scopre che il luogo del prossimo omicidio sarà la chiesa di Santa Maria della Vittoria dove si trova l’Estasi di santa Teresa del Bernini. Tuttavia viene a mancare la corrente, si bloccano le porte e il sistema di ricambio dell’aria della biblioteca. Per salvarsi il professore spara ad una parete di cristallo e vi fa cadere sopra un pesante scaffale, così si salva e corre al terzo luogo.

 

 

 

AGGIORNAMENTI

11.2.13 Nel giorno in cui papa Ratzinger annuncia le sue dimissioni, nel corso di un temporale, un fulmine ha colpito la cupola di San Pietro. Alessandro Di Meo, fotoreporter dell’Ansa coglie il momento.

 

26.2.14Colonnato di San Pietro. Dopo cinque anni di lavori il restauro del colonnato è alle battute finali, costo 14 milioni di euro, lavori dal 2008, si concluderà a fine febbraio. Ripuliti 44.000 mq di marmi. Per la Sistina in ottobre via al super impianto climatico.

12.12.14 Cupola di San Pietro al buio. Lavori in corso, presto nuove luci. Sarà illuminata da lampade al led con consumi più bassi e effetti cromatici ancora più ricchi e suggestivi. Ma non sarà solo il cupolone, altre 40 cupole romane sarà così illuminate, progettazione, installazione di nuove luci sarà tutto a carico di Acea.

28.12.14 Alì Agca si reca sulla tomba di Giovanni Paolo II con due mazzi di rose bianche, ha chiesto di incontrare papa Francesco. Il 13 maggio 1981 sparò al Papa nella stessa piazza. Sarà espulso dall’Italia.

 

7.12.15 San Pietro. Domani per l’apertura dell’anno santo, dalle ore 19 alle 22 la facciata e la cupola saranno la scena di un evento senza precedenti. Saranno proiettate le immagini di alcuni dei più celbri fotografi del mondo in un’opera curata da Louie Psihoyos, sotico fotografo e documentarista di National Geographic. Niente testo, niente musica, mentre a Parigi è in corso la conferenza sul clima, una performance proietterà immagini di animali e insetti spesso a rischio estinsione. Il 20 settembre 2014 una performance simile sul palazzo dell’ONU, a fine luglio sull’Empire State Building.

 

27.3.16 San Pietro. Allerta terrorismo dopo gli attentati di Bruxelles del 22 marzo che sono costati la vita ad oltre 30 persone. Attese 50.000 persone per la messa di Pasqua e 400 agenti a sorvegliare l’area. Doppio sistema di vigilanza e tre zone rosse. Ieri mattina bonificata l’area. Altri mille agenti nel centro storico.

 

22.1.18 Chiesa di San Pietro. Il secolare organo musicale risalente ad un’epoca non lontanissima è stato accantonato per far posto ad un organo digitale

12.3.18 San Pietro. Via della Conciliazione. Sulla sommità di 5 dei 28 obelischi di via della Conciliazione sono spuntati grappoli di impianti tecnici, telecamere, faretti e grovigli di fili elettrici. Proteste dagli architetti.

30.3.18 San Pietro. Cadono stucchi da una parte del rivestimento angolare di un pilastro presso la Pietà di Michelangelo, intorno alle ore 17. La basilica è rimasta aperta.

 

26.1.19 San Pietro. Centomila led a San Pietro. Un progetto realizzato da Osram, ieri sera la prima accensione. L’azienda bavarese ha utilizzato 780 apparecchi speciali tutti mimetizzati e integrati negli elementi architettonici, sarà attuata una riduzione del 90% di energia. Illuminata una superficie di 22.000 mq.

5.10.19 San Pietro. Cadono frammenti del soffitto nell’area a sinistra dell’altare maggiore durante la messa celebrata dal Papa per l’ordinazione di quattro nuovi vescovi. Per precauzione la zona è stata evacuata. Nessuna conseguenza alle persone.

 

 

 

 

 

 

 



[1] Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598 – Roma 1680). Scultore e architetto. Sant’Andrea al Quirinale e Santa Bibiana, palazzo Chigi di Ariccia. Fontana dei Quattro Fiumi e del Moro a Piazza Navona, fontana del Tritone e delle Api Barberini a piazza Barberini. Statue di Apollo e Dafne, statua del David.

[2] 1656-67 secondo Rendina, Enciclopedia di Roma, Newton, pag. 917, la data di costruzione sarebbe 1656-75.

[3] Alessandro VII, Fabio Chigi (Siena 1599 – Roma 1667), papa dal 1655. Lo stemma quadripartito ha i tre monti con una stella e la quercia con i frutti. Membro di una famiglia di banchieri, si avvalse del nepotismo in maniera ampia. Protettore del Bernini, impartì il battesimo a Cristina di Svezia quando venne a Roma per convertirsi al cristianesimo e abbandonare la corona svedese. Bernini progettò la sua tomba, nella Tribuna della Basilica di San Pietro.

[4] Sisto V, Felice Peretti (Grottammare 1521 – Roma 1590), papa dal 1585. Quando era cardinale fece costruire villa Peretti a Termini. Dopo la nomina pontificia risanò le finanze, represse il brigantaggio, tentò di prosciugare le paludi pontine. Terminò la costruzione della cupola di San Pietro, fece costruire la loggia in Laterano, la cappella del Presepe in Santa Maria Maggiore, fece erigere quattro obelischi, aprì nuove strade tra cui la via Sistina da piazza del Popolo a San Giovanni.

[5] Domenico Fontana ( Melide sul lago di Lugano nel Canton Ticino 1543 – Napoli 1607), architetto. A Roma ha realizzato il palazzo del Laterano, la Scala Santa, i palazzi Vaticani e la cappella Sistina in Santa Maria Maggiore. Ha innalzato gli obelischi in San Pietro, in piazza del Popolo, a San Giovanni e all’Esquilino. A Napoli il palazzo Reale e la chiesa del Gesù. La villa Sforzesca a Castellazzara.

[6] Leggende su piazza San Pietro in: Franco Bevilacqua, I tetti di Roma raccontano, ed. Arte’m, 2013.

[7] Basilica di San Pietro come chiesa più grande del mondo. Il record è stato superato nel 1989 dalla chiesa di Nostra Signora della Pace a Yamoussoukro  in Costa d’Avorio. Occupa una superficie di 30.000 mq, San Pietro in Vaticano 15.160.

[8] Niccolò V Tomaso Parentucelli di Sarzana. Papa dal 1447 al 1455.  E’ il fondatore della Biblioteca Vaticana. Durante il suo pontificato venne scoperta la congiura di Stefano Porcari.

[9] Bernardo Rossellino Bernardo di Matteo Gamberelli o Gambarelli, detto Rossellino per il colore dei capelli (Settignano 1409 - Firenze 1464) architetto e scultore. E' fratello di Antonio anch'egli artista. Fu lui a codificare il genere della tomba umanistica volta a celebrare il defunto laico per le sue opere terrene (monumento a Leonardo Bruni in Santa Croce a Firenze). Il suo più importante contributo architettonico è nella piazza di Pienza, fu il continuatore di Leon Battista Alberti.

[10] Giulio II Giuliano della Rovere, di Albisola (SV), Papa dal 1503 al 1513. Detto il papa guerriero o terribile dai contemporanei, promosse la lega contro Venezia e la lega Santa contro i francesi per cacciarli da Milano. Chiamò Michelangelo a lavorare nella cappella Sistina. Chiamò Raffaello a dipingere le sue stanze private, appunto di Raffaello. Fece costruire il castello ad Ostia Antica. Celebre il ritratto del pontefice fatto da Raffaello alla National Gallery di Londra.

[11] Bramante. Donato di Angelo Pascuccio (Fermignano PU 1444 – Roma 1514) pittore e architetto. A Milano: Santa Maria presso San Satiro, Sant’Ambrogio (chiostri e canonica), Santa Maria delle Grazie (tribuna). A Roma: chiesa di Santa Maria della Pace, tempietto di San Pietro in Montorio, palazzo del Belvedere in Vaticano. A Urbino il mausoleo dei Duchi.

[12] Paolo V Camillo Borghese di Roma, papa dal 1605 al 1621. Fu un papa nepotista, il nipote diede avvio alla costruzione della villa e del Casino come pure della collezione d'arte oggi Galleria Borghese. Affidò a Carlo Maderno la costruzione della facciata di San Pietro su cui spicca il suo nome, eresse il transetto modificando il progetto michelangiolesco. Affidò a Flaminio Ponzio l'ampliamento del palazzo del Quirinale. Restaurò l'acquedotto che portava l'acqua da Bracciano detto di Traiano e da allora Acqua Paola, fece costruire il fontanone del Gianicolo e quello oggi in piazza Trilussa come mostra. In santa Maria Maggiore fece costruire la cappella Paolina di fronte alla Sistina e davanti alla chiesa fece erigere la colonna prelevata dalla basilica di Massenzio. Fermo sostenitore dei diritti della Chiesa entrò in conflitto con Venezia per cui lanciò l'interdetto a Venezia nel 1606. Appoggiò la lega cattolica nella Guerra dei Trent'Anni. Fece costruire i porti di Fano e Civitavecchia.

[13] Carlo Maderno (Capolago in Ticino 1556 – Roma 1629), architetto, fratello di Stefano, famoso soprattutto per la facciata di San Pietro. Iniziò lavorando come assistente dello zio Domenico Fontana. Ha realizzato la chiesa di Santa Susanna, la navata centrale e la cupola di Sant’Andrea della Valle, palazzo Barberini, la cupola di San Giovanni dei Fiorentini, Santa Maria della Vittoria, il palazzo del Quirinale e quello di Castel Gandolfo.

[14] Adamo Tadolini (Bologna 1788-Roma 1868), scultore, allievo di Canova di cui seguì la tradizione neoclassica. Ha realizzato la statua di San Paolo in piazza San Pietro a Roma, la statua di David nel basamento della Colonna dell’Immacolata Concezione a piazza di Spagna,  la statua di Simon Bolivar a Lima. Anche il nipote Giulio (1849-1918)  fu scultore, sua la tomba di Leone XIII in San Giovanni, il monumento equestre a Vittorio Emanuele II a Perugia, alla Gnam: “Busti di Guido Baccelli e Cecilia Metella”. Monumento a Silvio Spaventa davanti al ministero delle Finanze.

[15] Statue di San Pietro e Paolo. Scolpite per la nuova basilica di San Paolo, ricostruita dopo l’incendio del 1823, ma fu il papa Pio IX a volerle qui nel marzo del 1847. Da: Rendina, Enciclopedia di Roma, Newton, pag. 918.

[16] Benedetto XIV. Prospero Lambertini di Bologna 1740-58. Consacrò il Colosseo volle la bolla contro lo schiavismo.

[17] Libbre. Una libbra equivale a poco più di tre etti. Quindi 24.000 libbre = hg 72.000 = Kg 7.200.

[18] Nicola Zabaglia. Inventore, ingegnere e maestro muratore italiano. Lavorando nella fabbrica di San Pietro si mostrò geniale nell’inventare macchine e ponteggi per i lavori edilizi che vi si svolgevano. Pubblicò un libro con la descrizione di queste macchine. E’ sepolto in Santa Maria in Traspontina.

[19] Giuseppe Valadier. (1762-1839) architetto orafo e argentiere italiano nato a Roma vissuto tra Settecento e Ottocento, principale esponente del neoclassicismo romano. Suo il disegno di piazza del Popolo e del Pincio con la casina che porta il suo nome, il duomo di Urbino, l'orologio sulla facciata di San Pietro, la facciata della chiesa dei Santi Apostoli a Roma. Ha progettato il rifacimento del teatro Valle e del teatro Tor di Nona. Importante la sua opera per il restauro di opere antiche come l'Arco di Tito, il tempio della Fortuna Virile (meglio tempio di Portunus in piazza Bocca della Verità) e ponte Milvio.

[20] Giacomo della Porta (Genova 1533 – Roma 1602) architetto e scultore, allievo del Vignola. Realizzò la chiesa del Gesù, il palazzo della Sapienza, Santa Maria ai Monti, la fontana delle Tartarughe, la villa Aldobrandini a Frascati. Gli è attribuita porta San Giovanni da cui ha origine via Appia Nuova.

[21] Vico Consorti (Semproniano 1902 - 1979) dopo gli studi all’Accademia di Siena esegue il monumento ai caduti di Roccalbegna, è presente alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia, esegue i rilievi per il ponte Duca d’Aosta a Roma; dopo la guerra esegue la porta del duomo di Siena dalla parte della cappella del Voto. Nel 1950 la Porta Santa in San Pietro. “Vico dell’uscio” per i compaesani. Nel 1966 la porta centrale del Santuario di Oropa presso Biella. Trascorre cinque anni in Colombia. Per le contrade senesi realizza le fontane del Drago e dell’Istrice.

[22] Filarete, Antonio di Pietro Averlino (Firenze 1400 - Roma 1469), “colui che ama le virtù”, scultore e architetto, allievo di Ghiberti, dopo aver realizzato la porta mediana di San Pietro lavorò a Venezia, Milano e Bergamo. A Milano ha realizzato la torre di facciata del castello Sforzesco. Ha scritto, tra il 1460 e il 64, un trattato di architettura in 25 libri.

[23] Giacomo Manzù pseudonimo di Giacomo Manzoni  (Bergamo 1908 - Ardea RM 1991) Di modestissime origini, primo di dodici figli, padre calzolaio e sacrestano, fu intagliatore e stuccatore. Ricavò la prima lezione proficua dallo studio delle porte di San Zeno a Verona nel 1927. A Parigi nel 1928, visse di stenti, finché trovato quasi svenuto nelle sale del Louvre dove studiava tutti i giorni da due mesi, fu rimpatriato a forza. Si stabilì a Milano nel 1930 realizzando le prime fusioni in bronzo. Nel 1934 a Roma fu colpito dalle figure dei religiosi che in seguito gli dovevano ispirare la serie dei Cardinali. Nel 1936 di nuovo a Parigi scoprì Rodin e si staccò per sempre dal modellato impressionista e intimista anche per l'influenza di Medardo Rosso.  Alla cera e alla terracotta sostituì  bronzo e pietra con cui eseguì i primi Cardinali del 1938. Nel 1941 fu chiamato alla cattedra di scultura dell'Accademia di Brera a Milano. Gli anni della maturità sono caratterizzati dai bronzi Grande ritratto di signora del 1946, Bambina sulla sedia del 1949 e dai Cardinali alla Tate di Londra del 1948 e al museo Nazionale di Oslo del 1950. Nel 1952 vinse il concorso per la porta di San Pietro “Il trionfo dei martiri e dei santi della Chiesa”, terminata nel 1964. Seguirono la Porta dell'Amore nel duomo di Salisburgo 1955-58 e la Porta della Pace e della Guerra di San Laurenz a Rotterdam 1965-69. Ritiratosi ad Ardea nel 1964, vi ha aperto un proprio museo, nel 1969 che è stato donato allo stato nel 1979 e aperto al pubblico nell'81. Alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale "Bambina sulla sedia".

[24] Luciano Minguzzi Bologna 1911 – Milano 2004) scultore e medaglista. Prime esperienze sotto la guida del padre scultore, studia all’Accademia di Bologna seguendo i corsi di Giorgio Morandi e Ercole Drei. Ottiene un premio alla Quadriennale romana del 1943. Partecipò attivamente alla Resistenza (da Treccani). Realizza il  Monumento al Partigiano a Bologna in Porta Lame, luogo di una epica battaglia della Resistenza, realizzata fondendo la statua di Mussolini che era allo stadio Dall’Ara. Nel 1950 vinse il concorso per la quinta porta del duomo di Milano. Nel 1070 ebbe l’incarico di realizzare la “Porta del bene e del male” in San Pietro. Titolare della cattedra di scultura a Brera, aveva il suo studio a Milano in via Solferino.

[25] Venanzo Crocetti (Giulianova, Teramo 1913 - Roma 2003) scultore. Realizzò sculture per le città di bonifica della pianura pontina: Aprilia, Pomezia, Segezia. A soli 33 anni gli fu affidata la cattedra di scultura dell'Accademia di Venezia che era di Arturo Martini. Autore della porta dei Sacramenti nella Basilica di San Pietro. Sue opere nella chiesa di Don Bosco a Roma. Nel duomo di San Flaviano a Giulianova si trova il Crocefisso bronzeo sull’altare maggiore e Madonna con Bambino e Angeli in marmo e pietra. In via Cassia 492 è visitabile un museo a lui dedicato.

[26] Campo di calcio per partite internazionali, dimensioni: tra i 100 e i 110 metri di lunghezza e tra i 64 e i 75 metri di larghezza. Da it.wikipedia.

[27] Piscina olimpionica: lunghezza 50 m. Da: it.wikipedia.

[28] Arnolfo di Cambio (Colle Val d’Elsa 1240 – 1302) scultore e architetto. Ha iniziato alla bottega di Nicola Pisano. Ha realizzato il ritratto di Carlo d’Angiò ai Capitolini, il monumento funebre a Bonifacio VIII oggi nelle Grotte Vaticane, il ciborio di San Paolo fuori le mura e quello di Santa Cecilia in Trastevere. Come architetto ha realizzato Santa Maria del Fiore, Santa Croce e palazzo Vecchio a Firenze. A lui si deve il piano urbanistico di San Giovanni Valdarno.

[29] Urbano VIII Maffeo Barberini (Firenze 1568 – Roma 1644) papa dal 1623. Nello stemma tre api in campo blu. Papa durante la guerra dei trent’anni, riconquistò il ducato di Castro e Ronciglione ai Farnese. A Roma realizzò palazzo Barberini, della Propaganda Fide e la fontana del Tritone usando come cave il Pantheon e il Colosseo. Commissionò il proprio monumento funebre al Bernini. Sotto di lui si tenne il processo a Galilei con l’abiura nel 1633.

[30] Pio VI Giannangelo Braschi (Cesena 1717 – Valence 1799) papa dal 1775. Nello stemma un volto umano soffia su tre gigli, al di sopra tre stelle gialle in campo grigio. Sembrò voler ripristinare la compagnia di Gesù. Condannò la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino fatta in seguito alla rivoluzione francese. Dovette subire l’occupazione francese di Roma e l’arresto. Fu tradotto a Siena, quindi alla certosa di Firenze, ancora a Grenoble, in ultimo a Valence dove morì. Fece costruire la Sagrestia di San Pietro, erigere gli obelischi di Quirinale, Montecitorio, e Trinità de Monti. Proseguì l’allestimento del museo Pio Clementino al Vaticano. Per la sua famiglia fece erigere un palazzo in piazza Navona e un altro a Terracina. Tentò la bonifica delle paludi Pontine.

[31] Adamo Tadolini, vedi nota 14.

[32] Michelangelo Buonarroti (Caprese 1475 – Roma 1564), pittore, scultore, architetto e poeta. Tra le sue opere più grandi oltre alla Pietà e alla cupola di San Pietro, gli affreschi nella cappella Sistina, il Mosè e le sculture nelle tombe Medicee.

[33] Cristina di Svezia (Stoccolma 1626 – Roma 1689) regina di Svezia dal 1650 al 54. Rinunciò al trono per farsi cattolica e stabilirsi a Roma dove visse nel palazzo Riario e diede vita ad un’accademia che fu poi l’Arcadia. Era scopritrice di talenti (?Maria de Filippi) a lei si deve la scoperta dei musicisti Stradella e Scarlatti.

[34] Carlo Fontana (Rancate 1638 - Roma 1714) architetto e scultore italo svizzero è vissuto tra Seicento e Settecento, sua la facciata di San Marcello al Corso, la cappella Albani in San Sebastiano, santa Rita in Campitelli, fontana di sinistra in piazza san Pietro e la fontana in Santa Maria in Trastevere. Sua la cappella Cybo in santa Maria del Popolo. Ha lavorato all’Istituto San Michele dove ha lasciato un segno importante. Basilica dei Santi Apostoli. Tomba della regina Cristina di Svezia in San Pietro e dei papi Clemente XI e Innocenzo XII in San Pietro. Suo il progetto di chiudere con un terzo braccio il colonnato del Bernini di piazza San Pietro e di aprire una viale nella spina di Borgo, l’attuale via della Conciliazione. Suo il progetto di una chiesa dentro il Colosseo.

[35] Leone XII, Annibale della Genga (Genga AN 1760 – Roma 1829), papa dal 1823 nato nelle Marche. Sotto il suo pontificato furono condannati a morte nel 1825 i carbonari Targhini e Montanari in piazza del Popolo.

[36] Francesco Messina (Linguaglossa, Catania 1900 - Milano 1995) scultore. Si formò nella bottega di un marmista a Genova e frequentando i musei di tutta Europa. Dal 1934 ha occupato la cattedra di scultura a Brera fino al 1969 di cui è stato anche direttore. La solidità del mestiere gli ha permesso di adeguarsi ai modelli prescelti, dal vigore muscolare de "I pugilatori", alla grazia donatelliana, tutta scatti e spigolosità del "Nuotatore sulla spiaggia", 1930, Gnam, dai ritratti di "Marussig" e "Bacchelli" (Gnam) fino alle figure di donna. Fra le ultime opere ricordiamo il "Cavallo morente" davanti alla sede Rai di viale Mazzini, del 1966 e numerosi ritratti di ballerine tra cui Carla Fracci. Suo il monumento a Pio XII in San Pietro. Dal 1974 un museo gli è dedicato a Milano in San Sisto. Una sala gli è dedicata nella Collezione di Arte Moderna dei Vaticani con "Gli orrori della guerra" che si compone di sette pannelli.

[37] Innocenzo XII Antonio Pignatelli di Spinazzola (BA) papa dal 1691 al 1700, fece costruire una deviazione della via Appia, detta Appia Pignatelli. Furono papi pugliesi anche Bonifacio IX di Casarano (LE) e Benedetto XIII Vincenzo Maria Orsini di Gravina.

[38] Gregorio XIII Ugo Boncompagni (Bologna 1502 – Roma 1585) papa dal 1572. Nello stemma c’è un drago. Studente e poi docente all’università di Bologna fu maestro di Alessandro Farnese, Reginaldo Pole e Carlo Borromeo. Ordinato sacerdote a 40 anni. Riformò il calendario decidendo il salto dal 4 al 15 ottobre 1582. A Roma promosse la costruzione del Quirinale, della cappella Gregoriana in San Pietro, terminò la chiesa del Gesù, adattò alcuni ambienti delle Terme di Diocleziano a granaio. Ha fondato la Pontificia Università Gregoriana erede del Collegio Romano. Aprì la porta San Giovanni per tracciare una variante dell’Appia, la via Appia Nuova.

[39] Camillo Rusconi (Milano 1658 – Roma 1728) scultore. Figlio di genitori originari del Canton Ticino, studiò a Milano, lavorò nella bottega di Ercole Ferrata. Lavorò inizialmente ad opere minori, per lo più in stucco. Lo resero celebri le quattro statue di Apostoli per San Giovanni in Laterano, tra queste il San Matteo può essere considerato il suo capolavoro. Divenne principe dell’Accademia di San Luca. Una commissione prestigiosa fu la tomba di Gregorio XIII in San Pietro interamente in marmo bianco. Lavorò ancora nella cappella Corsini in San Giovanni e nella chiesa di Santa Maria della Concezione dei Frati Cappuccini in Roma (via Veneto). Suo allievo ed erede fu Giuseppe Rusconi, furono suoi allievi: Pietro Bracci, Giovanni Battista Maini e Filippo della Valle.

[40] San Girolamo (Stridone presso Aquileia 347 – Betlemme 419/420) Padre e dottore della Chiesa, tradusse in latino il Vecchio Testamento.

[41] Giovanni XXIII Angelo Giuseppe Roncalli, papa dal 1958 al 1963.Nunzio apostolico a Parigi,  patriarca di Venezia, convocò il sinodo della diocesi di Roma, avviò la riforma del codice di diritto canonico, convocò il Concilio Ecumenico nel segno del rinnovamento e della libertà di dialogo nella Chiesa. Svolse attività ecumenica in favore della pace. Celebre il “discorso della luna” nella sera che aveva visto l’apertura del concilio. La visita ai bambini malati del Bambino Gesù e ai carcerati di Regina Coeli. Una sola enciclica: “Pacem in terris”.

[42] Benedetto XIV Prospero Lambertini (Bologna 1675 – Roma 1758), papa dal 1740, lo stemma è composto da bande verticali gialle e rosse. Una fama di gaudente lo accompagnò al punto che il commediografo Alfredo Testoni creò sulla sua figura la commedia “Il cardinale Lambertini” interpretata anche da Gino Cervi. Nel 1741 volle la bolla contro lo schiavismo in America, seguì una legge sulle missioni contro l’usanza di adattare pratiche indigene alla religione cattolica come il culto degli antenati in Cina. Consacrò il Colosseo alla memoria dei martiri.

[43] Clemente XIII Carlo Della Torre Rezzonico (Venezia 1693 – Roma 1769), papa dal 1758. Lo stemma di famiglia ha al centro un’aquila a due teste, al di sotto è ripartito in quattro parti, in due vi è una torre, nelle altre una croce, nell’ultima bande diagonali grigie e rosse. Papa famoso per il nepotismo. Mise all’indice l’Enciclopedia di Diderot e D’Alambert. Dovette subire l’espulsione dei gesuiti prima dal Portogallo nel 1758, poi dalla Francia nel 1762, quindi da altri stati compresa la Spagna. Ca Rezzonico, a Venezia, sul Canal Grande, ospita il museo del Settecento veneziano.

[44] Cattedra di San Pietro. La notizia da: Claudio Rendina, Enciclopia di Roma, Newton, pag. 920.

[45] Urbano VIII Barberini, veti nota 26.

[46] Paolo III, Alessandro Farnese (Canino 1468 – Roma 1549) papa dal 1534. Lo stemma della sua famiglia è composto dai gigli. Convocò il Concilio di Trento nel 1545, approvò la costituzione della Compagnia di Gesù nel 1540. Neutrale davanti al conflitti franco asburgico. Prodigo di favori verso i familiari investì il figlio Pier Luigi del ducato di Parma e Piacenza nel 1545. Celebre il suo ritratto opera di Tiziano a Capodimonte. Il nipote fece costruire palazzo Farnese a Caprarola.

[47] Guglielmo della Porta (Porlezza, Como 1515 – Roma 1577) scultore, allievo del padre Giovan Giacomo (che non è il Giacomo della Porta che ha completato la cupola di Michelangelo in San Pietro) e suo collaboratore nelle opere genovesi (monumento Cybo in Duomo), la sua opera principale è il monumento a Paolo III Farnese in San Pietro compiuto in 26 anni fra numerose difficoltà e l’ostilità di Michelangelo. Sue sculture nel salone di palazzo Farnese ai lati del caminetto monumentale. Restaurò l’Ercole Farnese ritrovato nelle Terme di Caracalla.

[48] Papa Leone I, detto Magno, santo (morto nel 461), papa dal 440. Affermò il primato del vescovo di Roma, combattè le eresie dei manichei e convocò il concilio di Calcedonia nel 451 per condannare i monofisiti. La tradizione vuole che affrontò gli Unni guidati da Attila e lo convinse a non marciare su Roma. Nel 455 dovette subire il saccheggio di Roma ad opera dei Vandali di Genserico. Dietro le sue insistenze Galla Placidia, madre dell’imperatore Valentiniano III, eresse l’arco trionfale nella basilica di San Paolo ancor oggi esistente.

[49] Alessandro VII Chigi, vedi nota 2.

[50]Pio VIII Francesco Saverio Castiglioni di Cingoli (MC), papa dal 1829 al 1830, per quattro mesi. Di salute cagionevole il Belli lo descrive in un feroce sonetto dopo la fumata bianca.

[51] Clemente VIII Ippolito Aldobrandini (Fano 1536 – Roma 1605), papa dal 1592. Il suo stemma è attraversato diagonalmente da una striscia dentata, ai lati della quale si trovano tre stelle per lato. Durante il suo pontificato furono eseguite le condanne a morte di Giordano Bruno (1600) e di Beatrice Cenci (1599). Riconobbe Enrico IV re di Francia, riuscì ad includere Ferrara nello stato della Chiesa. E’ sepolto in Santa Maria Maggiore.

[52] Pio VII Barnaba Chiaramonti (Cesena 1742 – 1823), papa dal 1800. E’ il papa del “Non possumus”, arrestato dai francesi, tradotto prima a Savona poi a Fontainebleau, liberato dopo la sconfitta napoleonica, fu il papa della restaurazione. Stipulò vari concordati con le potenze europee. Il suo stemma è diviso in due parti verticali, in quella di sinistra si trovano i monti con una doppia croce e la scritta Pax, nell’altra parte tre volti bendati sovrastati da tre stelle.

[53] Thorvaldsen Bertel (Copenaghen 1770 -1844) scultore danese esponente e teorico del neoclassicismo, contemporaneo e rivale di Canova se ne differenzia per una meccanica e fredda applicazione delle formule classiche. Ha lavorato principalmente a Roma, sua patria adottiva, ma anche in Germania e in Polonia. Tra le sue opere più significative: al Louvre la sua statua “Venere con la mela” del 1805; a Manchester Art Gallery “Pastorello con il cane”; a Copenhagen “Le grazie con Cupido”. A Copenaghen si trova un museo a lui dedicato. Suo il monumento al cardinale Consalvi nel Pantheon e la tomba di Pio VII in San Pietro.

[54] Gregorio Magno (papa dal 590 al 604) La Chiesa Cattolica e Ortodossa lo venerano come santo e dottore della Chiesa. Avviò la cristianizzazione dei longobardi e dei anglosassoni, presso i quali inviò Agostino di Canterbury. Sostituì l'autorità bizantina a Roma gettando le basi del dominio temporale dei papi. Il canto gregoriano è il canto rituale in lingua latina, non si ha la certezza storica che abbia scritto lui stesso i canti, i manoscritti più antichi risalgono al IX secolo. E' sepolto nella basilica di San Pietro. La sua festa è il 12 marzo.

[55] Innocenzo XI Benedetto Odescalchi (Como 1611 – Roma 1689) papa dal 1676. Cercò di moralizzare la vita della Chiesa, combatté  il nepotismo, chiuse i teatri, promosse il risanamento finanziario. Negli anni dell’assedio turco di Vienna, tentò di organizzare una crociata contro di loro. Lo stemma è formato da un aquila in alto, un leone sotto e da alcune coppe ancora più in basso. Proclamato beato da Pio XII nel 1956.

[56] Carlo Maratta (Camerano, Ancona 1625 - Roma 1713) Pittore. La sua produzione è caratterizzata da un suggestivo accademismo, realizzò grandi tele a soggetto religioso come l'Immacolata Concezione a Siena in Sant'Agostino, oppure la Morte di San Francesco Saverio a Roma nella chiesa del Gesù e ancora, la Madonna in Gloria a Roma in Santa Maria del Popolo. Sua la "Fuga in Egitto" nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Ha realizzato vasti affreschi celebrativi a Roma nel palazzo Altieri e a Frascati in villa Falconieri.

[57] Innocenzo VIII, Giovanni Battista Cybo (Genova 1432 – Roma 25.7.1492), papa dal 1484. “Durante il suo regno la scoperta di un nuovo mondo”. Perseguitò i valdesi, nominò Torquemada capo dell’inquisizione spagnola, condannò le tesi di Pico della Mirandola mandando al rogo il suo libro, lasciò lo stato pontificio nell’anarchia, Soriano del Cimino gli fu fedele contro Vignanello, la figura del papa è ricordata nella festa della castagna. Il suo stemma presenta in alto una croce al di sotto lo scudo è attraversato da una banda diagonale a scacchiera.

[58] Antonio del Pollaiolo (Firenze 1431 – Roma 1498), pittore, scultore e orafo. Subì una forte influenza artistica di Donatello e Andrea del Castagno. Ebbe un fratello minore, Piero del Pollaiolo (144172-1485), anche lui artista. La sua bottega, una delle migliori di Firenze, era in competizione con quella di Andrea del Verrocchio.  Tra le sue opere più importanti: Ercole e l’Idra agli Uffizi, il sepolcro di Innocenzo VIII in San Pietro, la Ragazza di profilo al Poldi Pezzoli di Milano.

[59] Pio X, Giovanni Melchiorre Sarto (Riese 1835 – Roma 1914), papa dal 1903, santo dal 1954. Lo stemma presenta nella parte alta il leone di Venezia, nella parte bassa un’ancora con una stella e le onde del mare.

[60] Benedetto XV, Giacomo Della Chiesa (Genova Pegli 1854 – Roma 1922) , papa dal 1914. Fermo oppositore della prima guerra mondiale. Nel suo stemma un’aquila in alto e una chiesa stilizzata in basso.

[61] Emilio Greco (Catania 1913 – Roma 1995) scultore e illustratore, per Picasso il più grande disegnatore vivente in Europa. Iniziò tredicenne a lavorare come scalpellino presso una ditta edile che si occupava principalmente di restauro. Frequenta l’Accademia di Palermo, partecipò ad alcune imprese coloniali (Africa, Albania), nel dopoguerra risiede a villa Massimo, consegue la docenza al liceo di via Ripetta. Ottiene una grandissima popolarità con la scultura Pinocchio e la Fatina (1956) per il paese di Collodi. Poetico il suo ciclo delle Grandi bagnanti. E’ autore del monumento a Giovanni XXIII in San Pietro e delle porte del Duomo di Orvieto (1970). Ebbe la cattedra dell’Accademia di Belle Arti di Monaco. Visse per un periodo in Iran. L’Ermitage di San Pietroburgo e il museo Puskin di Mosca gli dedicarono una sala.  Gli sono intitolati musei a Catania, Orvieto, Sabaudia e Spello.

[62] Sobieski era il re di Polonia che sconfisse i turchi sotto le mura di Vienna nel 1683, aveva sposato una francese Maria Casimira.

[63] Stuart. Casa reale di Scozia di origine bretone, regnò sulla Scozia per 336 anni dal 1371 al 1707. Dopo Elisabetta I Tudor subentrarono al trono inglese e irlandese dal 1603 al 1707, quindi gli Hannover.

[64] Pietro Tenerani (Torano, Carrara 1789-Roma 1869) Si formò all’Accademia Carrarese. Acquistò fama con la Psiche oggi presso la Galleria d’Arte Moderna di Firenze. Con il danese Thorwaldsen eseguì monumenti e opere di soggetto mitologico avviandosi gradatamente al gusto romantico, purista nello stile, religioso o idealizzante nei contenuti, che culminerà nel 1840 col manifesto sul Purismo sottoscritto con i nazareni Minardi e Overbeck. A questo periodo risalgono il “Monumento a Pio VIII” in San Pietro, “Pellegrino Rossi” alla Gnam, nonché ritratti in busto di personaggi dell’epoca (Da: Enciclopedia Garzanti Arte). Sua la "Deposizione" nella cappella Torlonia nella basilica di San Giovanni a Roma. Alla Gnam: "Psiche svenuta" del 1873 e "Ritratto della principessa Zenaide Wolkonsky”.

[65] Donatello, Donato di Niccolò di Betto Bardi, (Firenze 1386 – 1466) sua la statua del Gattamelata a Padova e il David al Bargello.