CARCERI DI ROMA

UN PEZZO DELLA STORIA DI ROMA E’ DA RICERCARE

NELLE CARCERI, DA NOMI ILLUSTRI DEL PASSATO,

FILOSOFI, PATRIOTI ALLA POVERA GENTE COMUNE

IN MOLTI HANNO POPOLATO QUESTI LUOGHI

 

IL CARCERE MAMERTINO O TULLIANO

E’ il più antico carcere di cui si ha memoria a Roma, si trova a ridosso del Campidoglio, lungo le scale Gemonie, prima del Comitium. Ha ospitato i carcerati per circa mille anni, i re sconfitti dai romani, i traditori della città, i primi cristiani: il re dei Sanniti Ponzio, Erennio Siculo e Gaio Sempronio Gracco nel 121 a.C. Giugurta re della Numidia nel 104 a.C. (morto di inedia), il re dei Galli Vercingetorige nel 46 a.C. passò sei anni in questo carcere, i congiurati di Catilina (morto nella battaglia di Pistoia), Lentulo e Cetego nel 60 a.C. (strangolati), gli apostoli San Pietro e San Paolo per la tradizione cattolica, Seiano e i suoi figli, Seiano era prefetto del pretorio di Tiberio nel 31, Simone di Giora, difensore di Gerusalemme.

Consiste in due piani sovrapposti scavati nelle pendici del Campidoglio, la più profonda risale all’VIII – VII secolo a.C. (secondo Livio voluto da Anco Marzio, per questo Mamertino) l’altra è di età repubblicana. Il sito venne trasformato in chiesa per volere di papa Silvestro nel 314. Secondo la tradizione cristiana San Pietro convertì gli stessi carcerieri, fece scaturire una fonte per il battesimo, anch’essi furono uccisi. Oggi si trova sotto la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, eretta nel sec. XVII, isolata nel 1932.

Il 30 agosto del 2018 alle ore 14,40 crolla improvvisamente il tetto della chiesa, tragedia sfiorata, la chiesa era chiusa, nel pomeriggio ci sarebbe stato un matrimonio, la nube vista da lontano. Tre anni prima c’era stato un restauro con il cambio delle tegole. Un anno dopo viene inaugurato e benedetto il nuovo tetto.

 

 

CARCERI DI TOR DI NONA

Si tratta delle principali carceri di Roma dall’inizio del Quattrocento fino al 1657, insieme a Corte Savella. Qui vennero reclusi Benvenuto Cellini, i fratelli di Beatrice Cenci e il riformatore toscano Pietro Carnesecchi. Si trovavano dove ora è il lungotevere Tor di Nona, presero questo nome forse perché erano la nona torre che si incontrava venendo da porta Flaminia delle mura di cinta della città. Nel 1670 divenne il famoso teatro Tor di Nona.

 

CORTE SAVELLA

In via di Monserrato 43 sorge un palazzo seicentesco, sede dal 1650 del Collegio Inglese, rinnovato da Virginio Vespignani1 nel 1869. Impossibile vedere le strutture quattrocentesche dell’edificio di proprietà dei Savelli, nobili custodi del conclave di Santa Romana Chiesa, e sede del tribunale assegnato a quella famiglia nel 1375. Il palazzo si può vedere nella pianta del Tempesta del 1648. I prigionieri, durante gli interrogatori venivano sottoposti a tortura, i condannati spesso venivano impiccati alle inferriate stesse del palazzo, altre volte venivano decapitati in piazza di Ponte, di fronte a Castel Sant’Angelo. In questo palazzo finirono anche due rappresentanti della stessa famiglia Savelli. Il palazzo ebbe funzione di carcere fino al 1652 (insieme al carcere di Tor di Nona) quando papa Innocenzo X decise la costruzione delle Carceri Nuove in via Giulia su progetto di Antonio Del Grande.

In questo carcere vennero rinchiuse, interrogate e torturate Beatrice Cenci e la matrigna Lucrezia Petroni, mentre i fratelli Giacomo e Bernando erano nel carcere di Tor di Nona.

 

CASTEL SANT’ANGELO

Il castello, essendo la fortificazione principale di Roma. fu da sempre utilizzato come carcere.

La cella più famosa è detta Sammalò, sul retro del bastione San Marco, il condannato veniva calato dall’alto e a malapena aveva spazio per sistemarsi mezzo piegato, non potendo stare ne in piedi, ne sdraiato.

Nel piano inferiore del cortile del Pozzo, eretto da Alessandro VI, c’erano le celle per i personaggi di riguardo. Qui fu detenuto Benvenuto Cellini, famosa la sua evasione. In una cella disegnò a carboncino un Cristo risorto ancora oggi visibile.

Nell’antica loggia superiore dell’appartamento di Paolo III è la Cagliostra, così detta perché vi fu tenuto prigioniero il celebre avventuriero Giuseppe Balsamo, detto il conte di Cagliostro. Qui vennero detenuti gli umanisti Bartolomeo Platina e Pomponio Leto, Beatrice Cenci e Giordano Bruno oltre ai patrioti del Risorgimento.

Molte le vittime dei Borgia.

I processi avvenivano nella Sala di Giustizia, le esecuzioni capitali nella piazzetta al di là di ponte Sant’Angelo, ma anche nel cortile antistante la cappella dei Condannati o del Crocifisso, mediante fucilazione. A ogni esecuzione di condanna capitale suonava a morto la Campana della Misericordia posta sulla terrazza ai piedi della statua dell’Angelo.

Qui è ambientato il terzo atto della Tosca di Giacomo Puccini, il pittore Cavaradossi viene qui fucilato e la sua amante, Tosca, si uccide buttandosi dagli spalti del castello.

 

Castel Sant’Angelo è una grandiosa opera voluta e probabilmente ideata dallo stesso imperato Adriano e forse eseguita dall'architetto Demetriano. Iniziato nel 135 fu compiuto da Antonino Pio nel 139, un anno dopo la morte dell'imperatore; per raggiungere questo luogo venne costruito il pons Aelius poi ponte Sant'Angelo, uno dei pochi ponti sul Tevere sempre funzionante, principale porta di accesso a San Pietro per i pellegrini e per i romani stessi. Nel corso dei secoli ha subito profonde trasformazioni fino a renderlo il castello della città, il suo punto difensivo più saldo. Il "Passetto" lo collega a San Pietro. Nonostante 1.900 anni di demolizioni, ricostruzioni, cambiamenti di funzioni, il monumento resta abbastanza leggibile. Oggi è sede del Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo visitato ogni anno da 700.000 persone.

In cima al castello, nel XIII secolo venne posta la statua dell'angelo. La statua bronzea attuale è opera di Pietro Von Verschaffelt (1752) e sostituisce l'antica in pietra di Raffaellino da Montelupo (1544), uno dei collaboratori più stretti Michelangelo, oggi nel cortile d'onore o delle Palle per i cumuli di palle di granito e travertino munizioni del castello.

 

 

CARCERI NUOVE

In via Giulia, quasi di fronte alla chiesa di San Filippino, si trova questo edificio opera di Antonio Del Grande2, fatto costruire da papa Innocenzo X Pamphili3 nel 1655, che sostituirono le tristi carceri di Corte Savella e Tor di Nona. La lapide sopra il portone centrale recita: “Innocenzo X Pontefice Massimo eresse nell’anno del Signore 1655 il nuovo carcere, per la giustizia, la clemenza e per una più sicura e umana custodia dei colpevoli”.

Ma alla morte del papa, avvenuta proprio nel 1655, l’edificio non era ancora ultimato, fu utilizzato per la peste del 1656, come sede della quarantena. Fu ultimato da Alessandro VII Chigi. Il palazzo presenta una facciata a mattoni con fasce marcapiano e cantonale in travertino, con sei finestre al pianterreno inferriate tra le quali si apre centralmente un bel portale con una grande bugna al centro dell’architrave e sormontato dall’iscrizione di cui si è detto. Sopra si sviluppano tre piani con sei finestre ognuno. Funzionò come carcere fino al 1883, quando fu sostituito dal carcere di Regina Coeli, continuò ad essere usato per la custodia preventiva, quindi carcere minorile fino al 1931 quando divenne un Centro di Studi Penitenziari con biblioteca specializzata e Museo di Storia Criminale. Il Museo Criminologico è ospitato dal 1975 nel palazzo del Gonfalone, edificio risalente al 1827, fatto costruire da Leone XII per destinarlo a carcere minorile, per i giovani provenienti dall’Ospizio di San Michele. Il palazzo delle Carceri Nuove oggi ospita la Direzione Centrale Antimafia4.

 

ISTITUTO SAN MICHELE

Detto anche Ospizio di San Michele, oppure Ospizio Apostolico di San Michele a Ripa Grande. E’ uno dei palazzi più grandi d’Europa, si sviluppa per 334 metri a ridosso del Tevere dove era il porto di Ripa Grande. Dal 1969 è adibito a sede del Ministero dei Beni Culturali5 e Ambientali e dell’Istituto Centrale del Restauro e la Documentazione. Venne costruito come ospizio per bambini abbandonati e vecchi poveri, come carcere minorile e femminile.

Il primo nucleo si deve a Carlo Fontana6 e Mattia de Rossi 1686-89; successivamente per incarico di Innocenzo XII il Fontana costruì il lanificio (1693-1701) su via di San Michele e il cortile dei Ragazzi creando una istituzione rieducativa e assistenziale. Su incarico di Clemente XI, sempre il Fontana progettò la casa di correzione modello per i ragazzi 1701-04, la caserma dei doganieri 1706-09 e una serie di edifici per l’arazzeria e la chiesetta del Buon Viaggio 1710-14, l’ospizio dei Vecchi, il cortile dei Vecchi e quello delle Carrette, la cheisa di San Michele 1710-15 interrotta per la mancata acquisizione dell’area interessata, poi conclusa con l’abside di Luigi Poletti 1831-35. Successivamente venne costruito il conservatorio delle Zitelle. Clemente XII fece costruire da Ferdinando Fuga7 1734-35 il carcere femminile su piazza di Porta Portese, altri edifici furono costruiti in seguito. Nel 1938 l’Istituto fu trasferito a Tor Marancia, il carcere minorile continuò a funzionare fino al 19728.

In occasione di mostre, attraverso i cortili dei Ragazzi e dei Vecchi, dove è allestita una mostra permanente sulla storia del complesso, si può accedere alla chiesa di San Michele e alla sala dello Stenditoio all’ultimo piano. Quest’ultima è stata ristrutturata da Franco Minissi e Miarelli Mariani.

 

L’Istituto Penale per Minorenni di Casal del Marmo è sorto negli anni Sessanta, si trova in via Giuseppe Barellai 140. Per Antigone al novembre 2017 erano presenti 68 ragazzi (24 italiani), di cui 56 maschi.

 

 

CARCERE DI REGINA COELI

Il più noto carcere di Roma, in via della Lungara 29 a Trastevere, fondato nel 1881 riconvertendo per l’uso un convento del 1654, recependo così il nome della struttura Maria Regina Coeli. L’edificazione si deve a Urbano VIII Barberini e al suo successore Innocenzo X Pamphili. Venne confiscato nel periodo napoleonico e nuovamente e definitivamente dal regno d’Italia. I lavori di adattamento delle strutture furono diretti da Carlo Morgini e si completarono nel 19009. Fu anche sede della prima scuola di polizia scientifica (vi rimase fino agli anni Venti) e del casellario giudiziario. A fine Ottocento venne acquisito un plesso attiguo che venne adibito a carcere femminile, detto popolarmente Carcere delle Mantellate, per il lungo mantello delle suore dell’ex convento di Santa Maria della Visitazione. Celebre lo stornello romanesco “Le Mantellate”.

In principio fu concepito con tre distinti fabbricani: uno su via della Lungara per la Direzione, gli alloggi, il corpo di guardia, cucina, magazzini e il parlatorio. Due fabbricati a crociera con una rotonda centrale coperta da una grande volta a padiglione, ospitanti le celle. Dopo l’ultima guerra, a Regina Coeli furono installati nuovi laboratori di radiologia e analisi, infermeria medica e chirurgica, alla tipografia e legatoria già esistenti si aggiunsero la falegnameria, la sartoria e la calzoleria.

Durante il fascismo furono detenuti Gaetano Salvemini, Alcide De Gasperi, Gramsci, Cesare Pavese e Luchino Visconti. I politici erano nel VI braccio. Sei anni vi rimase Ernesto Rossi. Dopo la caduta del fascismo e l’occupazione tedesca, il terzo braccio fu occupato dai tedeschi, si arrivò a 2.500 detenuti. Celebre l’evasione di Pertini e Saragat nei nove mesi di occupazione tedesca di Roma. Subito dopo la guerra Donato Carretta, direttore del carcere, venne riconosciuto e ucciso dalla folla inferocita.

Il 20 maggio del 1945 vi fu una rivolta dei detenuti che chiedevano l’amnistia, fu repressa dai Carabinieri. Nel 1973 vi fu una rivolta nel carcere, le guardie carcerarie lasciarono temporaneamente l’edificio. Negli anni Settanta i terroristi uccisero il dirigente sanitario di Regina Coeli, un’impiegata del centro studi del ministero, una vigilatrice di Rebibbia e il generale dei Carabinieri Galvaligi che si occupava delle misure di sicurezza negli instituti penitenziari.

Resta il ricordo della visita di papa Giovanni XXIII Roncalli, il 26 dicembre 1958, papa Paolo VI nel 1964, papa Giovanni Paolo II nel 2000 e nel marzo 2018 papa Francesco.

Ha una capienza massima di 750 persone, ma durante la visita della presidente della Camera Laura Boldrini nel 2013, vi erano 1.050 detenuti. Secondo Antigone nel maggio 2018 erano presenti 965 detenuti (492 stranieri), mentre la capienza massima è di 619 posti, non vi sono donne. La struttura è stata investita da recenti lavori di ristrutturazione. Vi sono otto sezioni, la quarta è destinata ai tossicodipendenti in trattamento metadonico, l’ottava per i soggetti di particolare cautela, la seconda per i detenuti in osservazione psichiatrica in attes adi trasferimento. Tutte le sezioni, tranne la settima e la seconda, sono in regime aperto per otto ore al giorno, nella quinta i detenuti sono tutti lavoranti. Le celle sono da 3/5 posti, dotate di camera da letto con tv, cucinotto e bagno. Sono dotate di riscaldamento e luce naturale. 131 su 195 sono dotate di doccia (dati dal sito del ministero di Giustizia).

 

CARCERE DI REBIBBIA

Si trova nel quartiere romano di Ponte Mammolo (Municipio IV) con accessi da via Tiburtina, via Raffaele Majetti 70 e via Bartolo Longo. E’ stato progettato dall’arch. Sergio Lenci e inaugurato nel 197210. Racchiude quattro istituti di pena differenti e completamente autonomi, tre maschili e uno femminile. Ogni istituto è dotato di uffici e servizi oltre naturalmente alla sezione per la custodia dei detenuti. Nell’istituto femminile vi è un edificio dedicato alle donne con figli piccoli, che possono risiedere con la madre fino al terzo anno di età.

Al maggio 2018 erano presenti 1.477 detenuti, di cui 502 stranieri, ma la capienza è di 1.178 (dati di Antigone). E’ presente una sezione in cui si svolgono i processi.

Nel 1973 vi fu una rivolta nel carcere femminile.

 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.

- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.

- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.

- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.

 

www.soprintendenzaspecialeroma.it (sito della soprintendenza statale)

www.sovraintendenzaroma.it (sito della sovrintendenza capitolina)

- www.museiincomune.roma.it

- www.romasegreta.it

- www.romasparita.eu

- www.info.roma.it

- romeguides.it

 

 

 

AGGIORNAMENTI

 

29.5.16 Carcere di Regina Coeli. Il governo vuole vendere questo insieme ad altri carceri (es. San Vittore a Milano). Regina Coeli ha sempre ispirato una certa simpatia retorica, “Chi non sale quel gradino non è romano” dice una canzone cantata anche da Gabriella Ferri, ma gli scalini sono tre, in un’altra “Le Mantellate” si parla di un edificio, antico convento, adibito a penitenziario femminile. Ancora “Il canto dei carcerati” di Lando Fiorini, “Via della Lungara” di Renato Zero, “Impronte digitali” di Franco Califano. Nella storia del carcere anche quella del direttore Donato Carretta ucciso nel 1944 e poi appeso nudo a testa in giuù ad una inferriata del piano terra. La visita di Giovanni XXIII con un anziano detenuto che si butta ai piedi, la visita di Wojtyla, il jcarcerato che porta la croce morì la notte stessa per overdose. “Un magazzino di carne umana” lo ha definito Laura Boldrini; negli anni Settanta, aperta Rebibbia, sembra destinata alla chiusura, nel 1993 il guardasigilli Conso lo voleva chiudere al priù presto, Rutelli lo incluse tra le opere del Giubileo.

17.10.16 Carcere di Rebibbia. Una rassegna di film della Festa del Cinema di Roma anche nell’auditorium del carcere.

28.10.16 Carcere di Rebibbia. Fuggono calandosi con una fune fatta di lenzuola. Sono tre albanesi: Tesi Basho, Ilir Pere e Mikel Hasanbelli. Sono fuggiti approfittando del trambusto causato dall’arrivo di 39 detenuti da Camerino (zona terremoto). Hanno scavalcato nello stesso punto in cui in passato altri avevano tentato la fortuna.

26.3.17 Carcere di Regina Coeli.Detenuto si impicca, aveva 30 anni, rom di origine bosniaca, in carcere da agosto per tentato omicidio, era in attesa di giudizio. Venti giorni fa era morta la figlia, l’uomo era stato tarasferito nel reparto Grande sorveglianza. E’ il secondo suicidio da inizio anno.

25.4.17 Regina Coeli.Muore ottantenne in carcere per aver rubato biciclette. Era caduto in carcere e portato nell’ospedale San Camillo.

17.5.22 Carcere di Rebibbia. Per la rivolta nel carcere del marzo 2020 il pm chiede 42 condanne, il 15 luglio la sentenza.

 

 

1 Virginio Vespignani. (Roma 1808-1882) Architetto collaboratore di Poletti è stato molto attivo durante il pontificato di Pio IX soprattutto in opere di restauro essendo di formazione accademica. Sua la cappella della Madonna dell'Archetto nel rione Trevi (1851), il quadriportico del Verano, i restauri a porta San Pancrazio e Porta Pia (facciata esterna).

2 Antonio Del Grande (Roma 1607 – 1679) progettò la basilica di San Barnaba a Marino e la Collegiata di Rocca di Papa. Su commissione di Innocenzo X le Carceri Nuove in via Giulia, primo esempio di carcere moderno, curò la sistemazione di palazzo Doria Pamphili in piazza del Collegio Romano.

3 Innocenzo X Pamphili papa dal 1644 – 1655. Nunzio in Francia e Spagna, cardinale dal 1629, cercò di rafforzare lo Stato della Chiesa mantenendone l'autonomia. Protesse gli artisti, tra questi Bernini e Borromini. Lottò contro i Barberini del predecessore Urbano VIII. Condannò Giansenio, fu attivo nella Controriforma. La cognata donna Olimpia Maidalchini detta la Pimpaccia curò i suoi interessi e venne odiata dal popolo come testimonia Pasquino. Incaricò il Bernini di progettare la chiesa di Sant'Andrea al Quirinale, la fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona. Fece costruire le Carceri Nuove in via Giulia.

4 Carceri Nuove. Tutte le notizie da: romasegreta.it e dal sito internet del museocriminologico.

5 Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo. L’ufficio del ministro è in via del Collegio Romano 27, dal 1 giugno 2018 il ministro è Alberto Bonisoli (M5S).

6 Carlo Fontana. Rancate 1638 - Roma 1714) architetto e scultore italo svizzero è vissuto tra Seicento e Settecento, sua la facciata di San Marcello al Corso, la cappella Albani in San Sebastiano, santa Rita in Campitelli, fontana di sinistra in piazza san Pietro e la fontana in Santa Maria in Trastevere. Sua la cappella Cybo in santa Maria del Popolo. Ha lavorato all’Istituto San Michele dove ha lasciato un segno importante.

7 Ferdinando Fuga. (Firenze 1699-Roma 1781) fu architetto dei palazzi pontifici, a Roma realizzò la Manica Lunga al Quirinale, il palazzo della Consulta, la facciata di Santa Maria Maggiore e a Napoli l'Albergo dei Poveri e la chiesa dei Girolamini. Palazzo Ferrini Cini in piazza di Pietra. Ha parzialmente ricostruito il Triclinio Leoniano in piazza di Porta San Giovanni.

8 Istituto San Michele. Tutte le notizie da Guida Rossa del Tci, ed. 1992, pag.531.

9 Carcere di Regina Coeli. Secondo il sito del ministero di Giustizia l’edificio è stato trasformato in carcere tra il 1870 e il 1890.

10 Carcere di Rebibbia. Secondo Antigone il carcere fu in costruzione dal 1965, inaugurato nel 1971.