ANTICHE E MODERNE COLONNE

 

DALLE COLONNE ONORARIE DI TRAIANO, MARCO AURELIO E FOCA, A QUELLE MARIANE DELL’IMMACOLATA E DELL’ESQUILINO.

SEGUIREMO UN INTINERARIO STORIOCO-RELIGIOSO TRA

LEGGENDE, CRONACHE E TRADIZIONI URBANE MILLENARIE

 

Tante sono le colonne che sorgono nella città, tra monumenti, chiese, obelischi, hanno un ruolo importante nel panorama cittadino. La prima ad essere eretta fu quella in onore di Lucio Minucio, prefetto dell’Annona, presso porta Trigemina (oggi Bocca della Verità), recava alla sommità la statua in bronzo del personaggio che si era reso benemerito per la cittadinanza. Quindi furono i romani a iniziare questa tradizione di erigere colonne. A imitazione degli antichi anche gli inglesi eressero una colonna a Wellington in Trafalgar Square, i francesi a Napoleone in place Vendome.

 

5. COLONNA DI MARCO AURELIO

     Ricorda le campagne militari condotte dall’imperatore filosofo[1] contro i Sarmati e i Marcomanni. Fu ultimata nel 193 ed è alta, senza basamento m 29,60, cioè cento piedi romani. E’ formata da 17 rocchi posti uno sull’altro. In alto è un capitello dorico, dove oggi è collocata la statua di San Paolo, c’era quella dell’imperatore in bronzo dorato. All’interno sale una scala a chiocciola che prende luce da alcune strette feritoie poste tra i rilievi. Sembra che l’imperatore abbia incaricato un tal Adrasto di costruirsi casa nelle vicinanze per sorvegliare la colonna di giorno e di notte.

     Erroneamente è chiamata colonna Antonina, esiste infatti via della Colonna Antonina che collega piazza Colonna con piazza Montecitorio. Il fatto è che in piazza Montecitorio era rovinata a terra la colonna di Antonino Pio[2], senza decorazioni o rilievi in granito, i pezzi furono utilizzati per integrare e restaurare l’obelisco di Psammetico già in piazza del Parlamento. In piazza Montecitorio rimase a lungo la base della colonna Antonina che oggi si trova nel cortile delle Corazze in Vaticano. Sui suoi lati ecco i cavalieri romani che compiono un carosello intorno alla fanteria: era la tradizione della cerimonia funebre di un imperatore. Ecco la raffigurazione della dell’apoteosi di Antonino e Faustina che salgono al cielo sulle ali di un giovane nudo, mentre in terra le personificazioni di Roma e del Campo Marzio assistono all’evento.

 

6. COLONNA DI TRAIANO

     Nel Foro di Traiano[3], dedicata all’imperatore e alle sue imprese contro i Daci in due successive campagne militari, vengono rievocati i fatti come li ha raccontati l’imperatore stesso nei suoi commentari. I soldati di Roma partono, marciano, costruiscono ponti (quello famoso sul Danubio progettato da Apollodoro), fortezze, vanno all’assalto, caricano con la cavalleria, reagiscono agli agguati, incendiano villaggi, sono fatti prigionieri e subiscono torture, tagliano teste ai nemici vinti, assistono ai riti religiosi compiuti da Traiano, ascoltano Traiano che gli rivolge parole di incitamento e promesse di bottino. Tutto è narrato con forte realismo e con classico senso delle figure e della composizione.

     La colonna è alta, con la base m 39,83, quanto era l’altezza della sella posta tra Quirinale e Campidoglio, come ricorda l’iscrizione alla base. Fu inaugurata nel 113, nella sua base fu posta l’urna d’oro che conteneva le ceneri dell’imperatore. Su di essa è la statua di San Pietro. Questa, come quella di San Paolo sulla colonna di Marco Aurelio furono poste per volere di Sisto V che vi compì un rito esorcista.

     Come leggevano le immagini di queste colonne? Sui lati della colonna di Traiano esistevano le biblioteche greca e latina da cui si potevano vedere da vicino. Ma la risposta migliore l’ha data Salvatore Settis[4], secondo il quale la lettura era fatta per osservazione verticale, le scene sono in successione verticale, senza interrompere la lettura cronologica. Jacopo Ripanda[5] si fece calare dalla sommità per disegnare tutte le scene che da allora divenne modello dell’arte rinascimentale.

 

7. COLONNA DI FOCA

Si trova nel Foro Romano, si tratta dell’ultimo monumento alzato nel foro dall’imperatore bizantino Foca, usurpatore e assassino, a sua volta assassinato, colui che donò al Papa il Pantheon. Sulla colonna resta il capitello corinzio senza più la statua dell’odiato imperatore. Ultimo monumento onorario eretto nel foro, sempre visibile, anche nel periodo di massimo interramento.

 

4. COLONNA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

     Siamo in piazza di Spagna. Di fronte al palazzo di Propaganda Fide (facciata del Bernini) sorge la Colonna dell’Immacolata Concezione (1854) elevata da Pio IX, opera di L. Poletti[6] del 1856. Antica colonna di cipollino sorge su un alto piedistallo ornato dalle statue di Isaia, Ezechiele, Mosè, David, degli scultori Revelli, Chelli, Jacometti e Tadolini[7]. Anche bassorilievi rappresentanti il Sogno di Giuseppe, L’Annunciazione, La proclamazione del dogma e l’Incoronazione di altri artisti. In alto Maria sopra i simboli degli Evangelisti di G. Obici[8]. L’opera fu molto apprezzata, sembra che avesse usato come modella la suocera, donna molto bella e chiacchierata per i suoi rapporti con gli artisti. Venne issata l’8 dicembre 1857 dai pompieri, per questo ancora oggi sono loro a portare i fiori alla Madonna nella festività

     Ogni anno, l’8 dicembre, il papa si reca ai piedi della colonna, una scala dei pompieri viene issata fino alla statua di Maria e un vigile del fuoco porta una corona di fiori alla base della statua.

     La colonna è stata illuminata da Acea il 5 maggio 2019 su progetto di Vittorio Storaro (direttore della fotografia, vincitore di tre premi Oscar) e Francesca Storaro. Il progetto è stato finanziato da Bruno Vespa (da la Stampa del 8.5.19).

 

2. COLONNA DI PIAZZA SANTA MARIA MAGGIORE

   Davanti alla facciata della chiesa si erge l’unica colonna superstite delle otto della basilica di Massenzio, alta 14 metri (qui rialzata nel 1614 per opera di Carlo Maderno), in cima una statua della Vergine, ai suoi piedi la fontana anch’essa di Carlo Maderno (1615). E’ detta colonna della Pace perché proveniente dal Foro della Pace (Vespasiano). La colonna fu rialzata per volere di papa Paolo V Borghese che come Sisto V voleva mettere al servizio del culto cristiano i monumenti pagani, come era stato fatto per gli obelischi. Sulla colonna fu eseguito un esorcismo.

     Dice un’antica leggenda che la Basilica di Massenzio sarebbe durata fino alla nascita del Salvatore, infatti ne crollò un pezzetto nella notte di Natale, ad ogni Natale ne crolla un altro pezzetto. Ma è decisamente anacronistica!

 

COLONNA DELL’ABIURA

     Entro il sagrato a destra di Santa Maria Maggiore si trova la colonna dell’Abiura che ricorda la conversione di Enrico IV (1594), il quale pur di diventare re di Francia rinunciò alla fede protestante e abbracciò la cattolica dicendo: “Parigi val bene una messa”.

     La conversione di Enrico IV, educato dalla madre al calvinismo, avvenne con una solenne cerimonia di abiura il 17 settembre 1595, durante il pontificato di Clemente VIII (1592-1605), nell’atrio della basilica di San Pietro. L’anno successivo il francese Charles Anisson – a memoria dell’abiura – fece erigere davanti all’ospedale di Sant’Antonio del Fuoco – all’altezza dell’attuale via Carlo Alberto – una colonna con il fusto a forma di cannone e sormontata da una croce, poggiata su un basamento quadrato in marmo bianco. Nel 1746 Benedetto XIV la fece restaurare e portare nel cortile sul lato destro della basilica dove si trova ancora oggi.

 

COLONNA DELLA FLAGELLAZIONE

     La colonna della Flagellazione del Cristo è nella chiesa di Santa Prassede, precisamente nella cappella di San Zenone, nella navata destra.

     La Cappella di San Zenone eretta da Pasquale I[9] come mausoleo per la madre Teodora. Le due colonne di granito nero e la ricca cornice curva sostengono un'urna cineraria con i resti di Zenone, sacerdote e martire. L'interno è a volta con colonne negli angoli, è magnifica in quanto ricoperta da mosaici che sono stati definiti "Il giardino del Paradiso".  Vi sono rappresentati: il Cristo, la Madonna, Santa Prassede e Teodora con il nimbo quadrato dei viventi. Sopra l'altare la Madonna con Bambino. Il pavimento è in opus sectile. A destra è custodita la colonna portata a Roma da Gerusalemme nel 1223 che secondo la tradizione è quella a cui fu legato e flagellato Gesù.

 

 

3. COLONNA DI PORTA PIA

     Si trova in corso Italia, davanti ad un tratto di mura Aureliane ricostruite con una lastra di marmo per ricordare il punto esatto della breccia del 20 settembre 1870. Il marmo reca i nomi dei caduti, il disegno è di Adolfo Apolloni, l’epigrafe è stata dettata da Giovanni Bovio[10]. Di fronte si trova la colonna commemorativa il cui fusto fu rinvenuto nel 1875 in uno scavo alla salita dei Crescenzi (presso il Pantheon, riferite alle terme Neroniane, due altre colonne sono in via di Sant’Eustachio, rinvenute nel 1835). Al di sopra una Vittoria di bronzo dorato scolpita da Giuseppe Guastalla. L’opera venne realizzata per i venticinque anni della presa di Porta Pia (1870-1895).

 

1. COLONNE GEMELLE

 IN RICORDO DEI CADUTI DELLE TORRI GEMELLE

     L’11 settembre del 2009 sono state innalzate queste due colonne che provengono dalla Curia Innocenziana di piazza Montecitorio ed erano depositate in un magazzino della Sovrintendenza capitolina. Completano il monumento un cipresso e una targa con la scritta: “Coloro che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo”, frase del filosofo e poeta statunitense George Santayana (nato a Madrid, ma naturalizzato Usa).

     Gli attentati dell’11 settembre 2001 sono stati una serie di quattro attacchi suicidi che causarono la morte di oltre 2.996 persone (343 vigili del fuoco e 60 poliziotti) e il ferimento di oltre 6.000, organizzati e realizzati da un gruppo di terroristi aderenti ad Al Qaida contro obiettivi civili e militari nel territorio degli Usa.

     La mattina dell’11 settembre 2001 diciannove terroristi dirottarono quattro voli civili, due furono fatti schiantare contro le torri gemelle del World Trade Center causando il collasso di entrambi i grattacieli. Un altro fu dirottato e fatto precipitare contro il Pentagono, il quarto aereo diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca di Washington cadde in un campo vicino a Shanksville in Pennsylvania, dopo che i passeggeri avevano tentato di riprendere il controllo del velivolo.

     A New York fu istituita una commissione per sceglier il progetto di un monumento da erigere sul luogo di Ground Zero. Il progetto vincitore – di Daniel Libeskind[11] - consiste in due piscine posizionate sul luogo delle fondamenta delle Torri circondate da una parete in cui sono iscritti i nomi delle vittime. Questo anti monumento è stato inaugurato nel decennale degli attentati.

    

 

Piero Tucci

19.6.18

 

 

 



[1] Marco Aurelio. Imperatore dal 161 al 180. Alternò le cure dello Stato e della guerra con studi e meditazioni. Respinse le popolazioni barbare dei Quati e Marcomanni che tentavano di entrare nell’impero oltrepassando il Danubio. Celebre la statua equestre che lo raffigura, oggi sul Campidoglio.

[2] Antonino Pio. Imperatore dal 138 al 161. Di carattere mite, diminuì le spese dell’impero, visse modestamente e passò alla storia come il migliore imperatore romano.

[3] Traiano. Imperatore dal 98 al 117. Nativo della Spagna, fu il primo imperatore non italiano. Portò l’impero alla massima estensione territoriale, reggendolo con alto senso di giustizia e con vittoriose campagna militari. Evitò di perseguitare i cristiani, famosa è la lettera a Plinio il Giovane.

[4] Salvatore Settis. Nato a Rosarno nel 1941, archeologo e storico dell’arte, è stato direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa.

[5] Jacopo Ripanda. Pittore bolognese del Cinquecento, suo l’affresco di Annibale che varca le Alpi sul Campidoglio.

[6]Luigi Poletti (Modena 1792 – Milano 1869) architetto, esponente del Neoclassicismo, dal 1829 accademico di San Luca. Noto per la ricostruzione della basilica di san Paolo fuori le Mura, distrutta dall’incendio del 1823, lavorò alla chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Da: Enciclopedia Biografica Universale Treccani, 2007.

[7] Adamo Tadolini (Bologna 1788 – Roma 1868), scultore, allievo di Canova di cui seguì la tradizione neoclassica. Ha realizzato la statua di Simon Bolivar a Lima, la statua di San Paolo sul sagrato di San Pietro.

[8] Giuseppe Obici. (Spilamberto MO 1807 – Roma 1878), ha frequentato l’Accademia di Carrara. Sua la Madonna sulla colonna dell’Immacolata Concezione in piazza di Spagna, opera molto apprezzata, pare che avesse usato come modella la suocera, donna molto bella e chiacchierata per i suoi rapporti con artisti. La statua venne issata l’8 dicembre 1857 dai pompieri per questo ogni anno, in quella festività, sono i vigili del fuoco a portare fiori alla Madonna. Autore della statua di San Paolo al centro del Quadriportico della basilica di San Paolo fuori le Mura

[9]Papa Pasquale I   (papa dal 817-824, romano, santo) Fu lui a ritrovare il corpo di Santa Cecilia nelle catacombe di San Callisto e portarlo nella omonima chiesa di Trastevere. Fece costruire S. Cecilia, S. Prassede e S. Maria in Domnica.

[10] Giovanni Bovio (Trani 1837 – Napoli 1903) filosofo e politico repubblicano, deputato.

[11] Daniel Libeskind ( Lodz, 1946) architetto statunitense, tra i principali esponenti del decostruttivismo. Figlio di ebrei polacchi sopravvissuti all’Olocausto. E’ autore della Freedom Tower di New York, del museo ebraico di Berlino, della Torre detta “il Curvo” nella City Life di Milano, la London Metropolitan University a Londra.