TORRI DI ROMA

 

SORTE A DIFESA DI NOBILI DIMORE,

OGGI LE TORRI SONO LE MUTE TESTIMONI DI

INTRIGHI E LOTTE SECOLARI

 

Il primo febbraio 2009 Mario ha condotto una visita guidata alle torri,

l’itinerario comprendeva: torre di San Pietro in Vincoli, torre inglobata

nella Casa del Burcardo in via del Sudario, torre Caetani all’isola Tiberina,

e la torre dei Frangipane al Circo Massimo.

 

Possibile itinerario in bici: torre dei Capocci (San Martino ai Monti), torre delle Milizie (Foro di Traiano), torre e Casa dei Margani (piazza Margana), torre Anguillara (Trastevere, piazza Belli), torre del Grillo (salita del Grillo).

 

Altro possibile itinerario in bici, “Le torri incluse in altre costruzioni”:

tor Millina, torre dei Grassi, tor Sanguigna, tor Margana, torre del Grillo.

 

INTRODUZIONE

     Le torri sono un retaggio del periodo medioevale, allora Roma aveva tante torri, oggi ne sono rimaste una trentina, ma abbiamo notizie certe di un’altra cinquantina[1]. La maggior parte si trovavano nel rione Monti e in quello di Trastevere. Certo non era come San Gimignano, la città delle torri, ma nell’età di mezzo la città aveva un aspetto militaresco, di fortificazione, anche se le torri non erano per difendersi dai nemici esterni, servivano alle lotte tra le principali famiglie baronali dell’epoca.

     Da un punto di vista topografico la torre non era isolata ma associata all’edificio da difendere, era il punto da cui dominare una zona, controllare, scoraggiare attacchi nemici, essere il punto più saldo di difesa. In alcuni casi era dimora essa stessa, ne è un esempio la torre dei Conti; in genere era una parte dell’abitazione come nel caso della torre degli Anguillara a Trastevere.

     Da un punto di vista storico spesso la torre poggiava su resti di antiche costruzioni e le famiglie si servivano di edifici antichi per la sua costruzione, la torre dei Conti utilizzò il materiale del foro della Pace, la torre delle Milizie poggia sui mercati di Traiano. Sono scomparse le torri che poggiavano sull’arco di Tito e quella degli Orsini sull’Augusteo.

     Le torri avevano anche la funzione di segnalare alle altre torri della stessa famiglia informazioni che non si potevano trasmettere a voce, ma attraverso segnali di fumo.

     Cessate le lotte intestine, affermatosi il potere assoluto dei papi, la torre rimase come elemento architettonico e punto panoramico del palazzo, divenne una altana o belvedere o loggetta. Un caso a se è la torre dei Borgia vicino a San Pietro in Vincoli che è diventata campanile della chiesa di San Francesco di Paola. Un esempio di torre che è tutt’uno con il convento è rappresentato da quella che sorge all’ingresso della chiesa dei Santi Quattro Coronati.

     Il Quattrocento è il secolo nel quale avviene il mutamento di funzione delle torri, eppure alcune di esse sopravvivono: all’interno di palazzo Venezia, solo entrando nel cortile si può vedere, la torre della Biscia, che il cardinale Pietro Barbo, futuro Paolo II, la risparmiò quando fece costruire palazzo Venezia da Leon Battista Alberti. Un altro esempio significativo di torre trasformato in elemento decorativo del palazzo è la torre dei Millini in via dell’Anima, basta vederne le decorazioni esterne per capire la trasformazione che l’idea stessa di torre aveva avuto.

 

     Esistono poi tante torri sparse nella campagna romana, oggi spesso inglobate in anonimi edifici della periferia cittadina. Sono sempre torri appartenute alla famiglie nobili romane nel medioevo, che avevano la funzione di controllo del territorio, trasmettere notizie attraverso colonne di fumo, a volte servivano a far pagare il pedaggio nei pressi di ponti o snodi stradali importanti. Quasi tutte sono sorte su resti di sepolcri romani, di certo hanno utilizzato il materiale proveniente da monumenti abbandonati da secoli. Tra queste l’esempio più bello è sicuramente la torre del Fiscale tra l’Appia e la Tuscolana (sorge all’incrocio di due acquedotti, era un castello di distribuzione delle acque), ma ve ne sono tante lungo la via Casilina, queste hanno dato il nome alle varie borgate che sono sorte lungo la strada.

 

 

TORRE DE’ CONTI

Largo Corrado Ricci

Si trova in largo Corrado Ricci, all’incrocio tra via dei Fori Imperiali e via Cavour.

    Costruita nel 1238 per volontà di papa Innocenzo III[2] e destinata alla sua famiglia che erano conti di Segni. All’origine doveva essere alta il doppio, oggi arriva a 29 metri. Come abbiamo già detto nell’introduzione è un esempio di torre-abitazione, venne costruita con il materiale prelevato dal tempio della Pace. In un primo tempo venne ricoperta di travertino, sempre prelevato dai fori, poi asportato per la costruzione di porta Pia. In seguito a violenti terremoti la torre è danneggiata e abbandonata, fin quando il papa Alessandro VIII[3] la restaura con i contrafforti che ancora oggi si vedono. Dobbiamo immaginarla immersa in un dedalo di stradine, così possiamo capire l’effetto di potenza, forza e sicurezza che emanava. Hai una foto del 1843 e una del 1906.

 

     Il largo ricorda il direttore generale di Antichità e Belle Arti che diresse gli scavi dei Fori Imperiali (Ravenna 1858 – Roma 1934), era scrittore e storico dell’arte, fu senatore. Prima degli sventramenti degli anni Trenta, qui era piazza delle Carrette. La piazza si estende sul Foro della Pace, voluto da Vespasiano di cui il resto più evidente è la grande aula che oggi costituisce la chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Si stanno rialzando sette colonne in granito rosa di Assuan, al di là di via dei Fori Imperiali.

 

 

TORRE DEI CAPOCCI E DEI CERRONI

Piazza di San Martino ai Monti

     Forse la torre più vistosa di Roma, quella che dà meglio l’idea di come doveva essere la Roma medioevale. Dopo gli sventramenti di fine Ottocento la torre dei Capocci si erge solitaria al centro della piazza, di fronte alla torre dei Cerroni. La costruzione si deve alla famiglia Arcioni (di fatti è detta anche torre Arcioni), poi passata in proprietà alla famiglia Capocci che attorno vi edificarono una piccola cittadella fortificata. E’ databile al XII secolo. Oggi la torre è alta ben 36 metri, poggia su base quadrata ed è decorata da finestrelle, in cima i tipici merli medioevali non originali.

     Tra via Giovanni Lanza e via dei Quattro Cantoni sorge la torre dei Cerroni, costruita tra il XII e il XIII secolo, oggi è inglobata nella Casa Generalizia dell’Istituto delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto. E’ appartenuta ai Cerroni, come dice il nome, in seguito ai Graziani. Presenta poche aperture, tipico il coronamento a merli pieni. Hai una foto del 1900 e una stampa del 1600 circa.

 

     Sulla piazza osservare l’abside romanica della chiesa di San Martino ai Monti, costruita su massi di tufo forse di età repubblicana, a sinistra pittoresca e movimentata scala su archi rampanti adducenti all’ingresso posteriore della chiesa, a destra edificio moderno d’ispirazione barocco-rinascimentale. La chiesa di San Martino ai Monti è originata da un oratorio istituito da San Silvestro Papa (314-35) nella casa di un sacerdote Equizio, era il titulus Equitii, papa Simmaco (498-414) fece edificare la basilica, dedicata a Martino di Tours apostolo della Gallia, restaurata e ricostruita varie volte, finchè dal 1635 al 1664 subì un radicale rimodernamento per opera di Pietro da Cortona, del quale è pure la facciata (portale del 1575). Lungo le pareti delle navate laterali affreschi con paesaggi, a destra Storie di Sant’Elia, a sinistra Paesaggi della Campagna Romana di Gaspare Dughet e prospettive, a sinistra la basilica di San Giovanni prima del rinnovamento borrominiano, e l’antica basilica di San Pietro di ignoto. Dalla cripta si scende al titolo di Equizio, raro esempio di chiesa domestica del III secolo, ricavata in annessi alle terme di Traiano.

 

TORRE DELLE MILIZIE

Largo Magnanapoli

     La torre pendente di Roma, la torre che conoscono anche i turisti, quelli che vengono in città per una visita veloce di 2/3 giorni. La pendenza sembra sia dovuta al terremoto del 1348 che provocò il crollo del terzo piano, di cui resta un moncone.  Ci troviamo sul colle del Quirinale, è chiamata anche torre di Nerone per la leggenda che la vuole punto di affaccio su Roma dal quale il triste imperatore si godette lo spettacolo della città incendiata. Ma è solo una leggenda, è del XIII secolo, fu fatta erigere da papa Gregorio IX dei conti di Segni. Il crudele imperatore romano assistette si all’incendio ma dalla villa di Mecenate (all’incirca dove oggi è palazzo Brancaccio e il cosiddetto Auditorium di Mecenate). A pianta quadrata, si compone di tre corpi sovrapposti e si eleva “a stringere” verso l’alto, giunge a quota 50 metri. Bellissimo il colpo d’occhio da via dei Fori Imperiali. In alcune occasioni viene aperta al pubblico, allora si può salire fino in cima, da qui si gode un panorama unico al mondo. Hai foto del 1929 e un’altra d’epoca (anno non conosciuto).

 

     Il nome del luogo pare derivi da Bannum Neapoli: si sarebbe trattato di un campo fortificato di bizantini dove bannum significa bando, cioè luogo di raccolta delle milizie. La presenza dei bizantini nella zona sarebbe provata dalla chiesa di Sant’Abbaciro sulla via Biberatica nei mercati di Traiano. Questo toponimo ricorre fin dal X secolo.

     Al centro della piazza, in un’aiuola circolare con palme, massi squadrati delle cosiddette Mura Serviane (un altro tratto con un arco è visibile nel palazzo Antonelli al civico 158). Ai piedi della torre si trova la chiesa di Santa Caterina da Siena opera di Giovanni Battista Sorìa (1638-40), con alta facciata a due ordini di lesene, aperta nel primo con un portico a tre arcate cui si accede per scalinata a doppia rampa. Interno a una navata, ricchissima di marmi, con tre cappelle per lato e originalissima cupola barocca. Un alto muraglione sostiene il giardino di Villa Aldobrandini dalla rigogliosa alberatura, il palazzo della villa dà su via Panisperna, fu centro mondano della Roma napoleonica. Indirettamente affaccia sulla piazza la chiesa di San Domenico e Sisto detta anche San Sisto Nuovo per distinguerla da quella alle Terme di Caracalla. La chiesa è posta scenograficamente al sommo di una scalinata a due rampe a tenaglia. Fu costruita tra il 1575 e il 1655 da questi architetti in successione tra loro: Giacomo della Porta, Nicola e Orazio Torriani e Vincenzo della Greca. Nella prima cappella a destra, disegnata dal Bernini, il gruppo “Noli me tangere” di Antonio Raggi (1649). A destra della chiesa il Pontificio Ateneo Angelicum diretto dai Domenicani.

 

 

TORRE E CASA DEI MARGANI

Piazza Margana

     Fra il Trecento e il Cinquecento la famiglia Margani edificò un complesso edilizio che mantiene ancora oggi il fascino antico, un angolo di Roma che sembra sospeso nel tempo e nello spazio. Fra la porta d’ingresso e la finestra del primo piano si possono ammirare, murati, due frammenti romani: un’aquila, e un motivo floreale. Contribuisce alla bellezza senza tempo dell’insieme l’edera e i fiori che crescono sulla facciata della casa, ma soprattutto il portale a bugne decorato nel Cinquecento. Hai due foto d’epoca della piazza con la torre, acquarello di Franz.

 

     Al civico 21 si trova il palazzo Maccarani-Odescalchi del Settecento, di fronte al n. 32 il palazzo Capocci del Cinquecento e ai nn 34/36 palazzo Albertoni con portale del Seicento fiancheggiato da un altro del Quattrocento.

 

 

TORRE ANGUILLARA

Piazza Giuseppe Gioacchino Belli

     E’ uno dei simboli di Trastevere. La struttura originaria di questo imponente edificio con torre risale al XIII secolo, dopo un violento terremoto, rimase per la maggior parte diroccato e quindi in abbandono. Soltanto alla fine dell’Ottocento la struttura venne restaurata in maniera non fedele rispetto all’edificio originario. Dal 1921 ospita la Casa di Dante, una società che ha per scopo la divulgazione delle opere del sommo poeta. Possiede una biblioteca con sala di lettura molto suggestive. Hai due acquerelli di Franz, una sotto il titolo Fortezza degli… l’altra Case degli…

 

     Sulla piazza, in un giardino, si trova il monumento - fontana opera di Michele Tripisciano, del 1913, dedicato a Giuseppe Gioacchino Belli, il grande poeta dialettatale romano che nei suoi 2279 sonetti ha tracciato un affresco della società romana, in essi mette spietatamente in luce la decadenza civile della città e del potere politico-religioso che la regge. Venne realizzato da pubblica sottoscrizione e con l'autorizzazione e il contributo del sindaco di Roma Nathan. Il poeta è raffigurato sul ponte dei Quattro Capi mentre, appoggiato alla spalletta, osserva i romani che a sera ritornano dai campi nelle loro case. Le ironiche battute del popolo, le facce, le espressioni, servivano da spunto al poeta per i suoi sonetti. Il bastone del poeta era originariamente in legno, siccome venne ripetutamente rubato, per averlo come souvenir, si decise di sostituirlo con uno in ferro dipinto di nero, in modo da somigliare al legno. Alla base si trova una personificazione del Tevere, sul retro la statua parlante di Pasquino attorniata da popolani, alle estremità due fontane gemelle con mascheroni che raffigurano la Poesia (quello verso il Tevere), la Satira l'altro.

 

 

TORRE DEL GRILLO

Salita del Grillo

     In questo caso si tratta di una dimora seicentesca sovrastata da una torre medioevale, tutto il complesso è ancora oggi proprietà privata. L’edificio si compone di due parti, a sinistra quello a cinque piani con la torre; a destra da un altro a tre piani; i due sono collegati da un arco detto dei Conti.

     La torre fu edificata a partire dal 1223, nel 1675 i marchesi del Grillo la ristrutturarono per integrarla al nuovo palazzo di famiglia e vi aggiusero il caratteristico decoro a beccatelli. Il cortile è un giardino fiorito con fontana e ninfeo, sculture e fregi preziosi. Le sale del piano nobile sono tutte affrescate. Un appartamento del palazzo ha ospitato lo studio del pittore Renato Guttuso.

     Secondo una antica leggenda qui ha abitato il famoso marchese del Grillo, un bizzarro personaggio noto per i suoi scherzi: dissacranti e imprevedibili, non siamo certi della sua reale esistenza. Celebre il film del 1981 di Mario Monicelli con Alberto Sordi intitolato appunto “Il marchese del Grillo”. Hai una stampa del Seicento della piazza.

 

     Su un lato della piazza c’è l’ingresso alla Casa dei Cavalieri di Rodi. L’edificio è il risultato di una stratificazione plurisecolare sull’area del Foro di Augusto. Nel 1466 il papa Paolo II affidò al nipote Marco Barbo il priorato dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, questi promosse una serie di restauri che conferirono all’edificio l’aspetto attuale utilizzando le stesse maestranze di palazzo Venezia. Attraversati il salone d’onore con le bandiere e l’arengario, la sala della leggetta, alcune sale con antichi soffitti in legno, sculture e dipinti di varie epoche, si accede all’ariosa loggia a otto arcate affacciata sul Foro. Le pitture ad affresco sono purtroppo molto deteriorate, raffigurano medaglioni con imperatori e paesaggi popolati da piante e animali di specie diverse, sono attribuite alla cerchia di Andrea Mantegna. Dal 1946 la Casa è concessa in uso al Sovrano Militare Ordine di Malta. A San Giovanni Battista, patrono dell’ordine, è dedicata la cappella ricavata nell’atrio di una dimora di età romana.

     Oltre questa si notano i blocchi squadrati di peperino alternati a fascioni di travertino che costituiva la delimitazione del Foro di Augusto per impedire i frequenti incidenti che in quegli anni si sviluppavono nelle abitazioni con il rischio di estendersi ai Fori.

 

 

TORRE E ROCCA SAVELLA

Parco degli Aranci sull’Aventino

Via di Santa Sabina

     Nel romantico parco degli Aranci che offre una delle vedute più belle su Roma, si trovava la Rocca Savella sede, in passato, di cruenti battaglie. Sul lato della strada si ergono ancora le mura della rocca con le torri equidistanti tra di loro.

 

 

TORRE CAPRANICA

Piazza Capranica

     Il cardinale Dominico Capranica eresse qui il palazzo per la sua famiglia dal 1426 al 1451. Lo stesso cardinale destinò questo complesso edilizio a collegio. Nel 1460, all’interno della torre si rifugiò il ribelle Tiburzio con i suoi seguaci, erano collegati alla congiura dei Porcari, che volevano stabilire in Roma il libero comune. La parte sommitale della torre conserva due grandi finestroni ad arco per goni lato sormontati da tetto quadrangolare, praticamente una altana.

 

 

TOR MILLINA

Via dell’Anima

     La collocazione di questa torre ad angolo tra via dell’Anima e via di Tor Millina, è tipica delle case con torre. La torre risale al XIII secolo ma, la sistemazione attuale è del 1491 quando Pietro Mellini, in occasione del matrimonio del figlio con la nipote del papa Innocenzo VIII Cybo[4], costruì il palazzetto e restaurò la torre.

     Si tratta di una torre di quattro piani, due piani in più rispetto al palazzetto. Il nome Millina è scritto in terracotta sulla sommità. I merli sono di tipo ghibellino.

 

 

TOR SANGUIGNA

Via Zanardelli

     La torre, posta sull’angolo della strada, di fronte a via dei Coronari, è addossata a due edifici e al piano terra ospita una pizzeria. Sorge sui resti delle stadio di Domiziano. E’ caratterizzata da due diversi tipi di mattoni, in laterizio e in tufo, una testa è murata all’altezza del primo piano, ma è irriconoscibile. Accanto sorgeva la rocca dei Sanguigni, famiglia di parte ghibellina che si è estinta nel Settecento. Hai una foto d’epoca della torre.

 

 

TORRE DEL PAPITTO

Area sacra di largo Argentina

     Si trova su un lato degli scavi archeologici dei templi di età repubblicana di largo Argentina, non è però quella che ha dato il nome al luogo, quella torre è inglobata nella Casa del Burcardo in via del Sudario. La torre era probabilmente della famiglia Papareschi, ha questo nome perché una leggenda vuole che fosse stata costruita e abitata per l’antipapa Anacleto II Pierleoni all’epoca di papa Innocenzo II Papareschi.

 

 

TORRE DELLA MOLETTA

Via dei Cerchi

     E’ sorta sul perimetro del Circo Massimo, sorta a difesa di un mulino, nel punto in cui passava il fosso dell’Acqua Mariana, nei terreni di proprietà della famiglia Frangipane per cui è anche chiamata torre dei Frangipane. Secondo la leggenda, nel 1233 la vedova di Graziano Frangipane ospitò nella torre san Francesco d’Assisi. Nel medioevo la zona era fuori dalla città, era tutta orti e piccoli monasteri con chiese.

 

 

TORRE CAETANI

Isola Tiberina presso ponte Fabricio

     E’ la torre che domina il ponte Fabricio dell’isola Tiberina, quel ponte che noi romani chiamiamo “dei Quattro Capi”. La struttura della torre risale al X secolo ed è noto come la torre della pulsella a causa della testa di marmo incastrata tra i mattoni che raffigura, appunto, una donna. La torre fu eretta dai Pierleoni, nel XII secolo passò ai Caetani che intorno ad essa eressero una vera e propria fortezza. Nel 1557 una devastante piena distrusse tutto tranne la torre.

 

 

TORRE DEI GRASSI

     In via di Sant’Angelo in Pescheria, addossata al propileo del Portico di Ottavia, al civico 19 si trova questa torre detta anche Fornincata o Soricata o dei Grassi dal nome della famiglia che la acquistò dagli Orsini nel 1369. Nel XV secolo la torre passò ad un grossista di pesce di nome Renzo Perticappa, nel 1481 fu acquistata dall’Ospedale della Consolazione. La porta maggiore si apre sulla via del Portico d’Ottavia, è incorniciata da frammenti antichi, su questa facciata si dovevano aprire tre finestre delle quali restano elementi della cornice. L’arco rampante che si vede su via di Sant’Angelo in Pescheria venne aggiunto nel XV secolo.

 

     Il Portico d’Ottavia si trova nella zona del Circo Flaminio da cui partivano i cortei trionfali, venne edificato in epoca augustea, prendendo il posto del portico di Metello. Era costituito da un portico rettangolare che aveva al suo interno i templi di Giunone Regina e Giove Statore. I resti attualmente visibili appartengono ad una radicale ricostruzione dell’epoca di Settimio Severo.

     Il portico era ornato di sculture greche, tra queste celebri le 24 statue equestri dei compagni di Alessandro Magno morti nella battaglia del Granico, opera di Lisippo (Metello aveva preso dalla Macedonia), famosa la statua della madre dei Gracchi, prima statua di donna esposta al pubblico a Roma. Tutte sono scomparse. Tra il 27 e il 23 a.C. il complesso venne ricostruito con la vittoria sulla Dalmazia da Ottaviano che lo dedicò alla sorella Ottavia.

     Danneggiato da terremoti fu abbandonato. Nel 770 sorse la chiesa che poi prese in nome di Sant’Angelo in Pescheria. Dalla sua istituzione (1555) entrò a far parte del ghetto di Roma.

     Nel medioevo ha ospitato il mercato del pesce, nel 1885 venne spostato in piazza San Teodoro.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.

- AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed. Gallimard – Tci, 1994.

- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.

- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.

- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.

- Sabrina Ramacci, 1001 cose da vedere a Roma almeno una volta nella vita, ed. Newton, 2009.

- Roma ieri, oggi e domani, ed. Newton Compton.

 

 

SITOGRAFIA

www.comune.roma.it (sito del comune utile per gli aspetti politici, le novità)

www.archeoroma.beniculturali.it (sito della sovrint. fondamentale per l'aspetto archeologico)

www.sovraintendenzaroma.it

www.museiincomune.roma.it (sito dei musei del comune)

www.culturaroma.it (sito delle case...cinema, jazz, teatri, letterature, memoria...)

www.romasegreta.it (un almanacco generale su Roma, importante la sezione dei Rioni)

www.laboratorioroma.it (riguarda l'aspetto politico, molti dati statistici)

www.romasparita.eu (con bellissime foto d'epoca)

www.info.roma.it (notizie generali, sito in costruzione ricco di foto e proposte di itinerari)

www.abcroma.com (di tutto su roma, notizie generali e itinerari)

www.romanoimpero.com (usi, costumi, imperatori, monumenti, storia...)

www.archeoroma.com (itinerari sulla Roma archeologica, anche dintorni)

www.amicidiroma.it (associazione culturale, 32 itinerari di Roma...)

www.it.wikipedia.org

www.treccani.it

www.sapere.it

www.maps.google.it

www.viamichelin.it 

www.tuttocittà.it

 

 

Tucci Piero

5.8.15

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inbiciperoma.blogspot.com



[1] Numero delle torri di Roma da: Mauro Quercioli, Le torri della città, in Roma ieri oggi e domani, n. 23.

[2] Innocenzo III. E’ il papa che affermò il principio teocratico, indisse un concilio lateranense. Papa dal 1198-1216.

[3] Alessandro VIII. Pietro Vito Ottoboni, papa dal 1689 al 1691.

[4] Innocenzo VIII Cybo di Genova Papa dal 1484-1492. Cercò di formare uno stato per la propria famiglia i Cybo. “Durante il suo regno la scoperta di un nuovo mondo”. Perseguitò i valdesi, nominò Torquemada capo dell’inquisizione spagnola, condannò le tesi di Pico della Mirandola mandando al rogo il suo libro, lasciò lo stato pontificio nell’anarchia, Soriano del Cimino gli fu fedele contro Vignanello, la figura del Papa è ricordata nella festa della castagna. Il suo stemma presenta in alto una croce al di sotto lo scudo è attraversato da una banda diagonale a scacchiera. La sua tomba in bronzo parzialmente dorato di Antonio del Pollaiolo è in San Pietro nella navata di


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