Basilica di SAN GIOVANNI

 

 

 

 

LA CATTEDRALE DI ROMA
 

LA PRIMA CHIESA DI ROMA E DEL MONDO

 

La BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO è la cattedrale di Roma e quindi del mondo. Alla base delle semicolonne della facciata è scritto: “La sacrosanta chiesa in Laterano (è) la madre e l’archetipo di tutte le chiese di Roma e del mondo”. Fu fondata da papa Melchiade o Milziade (311-314), ma consacrata da Silvestro I nel 324 (secondo altri il 9 novembre 318, è lo stesso papa che battezzò Costantino) nelle proprietà dei Plauzi Laterani, donate a questo scopo dall’imperatore Costantino al pontefice insieme con la grande caserma degli “Equites Singulares”,(cioè i cavalieri scelti al servizio dell’imperatore) sui resti della quale sorse la basilica.

 

STORIA DELLA CHIESA
 

La chiesa primitiva, a cinque navate, fu dedicata al Salvatore (come è scritto sulla facciata, sotto il timpano), più tardi ai santi Giovanni Battista ed Evangelista. Devastata dai Vandali di Genserico nel 455, fu restaurata da san Leone Magno1 (V secolo) e da Adriano I2 (VIII secolo); danneggiata da un terremoto nel 896, fu riedificata da Sergio III nel 905 e fastosamente decorata da Nicolò IV3 nel 1288-92. Distrutta nuovamente nel 1308 da un incendio, fu subito ricostruita da Clemente V, ancora incendiata nel 1361, fu rifatta durante i pontificati di Urbano V e Gregorio XI, per opera del senese Giovanni di Stefano, Innocenzo X4, in vista del Giubileo del 1650 incaricò il Borromini di rimodernarla radicalmente; a Clemente XII si deve il rinnovamento della facciata principale (1735); a Leone XIII5 quello dell’abside (1885). Nella basilica e nel palazzo lateranense si sono tenuti i concili degli anni 1123, 1139, 1179, 1215 e 1512.

Scavi condotti tra il 1934 e il 1938 hanno messo in luce importanti resti di edifici pagani e cristiani. L’11 febbraio 1929, nel palazzo lateranense, è stato firmato il Concordata tra Stato e Chiesa Cattolica (cardinale Gasparri e Mussolini). Nella basilica, nel maggio del 1978, si sono svolti i funerali di stato di Aldo Moro officiati dal papa Paolo VI. In occasione dell’Anno Santo del 2000 è stata pedonalizzata la piazza di San Giovanni in Laterano.

 

La vastissima piazza di Porta San Giovanni è tenuta a prato con un viale centrale e un affaccio a sinistra su via Sannio (con il mercato dell’usato) e il quartiere Appio – Latino. Si può considerare la “Piazza rossa” di Roma, qui si tengono le grandi manifestazioni di popolo della sinistra, il concerto del primo maggio, qui si sono svolti i funerali laici Enrico Berlinguer (1984). Di altro tenore furono i funerali dell’attore romano Alberto Sordi (27 febbraio 2003).

La piazza presenta – di fronte alla basilica - il monumento a San Francesco d’Assisi6, realizzato da Giuseppe Tonnini7 nel 1927, in occasione del VII centenario della morte del santo, ed è stato qui collocato perché al Laterano avvenne l’approvazione della regola da parte del papa Innocenzo III dei conti di Segni. Il monumento ha una base in peperino e le statue in bronzo, attrae per la forte teatralità. Sembra che il modello per la statua del santo fosse stato Francesco Toppi di Anticoli Corrado8.

Guardando la facciata della basilica, a destra si trova il Triclinio Leoniano, ricostruzione parziale di Ferdinando Fuga9 (1743), con qualche frammento autentico della sala da pranzo dell’antico palazzo papale, il “Patriarchio” eretto da Leone III (795-816)10.

 

LA FACCIATA
 

Capolavoro di Alessandro Galilei11 (vinse il concorso a cui avevano partecipato con propri progetti Fuga, Vanvitelli, Salvi e altri), è a un solo gigantesco ordine di semicolonne e di lesene corinzie, su lati stilobati, con un corpo mediano più sporgente; comprende un portico architravato e un loggiato ad arcate, che si sviluppano per tutta la larghezza della fronte; sulla balaustrata di coronamento che sormonta l’attico, 15 statue alte sette metri circa di Cristo, dei santi Giovanni Battista ed Evangelista e di Dottori della Chiesa. Dal balcone centrale si affaccia il pontefice a benedire il popolo, solitamente nel giorno dell’Ascensione12.

 

INTERNO - PORTICO
 

Per una delle cinque aperture si entra nel PORTICO, del Galilei, con volta a botte ribassata ornata da lacunari, questo comunica con l’interno attraverso altrettante porte.

La Porta Mediana ha grandiosi e preziosi battenti in bronzo provenienti dalla Curia ma ingranditi nel 1660 con l’aggiunta delle fasce di contorno con le stelle chigiane. L’ultima a destra è la porta Santa di Floriano Bodini13 che si apre solo negli anni giubilari. Questa porta è stata realizzata per il Giubileo del 2000, ad un solo battente. Ultima apertura nel 2015 per l’Anno Santo Straordinario della Misericordia. A sinistra grande statua di Costantino, proveniente dalle sue terme al Quirinale.

 

INTERNO
 

L’interno a croce latina, lungo 130 metri, ha cinque navate, si presenta secondo il rinnovamento voluto dal papa Innocenzo X Pamphilj in vista dell’anno santo 1650, che diede incarico al Borromini di eseguire il lavoro, sue le sistemazioni degli antichi monumenti funebri e alcune cappelle (la prima e l’ultima della navata destra, la seconda e la quinta di quella di sinistra). Fu sempre il Borromini a porre sui cardini la porta della Curia.

Il sontuoso soffitto della navata mediana, disegnato forse da Pirro Ligorio14, fu iniziato nel 1562 sotto il pontificato di Pio IV Medici e ultimato sotto Pio V (1567) al quale si deve anche la doratura, gli ornati sono di Daniele da Volterra15. Pio VI Braschi (1775-1799) lo restaurò e vi pose il proprio stemma.

Il pavimento è di tipo cosmatesco16, col motivo della colonna gentilizia di Martino V17 (1417-31).

Contro i pilastri spiccano dodici grandi edicole, con colonne di verde antico e timpano fregiato dalla colomba pamphilia, disegnate dal Borromini e dentro le quali avanti il 1718, furono collocate colossali statue di Apostoli. All’inizio a sinistra si trova la statua di San Bartolomeo con l’attributo del coltello utilizzato per il supplizio dello scuoiamento, opera del 1712 del francese Pierre Legros; di fronte San Matteo con il libro. Le ultime due sono San Pietro con le chiavi opera di Pierre Monnot del 1706 e San Paolo con la spada e il libro. Al di sopra scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, altorilievi in stucco di Alessandro Algardi18. Sono posti in armonica concordanza: come Giona rimase tre giorni nel ventre del mostro marino prima di essere rigettato sulla spiaggia di Nineve, così Gesù al terzo giorno nel sepolcro ha trionfato sulla morte

Al di sopra, dentro ovali, dipinti.

 

NAVATA ESTREMA DESTRA
 

Cappella Torlonia (è la seconda), ultima cappella gentilizia romana, a croce greca e cupola, opera di tardo gusto neoclassico dell’architetto Q. Raimondi (1830-50 autore anche del teatro dentro villa Torlonia), cancellata in bronzo, sopra l’altare con paliotto di malachite e lapislazzuli “Deposizione” di Pietro Tenerani19 (1844).Purtroppo buia e chiusa (sopralluogo del dicembre 2021).

Cappella Massimo (è la terza), di Giacomo Della Porta (1570), sull’altare crocifisso con statuetta di San Giacomo attribuita ad Andrea Bregno20 (1492).

In fondo il sepolcro del cardinal Antonio Martino De Chaves, detto Cardinal di Portogallo (1447), con sculture di Isaia da Pisa21.

 

NAVATA INTERMEDIA DESTRA
 

Al primo pilastro Bonifacio VIII proclama il primo Giubileo del 1300 un assistente legge la bolla, frammento di affresco attribuito a Giotto22. Secondo una ipotesi avanzata dalla Maddalo nel 1983, l’affresco raffigurerebbe la presa di possesso del Laterano di Bonifacio VIII. Egli, affacciato alla loggia sarebbe affiancato dal suo predecessore Celestino V Pietro da Morrione, che srotola una pergamena e dal cardinale Matteo Rosso Orsini, il personaggio barbato, arciprete di San Pietro in Vaticano.

Al secondo pilastro cenotafio di Silvestro II23 (m. 1003), eretto nel 1909 in memoria della corona regia di Ungheria conferita da quel papa a Santo Stefano; fa parte del monumento una antica iscrizione che si vuole sudasse e facesse sentire interno scricchiolio d’ossa a ogni morte di papa (si ricordi la fama di mago che papa Silvestro godette nel Medioevo).

Al terzo pilastro monumento funebre di Alessandro III24.

 

NAVATA ESTREMA SINISTRA
 

Al principio in alto su un sarcofago statua giacente di Riccardo degli Annibaldi (m. 1274), cardinale di Gregorio IX e amico fedelissimo di Carlo d’Angiò, opera probabile di Arnolfo di Cambio25 (1276).

Cappella Corsini, è la prima, elegante opera di Alessandro Galilei26, pianta a croce greca, ripartita da lesene di ordine corinzio, con volte e cupola a lacunari, di un’architettura misurata e nitida che fa presentire l’avvento del neoclassicismo, anche se in essa a trovato largo impiego la plastica decorativa settecentesca. A sinistra sepolcro di Clemente XII27, con urna di porfido proveniente dal Pantheon, statua bronzea del pontefice di Maini e figure allegoriche di Monaldi. All’altare copia in mosaico del Sant’Andrea Corsini, vescovo di Fiesole (1302-1373) di Guido Reni, l’originale nella Galleria Corsini a Firenze. A destra monumento del cardinal Neri Corsini del Maini.

Cappella dell’Adorazione di Onorio Longhi28 - è la terza – a pianta ovale e con cupola ovale, a destra monumento a ricordo dei soldati pontifici morti nella guerra del 1860.

TRANSETTO
 

Completamente rinnovato sotto il pontificato di Clemente VIII29 Aldobrandini dal 1597 al 1601, sotto la direzione di Giacomo Della Porta30 per la parte architettonica e del Cavalier d’Arpino31 per quella pittorica, costituisce uno dei complessi più armoniosi e rappresentativi del manierismo romano della fine del Cinquecento.

E’ decorato in alto da grandiosi affreschi con “Fatti della vita di Costantino”, “Fatti della storia della Basilica”. Nella zona inferiore begli “Angeli” in altorilievo. Il ricco soffitto è di Taddeo Landini32 (1592).

 

BRACCIO DESTRO DEL TRANSETTO

Nella testata sopra l’ingresso laterale “Grande organo” del 1598 del perugino Luca Biagi, il più antico di Roma, sostenuto da due colonne di giallo antico e con due angeli reggi stemma del Valsoldo33. Sembra essere l’organo più grande del mondo.

Nella cappella del Crocefisso a sinistra, a un angolo, la “Figura di Bonifacio IX Tomacelli”, inginocchiato, su sfondo a intarsi cosmateschi del sec. XIV – XV.

 

MUSEO del TESORO Lateranense
 

Nella prima vetrina, a destra di chi entra, si trova il “Reliquiario di San Giovanni battista”, dono di Enrico IV, contiene il mento, è di argento dorato del sec. XIX. Nella stessa vetrina, ma a destra si trova un reliquiario che contiene il braccio di Sant’Elena in bronzo dorato, anch’esso del sec. XIX.

Nella seconda vetrina, a sinistra di chi entra, si trovano le “Catene di San Giovanni Evangelista” con le quali fu legato da Efeso a Roma, opera del 1825. In basso le “Chiavi cerimoniali della basilica lateranense”.

Nella vetrina di fronte a chi entra si trova la “Croce processionale” di Nicola da Guardiagrele, opera in argento, argento dorato e rame del 1451. Contiene reliquie della Vera Croce.

Nell’ultima vetrina in fondo alla sala, sulla destra, si trova il martello e la bolla di indizione del Giubileo del 2000, opera in oro e argento, dono di Giovanni Paolo II. Mattone di chiusura del Giubileo del 2000, con il nome del card. Ruini.

 

Al di sopra dell’ingresso al museo si trova la “Tomba di Innocenzo III” (1198-1216 Lotario dei conti di Segni, di Anagni, con il concilio Lateranense – 1215 - afferma il principio teocratico), la cui salma fu portata qui da Perugia per volere di Leone XIII, che fece erigere il monumento da Giuseppe Lucchetti (1891). Il catafalco con il pontefice è sormontato da una lunetta con il Cristo benedicente tra i santi Francesco d’Assisi e Domenico di Guzman a destra.

 

Al centro del transetto, sotto il grande arco, altissimo e bel tabernacolo ogivale fatto erigere da Urbano V34 nel 1367, con il contributo di Carlo V di Francia, è ornato all’esterno da dodici riquadri in affresco attribuiti a Barna da Siena35 (1367-68), ritoccati da Antoniazzo Romano36 e da Fiorenzo di Lorenzo; in alto, custodie d’argento acchiudono le reliquie delle teste degli Apostoli Pietro e Paolo. Sotto il tabernacolo, l’ALTARE PAPALE (solo il pontefice può dirvi messa) restaurato nel 1851; nella parte superiore, dietro le roste di legno dorato, è conservato l’altare ligneo dove si dice officiassero i primi papi da San Pietro a San Silvestro. Ai piedi dell’altare entro il recinto della Confessione è il sepolcro di Martino V “temporum suorum felicitas”, con lastra tombale bronzea, lavoro di Simone Ghini37 fratello di Donatello (1443 circa). Martino V (1417-1431) fu il committente dei primi radicali interventi di consolidamento, restauro e abbellimento della Cattedrale, dopo la cattività avignonese (1308-1378). Davanti ad esso la statua di San Giovanni Battista, in legno, è del XV secolo, opera di D. Formello.

 

Prima di passare a vedere l’abside, notare al statua lignea “Santa Maria Madre della Chiesa” opera di scuola Umbro-marchigiana del sec. XIV, acquistata da Paolo VI, donata alla basilica da papa Francesco.

 

Il presbiterio e l’abside sono un rifacimento del tempo di Leone XIII (1884) eseguito, ripetendo le forme antiche, da Francesco Vespignani, su disegno del padre Virginio38. Il mosaico della semi calotta di Jacopo Torriti e Jacopo da Camerino (1288-94) fu qui trasportato dalla vecchia abside e restaurato.

In alto, fra le nubi è il Salvatore a mezzo busto circondato da angeli (unico mosaico della composizione costantiniana); in basso, nel mezzo, è la croce gemmata con la Colomba posata sulla collina racchiudente la celeste Gerusalemme e donde scendono a dissetare il gregge (cervi e pecore) i quattro fiumi (i vangeli); a sinistra Maria col donatore Nicolò IV in ginocchio e i santi Pietro e Paolo; a destra i due Giovanni e sant’Andrea, le due figure minori San Francesco e Sant’Antonio sono un’inclusione allo schema iconografico tradizionale, voluta da Nicolò IV che era francescano; al di sotto il Giordano con le solite raffigurazioni: cigni, pesci, battelli, ecc. Fra le finestre Nove Apostoli e le due figurette degli autori: Iacopo Turriti a sinistra, e fra Iacopo da Camerino a destra.

 

BRACCIO SINISTRO DEL TRANSETTO
 

Subito dopo il presbiterio sepolcro di Leone XIII di Giulio Tadolini39 (1907). Accanto si trova la Cappella Colonna o del Coro di Girolamo Rainaldi40 (1625) con belli stalli lignei ornati da numerose statue di Santi entro nicchie.

Alla testata del transetto grandioso e ricco altare del Sacramento dovuto a Pier Paolo Olivieri (1600 circa). In esso è conservato un frammento della tavola dell’Ultima Cena. Al di sopra grande affresco raffigurante l’Ascensione del Cavalier d’Arpino.

 

Al di sopra dell’altare c’è un bassorilievo in argento massiccio del Cinquecento che rappresenta l’Ultima Cena, dietro di esso si conserva un reliquario con un frammento della tavola dell’Ultima cena, esposta solo il giorno di Pasqua. Si tratta di due pannelli di cedro di m 1,20 x 0,60. Secondo la tradizione fu portata a Roma dall’imperatore Tito. Incorniciano l’altare quattro superbe colonne che secondo la tradizione sarebbero del tempio di Gerusalemme, portate a Roma da Vespasiano. Secondo altre fonti apparterrebbero al tempio di Giove Capitolino.

 

Passando sotto il monumento a Leone XIII si entra nel corridoio (chiuso al pubblico nel novembre 2019 – dicembre 2021) ove si conservano le tombe dei pittori Andrea Sacchi (1661) e Cavalier d’Arpino (1640). Dalla porta a sinistra si entra nella SAGRESTIA VECCHIA o dei Beneficiati, a sinistra “Annunciazione” tavola di Marcello Venusti, su disegno di Michelangelo (1555).

 

CHIOSTRO
 

Ritornati in chiesa si passa a visitare il CHIOSTRO, capolavoro d’arte cosmatesca costruito (1215-32) durante i pontificati di Onorio III e Innocenzo IV dai Vassalletto, padre e figlio, come risulta dall’iscrizione che si legge nel fregio del portico di fronte. Al centro del chiostro si trova la vera da pozzo di epoca carolingia. Vi sono sette campate per lato. Le arcatelle dei quattro lati del portico posano su colonnine binate alcune ornate di mosaico, svariatissime per forma e con differenti capitelli, la trabeazione è ricca specialmente nel fregio a mosaico e nella cornice finemente intagliata con teste ferine sulla gronda. Facendo il giro in senso antiorario, sul quarto lato, si trova l’Altare della Maddalena, opera di Deodato di Cosma del 1297, realizzato per volontà di Bonifacio VIII, già nel Coro del Canonici. L’opera è firmata (vedi foto). Altri due chiostri vennero realizzati dai Vassalletto, nel monastero di Santa Scolastica a Subiaco e nel monastero della basilica di San Paolo.

 

Dal braccio destro del transetto si esce all’esterno, nella piazza San Giovanni in Laterano oggi ribattezzata piazza Giovanni Paolo II dove prospetta la testata del transetto stesso. Questa è su due ordini di cinque arcate (la loggia superiore è quella delle benedizioni papali) ed è opera di Domenico Fontana41 (1586). I due campanili gemelli di tipo romanico e restaurati nel 1360, conservano probabilmente sotto gli intonachi, l’antica struttura del XIII secolo. Sotto il portico, a sinistra, statua in bronzo di Enrico IV42 di Francia, di Nicola Cordier (1608).

 

 

BATTISTERO
 

A sinistra è il Battistero o San Giovanni in Fonte, sopra un ninfeo del palazzo eretto da Costantino, forse dei Laterani, ripetutamente restaurato e ridotto all’aspetto attuale da Urbano VIII nel 1637, prototipo di gran parte dei battisteri posteriori.

Il battistero è intitolato a San Giovanni in Fonte, è a pianta centrale, si tratta di una opera di architettura paleocristiana modello per i battisteri di tutto il medioevo, il primo battistero ufficiale dell’Occidente latino.

La prima costruzione risale al IV secolo ed è dovuta, secondo la tradizione, a Costantino, presentava una forma ottagonale con colonne angolari, era posta sopra un impianto termale, si può ipotizzare un adattamento di un ambiente preesistente. Si tratta di uno dei primi esempi di architettura cristiana a pianta centrale come il mausoleo di Santa Costanza.

Sisto III lo ricostruì tra il 432 e il 440 rendendo difficile distinguere la fase costruttiva costantiniana che doveva avere un diametro di 20 metri coperto da cupola con tetto ligneo e occupato quasi interamente da una grande vasca riempita da gettiti d'acqua proveniente da statue d'argento a forma di cervo. Il battesimo avveniva per immersione. Con papa Ilaro43 furono aggiunti un atrio e tre cappelle addossate al perimetro esterno e dedicate a San Giovanni Battista, alla Santa Croce e a San Giovanni Evangelista. Nel VII secolo fu aggiunta un'altra cappella, quella di San Venanzio con mosaici a fondo oro.

L'edificio fu per secoli l'unico battistero di Roma. Il battistero conobbe un periodo di abbandono negli anni della cattività avignonese. Nel Cinquecento fu restaurato con l'apertura di una porta eliminando la cappella Nord, nel Seicento venne rinnovato l'interno.

 

Edificio a pianta ottagonale con copertura a cupola sorretta da due ordini di colonne: in basso colonne in porfido rosso e capitelli compositi su cui corre la trabeazione marmorea con versi celebrativi del battesimo, l'ordine superiore è formato da colonne più sottili anch'esse architravate che sorreggono un tiburio ottagonale, la cupola con finestre ovali e la lanterna.

Gli affreschi interni con episodi della vita di Costantino risalgono al pontificato di Urbano VIII Barberini (1623-1644) il cui stemma con le api campeggia sul pavimento.

 

L'atrio – che affaccia sul cortile dell’Università Lateranense - ha due colonne è biabsidato. Si conserva il mosaico orientale (nel novembre 2019 in restauro – ancora nel dicembre 2021): una candelabra al centro, intorno racemi e girali dorati su fondo verde. In alto un Agnus Dei alla base quattro colombe guardano l'Agnus. Dodici croci pendono dai girali e alludono agli Apostoli, altre quattro croci sono riferite agli Evangelisti. Sulla destra “Cristo deposto” di Pasquale Russo44. Nella parete di ingresso, subito a destra si trova la tomba di Nicola Lercario, cardinale e arcivescovo vissuto nel Settecento.

Delle tre cappelle del V secolo solo quella Est - cioè la cappella Aldobrandini (ora sacrestia) - conserva la forma originaria a croce greca con volta a mosaico, vi si accede da porte bronzee. Il mosaico è su fondo oro, l'Agnus Dei è racchiuso in un clipeo a sua volta in un quadrato da cui si dipartono quattro festoni lungo le diagonali e quattro bande più sottili a croce. Quattro semicerchi si innestano sul quadrato centrale, formando otto campiture in cui pullulano animali e vegetali con chiaro simbolismo eucaristico.

Vicina ad essa si trova la cappella dei santi Venenzio e Domnio, detta di Santa Maria in Fonte che si deve ad un riadattamento di un edificio preesistente: fu iniziata dal dalmata papa Giovanni IV (640-642) per custodirvi reliquie di santi e martiri della sua terra. Soffitto ligneo del XVI secolo. L’aspetto attuale si deve al restauro voluto da Paolo VI il cui stemma campeggia nel pavimento. L’abside ha nell’arco trionfale mosaici bizantini con la rappresentazione apocalittica dei quattro evangelisti racchiusi in cornici quadrangolari. Nel catino in alto tra le nubi il busto del Cristo benedicente alla greca tra due angeli dai tratti di donne bionde. Nella zona inferiore una serie di santi. A Carlo Rainaldi si deve l’attuale timpano sorretto da quattro colonne con l’immagine della Vergine con il Bambino, resto di affresco del sec. XIV.

 

L'esterno del Battistero è ornato da un fregio – nel sottotetto - disegnato da Borromini nel 1657 e mostra la traccia di aperture chiuse in epoche diverse.

 

OBELISCO
 

Verso il centro della piazza si erge l’obelisco egizio di granito rosso, il più alto (31 metri, 47 col basamento) e il più antico di Roma; alla base fontana del 1607 con lo stemma dei Borghese (Paolo V). Forse il più grande obelisco del mondo.

Fu innalzato davanti al tempio di Ammone a Tebe in Egitto dai faraoni Tutmes III e Tutmes IV nel sec. XV a. C.; Costanzo II, figlio di Costantino, lo trasportò a Roma nel 357 con una nave appositamente costruita, e lo innalzò nel Circo Massimo ove fu ritrovato in tre pezzi nel 1587; fu qui rialzato l’anno dopo, per ordine di Sisto V da Domenico Fontana. Al suo posto si trovava la statua di Marco Aurelio.

 

Secondo una leggenda, lavarsi le mani nella fontana alla base dell’obelisco la notte di San Giovanni il 24 giugno scaccia le streghe.

Il massiccio basamento che sorregge l’obelisco ha iscrizioni su tutti e quattro i lati che ne ripercorrono la storia e come venne trasferito a Roma. Una delle iscrizioni ci ricorda che in questo luogo, cioè nella vicina basilica, fu battezzato l’imperatore Costantino da papa Silvestro. E’ falso, se pure si è convertito, ciò è avvenuto in punto di morte e non a Roma ma a Nicomedia in Asia Minore.

 

PALAZZO DEL LATERANO
 

La piazza è dominata dal blocco massiccio del palazzo eretto sul luogo dell’antico Patriarchio, residenza dei papi dal tempo di Costantino fino alla cattività avignonese (1305); devastato dall’incendio della basilica del 1308, quando i papi tornarono da Avignone (1377), furono costretti a trasferire la Santa Sede in Vaticano. Sisto V fece abbattere quasi tutto quel che rimaneva delle antiche fabbriche e fece costruire il palazzo attuale da Domenico Fontana (1586), col proposito di farne la sede estiva per la corte papale (fu poi preferito il Quirinale).

Per esso il Fontana si è ispirato a palazzo Farnese, elegante è la loggia – belvedere, si è detto del trattato qui firmato nel 1929, in base ad esso gode della extraterritorialità.

Il palazzo è stato sede dei musei Lateranensi comprendenti: museo Profano, museo Cristiano e il museo Missionario Etnologico, oggi trasferiti ai musei Vaticani.

Il 28 luglio del 1993 un attentato danneggio il portone e tutte le finestre del palazzo, contemporaneamente un altro attentato colpì la chiesa di San Giorgio al Velabro, il giorno prima fu colpito il Padiglione di Arte Contemporanea a Milano (via Palestro) che fece 5 vittime. Gli inquirenti risalirono a “Cosa nostra”.

 

PALAZZO DELLA SCALA SANTA
 

Fatto costruire da Sisto V su progetto di Domenico Fontana (1585-90) per conservare l’antica cappella privata dei Papi la Sancta Sanctorum situata al primo piano del Patriarchio quando decise la demolizione di quest’ultimo. Per accedere alla cappella, il papa fece mettere in opera la scala d’onore del vecchio palazzo identificato da una tradizione con la scala del Praetorum di Ponzio Pilato a Gerusalemme (Pilato era procuratore della Giudea sotto Tiberio), salita da Cristo durante il processo il Venerdì Santo, bagnati da gocce del suo sangue, per questo “Scala Santa”, portata a Roma da Sant’Elena. Qui papa Leone III (795-816 incoronò Carlo Magno) depositò sotto l’altare, in una grande cassa di cipresso ed in altre tre più piccole, molte reliquie venerate.

L’architetto Domenico Fontana racconta che i gradini vennero smontati e rimontati in una sola notte e posizionati a partire dall’alto perché non venissero calpestati durante le lavorazioni.

A causa dell’intenso flusso di pellegrini la scala si consumò al punto tale che nel 1723 papa Innocenzo XIII decise di farla ricoprire con un tavolato di noce. Dopo quasi trecento anni, nel 2019, il tavolato è stato sostituito. Durante tali lavori è stata ritrovata la croce in porfido incastrata nel primo gradino, quella in bronzo sull’ultima nonché la rottura dell’undicesimo gradino dove cadde Gesù e dove restano alcune gocce di sangue (anche qui una croce). Dall’11 aprile al 9 giugno la scala santa è stata aperta ai fedeli priva della protezione in legno.

Si entra nell’atrio ornato di gruppi marmorei, spiccano “Ecce homo” e il “Bacio di Giuda”, ai lati della scala santa, all’estrema destra “Gesù nel Getsemani” di Giuseppe Sacconi del 1915-17. Nel mezzo affiancata da altre quattro scale si trova la Scala Santa, composta di 28 gradini di marmo rivestiti di legno per evitarne il logorio, alle pareti e nella volta affreschi con la Passione di Cristo opera di Giovani Guerra e Cesare Nebbia insieme a una quarantina di pittori e decoratori, i primi sono “La lavanda dei piedi” a destra e “L’ultima cena” a sinistra con rappresentata una finestra bifora da cui si vede un paesaggio agreste con resti romani. In cima alla Scala Santa si trova la Crocifissione, ai lati la Resurrezione. Le due scale laterali più interne presentano affreschi con scene del Vecchio Testamento, nella scala di sinistra, in cima “Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso Terrestre”. La copertura in legno della Scala Santa è stata sostituita nel luglio 2019. La scala santa che si sale in ginocchio, e le scale laterali terminano nell’ambulacro davanti alla Cappella di San Lorenzo45, detta Sancta Sanctorum, per il gran numero di reliquie che vi sono custodite. Risale all’epoca di Costantino e venne rifatta come è attualmente da papa Nicola III (1277-81) che vi fece collocare tre portali marmorei provenienti dal Pretorio di Gerusalemme, già nell’aula del Concilio del Palazzo Patriarcale.

L’interno è un gioiello di arte cosmatesca (1278): soffitto a mosaico, intorno alle pareti si trovano ventotto tabernacoli ogivali affrescati da anonimo pittore romano influenzato da Pietro Cavallini. Sull’altare protetta da sportelli sempre chiusi l’immagine acheropita (non dipinta da mano umana) del Redentore; accanto all’altare alcune cassette di reliquie. L’immagine, che nel Medioevo veniva portata in processione dai papi per scongiurare gravi calamità, è un dipinto su legno del VI-VII secolo. Secondo la tradizione l’evangelista San Luca avrebbe solo delineato l’immagine compiuta dagli angeli. Con Innocenzo III la pittura venne rivestita di una lastra d’argento finemente sbalzata ed incrostata di pietre preziose. Sull’architrave, sostenuto da quattro colonne in porfido corre l’iscrizione “Non esiste al mondo luogo più santo”. Vedi aggiornamenti.

La scala all’estrema destra porta direttamente nell’oratorio di San Silvestro, a sinistra si trova una porta con battenti in bronzo della fine del IV secolo inizi del V, essa introduce nella Cappella di San Lorenzo o Sancta Sanctorum.

 

OSPEDALE SAN GIOVANNI
 

Fondato nel 134846 dalla Compagnia dei Raccomandati del Santo Salvatore, che aveva in custodia l’immagine acheropita del Sancta Sanctorum. Il corpo sulla piazza fu eretto nel 1634-40 da Gicaomo Mola coadiuvato da Carlo Rainaldi47, con prospetto austeramente spartito da un doppio ordine di lesene inquadranti le finestre e i cinque ingressi e sormontato da un campanile a vela. Tra via Merulana e via di San Giovanni in Laterano si trova l’ospedale delle Donne, costruito secondo criteri di funzionalità da Giovanni Antonio De Rossi48 nel 1655-56 utilizzando in parte strutture di un ospizio duecentesco. In occasione dell’anno santo del 2000 il complesso è stato restaurato su progetto dell’arch. Paolo Portoghesi e realizzata la scala antincendio. Sul lato destro dell’ospedale si trova un portale trecentesco e, più avanti, un portico romanico con colonne più antiche.

Scendendo per via di San Giovanni in Laterano, al civico 153 si trova l’ingresso all’antico cimitero dell’ospedale, formato da un piccolo cancello sormontato da architrave e da un timpano curvilineo con lo stemma di Pio VII Chiaramonti ed epigrafe dei restauri.

 

Al di sotto della Sala Mazzoni dell’Ospedale San Giovanni (l’edificio che guarda la piazza stessa), uno scavo del 1959-64 ha portato alla luce varie fasi di un edificio di età compresa tra il I e il IV secolo. E’ possibile che si tratti della Villa Domizia Lucilla, madre di Marco Aurelio. Si è scoperto un peristilio con al centro una vasca. Sotto il palazzo dell’Inps di via dell’Amba Aradam, a dieci metri sotto il livello strada, sono stati trovati gruppi di edifici digradanti su terrazze, si tratta di edifici dell’età Giulio-Claudia con restauri del II secolo, inseriti nel IV secolo in un unico insieme caratterizzato da un lungo corridoio largo cinque metri. Il corridoio era decorato con pitture di personaggi a grandezza maggiore del naturale. Questi si trovano a Palazzo Massimo. Dovevano essere la casa dei Pisoni e dei Laterani, espropriate da Nerone in seguito alla congiura, divennero poi un unico edificio, la Domus Faustae, sorella di Massenzio e moglie di Costantino. Tra via dei Laterani e via Amba Aradam si trova un impianto termale del III secolo. Sotto il battistero vi sono i resti di una villa del I secolo, sostituiti da un edificio termale dell’età di Adriano, rifatto sotto Settimio Severo e Caracalla. Il complesso più notevole è quello sotto la Basilica di San Giovanni. Una casa del III secolo, di forma trapezoidale era stata scoperta negli anni 1877-78 da Vespignani. Al di sotto delle navate e in parte sotto il chiostro vi sono i resti di una ricca casa del primo secolo costruita su terrazzamenti (scoperta del 1934-38). La decorazione ci fa pensare alla casa dei Laterani, espropriata da Nerone nel 65. Alla fine del II secolo, questa abitazione fu sostituita dalla seconda caserma degli equites singualres, la guardia dell’imperatore. All’inizio del IV secolo la costruzione fu tagliata per creare lo spazio per la basilica che aveva ula lunghezza di m 99,76, più piccola di San Pietro. La costruzione avvenne tra il 314 e il 318, la consacrazione avvenne il 9 novembre 318, si tratta della più antica basilica cristiana di Roma.

 

PONTIFICIA UNIVERSITA’ LATERANENSE
 

Tra la Basilica e via dei Laterani si trovano la Pontificia Università Lateranense e il Pontificio Seminario Maggiore. L’Università offre corsi di laurea triennali e magistrali in: Scienze della Pace, Filosofia; Teologia e Teologia Pastorale; Diritto Canonico; Utroque Iure; Diritto civile. Per l’anno accademico 2020-2021 vi è un nuovo indirizzo: “Teologia interconfessionale in prospettiva ecumenica e comunionale”. Da informazione pubblicitaria in Trovaroma di Repubblica del 25.6.20.

 

PIAZZA SAN GIOVANNI NEL CINEMA
 

Compare due volte nel film “Roma” (1972) di Federico Fellini, quando il giovane, sbarcato nella capitale, prende il tram, sia in un sogno con il passaggio di un pastore con il gregge di pecore.

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

Tutte le informazioni – se non diversamente indicato – sono tratte da Guida d’Italia,  Roma del Tci, ed 1962; ed. 1993; dal sito internet vatican.va/various/basiliche… . Per le note da wikipedia.org. oppure Enciclopedia dell’Arte Garzanti.

Piero Tucci

Testo riscritto nel novembre 2019 e dicembre 2021

Sopralluogo il 6.12.21

 

AGGIORNAMENTI
 

19.3.15 Scala Santa. Affiora un angelo con ciuffo biondo sulla fronte, la gota di un rosa delicato, più in basso il profilo di una mano. In cima alla quarta rampa sta affiorando tutto ciò. Si tratta di un affresco del Cinquecento. A realizzare l’affresco uno dei maestri manieristi che affrescarono il resto delle scale, la Scala Santa e le quattro adiacenti: da Giovanni Buglione a Paul Bril, da Ferraù Fenzoni a Baldassarre Croce, diretti da Cesare Nebbia e Baldassarre Croce. Tali affreschi erano stati coperti nell’Ottocento.

19.11.17 Basilica di San Giovanni. Da una visita in basilica scopro che dietro l’altare maggiore, a destra, prima dell’inizio dell’abside si trova una statua lignea di “Madre Maria della Chiesa” del sec. XIV di scuola umbro-marchigiana, acquistata dal beato Papa Paolo VI e donata da papa Francesco.

15.10.19 San Giovanni. Rione Monti. Con 106 nuove luci brilla la facciata e i campanili della Basilica di San Giovanni. Ieri sera l’inaugurazione della nuova illuminazione Acea con la sindaca e il vicario Angelo De Donatis.



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1 Leone Magno papa dal 440 al 461, riconosciuto come santo anche dalla chiesa ortodossa, si battè per affermare il primato della chiesa di Roma. E’ il papa che fermò gli Unni di Attila sul fiume Mincio nel 452.

2 Adriano I, papa dal 772 al 795, è il papa che chiamò Carlo Magno contro i Longobardi, condannò gli iconoclasti.

3 Nicolò IV Girolamo Masci (Ascoli Piceno 1227 – Roma 1292), papa dal 1288 alla morte.

4 Innocenzo X Giovanni Battista Pamphilj (1574-1655) papa dal 1644. Ne fece un famoso ritratto il Velasquez, fu consigliato dalla cognata donna Olimpia Maidalchini.

5 Leone XIII Gioacchino Pecci (Carpineto Romano 1810 – Roma 1909) papa dal 1878, primo papa a non esercitare il potere temporale, promulgò l’enciclica Rerum Novarum (1891) che gettò le basi della dottrina sociale della Chiesa.

6 San Francesco d’Assisi, Giovanni di Pietro Bernardone (Assisi 1181 o 1182 – 1226), fondatore dell’ordine dei mendicanti, santo. Proclamato patrono d’Italia il 18 giugno 1939 da Pio XII.

7 Giuseppe Tonnini (Loreto 1875 – Roma 1954), autodidatta, collaborò con Giuseppe Sacconi al Vittoriano, ha progettato il monumento ai caduti in diversi paesi tra cui Camerino e Cerveteri, la statua dell’educazione intellettuale al Lido e a Latina (da: duesecolidiscultura.it).

8 Da: web.tiscali.it/anticolicorrado/Mail.

9 Ferdinando Fuga (Firenze 1699-Roma 1782) architetto, ha lavorato soprattutto a Roma e a Napoli (Albergo dei Poveri), famoso per il palazzo della Consulta al Quirinale e la facciata di Santa Maria Maggiore. Ha inoltre realizzato la chiesa dell’Orazione e Morte in via Giulia, il palazzo Corsini in via della Lungara, la facciata di Santa Cecilia a Trastevere e sant’Apollinare.

10 Leone III, è il papa che incoronò Carlo Magno imperatore del Sacro Romano Impero.

11 Alessandro Galilei (Firenze 1691-Roma 1737) architetto discendente di Galileo, ha lavorato in Inghilterra e Irlanda, a Roma ha realizzato la cappella Corsini in San Giovanni e la facciata della basilica di San Giovanni in Laterano, poi la facciata di San Giovanni dei Fiorentini.

12 Ascensione. E’ l’ultimo episodio della vita terrena di Gesù, conclusasi con la sua salita al cielo, avvenuta – secondo gli Atti degli Apostoli – quaranta giorni dopo la sua Risurrezione. Nel 2018 il 10 maggio, nel 2019 il 30 maggio, nel 2020 il 21 maggio, nel 2021 il 13 maggio, nel 2022 il 26 maggio.

13 Floriano Bodini (Gemonio VA 1933 – Milano 2005) Insegnante al liceo artistico di Brera e all’Accademia di Carrara di cui fu direttore, ha partecipato alla Biennale di Venezia, dal 1998 un museo gli è dedicato a Gemonio. Altare maggiore del Santuario di Loreto, altare dell’Eucarestia a San Giovanni Rotondo nella chiesa progettata da Renzo Piano, monumento a Paolo VI nell’aula Nervi. Porta Santa in San Giovanni in Laterano.

14 Pirro Ligorio (Napoli 1513-Ferrara 1583) architetto, pittore e antiquario, il suo capolavoro è villa d’Este a Tivoli, precedentemente aveva lavorato al cosiddetto Caino di Pio IV in Vaticano, progettò il palazzetto Torres poi Lancellotti a piazza Navona, il cortile del Belvedere con il caratteristico Nicchione in Vaticano e il Palazzetto di Pio IV in via Flaminia che inglobò la fontana dell’Ammannati.

15 Daniele da Volterra Daniele Ricciarelli (Volterra1509-Roma 1566), allievo di Michelangelo, la sua opera più famosa è nella cappella Orsini della chiesa della Trinità de Monti: La discesa dalla Croce (1545). Resta però famoso per il soprannome Braghettone per aver coperto le nudità di Michelangelo nel Giudizio Universale.

16 Cosmati denominazione di marmorari attivi a Roma e nel Lazio tra il XII e il XIII secolo come architetti e decoratori. Tra le loro opere più alte il pavimento e il ciborio di Santa Maria in Cosmedin e il duomo di Civita Castellana. (Da Universale Garzanti 2003). Hanno operato anche ad Anagni, Terracina, ecc. Univano alla scienza dell’architetto l’arte dello scultore e la raffinatezza del mosaicista. Ornarono le chiese di campanili, pavimenti, chiostri e arredi. I rappresentanti più celebri furono i Vassalletto e i Cosmati che diedero il nome di arte cosmatesca. Meravigliosa la cattedra episcopale di San Lorenzo fuori le mura e il chiostro di San Paolo fuori le mura dove si conserva il candelabro pasquale in marmo. (da: Roma, Libri per viaggiare, Gallimard Tci, 1994)

17 Martino V Oddone Colonna (Genazzano1368-Roma1431) papa dal 1417: La sua elezione al concilio di Costanza pose fine allo scisma d’occidente; sostenne la superiorità del pontefice sul concilio e rafforzò il potere papale in Italia (Enciclopedia Universale Garzanti 2003).

18 Alessandro Algardi (Bologna 1595-Roma 1654) scultore. Antagonista del Bernini, rappresentò la tendenza classicista del barocco romano, il suo capolavoro è il rilievo di “Attila e Leone Magno” in San Pietro 1546-53(Da Enciclopedia Universale Garzanti 2003). Si occupò del resturo di statue antiche per incarico del cardinale Ludovico Ludovisi. Tra le sue opere la tomba di Leone XI in San Pietro e la statua di Innocenzo X nel palazzo dei Conservatori.

19 Pietro Tenerani (Torano, Carrara 1789-Roma 1869) Si formò all’Accademia Carrarese. Acquistò fama con la Psiche oggi alla Gnam e presso la Galleria d’Arte Moderna di Firenze. Con il danese Thorwaldsen eseguì momuneti e opere di soggetto mitologico avviandosi gradatamente al gusto romantico, purista nello stile, religioso o idalizzante nei contenuti, che culminerà nel 1840 col manifesto sul Purismo sottoscritto con i nazareni Minardi e Overbeck. A questo periodo risalgono il “Monumento a Pio VIII” in San Pietro, “Pellegrino Rossi” alla Gnam, nonché ritratti in busto di personaggi dell’epoca (Da: Enciclopedia Garzanti Arte).

20 Andrea Bregno (Osteno 1418 – Roma 1503) scultore e architetto del Quattrocento, nato ad Osteno presso Como, morto a Roma nel 1503. Il più grande rappresentante della scultura lombarda del Quattrocento. Il suo capolavoro è la cappella Piccolomini nel duomo di Siena. Ha lavorato su commissione di quattro papi, ha lasciato opere in molte chiese romane (Sant'Agnese fuori le Mura, San Gregorio al Celio). Diede l'aspetto attuale a Santa Maria del Popolo. E' sepolto in santa Maria sopra Mi

21 Isaia da Pisa (attivo tra il 1431 e il 1464) scultore. Lavorò principalmente a Roma e a Napoli. Stilisticamente ancora legato a moduli arcaici si specializzò nella realizzazione di rilievi decorativi (Madonna col Bambino tra i santi Pietro e Paolo e donatori, Grotte Vaticane, Tabernacolo, Chicago, Art Inst.) e di monumenti funebri (la rimaneggiata Tomba di papa Eugenio IV 1455 circa a Roma nel Refettorio di San Salvatore in Lauro). A partire dal 1455 partecipò alla decorazione plastica dell’Arco di Castel Nuovo a Napoli. Fu padre di Gian Cristoforo Romano. Da Enciclopedia Arte Garzanti, 2002.

22 Giotto Ambrogio o Angiolo Di Bondone (Vespignano, Vicchio di Mugello, Firenze 1267 – Firenze 1337). Fra le sue opere maggiori: il Crocifisso in Santa Maria Novella, la Madonna d’Ognissanti o Maestà agli Uffizi e il ciclo di affreschi sulla vita di San Francesco nella basilica superiore di Assisi.

23 Silvestro II Gerberto d’Aurillac(circa 950- Roma 1003), papa dal 999, primo papa francese. Introdusse conoscenze arabe di aritmetica e astronomia. Ebbe stretti legami con l’imperatore Ottone III di cui era stato maestro. Nel 1000 concesse la corona di Ungheria a Stefano, poi santo. Nel medioevo ebbe fama di stregoneria.

24 Alessandro III Rolando Bandinelli (Siena 1100 circa – Civita Castellana 1181) papa dal 1159; in suo onore venne fondata la città di Alessandria (1168) in funzione anti Barbarossa.

25 Arnolfo di Cambio (Colle Val d’Elsa 1245 circa – Firenze 1302 circa) scultore e architetto. Allievo di Nicola Pisano, lavorò a Roma, a Orvieto (tomba del cardinal De Braye) e a Firenze, dove eseguì il progetto di Santa Maria del Fiore, le sculture per la facciata, una “Madonna” al museo dell’Opera e la “Natività” al museo Nazionale, segnando del suo stile d’ispirazione gotica (ma con apporti classici) l’architettura e la scultura (da Enciclopedia Garzanti, 2003).

26 Alessandro Galilei vedi nota 11.

27 Clemente XII Lorenzo Corsini (Firenze1652-Roma1740), papa dal 1730. Stemma a strisce diagonali con banda orizzontale. Per risanare le finanze ripristinò il gioco del lotto. Fece costruire la facciata di questa chiesa, il palazzo della Consulta al Quirinale, pavimentò strade, acquistò la collezione Albani per il museo Capitorlino, condannò la massoneria. E’ il papa che fece costruire Fontana di Trevi.

28 Onorio Longhi (Viggiù 1568-Roma 1619) appartenne ad una famiglia di architetti, il padre Martino Longhi il Vecchio e il figlio Martino Longhi il Giovane furono architetti anch'essi. Oltre che architetto fu poeta e si laureò in giurisprudenza a Roma. Amico personale di Caravaggio fu coinvolto in un omicidio nel 1606. Sue opere sono: la chiesa di Santa Maria Liberatrice al Foro Romano, oggi distrutta per riportare alla luce una chiesa ancora più antica, la cappella Altemps in Santa Maria in Trastevere e una cappella in Laterano. Iniziò San Carlo al Corso.

29 Clemente VIII Ippolito Aldobrandini (Fano1536-Roma1605) papa dal 1592. Il suo stemma è attraversato diagonalmente da una striscia dentata, ai lati della quale si trovano tre stelle per lato. Durante il suo pontificato furono eseguite le condanne a morte di Giordnao Bruno e di Beatrice Cenci. Riconobbe Enrico IV re di Francia, riuscì ad includere Ferrara nello stato della Chiesa. E’ sepolto in Santa Maria Maggiore. Fece costruire la cappella Clementina in San Pietro.

30 Giacomo Della Porta Porlezza, Como 1532 – Roma 1602) architetto e scultore, allievo del Vignola, detto il fontaniere di Roma. Realizzò la chiesa del Gesù, il cortile del palazzo della Sapienza, Santa Maria ai Monti, la fontana delle Tartaruche, la villa Aldobrandini a Frascati.

31 Cavalier d’Arpino Giuseppe Cesari (Arpino 1568 – Roma 1640) pittore. autore degli affreschi nella sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio e della decorazione musiva della cupola di San Pietro. Giovanissimo lavorò con il padre alle Logge Vaticane sotto la direzione del Pomarancio, sarà presidente dell'Accademia di San Luca.

32 Taddeo Landini (Firenze 1561-Roma 1596) scultore e architetto. Scolpì una copia del Cristo risorto di Michelangelo per la Basilica di Santo Spirito a Firenze e il busto di Sisto V in bronzo dorato. Sua la fontana delle Tartarughe a Roma.

33 Valsoldo Giovanni Antonio Paracca (Castello Valsolda CO 1546 – Roma 1599) Arriva Roma proveniente da Genova dove aveva già lavorato come scultore. Nel 1587 è documentato il suo lavoro nella Cappella Sistina, nella Basilica di Santa Maria Maggiore sotto la direzione di Domenico Fontana: Il suo realismo spicca nella statua di Sisto V in ginocchio, del cardinale Sirleto in San Lorenzo in Panisperna, nelle statue dei Santi Pietro e Paolo e dei quattro profeti maggiori in Santa Susanna. Ha lavorato in Santa Maria in Trastevere, Santa Maria del Popolo e nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Fu restauratore di statue antiche.

34 Urbano V Guillaume de de Grimoard (circa 1309-70) papa ad Avignone dal 1362, beato; grazie all’Albornoz rientrò a Roma nel 1367, ma nel 1370 dovette tornare ad Avignone per le pressioni francesi.

35 Barna da Siena pittore del secolo XIV, ispirato da Simone Martini ha realizzato gli affreschi nella Collegiata di San Gimignano.

36 Antoniazzo Romano Antonio Aquili, pittore della seconda metà del XV secolo, il maggior rappresentante della pittura tardo quattrocentesca nel Lazio. Lavorò nella Biblioteca Vaticana e nella Cappella Sistina.

37 Simone Ghini, fratello di Donatello.

38 Virginio Vespignani

39 Giulio Tadolini (Roma 1849-1918) scultore italiano nipote di Adamo, è noto soprattutto per il monumento a Vittorio Emanuele II di Perugia 1890 e per le statue di Umberto I e Leone XIII (1907 in Laterano), a Spaventa, eseguì numerosi e apprezzati ritratti ispirandosi alla scuola del realismo italiano (da Enciclopedia dell’Arte Garzanti 2002).

40 Girolamo Rainaldi (Roma 1570-1655) architetto, padre di Carlo (chiese gemelle di piazza del Popolo), formatosi nella cerchia di Fontana, collaboratore di Della Porta, proseguì la tradizione manieristica nell’ambiente barocco. Lavorò in Emilia e a Roma dove realizzò il palazzo Pamphili in piazza Navona 1650, sua opera principale (da: Enciclopedia dell’Arte Garzanti 2002). Santa Teresa a Caprorola, la tomba Sfrondati a Santa Cecilia (da wikipedia).

41 Domenico Fontana (Melide sul lago di Lugano nel Canton Ticino 1543 – Napoli 1607) architetto. Si segnalò per opere di ingegneria e di idraulica.Su incarico di Sisto V progettò e attuò il rinnovamento urbanistico di Roma aprendo la via Sistina e la via Merulana. A Roma ha realizzato la facciata del palazzo del Laterano, la Scala Santa, la biblioteca Vaticana e la cappella Sistina in Santa Maria Maggiore. Ha innalzato gli obelischi in San Pietro, in piazza del Popolo, a San Giovanni e all’Esquilino. A Napoli il palazzo Reale e la chiesa del Gesù, la villa Sforzesca a Castellazzara (da wikipedia e dall’Enciclopedia dell’Arte Garzanti, 2002).

42 Enrico IV di Borbone (1553-1610) re di Navarra e di Francia dal 1589. Capo degli ugonotti, alla morte di Luigi di Condè fu designato da Enrico III a cui si era alleato, suo successore. Sconfitta la lega cattolica, potè entrare a Parigi solo dopo aver pubblicamente abiurato 1594, celebre per la frase: “Parigi val bene una messa”. Morì assassinato.

43 Ilaro o Ilario papa dal 461 al 468, santo.

44 Pasquale Russo Maresca (Milano 1968 – Brescia 2020) pittore che visse e lavorò tra Milano, Torino e il Messico.

45 Lorenzo. Diacono romano martire sotto Valeriano il 10 agosto 258.

46 Ospedale San Giovanni. La data è presa dalla Guida Rossa del Tci1993, invece la Guida Rossa del Tci del 1968 riporta la data del 1398, il sito internet dell’Ospedale San Giovanni Addolorata parla del 1338.

47 Carlo Rainaldi. (Roma 1611-1691) Autore della facciata della chiesa di Santa Maria in Campitelli e dell'abside di Santa Maria Maggiore. Facciata di Sant'Andrea della Valle. La chiesa del Suffragio in via Giulia, la cappella Spada nella Chiesa Nuova, la tomba di Clemente IX in Vaticano. Presentò un progetto per il Louvre.

Collaborò con il padre Girolamo (Roma 1570-1655 catafalco per Alessandro Farnese al Gesù e a Sisto V in Vaticano, chiesa di santa Teresa a Caprarola e santa Lucia a Bologna, tomba Sfrondati in Santa Cecilia in Trastevere) sia nel Palazzo Nuovo al Campidoglio che nel palazzo Pamphili in piazza Navona. Suo il progetto delle chiese gemelle di piazza del Popolo

48 Giovanni Antonio De Rossi. (1616-1695) è un architetto simbolo del barocco romano, le sue opere principali sono la cappella del Monte dei Pegni e il palazzo Altieri. Con Bernini ha sovrainteso ai lavori di costruzione del palazzo Pontificio a Castel Gandolfo, ha ristrutturato le mura di Roma tra porta Portese e porta San Pancrazio, palazzo Bonaparte in piazza Venezia.

 

 

EX OSPEDALE

 

 

SANTA MARIA DELLA PIETA’

 

 

Nel 1548 per opera della Confraternita di Santa Maria della Pietà viene realizzato l’Hospitale de’ poveri, forestieri et pazzi. Dalla piccola sede del monastero di Santa Caterina dei Funari, passa in una casa a piazza Colonna nel 1550. Benedetto XIII dispone nel 1725 il passaggio delle competenze amministrative e mediche al Commendatore di Santo Spirito, trasferendo la sede in via della Lungara.

Con l’Unità d’Italia la sua gestione passa alla provincia di Roma. Il concorso per la progettazione del nuovo ospedale, composto da padiglioni viene vinto nel 1907 dagli ing. Edgardo Negri e Silvio Chiera. Il moderno manicomio si trova lungo la via Trionfale, a sei Km dal centro, vicino alla linea ferroviaria Roma Viterbo, ad una altitudine di m 120. Il 31 maggio 1914 il re Vittorio Emanuele III inaugura la nuova sede. I padiglioni sono riservati alle varie categorie: osservazione, infermeria, tranquilli, sudici, semiagitati, agitati, prosciolti e sorvegliati. Tutti i padiglioni hanno un medesimo impianto. A piano terra: salone per il giorno, refettori, sala dei sorveglianti, bagni. Al primo piano la zona notte. A sinistra i padiglioni per la degenza femminile, a destra quella maschile. Al centro i Servizi generali: guardaroba, forno, pastificio, macello, edificio per la produzione di energia elettrica, uffici, farmacia, biblioteca, laboratorio di analisi, chiesa, cucina, lavanderia. Il complesso comprendeva 41 edifici di cui 24 adibiti alla degenza e i rimanenti destinati agli uffici ed ai servizi vari. Praticamente una città nella città. Il padiglione più grande era il XXII detto “il Bisonte” che ospitava più di trecento pazienti cronici. In tutti i reparti i pazienti più problematici venivano spesso costretti a letto con fasce di contenzione o sedati, altri invece detti “malatini” perché più tranquilli, godevano di più libertà e aiutavano gli infermieri.

Il complesso era circondato da una Colonia agricola composta di 23 edifici, tra questi: vaccheria, porcilaia. Nel 1936 con la realizzazione dell’ultimo padiglione la capienza di questo villaggio raggiunge i 2.602 posti letto e 3.681 ricoverati l’anno. Qui nel 1938 Ugo Cerletti dà avvio alla pratica dell’elettroshock. Dal 1955 si sviluppa l’uso di psicofarmaci cercando di creare un ambiente terapeutico meno restrittivo. Nel 1963, per il cinquantenario dell’ospedale, si ha la visita del presidente della Repubblica Antonio Segni, la Santa Sede dona una copia della Pietà di Michelangelo oggi conservata nel padiglione 26. Dal 1967 Gerlando Lo Cascio avvia una riorganizzazione assistenziale che guarda con interesse ai nuovi percorsi deistituzionalizzanti avviati da Franco Basaglia. La nuova organizzazione prevede una continuità terapeutica tra ospedale e servizi del territorio. Nel 1968 la legge 431 (Legge Mariotti) introduce il ricovero volontario da parte del paziente e abolisce l’obbligo dell’annotazione sul casellario giudiziario. La popolazione cala regolarmente. La legge Basaglia, legge 180 del 13 maggio 1978, prevedeva il superamento della logica del manicomio, impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. La legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (Legge 23 dicembre 1978 n. 833) conteneva al suo interno gli stessi articoli della legge 180. Alla fine del 1999 l’ospedale viene definitivamente chiuso. Tutte le notizie da: aslroma1.it.

 

All’interno della struttura si trova il MUSEO LABORATORIO DELLA MENTE che ripercorre la storia dell’ospedale dalla sua fondazione alla sua definitiva chiusura avvenuta nel 1999. Il museo è stato inaugurato nel 2000. La Biblioteca Cencelli contiene circa 9.000 volumi suddivisi in un fondo antico con testi dal Cinquecento al Settecento e una parte moderna dall’Ottocento al 1993. Fa parte del Sistema Bibliotecario Nazionale.

 

 

I quotidiani del 20.1.21 annunciano il via la ristrutturazione da 24,5 milioni del Santa Maria della Pietà, ci sarà nuova vita per i 37 padiglioni. Nei padiglioni 11 e 15 due ostelli pronti ad aprire, sono da 61 e 77 posti. Si tratta del più grande investimento dalla chiusura dell’ospedale dal 1999. Entro marzo partirà la gara per riconvertire con 6,6 milioni i padiglioni 21 e 4 nella nuova sede del Nue e del centro di formazione avanzata per il personale medico, il più importante centro dell’Italia centrale dotato di sale operatorie attrezzate con tecnologie robotiche per la simulazione di interventi durante le emergenze e le esercitazioni in realtà virtuale aumentata. Rinasce il museo della Mente nei padiglioni 2,6 e 19. Si sta formalizzando la cessione dei padiglioni 16, 18 e 31 al Comune che così potrà centralizzare gli uffici del municipio XIV. Il padiglione 20 diventerà la casa dell’associazione Antea che si occupa di assistenza domiciliare. Il 31 sarà destinato alla cultura e all’associazionismo.

 

Il padiglione n. 8 ha ospitato il pittore Mario Schifano e la poetessa Alda Merini. Il cantante Simone Cristicchi ha conosciuto in questo luogo Alda Merini, a lei ha dedicato la canzone “Ti regalerò una rosa”, presentata al festival di Sanremo del 2007.

 

 

MURALES SANTA MARIA DELLA PIETA’

 

 

Un museo di street art all’aperto nel parco del Santa Maria della Pietà. Più di 30 opere di 28 artisti diversi per dare un volto nuovo al parco. Progetto Caleidoscopio presentato il 14 novembre 2015. Il filo che lega tutti i muri è la tematica sociale, spiega Maruizio Mequio, ideatore del progetto, far vedere il bello in un luogo difficile attraverso i colori della street art. Artisti hanno lavorato gratis, la Asl RmE ha coperto le spese per i materiali. Ecco il volto espressionista del filippino Jerico, mentre Monica Pirone ha coinvolto i detenuti minorenni del centro di recupero Macondo. Quattro muri dipinti da Gomez tra cui l’opera simbolo del progetto cento mani che si intrecciano di ogni età fatto con gli utenti del centro diurno per pazienti psichiatrici Bambù e della comunità per disabili “Fuori dal Tunnel”. Entro metà dicembre i muri dipinti diventeranno quaranta. Il team che cura il progetto Caleidoscopio ha portato i bambini delle scuole elementare e gli ospiti di due centri di accoglienza per richiedenti asilo a conoscere le opere.