RIONE 13 TRASTEVERE

 


GLI ITINERARI DI VISITA SI ARTICOLANO IN:


1 DA SANTA MARIA IN TRASTEVERE A VIA DELLA LUNGARA pag. 2;


2 DA SANTA MARIA IN TRASTEVERE A PORTA PORTESE pag. 20;


3 SALENDO VERSO IL GIANICOLO E IL GIANICOLO pag. 43 - 47.

 

POSIZIONE GEOGRAFICA
 

Il rione Trastevere si trova sulla sponda destra del fiume, i suoi confini sono: ponte Sublicio, mura Urbane, porta Portese, mura Urbane, largo di Porta San Pancrazio, mura urbane, piazza della Rovere, ponte Principe Amedeo di Savoia Aosta, fiume Tevere.

 

TOPONOMASTICA

 

Il nome del rione deriva dal latino “trans tiberim”, al di là del Tevere, era la XIV Regione della Roma di Augusto. La maggior parte dei nomi delle strade è storica, risale alle origini del rione stesso.

 

STORIA

 

In epoca dei sette re di Roma Trastevere rappresentava la sponda etrusca, il ponte Sublicio (subito a valle dell’isola Tiberina, attribuito al re Anco Marzio, di cui nulla resta) lo collegava alla città. In età repubblicana le zone vicine al fiume si popolarono di marinai, pescatori, lavoratori portuali e di immigrati orientali, specie di ebrei, pertanto vennero costruiti templi per i culti orientali. Sorsero ville in età imperiale come quella di Clodia, amica di Catullo, quella di Cesare che ospitò Cleopatra, un lago artificiale per le naumachie di Augusto. Augusto volle la sede della VII Coorte dei Vigili, l’excubitorium, oggi si trova tra viale Trastevere e via Montefiore (piazza del Drago), questi erano gli attuali vigili del fuoco. Restano tracce di case romane sotto San Crisogono e Santa Cecilia.

Nel medioevo il rione fu un intrigo di vicoli, non pavimentati, di torri che proteggevano le famiglie nobili. Con Sisto IV Della Rovere (tardo Quattrocento) alcune strade furono pavimentate con mattoni di laterizi, messi a coltello o a spina di pesce, ma si deterioravano presto per il passaggio dei carri. Con Sisto V Peretti si giunse alla pavimentazione silicea. Le strade non erano illuminate, lumi erano posti davanti alle edicole sacre e alle osterie.

I ponti che attraversavano il fiume erano: il ponte Sublicio, il più antico, voluto da Anco Marzio e difeso eroicamente da Orazio Coclite, rifatto in pietra, scomparve nel sec. XI; il ponte Emilio o Palatino, detto il ponte Rotto, del 179 a.C. (voluto da Emilio Lepido e Fulvio Nobiliore), oggi ne restano due arcate; i due ponti dell’isola Tiberina; il ponte di Probo del III secolo era nei pressi del San Michele. Si deve attendere il Rinascimento per avere un altro ponte sul Tevere, ponte Sisto, voluto da Sisto IV nel 1475.

La presenza del fiume e del porto di Ripa Grande attiravano commercianti di varia nazionalità, fra questi vi giunsero gli ebrei che ebbero qui la loro sinagoga finchè il papa Paolo IV Carafa, nel 1556, li chiuse nel Ghetto sull’altra sponda del Tevere. Molte le “fabbriche” presenti, filatoi di lana, arazzeria in San Michele, laboratori per vasi e vetri, fornaci erano attive ai piedi del Gianicolo, calcare a Sant’Onofrio. Vi erano i mugnai nelle mole sui mulini galleggianti fra l’isola Tiberina e porta Portese. Fuori tale porta sorse, ai primi del Settecento, l’Arsenale Pontificio, tanti i facchini che lavoravano al porto di Ripa Grande. Accanto agli artigiani vivevano i nobili: Papareschi da cui i Mattei, gli Alberteschi, gli Anguillara, i Ponziani, i Pierleoni, i Frangipane, gli Annibaldi, alcuni passarono il fiume e si stabilirono al di là. Vi abitò Raffaello in piazza Sant’Apollonia o via del Melangolo, Sebastiano del Piombo, Barozzi e Pomponio Leto. Nel Settecento sorse l’ospedale di San Gallicano.

Con l’unità d’Italia sorsero gli argini del Tevere che hanno completamente cambiato il panorama di Roma e messo in sicurezza la città spesso allagata dalle inondazioni del fiume. Il rione venne sventrato con la costruzione di viale Trastevere, già del Re, importanti lavori di risanamento vennero svolti in quegli anni. Il Gianicolo divenne parco pubblico in ricordo dell’eroica difesa della Repubblica Romana ad opera di Garibaldi nel 1849. Negli anni del dopoguerra è andato avanti lo spopolamento del rione (e la chiusura di tante attività artigianali) a vantaggio delle attività terziarie. Oggi la popolazione dovrebbe aggirarsi sui 19.000 abitanti. Negli anni Settanta e Ottanta del Novecento il rione ha conosciuto una violenta trasformazione in “quartiere della movida notturna”, tanti i locali per turisti e romani che offrono la possibilità di passare la serata.

E’ il rione più grande, ha una superficie di Kmq 1,8. Secondo i dati del Comune di Roma del 2015 gli abitanti del rione sono 19.229.

 

Sirene antiaeree. Palazzo del Ministero della Pubblica Istruzione in viale Trastevere. Da: Google My Maps.

 

 

ITINERARIO 1

 

DA SANTA MARIA IN TRASTEVERE

 

A VIA DELLA LUNGARA

 

L’itinerario non può che iniziare da piazza Santa Maria in Trastevere, cuore e centro del rione.

 

 

CHIESA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE

 

E’ uno dei gioielli medioevali di Roma. Secondo la tradizione è la prima chiesa di Roma aperta ufficialmente al culto, fondata secondo la tradizione da San Callisto (221-227), sulla “Taberna meritoria” (ospizio per reduci di guerra) dove sarebbe avvenuta nel 38 a.C. una prodigiosa eruzione di olio dalla terra – probabilmente petrolio – poi interpretata come annuncio della venuta del Messia, nello stesso giorno della nascita di Gesù. Non a caso una delle vie che portano alla piazza si chiama via della Fonte dell’Olio. Terminata nel IV secolo da papa Giulio I (337-352) fu anche la prima chiesa dedicata a Maria nella città.

Sulla facciata, del sec. XII, con tre grandi finestre centinate e coronamento orizzontale, mosaici dei secoli XII – XIII forse restaurati dal Cavallini. “Madonna in trono con bambino, due donatori e dieci figure femminili”, cinque per lato, le prime due a destra, diversamente dalle altre, sono senza corona e hanno la lampada spenta, particolare che ha fatto pensare ad una allusione alla parabola delle vergini prudenti e delle vergini stolte. A fianco, campanile romanico del sec. XII con in alto un’edicoletta “Madonna col Bambino” a mosaico e, sopra la copertura, un’antica campana.

Il portico fu aggiunto da Carlo Fontana1 nel 1702, a cinque arcate e sorretto da terrazza con statue seicentesche sulla balaustrata. Sotto il portico due affreschi con “L’Annunciazione” del sec. XV, attribuita erroneamente al Cavallini. I tre portali sono contornati da bellissime ricche cornici marmoree della media età imperiale.

Interno. Basilicale a tre navate divise da 22 colonne antiche di granito, di vario diametro, alcune con bellissime basi marmoree finemente ornate, tutte con capitelli ionici e corinzi antichi, sostenenti direttamente la trabeazione la cui cornice a mensole è fatta con frammenti di edifici romani. Le colonne forse provengono dalle terme di Caracalla.

I mosaici dell’abside con l’incoronazione della Vergine furono realizzati nel 1143, le storie della Vergine – invece – sono di Pietro Cavallini2 (1290). Al centro si trova un riquadro con un mosaico del sec. XIII di Pietro Cavallini con “Madonna con bambino in trono” ai lati Pietro, Paolo e il cardinale Bertoldo Stefaneschi committente. I mosaici con “Scene della vita della Vergine” del Cavallini presentano da sinistra verso destra: nascita, annunciazione, presepe, epifania, presentazione al tempio, transito (lei accolta in cielo come bambina). Nel catino dell’abside abbiamo l’incoronazione della Vergine seduta sullo stesso trono di Cristo; a destra: Pietro, Cornelio, Giulio e Calepodio; a sinistra: Callisto, Lorenzo e Innocenzo II che tiene in mano il modellino della chiesa. Al di sotto il Cristo con dodici pecore, i dodici apostoli, sono raffigurate due città, ovvero la Chiesa.

Questi mosaici documentano il graduale passaggio dall’elegante ma immobile linguaggio bizantino, a composizioni tridimensionali in cui figure e architetture acquistano sempre maggiore spessore. Non si può ancora parlare di prospettiva, ma è evidente una nuova concezione dello spazio. Siamo ormai prossimi alla rivoluzione di Giotto.

Pavimento cosmatesco rifatto nel 1870 dal Vespignani. Ricchissimo soffitto ligneo a lacunari del Domenichino3 (1617). All’inizio della navata centrale, sulla destra ecco il tabernacolo marmoreo firmato Mino del Reame4 con fine bassorilievo prospettico (sec. XV). Ciborio su quattro colonne di porfido, rifatto da Virginio Vespignani5 nell’Ottocento. A fianco elegante candelabro tortile cosmatesco per il cero pasquale dei Vassalletto. Sulla destra è indicato il punto dove nel 38 a.C. sarebbe scaturito l’olio (“fons olei”) per annunciare la nascita del Signore. Nel transetto destro si trova la cappella del Coro d’Inverno realizzata su progetto del Domenichino (1625), sull’altare “Madonna di Strada Cupa”, attribuita a Perin del Vaga6, a sinistra “Fuga in Egitto” di Carlo Maratta7. A sinistra dell’abside, in continuità prospettica con la navata sinistra si trova la cappella Altemps eretta per il cardinale Marco Sitticio Altemps, nipote di Pio IV, da Martino Longhi il Vecchio8 (1584-85); all’altare è la celebre “Madonna della Clemenza”, preziosa tavola a encausto (colori mescolati a cera con il calore), opera romana del VI – VII secolo.

Dalla navata sinistra si entra nel vestibolo della sagrestia. Pochi sanno che i mosaici più antichi sono nell’atrio della sacrestia, rappresentano uccelli palustri e scene di pesca, risalgono al I sec. forse vengono da Palestrina.

Navata sinistra. Cappella Avila. La fantasiosa cupola, circondata da balaustra, dove quattro angeli sorreggono la base anulare di un lanternino con colonne, incluso in un secondo cupolino, è opera di Antonio Gherardi (1680) che adottò un linguaggio plastico, borrominiano, per modellare le superfici in funzione della luce; la pala con San Girolamo è dello stesso artista. Tra la quarta e la terza cappella “tomba di Innocenzo II” del Vespignani del 1869, voluta da Pio IX.

Ogni anno a Natale la Comunità di Sant’Egidio offre il pranzo ai senza fissa dimora nella navata centrale della chiesa.

Nel 2018 è stata restaurata la facciata con lavori durati 15 mesi (da Repubblica dell’ 8.5.18).

 

PIAZZA SANTA MARIA IN TRASTEVERE

 

Definita ai primi del Seicento, oggi completamente pedonalizzata, con al centro la fontana a vasca ottagonale di Carlo Fontana (1692, con restauri nel 1873). Al fianco destro della basilica si appoggia la settecentesca casa dei Canonici. A sinistra si trova il palazzo di San Callisto, in origine monastero benedettino, ricostruito da Orazio Torriani nel 1618 circa e restaurato nel 1854, ancora nel 1934-37. Sullo stesso lato della piazza si trova il cinquecentesco palazzo Cavalieri o Leopardi, caratterizzato nella parte inferiore da muri a scarpa, spigoli bugnati e dal portale con decorazioni barocche. Su questo si trova una lapide ai partigiani del rione caduti nella guerra di Liberazione.

 

Prima di iniziare il nostro itinerario visitiamo subito a Sud:

 

PIAZZA SAN CALISTO

 

Sul lato destro della piazza si trova la chiesa di San Calisto con facciata a due ordini tardo rinascimentale. Eretta da Gregorio II nel 741 sul luogo del martirio del santo e ricostruita, come il citato palazzo dal Torriani nel 1610, subì analoghi restauri. All’interno, nella cappella destra due angeli attribuiti a Gian Lorenzo Bernini sostengono la pala con San Mauro abate di Pier Leone Ghezzi. Sull’altare maggiore è l’opera coperta “San Callisto e altri adorano la Vergine” di Avanzino Nucci. Nella cappella sinistra “San Callisto gettato nel pozzo” di Giovanni Bilivert. Nel 2017, a causa del gran freddo, la chiesa ha ospitato i senza fissa dimora (da Repubblica del 13.1.17).

Affacciano sulla piazza al n. 4-7 il palazzo Farinacci dei secoli VI-XVII, collegato al palazzo Cavalieri da un cavalcavia noto come arco di San Calisto . Nella via che da questo prende il nome al n. 42 minuscola casetta a due piani con scala esterna e al n. 9 il palazzo Dal Pozzo dell’inizio del Seicento.

Sul lato sinistro della piazza si trova il Bar San Calisto, punto di riferimento del rione, ad agosto 2019 ha festeggiato con musica in piazza i 50 anni di attività (da Repubblica del 5.8.2019).

Davanti al Bar San Calisto venne ucciso Franco Giuseppucci, detto “er Fornaretto”, un buttafuori di una sala corse di Ostia, egli fu il primo componente della banda della Magliana ad essere ucciso. Era il 13 settembre 1980, ad ucciderlo fu il clan della famiglia Proietti detti “i Pesciaroli” per via della loro attività. Colpito da un proiettile mentre saliva sulla Renault 5, riuscì a metterla in moto, a giungere fino all’ospedale dove spirò subito. Seguirono una serie impressionante di omicidi che cementò la banda.

 

Ad angolo con via della Cisterna si trova la:

Fontana della Botte. In via della Cisterna ad angolo con via di San Francesco a Ripa. E’ una delle fontanelle rionali di Pietro Lombardi. Per la fontana del rione XIII Trastevere l’artista si è ispirato alle tante bettole e osterie da sempre presenti nella zona. L’acqua fuoriesce da un “caratello9” (botte per il vino), scende in un catino per il mosto, ai lati due misure per il vino da un litro da cui esce l’acqua che si raccoglie in due concoline quasi a filo di terra. E’ alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Marcia10.

 

Torniamo in piazza Santa Maria in Trastevere, verso Nord si dirama via della Fonte d’Olio che fa riferimento alla leggenda di cui abbiamo parlato nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Finalmente imbocchiamo via della Paglia. Siamo nella parte più caratteristica del rione, inoltriamoci nella prima a destra:

 

VICOLO DEL PIEDE

 

Siamo in una delle zone più caratteristiche di Roma, tra Santa Maria in Trastevere e piazza Sant'Egidio.

Numerose le spiegazioni sull'origine del nome: o per un osteria che aveva nell'insegna l'immagine di un piede, o per un resto di una statua, cioè un piede, murato in una casa, o perché ai piedi della chiesa di Santa Maria in Trastevere, infine per la forma stessa del vicolo.

Al n. 14 vi è l'Oratorio dell'Arciconfraternita del SS. Sacramento, sorto nel 1564 per l'adorazione eucaristica e per accompagnare le persone in gravi condizioni di salute. La facciata ha due ordini, nell'inferiore due nicchie sormontate da un ramo di gigli mentre una palma è ai lati del portale; nel superiore la finestra ha paraste e volute con due angeli che sollevano una tenda. Si noti la scritta: "La venerabile Arciconfraternita del SS. Sacramento in Santa Maria in Trastevere nell'anno del Giubileo 1675". Oggi l’Oratorio è sconsacrato e utilizzato da un ristorante che affaccia anche su via della Paglia.

 

Viveva in questo vicolo un vecchio e docile signore, tutti gli volevano bene perché amava raccontare le favole ai bambini, inoltre passava il tempo lavorando la maglia. Secondo la leggenda questo signore dall'aspetto tanto rassicurante non era altro che il terribile brigante Gasperone. Arrestato, aveva trascorso nelle carceri pontificie ben cinquant'anni, riavuta la libertà, venne a vivere in questo luogo ormai dimenticato da tutti. La leggenda vuole che ancora oggi appare ai bambini che si fermano nel vicolo a giocare.

Morale: vatti a fidare dei vecchietti!

Per la storia, quella vera, Antonio Gasbarrone, nato a Sonnino nel 1793 è stato uno spietato brigante italiano vissuto proprio negli anni che portarono all'unità nazionale. Rimasto orfano a soli 10 anni del padre e a 15 anni della madre, uccise il fratello della ragazza che avevo chiesto in sposa, quindi si diede al brigantaggio. Inizialmente fece parte di una banda calabrese, poi creò una banda tutta sua con lo pseudonimo di Gasperone. Un prete di Sezze lo incontrò e lo convinse a consegnarsi allo Stato. Rimase in carcere fino al 1870 quando fu graziato dall'amnistia seguita a Porta Pia. Tentò di tornare al suo paese ma non si sentì accettato, finì i suoi giorni in un ospizio di Abbiategrasso (MI) il primo aprile 1880. Il suo teschio, il suo fucile e i suoi abiti sono conservati al Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso di Torino.

 

Si prosegue per via della Paglia fino a giungere a:

 

LARGO FUMASONI BIONDI

 

Maria Domenica Fumasoni Biondi. Ricorda una benemerita dell’artigianato vissuta tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento; si dedicò tra l’altro alla filatura dell’amianto. Era la moglie dell’archeologo Luigi Biondi, esaminando alcune sepolture di età romana rinvenute presso villa Rufinella a Frascati, notò una tela di amianto dissotterrata e decifrò il modo in cui era stata tessuta. In seguito espose le sue conclusioni all’Accademia dei Lincei. Si può considerare la piazza più piccola di Roma, anche se ha il nome di “largo”, altrimenti è piazza Rondanini nei pressi del Pantheon. Incastrata nel muro della chiesa di Santa Maria in Trastevere una lapide sepolcrale con tanto di iscrizione e decorazioni. E’ tutto ciò che rimane di un cimitero annesso alla chiesa, cosa abbastanza comune nei secoli passati, quando si seppelliva tra le case. La cos che più desta meraviglia è che tale lapide si trova tra i tavolini di due ristoranti, il tempo passa…

 

Si prende a destra:

 

PIAZZA DI SANT’EGIDIO

 

Piazza di forma triangolare, prende il nome dalla chiesa di Sant’Egidio, già delle Carmelitane Scalze, eretta nel 1630, con facciata a ordine unico di paraste corinzie. Nell’interno, a una sola navata, a sinistra dell’ingresso, monumento funebre a Veronica Rondanini Origo su disegno di Carlo Fontana; sull’altare maggiore “Madonna del Carmine e San Simone Stock” di Andrea Camassei (1630 c.) e bel ciborio seicentesco; nella cappella di sinistra Sant’Egidio del Pomarancio; nel coro “Vergine e Santi Teresa e Giuseppe” di Andrea Pozzo. Egidio condusse vita eremitica in Francia nel sec. VII.

A sinistra della chiesa vi è l’entrata della Comunità di Sant’Egidio. Nel 2018 la Comunità ha festeggiato cinquant’anni di vita con una messa a San Giovanni celebrata dal cardinale Parolin.

La Comunità riuscì a far raggiungere la pace in Mozambico il 4 ottobre 1992, una guerra civile aveva fatto un milione di morti (da Repubblica dell’11.2.18).

 

Sul fianco destro della chiesa si trova l’edicola sacra dell’ Assunta. Si tratta di un’immagine ad affresco risalente al Seicento, Maria è avvolta da un insieme di nuvole e circondata da angeli. Al di sopra un aggraziato baldacchino a punta, ai lati due pilastri con puttini. L’iscrizione non è più leggibile.

Adiacente alla chiesa è il convento delle Carmelitane di cui Paolo V ratificò l’erezione nel 1611; questo dal 1976 ospita il Museo del Folklore e dei Poeti romaneschi, riallestito nel 1989 con il nuovo nome di Museo di Roma in Trastevere. Si tratta di un museo dedicato alla documentazione della vita quotidiana e delle tradizioni romane. Attraverso scene, acquerelli, dipinti e incisioni si raccontano la città nei suoi costumi, nelle sue feste e nelle sue tradizioni. A rotazione sono esposti gli acquerelli di Franz (una postazione multimediale permette di vedere l’intera serie di 119 acquerelli), vi sono sei rappresentazioni veristiche d’ambiente, meglio conosciute come Scene romane, a grandezza naturale sono rappresentate le feste laiche e religiose, il saltarello, la farmacia, il carnevale; è stato ricostruito lo studio di Trilussa; è sempre esposto un presepe romano ottocentesco. Il piano terra è dedicato alle mostre temporanee, spesso fotografiche.

 

Il museo è fronteggiato dal palazzo Velli del Quattrocento (civico 9). Vi ebbe sede la famosa accademia di recitazione diretta da Pietro Scharoff.

 

Tra questa piazza e il Tevere è tutto un dedalo di vie o vicoli completamente irregolari, questa è una delle parti più caratteristiche del rione, sempre più invasa da ristoranti o pizzerie, uno dei luoghi della movida romana. In via della Pelliccia si trova il busto ad Anna Magnani all’altezza del civico 45, in una nicchia, è opera dello scultore Gianluca Bagliani. E’ stato inaugurato il 28 ottobre del 2019. Vuole essere un omaggio alla più Romana de Roma delle attrici dei nostri tempi. Caratteristica anche la piazza de’ Renzi con una famosa osteria.

Imbocchiamo verso Nord:

 

VIA DELLA SCALA

 

Via della Scala prende nome da una scala di una casa in cui vi era una immagine della Madonna autrice di diversi miracoli tanto da convincere fedeli e autorità a trasformare la casa nell’attuale chiesa di Santa Maria della Scala (nella piazza omonima)

 

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA SCALA

 

Iniziata nel 1593 da Francesco Capriani, completata nel 1610 e restaurata nel 1851.

Facciata formata da un doppio ordine di paraste con la parte centrale in leggero aggetto. Sopra il portale, entro nicchia, statua della Madonna con Bambino del 1633.

Interno a unica navata con cappelle laterali. 1° cappella destra: Decollazione del Battista, capolavoro di Gherardo delle Notti11 (1619). 2° cappella: pala di Antiveduto Grammatica12. Nel presbiterio il complesso dell’altare maggiore di Carlo Rainaldi13 (1647) reca al centro il prezioso ciborio, modello in scala di un tempietto a pianta centrale, con colonne in alabastro di Sicilia e cupola in bronzo. Al centro Madonna con Bambino del Cavalier d’Arpino14 (1612). Nel transetto sinistro la cappella della Madonna della Scala reca sull’altare classicheggiante di Alessandro Algardi15 l’immagine legata alla fondazione della chiesa; sulla destra monumento funebre di Prospero Santacroce sempre dell’Algardi.

 

Il convento, costruito nel Seicento, è in parte attribuito a Matteo da Città di Castello (chiostro grande) e in parte a Ottaviano Mascherino. Qui si trova la spezieria che conserva gli arredi e i vasi del Seicento. E’ la più antica di Roma, non è più in attività.

 

Spezieria della Scala. Al civico 23. Nata nella seconda metà del Cinquecento16, è una delle più antiche spezierie d’Europa, prende il nome dalla chiesa che affaccia sulla piazza. Venne fondata dai frati carmelitani scalzi e aperta al pubblico alla fine del Seicento ha continuato a preparare prodotti galenici fino al 1954, quando i carmelitani abbandonarono la produzione dei loro preparati con le spezie prodotte nei giardini del convento. Lo studio dei frati arrivò a tale fama che venne aperta una scuola per laici e frati come è attestato da un dipinto nell’atrio della farmacia. Tale fu il suo prestigio che divenne la “farmacia dei Papi”. Tra i rimedi della spezieria vi è l’Acqua della Scala, una lavanda antinevralgica usata per le malattie delle prime vie respiratorie, i dolori reumatici e le allergie. Fu creata da un tale fra Basilio che la utilizzò per curare la peste, la fama che ne ebbe lo portò ad essere consultato da re, cardinali e papi. L’Acqua di Melissa è usata come calmante. L’Acqua della Samaritana era un arcaico disinfettante.

Gli attuali ambienti della farmacia risalgono al 1700. Nella sala delle vendite vi sono gli scaffali di legno con gli attrezzi originari: vasi, rocchetti, torrette di distillazione. Il soffitto è ricoperto di tendaggi dipinti e dorati. Su uno scaffale il ritratto di Santa Teresa d’Avila. Nella sala dietro il bancone di vendita si custodivano le sostanze per la preparazione dei medicinali in scatole di legno di sandalo, non attaccate dai tarli. Sulle ante degli armadi ritratti di medici dell’antichità: Ippocrate, Galeno e Avicenna. Vi è poi il laboratorio e una stanzetta con un attrezzo per trasformare i prodotti dei frati in pillole17.

 

 

Di fronte alla chiesa ha inizio:

 

VICOLO DEL BOLOGNA

 

Ha uno strano percorso, del tutto irregolare per una strada di Roma. Va da vicolo del Cinque a via Benedetta e a piazza della Scala. Il toponimo deriva dal falegname o chiavaro Alessandro detto "il Bologna" perché proveniente da quella città. Al n. 40 edicola sacra di Madonna Addolorata, avrebbe mosso gli occhi nel Settecento. Al n. 37 mascherone con due putti ai lati su un edificio cinquecentesco con portone bugnato e altra edicola della Madonna.

Al n. 36 sono murate due tabelle di colombari del I secolo con i nomi dei defunti: Emilio e Valeria Peloride. Si nota anche in vicinanza un frammento di colonna tortile con capitello e un mascherone. Al n. 53 un edificio a torre con fregio e stemma. Al n. 7 altra edicola mariana del Settecento con cherubini, baldacchino e cupolino. Presso il n. 2 una lapide con il famoso bando che vieta di gettare mondezza.

 

Tornati a via della Scala la percorriamo tutta, fino in fondo. Giungiamo così ad un quadrivio che ha a sinistra via Garibaldi, di fronte via di Porta Settimiana, a destra via di Santa Dorotea. Ecco di fronte a noi:

 

PORTA SETTIMIANA

 

Era una delle tre porte delle mura Aureliane al di là del Tevere, il cui nome in qualche modo deriva dall’imperatore Settimio Severo. Sulla porta era un’iscrizione commemorativa di questo imperatore che fu sostituita da un’altra in onore di papa Alessandro VI che ricostruì tale porta nel 1498, conservò comunque il nome antico.

Sulla sinistra si trova l’edicola sacra dell’ Orazione nell’orto. L’affresco è collocato sulle mura a sinistra della porta e vicino ad un modesto bar di periferia. E’ sormontato da un baldacchino ligneo, si tratta di un tema speciale per le edicole romane in genere dedicate alla Madonna con Bambino. Gesù è sulla sinistra, sulla destra appare un angelo che lo distrae dalla preghiera. L’autore dell’opera è certamente un pittore manierista della seconda metà del Cinquecento. L’ultimo restauro risale al 1995/96.

 

Sulla sinistra c’è un caratteristico bar di tono popolare, mentre sulla destra ecco la:

 

CASA DELLA FORNARINA

 

la donna amata da Raffaello che non sopravvisse alla prematura morte dell’artista.

Secondo alcuni si tratta della cortigiana Beatrice Ferrarese, abitava vicino all’Osteria dell’Orso. Per altri è la soave Margherita Luti che rimase fedele tutta la vita a Raffaello ritirandosi, dopo la morte dell’artista, nel convento di Sant’Apollonia in Trastevere. La tradizione indica qui la sua abitazione e il forno del padre, ma si contendono questo primato anche una casa in via del Cedro (Trastevere, piazza sant’Egidio) e un’altra in via del Governo Vecchio 48 dove una iscrizione nell’androne la ricorda. Raffaello la ritrasse nella celebre tela conservata nel museo Nazionale d’Arte Antica di palazzo Barberini, ma anche nella “Donna velata” conservata a palazzo Pitti a Firenze e scrisse per lei:

 

Amore, tu mi incendiasti co due lumi,

i tuoi begli occhi dove io mi struggo e prendo focho,

(pelle) di bianca neve, (gote) di rosa vivace,

un bel parlare di donneschi costumi.

Tal che tanto ardo, che né mar , né fiumi,

spegner potrian quel focho

ma non mi spiace,

perché il mio ardore tanto di ben mi fa,

che ardendo ogni ora sempre più mi brucia.

Quanto fu dolce il giogo e la catena,

delle tue candide braccia strette al mio collo,

che sciogliendosi sento mortal pena.

D’altre cose io non dico,

perché la decenza mi guida,

perciò taccio,

altri pensieri a te rivolti.18

 

Prendiamo a destra:

 

VIA DI SANTA DOROTEA

 

Prende il nome dalla chiesa omonima. Ai tempi di Benedetto XIV fu sede della manifattura di tabacchi dell’imprenditore Michilli che usava la forza motrice dell’acqua del Tevere. Nel 1891 i fratelli Ciferri inaugurarono la Trattoria Caffè chantant Orti di Muzio Scevola con spettacoli di varietà. La via ricorda anche l’apertura della prima scuola pubblica gratuita di San Giuseppe Calasanzio nel 1597.

Chiesa di Santa Dorotea. Sorta sulla chiesa di San Silvestro a porta Settiminana, detta della Malva. Da questa chiesa partì il primo movimento di controriforma con la compagnia del Divino Amore, tra i componenti San Gaetano da Thiene, Paolo Carafa (Paolo IV), Sadoleto, Matteo Giberti e altri. Custodisce il corpo di Santa Dorotea, alla sua porta veniva affisso l’elenco dei non adempienti al precetto pasquale. Nel 1738 la chiesa venne riedificata su progetto di Giovan Battista Nolli, famoso per la pianta di Roma da lui redatta. Nei locali della sacrestia, nel 1597 nacque la prima scuola e gratuita aperta a tutti della città, era il 1597, l’iniziativa si deve a un sacerdote spagnolo di 40 anni, San Giuseppe Calasanzio. E’ una parrocchia.

Nella notte fra il 13 e il 14 marzo 1959, mentre era in corso il Consiglio Nazionale della DC, si un gruppo di dirigenti democristiani si riuniscono nel convento di Santa Dorotea per dare vita alla corrente dorotea dal nome del luogo di riunione, ne fanno parte Moro, Gui, Piccoli, Taviani, Colombo, Rumor e Segni19. Sarà il centro di tutte le alleanze all’interno della DC.

 

 

 

VIA BENEDETTA

 

Prende nome dalla famiglia Benedetti che vi aveva proprietà come da un documento del 1586.

 

PIAZZA SAN GIOVANNI DELLA MALVA

 

Prende il nome dalla chiesa omonima. Non si sa se il nome deriva dalla pianta della malva che spontaneamente fioriva sui ruderi della chiesa in abbandono, o se esistesse una famiglia con questo nome in zona. La piazza è stata parzialmente pedonalizzata recentemente (maggio 2019) con parcheggio bici e panchine in marmo.

Chiesa di Santa Giovanni della Malva. Ricostruita nel 1851 sull’antica chiesa ormai demolita. Fu progettata da Giacomo Moraldi. E’ a croce greca con cupola emisferica, preceduta da un atrio separato dalla chiesa da due colonne corinzie che sostengono la cantoria. All’altare maggiore: “Madonna tra i santi Giovanni Battista e Evangelista” di ignoto del Settecento. Nella chiesa si riuniva la compagnia dei Beccamorti.

 

La breve, ma sempre animata, via di ponte Sisto conduce in breve a:

 

PIAZZA TRILUSSA

 

La piazza è stata creata a fine Ottocento con l’erezione dei muraglioni del Tevere. E’ parzialmente pedonalizzata, la sera è luogo di raduno dei giovani della movida. Sulla sinistra si trova il monumento a Trilussa20, grande poeta romanesco del Novecento, il busto bronzeo è di Lorenzo Ferri (1954) che lo ritrae “nell’atteggiamento caratteristico di quando recitava accompagnando con un lento movimento delle mani … l’armoniosa cadenza dei versi” (Ceccarius). Al di sotto una celebre poesia riferita agli anni della dittatura fascista: “Mentre me leggo er solito giornale spaparacchiato all’ombra d’un pajaro, vedo un porco e je dico: “Addio majale!” Vedo un ciuccio e je dico: “Addio somaro!” Forse ste bestie nun me capiranno, ma provo armeno la soddisfazzione de potè di le cose come stanno senza paura de finì in priggione” Di fronte il ponte costruito da Sisto IV su disegno di Baccio Pontelli (1474), la sua costruzione fu un fatto memorabile perché da oltre 1000 anni non veniva gettato un ponte sul fiume. E’ caratteristico per l’occhio in corrispondenza del pilone mediano. In occasione dell’anno santo fu restaurato con polemica per le spallette metalliche.

 

FONTANONE DI PONTE SISTO

 

O FONTANA DELL’ACQUA PAOLA

 

La fontana di ponte Sisto. Si tratta della mostra terminale dell'acquedotto dell'Acqua Paola voluta da Paolo V21, un'altra mostra è sul Gianicolo, dai romani è chiamata "Fontanone del Gianicolo". Edificata da Giovanni Vasanzio22 nel 1613 per rifornire d'Acqua l'Ospizio dei Cento Frati sullo sbocco sinistro del ponte e quindi sulla sponda sinistra del Tevere, nel 1898 fu trasferita dall'altro lato del fiume in questa piazza, a causa delle demolizioni per la costruzione degli argini del Tevere. Nell’operazione di demolizione e di ricostruzione molte parti della fontana si ruppero o vennero disperse in vari magazzini comunali, sicché per la ricostruzione si poté usare solo una metà del materiale originario.

Si tratta di un nicchione delimitato da due colonne in marmo appoggiate su una parete bugnata in cima alla quale si trova l'iscrizione commemorativa con lo stemma pontificio di Paolo V. Nella nicchia l'acqua si versa in un piccolo catino dal quale tracima nella vasca sottostante che riceve acqua da due draghi alati alla base delle colonne e da due teste di leone (aquila e drago erano nello stemma di Paolo V).

La popolazione del rione lamenta gli schiamazzi notturni e il conseguente degrado della movida soprattutto il venerdì e il sabato. E’ stata restaurata tra il 2013 e il 2014. Il 28 giugno 2014 la fontana è stata reinaugurata, tutte le spese sostenute per i lavori sono stati pagati dalla pubblicità affissa ai ponteggi del restauro.

 

 

PONTE SISTO

 

Ponte a quattro arcate e con un grande occhio in corrispondenza del pilone mediano. Quando l’acqua del fiume arrivava all’occhialone era allarme grave per rischio di inondazione. Fu costruito da Sisto IV23, si trattò di un evento memorabile perché fu il primo ponte costruito sul Tevere dopo molti secoli, dopo il periodo imperiale (1000 anni circa). Bisognerà aspettare l’unità d’Italia per vedere gettare altri ponti sul fiume.

In questo sito vi era un ponte romano, costruito sotto Marco Aurelio e rovinato nel 792. Il ponte attuale si deve a Baccio Pontelli24 (1474). Intorno al 1879 fu allargato con la costruzione di spallette, per i marciapiedi, in ghisa. In occasione dell’Anno Santo del 2000 anche questo ponte, come altri, fu restaurato. Si aprì il dibattito se conservare i marciapiedi che oramai si erano storicizzati. Prevalse l’idea di riportare il ponte alla sistemazione originaria25.

Sul lato del rione Regola si trova l’inizio di via Giulia e via dei Pettinari.

 

Una leggenda legata a ponte Sisto. Roma vanta anche il primato del numero di fantasmi vip. Su questo ponte la leggenda ci parla della Pimpaccia, cioè donna Olimpia Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X, si dice che appare nelle notti di luna piena a ponte Sisto, viene dalla sua villa, la Pamphili, ed è diretta a piazza Navona dove è il suo palazzo. Era odiata dai romani perché faceva e disfaceva tutte le questioni di interesse che spettavano al Papa.

 

Da piazza Trilussa parte vicolo del Cinque che risale a via della Scala.

 

VICOLO DEL CINQUE

 

Si fanno due ipotesi sul nome della strada: vi sono cinque vicoli che si dipartono da questo, l’altra – più concreta e documentata – per la presenza del palazzo del famiglia Cinque al civico 66 che conserva ancora le linee cinquecentesche. Il portone ad angolo con via del Moro ha un balcone su mensole. Tale famiglia è documentata nel vicolo dal 1416.

Al n.30 c’è un edificio del Cinquecento già appartenente alla nobile famiglia dei Theoli con portone bugnato e bel balconcino su mensole al secondo piano. Ai numeri 24 – 24a - 24b si trova una casa barocca a due piani. Al n. 58a si può leggere il bando che vieta di fare “monnezzaro”. Al n. 2 vi è una edicola sacra del Settecento con l’effige della Madonna della Pietà a forma di tempietto su mensola sorretta da un cherubino. La illumina una caratteristica lampada su braccio girevole. Al civico 58 si trova Glass Hostaria con cucina classica e di ricerca. “Ambiente dal design contemporaneo e dall’atmosfera cosmopolita che si distingue dal resto dei ristoranti di Trastevere. Si viene accolti da un servizio che predilige l’informalità mantenendo alta l’attenzione verso gli ospiti. Cristina Bowerman è una delle più eclettiche chef del panorama italiano che, attraverso la meticolosa tecnica, la continua ricerca e una visione internazionale ha creato una cucina inconfondibile. I suoi piatti si sviluppano su abbinamenti sudaci che sfociano in esperienze gustative dai sapori nitidi”. Da Guida Rapida d’Italia del Tci, 2021.

Su questo vicolo grava un denso mistero. Nel 1920 un carabiniere entrò in una casa e non ne uscì più, di lui non si seppe più nulla. Per la serie: sarebbe servita anche allora la trasmissione “Chi l’ha visto?”.

In questa strada è nato Lando Fiorini, nome d’arte di Leopoldo Fiorini (Roma 1938 – Roma 2017), cantante attore e cabarettista (la info del luogo di nascita in questa strada da: Romasegreta.it). In vicolo del Cinque era la sez. PCI Trastevere.

 

Torniamo sui nostri passi a porta Settimiana.

 

Passiamo sotto porta Settimiana, percorriamo per breve tratto via della Lungara, subito a sinistra si stacca via Corsini, addossata al prospetto laterale di palazzo Torlonia ecco l’edicola della:

 

Madonna con bambino e i santi Gaetano e Antonio. Un certo Dionigi Alberti di Padova fece costruire l’edicola nel 1635 per atto di fede. In anni successivi e non precisati, al di sotto, è stato collocato un sarcofago romano strigilato adattato a fontana. Un bel connubio di fontana ed edicola sacra presente anche alla rampa di San Sebastianello presso piazza di Spagna.

 

Più avanti si trova:

 

LARGO CRISTINA DI SVEZIA

 

Orto Botanico di Roma. Occupa i giardini di palazzo Corsini, dal 1983 costituisce la struttura museale del dipartimento di Biologia vegetale dell’Università di Roma “la Sapienza”. L’istituzione di un orto botanico si fa risalire al 1278 a Niccolò III, ma questo cambiò varie destinazioni: dall’interno delle mura leonine, al Gianicolo (1660), al giardino di palazzo Salviati (al termine di via della Lungara 1820), al convento di San Lorenzo in Panisperna (1876), finalmente qui (1883).

Con circa 3.500 specie, occupa una superficie di 12.000 mq. La zona pianeggiante rispecchia, almeno in parte il giardino di palazzo Corsini. E’ stato ricostruito un ambiente desertico, presso l’arancera si trova un lago artificiale con le serie acquatiche e ripariali. La serra Corsini ha una collezione di piante grasse; la serra storica (1877) ha piante tropicali.

Le serre liberty dell'Orto Botanico

La sistemazione definitiva dell'Orto nell’attuale sede del giardino di Palazzo Corsini (che fu residenza di Cristina di Svezia) risale al 1883, quando la proprietà passò allo Stato, con l’impegno di realizzare la sede dell’Accademia dei Lincei nel palazzo e quella dell’Orto Botanico nel giardino.

1) Serra Monumentale

È stata costruita dalla ditta Mathian di Lione nel 1877, in ferro e ghisa, all'epoca tecnologicamente all'avanguardia, quando l'Orto era sito in via Milano. La serra fu quindi smantellata e collocata nella nuova sede. Ospita una collezione di euforbie e due rampicanti. Addossati lateralmente alla Serra, si trovano due serre a spiovente unico. Secondo la guida che ci ha accompagnato nella visita si tratta di uno dei primi esempi di stile liberty all'interno di un Orto botanico.

2) Serra Corsini

Realizzata nel XIX secolo, rappresenta la prima serra calda edificata nel giardino. Ospita una collezione di succulente e di caudiciformi (piante grasse). Sono inoltre presenti due vasche marmoree di bardiglio che i documenti indicano essere stati presenti nella sala da bagno della Regina Cristina di Svezia nel periodo in cui alloggiava (dal 1659 al 1689) presso la Villa Riario, ora Palazzo Corsini.

3) Serra francese

Fu costruita in Francia intorno al 1883-84. È costituita di due parti: una antecedente, caratterizzata da centine in ferro curvato, decori in ferro battuto e vetri sovrapposti parzialmente; la seconda, più recente, è caratterizzata da una copertura a falda inclinata, in profilato di ferro e lastre di vetro. Da Memorie di Roma.

 

Galleria Giacomo Guidi. Al civico 17. Inaugurata nel 2014 possiede un’area di 1.000 mq espositivi che all’origine hanno ospitato una tipografia e poi, per una decina di anni, lo studio dell’artista Sandro Chia. E’ uno spazio bianco suddiviso in tre ambienti autonomi e altri spazi aperti alla contaminazione dei linguaggi26.

 

Torniamo sui nostri passi, dalla porta Settimiano inizia

 

VIA DELLA LUNGARA

 

Lungo asse rinascimentale voluto da Giulio II tra il 1508 e il 1512, costituiva con via Giulia, aperta dallo stesso pontefice sulla sponda gemella del Tevere un sistema viario unitario, parallelo, progettato dal Bramante. La strada è fiancheggiata da ville, palazzi e chiese eretti tra il Cinquecento e il Settecento. Subito a sinistra la Biblioteca dell’Istituto Nazionale per la Grafica. Sezione Gabinetto Disegni e Stampe. Subito a destra la John Cabot University.

Al civico 3 di via della Lungara abitava Bernardo Bertolucci (Parma 1941 – Roma 2018), regista, sceneggiatore, produttore cinematografico; ogni mattina andava al bar Settimiana e poi a piedi fino a Santa Maria in Trastevere. Ha diretto film come “Ultimo tango a Parigi”, “Novecento” e “L’ultimo imperatore” che gli valse l’Oscar per la regia e per la sceneggiatura. Gli è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera (2007). Camera ardente in Campidoglio.

 

PALAZZO TORLONIA

 

Subito a sinistra dopo la porta. Si tratta di un palazzo cinquecentesco già sede del museo Torlonia, ancora proprietà della famiglia. Ma il palazzo è stato lottizzato e la raccolta di statuaria classica (oltre 600 pezzi) è finito nei sotterranei.

Nel 2020, in piena pandemia, si è fatta una scelta di 96 marmi su oltre 600 in collezione, che sono stati esposti a palazzo Caffarelli. Questa raccolta fu iniziata da Alessandro Torlonia, lo stesso banchiere che si fece costruire villa Torlonia sulla via Nomentana (poi residenza di Mussolini), in essa confluirono per acquisto collezioni già esistenti: quella di busti del banchiere Vincenzo Giustiniani (1564-1637), quella del cardinale Rodolfo Pio di Carpi (1500-1564), quella dello scultore Bartolomeo Cavaceppi (seconda metà del Settecento). Ma qui si trovano anche opere d’arte provenienti dalle tenute della famiglia Torlonia: la Caffarella, la villa dei Quintili sull’Appia Antica, la zona di Porto presso Fiumicino. Tutte queste opere erano collocate nelle settanta sale del palazzo Torlonia di via della Lungara (Trastevere), purtroppo negli anni Settanta vennero ammassate nei sotterranei del palazzo per farne un centinaio di appartamenti.

Tra i pezzi forti della collezione ci piace ricordare: la Fanciulla di Vulci, la Hestia Giustiniani, copia romana da originale ellenistico del V secolo a.C. la tazza in marmo greco con le Fatiche di Ercole, il rilievo votivo proveniente dall’Appia Antica e il bassorilievo con la veduta del porto di Ostia con indicazioni utili della marineria romana. Bisogna ricordare che prima di essere esposte tutte le opere sono state restaurate con il contributo di Bulgari.

 

 

Dopo palazzo Torlonia e via Corsini sulla destra ecco:

 

PALAZZO CORSINI

 

Il palazzo sorge sul luogo di un precedente palazzo della famiglia Riario risalente al XV secolo, in questo ha abitato Cristina di Svezia27 che vi diede inizio a quelle riunioni che divennero poi l'Accademia dell'Arcadia. Nel 1736 l'edificio e il giardino furono acquistati dal cardinale fiorentino Neri Maria Corsini, nipote di Clemente XII28, che affidò i lavori di completa ricostruzione del palazzo a Ferdinando Fuga29 il quale stava contemporaneamente lavorando al Quirinale e al palazzo della Consulta. La facciata venne raddoppiata e aggiunte le dieci lesene giganti, più vicine le une alle altre nell'asse centrale. Più movimentata è la facciata posteriore, rivolta verso i vastissimi giardini, con tre corpi di fabbrica aggettanti, di cui quello centrale, occupato dal monumentale scalone tra i più belli di Roma. Le grandi finestre dello scalone fungono anche da belvedere panoramico sui giardini. Durante il periodo napoleonica il palazzo ospitò Giuseppe Bonaparte, fratello dell'imperatore, poi il gen. Duphot fidanzato di Paolina, questi fu ucciso in una rivolta tra il palazzo e porta Settimiana. Tale avvenimento causò l'occupazione militare di Roma da parte dell'esercito francese, l'arresto di Pio VI e la proclamazione della repubblica Romana.

Proprietà dello Stato dal 1883, che l'acquistò direttamente dalla famiglia Corsini, con la collezione di opere d'arte in essa contenuta Oggi è sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei e della Galleria Corsini oggi la galleria di palazzo Corsini è l'unica quadreria settecentesca che si è conservata intatta fino a noi. La Galleria Corsini fa parte della Galleria Nazionale d’Arte Antica. In tutto solo otto sale. Tra gli artisti più importanti presenti in galleria menzioniamo: Andrea del Sarto, Baciccia, Beato Angelico, Marco Benefial, Caravaggio (San Giovanni Battista), Orazio Gentileschi, Luca Giordano, Giovanni Lanfranco, Mattia Preti, Guido Reni.

Durante lavori di messa in sicurezza nel giardino del palazzo Corsini vengono riportati alla luce resti di un negozio, forno per la ceramica e molte anfore olearie, testimonianza della vita degli artigiani dal I secolo a.C. al III d.C. E’ il più antico laboratorio nel cuore della città (da Repubblica del 15-18.4.19).

 

Fronteggia palazzo Corsini la:

 

VILLA FARNESINA

 

bellissimo esempio di villa rinascimentale, eretta da Baldassarre Peruzzi30 (1506-10 con interventi protrattisi fino al 1520) per il banchiere Agostino Chigi e decorata da Raffaello, da Giulio Romano, dal Peruzzi, da Sebastiano del Piombo e dal Sodoma. Dopo vari passaggi di proprietà nel 1927 è stata acquistata dallo Stato italiano, oggi è sede di rappresentanza dell’Accademia dei Lincei.

Riassume nell’architettura come nell’apparato decorativo interno, i principi di equilibrio, armonia e proporzione propri del classicismo romano del primo Cinquecento.

Voluta dal banchiere senese Agostino Chigi affidò i lavori a Baldassarre Peruzzi, dopo la sua morte decadde e fu depauperata degli arredi e delle opere d’arte. Nel 1490 passò ai Farnese da cui prese il nome attuale. Nel 1714 fu proprietà dei Borboni di Napoli quindi dell’ambasciatore Bermudez che la fece pesantemente restaurare. Nel 1884 la costruzione degli argini del Tevere comportò la distruzione di parte dei giardini e della loggia sul fiume forse opera di Raffaello. Nel 1927 divenne proprietà dello Stato italiano che vi eseguì restauri a più riprese.

E’ uno dei primi esempi di villa a blocco centrale, con loggia a cinque arcate, serrata tra due avancorpi laterali. La superficie è scandita da due ordini sovrapposti di paraste doriche coronate da un alto fregio scolpito a putti e festoni. La chiusura a vetrate della loggia è stata necessaria per la protezione degli affreschi, ma modifica la percezione dei pieni e dei vuoti.

 

Dall’atrio si entra nella Loggia di Psiche: nella volta i celebri affreschi relativi alla leggenda di Psiche tratta dall’Asino d’Oro di Apuleio, eseguiti su cartoni di Raffaello da Giulio Romano, Giovanni Francesco Penni, Raffaellino del Colle e Giovanni da Udine (autore dei festoni), compiuti nel 1517; ripassati da Carlo Maratta nel 1693-94. Al centro del complesso sistema figurativo “Il concilio degli Dei” e “Il convito nuziale”, entro finti arazzi tesi tra festoni; nei peducci, vari episodi della leggenda; nelle vele delle lunette, geni con gli attribuiti delle varie divinità. A sinistra nella sala del Fregio, le belle raffigurazioni mitologiche furono affrescate al sommo delle pareti da Baldassarre Peruzzi. Dalla loggia si accede alla Sala di Galatea i cui archi aperti sul giardino furono chiusi nel 1650. I dipinti, in gran parte ritoccati nel 1863, sono stati restaurati nel 1969-73. Il soffitto di Peruzzi (1511 circa) si articola in spazi geometrici divisi dall’architettura dipinta che si raccorda alle pareti; i temi mitologici e astrologici compongono l’oroscopo di Agostino Chigi. Sulla parete grande il celebre affresco di Raffaello (1513-14) mostra Galatea su un cocchio tirato da delfini, con le creature marine del corteggio. A sinistra di questa Polifemo31 di Sebastiano del Piombo (1512-13) al quale si devono anche le lunette che rivelano il vivace cromatismo della cultura veneziana dell’artista e illustrano le “Metamorfosi” di Ovidio (1511-12): i miti di Teseo, di Filomele, di Agraulo e Erse, di Dedalo e Icaro; la Caduta di Fetonte; Giunone sul carro alato; Scilla; Orizia. Al Peruzzi va attribuita la testa monocroma tradizionalmente assegnata a Michelangelo; le grottesche delle paraste sono state riferite a Domenico Beccafumi; i paesaggi degli altri riquadri sono del 1650.

 

Piano superiore. Il salone delle Prospettive, affrescato dal Peruzzi e da aiuti (1518-19), completamente ridipinto nel 1863 e ripristinato dai restauri del 1976-83, è interessante per l’impianto prospettico delle finte logge che si affacciano su vedute di Roma. Sopra il camino, la fucina di Vulcano; al sommo delle pareti, scene mitologiche. In questa sala tenne banchetto nuziale Agostino Chigi nel 1519; alle nozze allude la decorazione della sala attigua, già camera da letto, affrescata dal Sodoma nel 1517 con le Nozze di Alessandro e Rossane, Alessandro e la famiglia di Dario, la Fucina di Vulcano e Alessandro e Bucefalo, ritoccati da Carlo Maratta, restaurati nel 1974-76.

 

Si supera via dei Riari, ancora avanti, sempre sulla sinistra ecco:

 

VIA DELLA PENITENZA

 

La via prende il nome dal monastero annesso alla chiesa di Santa Maria della Penitenza o santa Croce alle Scalette, detto comunemente “Le scalette” per le due rampe di scale che conducono alla porta principale, è più noto con il nome “Buon Pastore”.

Teatro “Stanze segrete”. Al civico 3 si trova il più piccolo teatro di Roma, si chiama “Stanze segrete” che porta avanti una programmazione strettamente legata a testi letterari e poetici. E’ stato fondato nel 1992 da Aurora Cafagna, oggi il direttore artistico è Ennio Coltorti. Si tratta di un’unica stanza di circa 40 posti, un salotto che permette un’esperienza particolare, superando la barriera tra attori e pubblico, quindi un piccolo spazio per grandi emozioni32.

Studio Lipoli e Lopez. Al civico 5. La galleria d’arte di Trastevere, anche lei vicinissima a via della Lungara e a Regina Coeli, espone opere di Claudio Asquini, Claudio Abate, H.H. Lim, Felice Levini, Marisa Paris, Olieviero Rainaldi, Giuseppe Salvatori33.

La galleria concede spazio a giovani artisti, a volte alle prime esperienze espositive, con una particolare attenzione all’uso dei nuovi media e del design. Per rendersi conto delle produzioni delle nuove generazioni di artisti34.

 

Proseguiamo su via della Lungara, ad angolo con la salita del Buon Pastore rimane la parte basamentale delle scuderie Chigi (1514-20) attribuite a Raffaello per l’uso binato di paraste dorico-tuscaniche su alti basamenti, le scuderie vennero demolite nel 1808. Di fronte si trova la chiesa di Santa Croce delle Scalette, ma da quando (1839) l’attiguo monastero fu affidato alle Suore del Buon Pastore di Eufrasia Pelletier, chiesa e convento si chiamarono del Buon Pastore. La chiesa è a navata unica, senza transetto, venne rimaneggiata nell’Ottocento. Il Crocifisso sull’altare maggiore e l’Annunciazione sull’altare di destra sono di Francesco Troppa; la Maddalena sulla sinistra di Ciccio da Napoli. Nell’attiguo monastero erano accolte le donne che volevano redimersi, questa casa di rieducazione fu sempre circondata da un senso di mistero, in genere si trattava di minorenni violentate dal padre a cui era stata tolta la patria potestà, o giovani orfane avviate alla prostituzione, altre venivano dal carcere delle Mantellate. Qui suore e ragazze erano impiegate in laboratori e servizio di pulitura della biancheria delle caserme. E’ rimasto in funzione fino al 1979. Proprietà di un’Opera Pia sciolta dopo l’entrata in vigore della legge che aboliva i cosiddetti “enti inutili”, è proprietà del Comune. Il convento in abbandono venne occupato dalle femministe nel 1983, le stesse che prima erano in palazzo del Governo Vecchio, ha preso il nome di Casa Internazionale delle Donne. Oltre 30 associazioni vivono in questa casa, 100 donne sono coinvolte quotidianamente al servizio di altre donne. Si svolgono servizi di ristoro, ospitalità, ludoteca, biblioteca, spazio eventi, sale congressi e orto biodinamico. Si svolge azione di contrasto al sessismo, si accolgono donne vittime di violenza, si offrono servizi per la salute delle donne, attenzione e sostegno alla produzione culturale delle donne e si costruiscono reti internazionali di donne.

Subito dopo la salita del Buon Pastore, sul lato destro ecco la succursale del Liceo Scientifico Statale Kennedy, già scuola Elementare Tavani Arquati35. Sul mura di questa una lapide ricorda “In questa via al civico 25 nacque il 1° gennaio 1926 Claudio Villa36 che ha espresso con il canto l’anima di romana” (la casa ovviamente non esiste più). Subito dopo, sempre sulla destra si trova la chiesa di San Giacomo in Settignano, fondata nel secolo IX con campanile romanico del sec. XIII visibile dal lungotevere, è l’unico monoforo a Roma di quel periodo. La chiesa venne completamente ristrutturata da Luigi Arigucci nel 1643 e restaurata nel 1901. Interno a navata unica, nel presbiterio, a destra, “macabro” monumento funebre di Ippolito Merenda di Gian Lorenzo Bernini.

 

Ancora avanti sulla destra ecco:

 

VIA SAN FRANCESCO DI SALES

 

La via ha uno strano percorso a L, inizia da via della Lungara, corre tra il carcere di Regina Coeli e la Casa Internazionale delle Donne, curva a 90° e prosegue parallelo al colle del Gianicolo fino a via delle Mantellate. Proprio nel punto della curva sorge la chiesa. Un vicolo si stacca da destra e torna sulla stessa strada, è il vicolo di San Francesco di Sales, protettore dei giornalisti. La via fu detta anche vicolo Lante alla Lungara perché costeggia la villa Lante al Gianicolo. Al n. 17 vi abitò Santa Maddalena Sofia Barat.

Vi hanno sede la Casa della Memoria e della Storia, la galleria d’arte Volume, la chiesa di San Francesco di Sales e quella del Sacro Cuore di Gesù (prima chiesa di Roma dedicata al Sacro Cuore, è del 1843, restauro nel 1963, è sede della Curia romana del Sacro Cuore).

La chiesa di San Francesco di Sales, situata alla fine di via di San Francesco di Sales, ad angolo con via delle Mantellate, fu voluta da papa Clemente IX (Giulio Rospigliosi, papa dal 1667 al 1669), dopo il 1870 fu sconsacrata e adibita, con l’annesso convento, ad uffici della colonia penale di Roma. Il 22 novembre 2005, alla presenza del Ministro della Giustizia Castelli e di mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei fu nuovamente consacrata.

Fondazione Volume. Al civico 86/88. In una ex vetreria gli artisti sono ospitati per il tempo della realizzazione del loro progetto e dell’allestimento e il pubblico fruisce gratuitamente di tutte le iniziative, anche dell’accesso alla biblioteca e alla videoteca.

La chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù fu costruita su progetto di M. Brandi e consacrata in concomitanza con la canonizzazione di Teresa del Bambin Gesù (1925). Con l’annesso convento fu affidata alle cure delle Carmelitane Scalze per poi passare (1942) al ramo maschile che ne fecero la loro Cura generalizia. Alla fine della guerra tutto il complesso passò al Ministero della Difesa che ne è ancora oggi il proprietario (vi ha sede la Direzione Generale del Contenzioso Militare).

Cereria Di Giorgio. Al civico 85. Fondata nel 1908 iniziò la sua attività come fornitore di candele realizzate a mano per il Vaticano, a colaggio negli stampi ed erano essenzialmente ad uso liturgico. Entrando si è attirati dal profumo di aromi naturali, degli oli essenziali biologici e dalle oltre 5000 tipologie di decorazioni per la casa e il giardino.

 

Ancora avanti sulla destra iniziamo a percorrere il fianco del:

 

CARCERE DI REGINA COELI

 

Il più noto carcere di Roma, in via della Lungara 29 a Trastevere, fondato nel 1881 riconvertendo per l’uso un convento del 1654, recependo così il nome della struttura Maria Regina Coeli. L’edificazione si deve a Urbano VIII Barberini e al suo successore Innocenzo X Pamphili. Venne confiscato nel periodo napoleonico e nuovamente e definitivamente dal regno d’Italia. I lavori di adattamento delle strutture furono diretti da Carlo Morgini e si completarono nel 190037. Fu anche sede della prima scuola di polizia scientifica (vi rimase fino agli anni Venti) e del casellario giudiziario. A fine Ottocento venne acquisito un plesso attiguo che venne adibito a carcere femminile, detto popolarmente Carcere delle Mantellate, per il lungo mantello delle suore dell’ex convento di Santa Maria della Visitazione. Celebre lo stornello romanesco “Le Mantellate”.

In principio fu concepito con tre distinti fabbricati: uno su via della Lungara per la Direzione, gli alloggi, il corpo di guardia, cucina, magazzini e il parlatorio. Due fabbricati a crociera con una rotonda centrale coperta da una grande volta a padiglione, ospitanti le celle. Dopo l’ultima guerra, a Regina Coeli furono installati nuovi laboratori di radiologia e analisi, infermeria medica e chirurgica, alla tipografia e legatoria già esistenti si aggiunsero la falegnameria, la sartoria e la calzoleria.

Durante il fascismo furono detenuti Gaetano Salvemini, Alcide De Gasperi, Gramsci, Cesare Pavese e Luchino Visconti. I politici erano nel VI braccio. Sei anni vi rimase Ernesto Rossi. Dopo la caduta del fascismo e l’occupazione tedesca, il terzo braccio fu occupato dai tedeschi, si arrivò a 2.500 detenuti. Celebre l’evasione di Pertini e Saragat nei nove mesi di occupazione tedesca di Roma. Subito dopo la guerra Donato Carretta, direttore del carcere, venne riconosciuto e ucciso dalla folla inferocita.

Il 20 maggio del 1945 vi fu una rivolta dei detenuti che chiedevano l’amnistia, fu repressa dai Carabinieri. Nel 1973 vi fu una rivolta nel carcere, le guardie carcerarie lasciarono temporaneamente l’edificio. Negli anni Settanta i terroristi uccisero il dirigente sanitario di Regina Coeli, un’impiegata del centro studi del ministero, una vigilatrice di Rebibbia e il generale dei Carabinieri Galvaligi che si occupava delle misure di sicurezza negli istituti penitenziari.

Resta il ricordo della visita di papa Giovanni XXIII Roncalli, il 26 dicembre 1958, papa Paolo VI nel 1964, papa Giovanni Paolo II nel 2000 e nel marzo 2018 papa Francesco.

Ha una capienza massima di 750 persone, ma durante la visita della presidente della Camera Laura Boldrini nel 2013, vi erano 1.050 detenuti. Secondo Antigone nel maggio 2018 erano presenti 965 detenuti (492 stranieri), mentre la capienza massima è di 619 posti, non vi sono donne. La struttura è stata investita da recenti lavori di ristrutturazione. Vi sono otto sezioni, la quarta è destinata ai tossicodipendenti in trattamento metadonico, l’ottava per i soggetti di particolare cautela, la seconda per i detenuti in osservazione psichiatrica in attesa di trasferimento. Tutte le sezioni, tranne la settima e la seconda, sono in regime aperto per otto ore al giorno, nella quinta i detenuti sono tutti lavoranti. Le celle sono da 3/5 posti, dotate di camera da letto con tv, cucinotto e bagno. Sono dotate di riscaldamento e luce naturale. 131 su 195 sono dotate di doccia (dati dal sito del ministero di Giustizia).

 

Nella tradizione romanesca ha sempre ispirato una certa retorica. Una canzone cantata anche da Gabriella Ferri diceva “Chi non sale quel gradino non è romano”. “Le mantellate” è anche una canzone. Ancora ispirate a carcere romano sono le canzoni di Lando Fiorini “Il canto dei carcerati”, quella di Renato Zero “Via della Lungara” e quella di Franco Califano “Impronte digitali”. Nella storia del carcere anche quella di Donato Carretta, direttore al tempo dell’occupazione tedesca, linciato il 18 settembre 1944 in piena occupazione americana e appeso nudo a testa in giù alle inferriate del carcere.

 

Costeggia il fianco destro del carcere:

 

VIA DELLE MANTELLATE

 

Studio Stefania Miscetti. Al civico 14. In un ex spazio industriale, dal 1990 si è data la possibilità ad artisti italiani e stranieri di realizzare installazioni e performance. Hanno esposto: Marina Abramovic, Bizhan Bassiri, Doris Blom, Alberto di Fabio, Yoko Ono.

 

Si prosegue per via della Lungara avendo sulla destra il lungotevere ad un livello più alto della nostra strada. Poco dopo ecco sulla sinistra:

 

VIA DEGLI ORTI D’ALIBERT

 

La via degli Orti d’Alibert è così chiamata dalle proprietà del conte Giacomo di questa famiglia autore anche della costruzione del teatro Alibert a Tor di Nona. Alla fine del Seicento qui esistevano dei giardini, quindi orti nel senso di giardini, della famiglia Alibert che avevano il casino nella parte più alta e quindi sovrastavano i giardini stessi. Di questi giardini nulla resta, al suo posto vennero impiantate le serre di un commerciante di fiori, oggi un campo di calcio. Al centro della facciata si trova un ninfeo che una volta era fornito di acqua. Una grata tra le rocce del ninfeo introduce al condotto. A questa grata è associata una storia rivelata dal Messaggera in un articolo del febbraio 2017 a firma di Laura Larcan. L’associazione Sotterranei di Roma guidato da Lorenzo Grassi ha percorso un tratto di quel cunicolo alla ricerca di tracce dell’ultima guerra. I religiosi della chiesetta del Sacro Cuore avrebbero salvato degli ebrei nascondendoli in quel passaggio. Hai foto della villa e del condotto sotterraneo.

 

Filmstudio. In via degli Orti d’Alibert 1/a c’era – negli anni Sessanta e Settanta – il Filmstudio, il primo club privato di proiezioni cinematografiche per la proiezione di pellicole escluse dai circuiti commerciali (aperto nel 1967). Si trattava di due salette polverose con piccoli schermi. Sulla scia di questo aprirono il Rialto presso largo Magnanapoli, il Planetario, l’Ausonia in via Padova.

Grazie al Filmstudio divenne famoso, Nanni Moretti con “Io sono un autarchico” del 1976, in programmazione per intere settimane. Dopo anni di chiusura e abbandono, nell’estate del 1999 venne acquistato dalla Regione Lazio (presidente Piero Badaloni della coalizione Ulivo), restaurato da Paolo Portoghesi, e riaperto al pubblico come sala d’essai.

Nel giugno 2017 è morto Americo Sbardella, cofondatore nel 1967 con Annabella Miscuglio del Filmstudio, primo cineclub italiano. Diede spazio al cinema indipendente e alle avanguardie. Frequentato da Moravia, Verdone, Bellocchio, Monicelli e Bertolucci. Si entrava sottoscrivendo una tessera. Qui vide la luce il fenomeno Nanni Moretti che realizzò il suo primo film in pellicola super 8 “Io sono un autarchico” (da Repubblica del 22.6.17).

 

Galleria Lorcan O’Neill. Via degli Orti d’Alibert 14. La galleria si trovava in questa via. Fra gli artisti che esposero con frequenza in questa sede ci furono: Francesco Clemente (Napoli 1952, uno dei maggiori artisti della transavanguardia teorizzata da Achille Bonito Oliva, ha compiuto un viaggio in India, vivendo in povertà nei templi buddisti, ha attraversato a piedi l’Afghanistan, le sue opere sono nei maggiori musei del mondo, tra questi alla Gnam “Senza titolo” ritratto di un uomo con il dito insanguinato), Martin Creed, Tracey Emin, Anselm Kiefer (sue opere nei maggiori musei del mondo, tra questi al MAXXI), Masbedo, Luigi Ontani (di Grizzana Morandi 1943, considera il corpo un’opera d’arte, la sua può definirsi boky art, Ha esposto alla Biennale di Venezia, sue opere nei maggiori musei del mondo, tra questi Il Guggenheim di New York, al Pompidou di Parigi, al MAXXI “Le ore” la sua immagine fotografica con vari costumi che hanno riflessi della cultura dell’estremo oriente, alla GNAM “Meditazione d’apres de la Tour”), Emilio Prini, Pietro Ruffo.

La galleria si è trasferita in vicolo dei Catinari 3, presso via Arenula; con una preapertura in giugno 2013 con la mostra di Martin Creed38.

“E’ forse la più in di Roma, i suoi vernissage sono veri e propri eventi mondani, durante i quali si fanno conoscenze interessanti tra un aperitivo e l’altro nel grazioso cortile di fronte alla galleria. L’ambiente è variegato e giovane, con una tendenza al glam-fashion: artisti, critici, amanti d’arte o semplicemente amanti della mondanità”39.

 

Case popolari. La traversa sulla destra porta ad un complesso singolare di case popolari, costruite ad un solo livello con al centro un cortile, il complesso edilizio è preceduto da un arco sovrastato da occhialoni. In fondo alla traversa un portale chiuso che dovrebbe dare accesso ai giardini di palazzo Salviati.

 

Riprendiamo via della Lungara fino ad avere sulla sinistra il convento e la

 

CHIESA DI SAN GIUSEPPE ALLA LUNGARA

 

Con il palazzetto simmetrico (civici 46-49) costituisce un unico insieme architettonico. La chiesa eratta su progetto di Ludovico Rusconi Sassi (1730-34), fu restaurata nel 1858-61 da Antonio Cipolla; nel 1872 ne fu ricostruita la cupola crollata.

A pianta centrale, sembra una reinterpretazione del San Carlino alle Quattro Fontane per la cupola ellittica su pennacchi e la parte basamentale con superfici piane e convesse. All’altare maggiore “Sogno di San Giuseppe di Marino Rossi del 1774, di cui sono pure i laterali. L’atttiguo convento venne edificato nel 1760-64 da Giovanni Francesco Fiori.

 

Avanzando ancora si arriva a:

 

PALAZZO SALVIATI ALLA LUNGARA

 

In via della Lungara 82-83. Costruito nella prima metà del Cinquecento per Filippo Adimari, camerario segreto di Leone X40 su un terreno coltivato a vigna di proprietà dei Farnese, questo palazzo è una delle maggiori opere giovanile di Giulio Romano41. La lunga facciata si presenta simmetricamente divisa in cinque sezioni da bugnature verticali con al centro il grande portale di ingresso sormontato da balcone che poggia su mensole. All'interno, al primo piano Giulio Romano progettò una cappella di stile bramantesco.

Nel 1552 il palazzo fu venduto al cardinale Giovanni Salviati, ma presto passò di proprietà al fratello Bernardo priore dell'Ordine di Malta. Nel 1569 fu ristrutturato da Nanni di Baccio Bigio42 che completò l'alzato e ne ampliò il retro. Passò varie proprietà finché nel 1840 fu acquistato dallo Stato Pontificio per farne un archivio. Espropriato dallo Stato Italiano nel 1870, divenne sede del Tribunale Militare, nel 1883 divenne sede del Collegio Militare di Roma, poi Scuola Militare fino al 1943. Durante la seconda guerra mondiale, nei giorni dell'occupazione tedesca di Roma, vi furono rinchiusi per pochi giorni oltre 1.000 ebrei del ghetto prima di essere deportati (16-18 ottobre). Dal 1971 è sede dell'Istituto di Alti Studi Militari e dispone di un'importante biblioteca di discipline militari.

In un locale del portico del cortile d'onore esiste il sacrario (1938) che ricorda i 311 ex allievi caduti sui campi di battaglia, 40 sono decorati con medaglia d'oro.

 

La via termina in piazza Della Rovere, uno slargo informe che ha sulla destra il ponte Principe Amedeo di Savoia Aosta, di fronte il complesso Ospedaliero di Santo Spirito (Rione Borgo), a sinistra la Galleria Principe Amedeo di Savoia Aosta che sottopassa il Gianicolo, costruita negli anni 1938-42 per raccordare le nuove zone di espansione intorno alla via Aurelia con il centro.

La galleria PASA è stata progettata da Cesare Bazzani (autore della Gnam) a partire dal 1930 i lavori iniziarono nel 1938 e si conclusero dopo 24 mesi, inizialmente chiamata Gianicolense è lunga 250 metri e larga 16, venne progettata insieme al ponte omonimo, entrambi sono intitolati al Principe Amedeo Savoia Aosta detto eroe dell’Amba Alagi, vicerè d’Etiopia, morto prigioniero degli inglesi a Nairobi il 3 marzo 1942. Dal gennaio 2019 è stato rinnovato l’impianto di illuminazione con luci a led (da Repubblica del 2.1.19).

Ancora a sinistra si trova la via del Gianicolo che sale sul colle. Prima ancora si trova la Salita di Sant’Onofrio con la via omonima che porta di fronte alla chiesa di Sant’Onofrio.

 

ITINERARIO 2

 

DA SANTA MARIA IN TRASTEVERE

 

A PORTA PORTESE

 

Ci inoltriamo nella parte Est del rione, per poi ritornare in questa piazza da Sud. Imbocchiamo:

 

 

 

VIA DELLA LUNGARETTA

 

La strada non è altro che il primo tratto della via Aurelia. Detta nel Cinquecento via Transtiberina. All’inizio della strada, quasi sulla piazza si trova la farmacia storica Rellegati.

 

Subito si trova sulla sinistra:

 

PIAZZA SANT’APOLLONIA

 

La chiesa omonima è andata distrutta, ma ha lasciato il nome alla piazza. Nella piazza abitò, secondo la tradizione Raffaello. Nel convento annesso alla chiesa trovarono rifugio prima la Fornarina, poi Lorenza Feliciani, moglie di Cagliostro. Nella piazza, al civico 11, si trova il

teatro Belli uno dei più antichi teatri romani in quello che era il monastero di Sant’Apollonia, il teatro è sorto nella seconda metà dell’Ottocento. I palchi in legno andarono distrutti negli anni Trenta. Qui recitarono: Gustavo Modena, Ermete Novelli, Leopoldo Fregoli, Lina Cavalieri che proprio qui debuttò giovanissima per sostituire la madre ammalata di tisi ed Ettore Petrolini. Nel teatro Garibaldi tenne un discorso ricordato da una lapide nel foyer del teatro. Negli anni Dieci diventa cinema, negli anni Cinquanta e Sessanta un locale notturno, venne chiuso per un omicidio avvenuto nell’ingresso. A metà degli anni Sessanta torna teatro con il nome attuale, diventa un teatro sperimentale, da qui passarono artisti come Pasolini, attori e registi importanti. Nel 1969 Antonio Salines rileva il teatro che era in crisi, lo restaura e lo riapre al pubblico nel 1972. Da allora per oltre 40 anni Salines è stato direttore artistico, qui sono passati Falvio Bucci, Roberto Herlitzka, Bruno Cirino, Sergio Castellitto, Mario Scaccia, Dario Fo, Tinto Brass e altri.

Chiesa di Santa Margherita. Fondata da Niccolò IV nel 1288, ricostruita dal cardinale Girolamo Gastaldi su progetto di Carlo Fontana (1678-80) con orientamento ruotato di 90°. La facciata è sullo schema cinquecentesco a due ordini sovrapposti. Interno a unica navata, all’altare maggiore: “Santa Margherita in carcere” di Giacinto Brandi; nella cappella di sinistra “Immacolata fra i Santi Francesco e Chiara” del Baciccia.

Una leggenda. Nelle notti fredde d’inverno, si vede scivolare lungo le mura delle case, una donna di cui nessuno a mai visto il volto, secondo questa leggenda si tratta di Lorenza Feliciani, la moglie del Conte di Cagliostro43. La giovane era nata a Trastevere in una povera casa, appena quindicenne era andata in sposa all’avventuriero prendendo il nome di Serafina Cagliostro, fu amica di nobili e reali, regina di dimore principesche e perfino nominata Gran Maestra della Loggia parigina di Iside; ma anche mendicante e prostituta per volere del marito. Stanca di tante avversità fu proprio lei a denunciare alle autorità di Roma Giuseppe Balsamo il conte di Cagliostro, alchimista, massone, indovino, astrologo, eretico. Il suo fantasma ripercorre la strada che fece con animo tormentato per andare a denunciare il marito al Santo Uffizio. Cagliostro fu arrestato in piazza di Spagna, in quello stesso momento lei scomparve e nessuno ebbe più notizie della bella trasteverina.

 

Dalla piazza inizia in direzione Nord:

 

VIA DEL MORO

 

Già vicolo. Da piazza Santa Apollonia a piazza Trilussa. Il toponimo deriva dall'insegna di una osteria che si trovava in questo vicolo nel Cinquecento. Nel vicolo è ambientato il dramma “Er Fattaccio” di Americo Giuliani, del 1911. Si tratta di un fatto realmente accaduto, è la storia di un ragazzo che uccide il fratello, questi aveva preso una cattiva strada, stava dilapidando ogni bene della famiglia, costringendo la madre vedova a vendere ogni cosa. Questo racconto venne rappresentato in teatro e nelle feste popolari in dialetto romanesco, suscitando grande commozione e successo. Anche Cesare Pascarella ne "La serenata" nomina il vicolo del Moro.

Al n. 37 a/b si trova la pasticceria Valzani, dal 1925 aperta la pubblico, dal 2003 il Comune l’ha inserita nell’elenco delle botteghe storiche di Roma. Fra le specialità: pangiallo romano, panpepato romano, mostacciolo romano, diavoletti al peperoncino, praline, cioccolato fuso con panna, marasche e tanto altro.

Al n. 24 si trova in angolo con via della Pelliccia l'antico Caffè del Moro con un'insegna molto lunga e vistosa raffigurante due bersaglieri e un marinaio che porgono a tre abissine il Fernet Branca. Si tratta dei Bersaglieri del I Battaglione d'Africa sbarcati a Massaua nel 1885. Anche ristorante.

Al n. 48 si nota un edificio del Settecento con leoni, conchiglia e caratteristica scaletta esterna.

Al n. 58 una casa con graffiti cinquecenteschi e portale rinascimentale. Sembra che in questa strada abbia abitato il noto brigante Antonio Gasbarrone di Sonnino.

Oggi la via è tanto tranquilla la mattina, quanto piena di vita la sera poiché si anima per la movida notturna.

 

Da via del Moro, altezza Caffè del Moro ha inizio via della Pelliccia. Ebbe questo nome da proprietà di una famiglia Pelliccia che nel 1803 è registrata in possesso di una casa nel vicolo del Cipresso che taglia la via. Una colonna scalanata antica è stata posta come paracarro, al civico 39 c’è una casa del Trecento. Questa strada in breve conduce a vicolo de’ Renzi, famiglia trasteverina con proprietà nella zona. Qui si trova la trattoria “da Augusto”, una delle più tipiche del rione.

 

Torniamo a via della Lungaretta.

 

Sull’incrocio tra via della Lungaretta e vicolo Santa Rufina si trova il campanile a tre piani di bifore della chiesa delle Sante Rufina e Seconda. Il campanile è del secolo XII, la chiesa è stata restaurata nel sec. XVII e chiusa all’interno dell’omonimo convento dei secoli XVII-XVIII.

 

Ancora avanti sulla sinistra:

LAPIDE IN RICORDO DI

 

GIUDITTA TAVANI ARQUATI

 

La lapide fu posta il 25 ottobre 1877 in ricordo del sacrificio della patriota Giuditta Tavani Arquati, del marito Francesco e del figlio Antonio, uccisi dai gendarmi pontifici nel tentativo di insurrezione del 1867. Il busto di Giuditta venne collocato due anni dopo, ed è opera dello scultore Achille Della Bitta. In quel periodo storico, l’Italia è già nata, al suo completamento mancano solo Roma, Trento e Trieste. Garibaldi prepara una spedizione di volontari che vuole entrare in città per liberarla dal dominio pontificio, contemporaneamente si prepara una insurrezione nell’interno della città stessa. Nel mese di ottobre patrioti arrivano a Roma da ogni parte d’Italia, sono esuli della Repubblica Romana, vengono accolti e nascosti nel Lanificio Ajani, dove il marito di Giuditta, Francesco Arquati, lavorava come direttore; ma altri vengono accolti anche in casa di Giuditta nella vicina piazza Santa Rufina. Il 22 ottobre Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti fanno saltare con due barili di polvere da spara la Caserma Serristori a Borgo (saranno arrestati e poi condannati a morte, gli ultimi ghigliottinati dello Stato Pontificio). Il 23 ottobre un piccolo gruppo di volontari, guidati dai fratelli Enrico e Giovanni Cairoli cercano di entrare a Roma discendendo il corso del Tevere, ma vengono bloccati a villa Glori, in 78 affrontano 300 militari pontifici, vengono sopraffatti. Enrico morì nei combattimenti, Giovanni morirà poco dopo per le ferite riportate. Composta di cinque fratelli, la famiglia Cairoli ne aveva già perso uno nella prima guerra d’indipendenza 1859 e un altro nella spedizione dei Mille, l’ultimo Benedetto, che aveva partecipato alla spedizione dei Mille, ferito a Palermo nel 1860, divenne presidente della Camera, ministro e capo del Governo. Il 25 ottobre, in seguito ad una denuncia di un delatore, trecento gendarmi circondano e attaccano il lanificio. I patrioti sono armati, Giuditta dà istruzioni militari, organizza la difesa. Per tre volte gli attacchi vengono respinti. Quando finiscono le munizioni lanciano tegole, mobili, stoviglie, sassi. Al quarto diventa un corpo a corpo, per permettere agli altri di fuggire sui tetti. Giuditta, il marito e il figlio dodicenne vengono sventrati con le baionette. Il 3 novembre Garibaldi e le sue camicie rosse sono fermati a Mentana solo grazie all’aiuto dei francesi il cui moderno armamento – i famosi fucili chassepots44 – aveva ragione dei garibaldini. Alla Camera francese, il ministro della guerra Rouher poté vantare che gli chassepots avevano fatto meraviglie ed assicurare, fra gli applausi generali, che jamais jamais l’Italia sarebbe arrivata a Roma.

L’associazione Giuditta Tavani Arquati, sorto nel 1887, venne sciolta dal fascismo, perché troppo indipendente, sarà ricostruita dopo la guerra e ancora commemora la strage del 25 ottobre. La targa è firmata: “I cittadini di Trastevere – La società operaia centrale romana”.

 

Quasi di fronte, sulla destra:

Romastore. Al civico 63. Una profumeria artistica che nasce nel 1995 dalla volontà di abbandonare la grande distribuzione e lasciare libero spazio alla creatività. Vengono proposte solo fragranze d’autore, profumi di nicchia e maison storiche. Alle pareti confezioni retrò.

 

Segue uno slargo sullo sinistra che è frutto degli sventramenti operati con la costruzione degli argini del Tevere. Segue sulla destra:

 

OSPEDALE SAN GALLICANO

 

Con entrata da via di San Gallicano. Al centro del lungo prospetto si trova la chiesa dei Santi Maria e Gallicano progettato da Filippo Raguzzini45 (1724-26) su richiesta di papa Benedetto XIII, con ai lati l’ospedale, modello per l’architettura ospedaliera del tempo. Lo sviluppo longitudinale, a semplici superfici scompartite da pilastri, specchiature e ballatoio continuo (per aprire e chiudere le finestre senza disturbare i pazienti), è movimentato al centro dal volume della chiesa che, con eleganti e misurati aggetti, è ripartito da paraste e lesene su un alto basamento. Il Raguzzini tenne anche il punto di vista frontale da vicolo di Mazzamurelli46, che isola l’edificio sacro dal resto del complesso.

L’ospedale, formato da due lunghe corsie, una per gli uomini e un’altra per le donne, venne ampliato da Benedetto XIV47 con una sala per i ragazzi (1754) e da Leone XII48 con un teatro anatomico (1826) a due emicicli con cupola a quattro vele, decorato di un fregio a stucco con la leggenda del serpente di Esculapio e dell’Isola Tiberina e ritratti di medici celebri di Ignazio Sarti.

La chiesa è a croce greca con pilastri che sostengono la calotta ribassata e separano le quattro absidi schiacciate, su due delle quali si aprono finestre ad arco che permettevano ai malati di assistere alle funzioni dalle corsie. La pala “San Gallicano raccomanda gli infermi alla Vergine” e due lunette laterali sono di Marco Benefial.

Il San Gallicano è stato il primo ospedale in Europa dedicato al trattamento delle malattie cutanee, veneree e contagiose (esistevano le sale celtiche dedicate alle donne affette da malattie sessualmente trasmesse; la loro funzione era di offrire discrezione e isolare le prostitute fino alla completa guarigione; da Colaiacono, 501 luoghi di Roma, pag. 129.. Dal 1860 divenne sede della prima cattedra di dermatologia dell’Università La Sapienza di Roma. Dal 2000 le sue attività sono state spostate a Mostacciano presso l’IFO Istituti Fisioterapici Ospitalieri, in via Elio Chianesi 53. Riunisce l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e l’Istituto Dermatologico San Gallicano.

Adesso è sede dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), nato nel 2007, un ente pubblico punto di riferimento delle problematiche sanitarie dei migranti. Dal 2019 è anche centro collaboratore dell’OMS.

 

Riprendiamo via della Lungaretta, in breve si apre sulla destra il largo San Giovanni de Matha49,

In angolo si trova il ristorante Rugantino (via della Lungaretta 54), è il locale nel quale si tenne lo spogliarello di Aichè Nanà (1958), ballerina turca di origini armene nata a Beirut nel 1936, fotografata da Tazio Secchiaroli. Da questo episodio prese spunto Federico Fellini per il film “La dolce vita” del 1960.

Sulla sinistra di largo San Giovanni de Matha:

 

CHIESA DI SANT’AGATA

 

Antichissima, per tradizione fondata da Gregorio II sulla sua casa, quando al pontefice morì la madre. Se ciò fosse provato la chiesa risalirebbe al 716 circa. Di certo era esistente agli inizi del ssec. XII. Quella che vediamo oggi è sorta su progetto di Giacomo Onorato Recalcati, con facciata del 1710 caratterizzata dal leggero aggetto della parte centrale e dall’inserimento di elementi borrominiani. E’ stata restaurata nel 1820-21.

All’interno, lo spazio unitario rettangolare è scandito da un ordine corinzio e da archi con strombi pseudoprespettici ed è coperto da una volta a botte lunettata decorata da Girolamo Troppa, autore anche dell’affresco dell’abside. La pala nell’abside con il “Martirio di Sant’Agata” e la Crocifissione sono di Biagio Puccini. Presso l’altare maggiore, a sinistra, la popolare immagine della Madonna de’ Noantri (Madonna del Carmine), patrona del rione festeggiata nel mese di luglio in occasione della festa de’ Noantri. Il giorno principale della festa è il 16 luglio con la processione da questa chiesa per le strade del rione (San Francesco a Ripa – San Cosimato) fino a San Crisogono dove rimane otto giorni per tornare in questa chiesa. Le origini risalgono al 1535 quando la statua fu rinvenuta alla foce del Tevere da pescatori della Corsica. La Madonna, in legno di cedro, venne chiamata “Madonna fiumarola”, e donata ai carmelitani della chiesa di San Crisogono in una cappella che venne demolita per la costruzione di viale Trastevere. Allora venne ospitata in San Giovanni dei Genovesi dove rimase alcuni decenni, quindi nella sede attuale. La Madonna è protettrice dei trasteverini. Possiede numerosi vestiti del Settecento, lo stilista Guillermo Mariotto le ha fatto un vestito completamente rosso. Foto d’epoca della statua della Madonna in processione, senza data.

 

Siamo in vista di:

 

PIAZZA SIDNEY SONNINO

 

Ricorda l'uomo politico pisano che fu ministro delle Finanze e del Tesoro con Francesco Crispi, due volte presidente del consiglio nel 1906 e nel 1910, ministro degli Esteri durante la prima guerra mondiale (1914-1919). Ad angolo con piazza San Giovanni de Matha si trova la farmacia storica Sant’Agata. Di fronte alla chiesa si trova il cinema Roma, chiuso dal 2002, è stato posto in vendita nel 2020 (da Repubblica del 9.2.20). Hai foto d’epoca di piazza Sonnino, precedente al 1935, quando ancora non c’era il cinema Roma, si intravede la Casa degli Anguillara. Ecco subito a destra la:

 

CHIESA DI SAN CRISOGONO

 

E' una delle chiese più antiche di Roma, faceva parte dell'elenco dei titulus del 499. La prima chiesa venne costruita nel IV secolo sotto papa Silvestro I, venne ricostruita nel XII secolo, poi ancora nel 1626 su disegno di Giovanni Battista Soria50 per incarico del card. Scipione Borghese Caffarelli51 (il nome è sulla fronte, gli stemmi araldici sono ovunque: aquila e drago). Il campanile risale al XII secolo, in occasione del restauro seicentesco il campanile venne intonacato e sovrastato dalla cuspide che vediamo adesso. In seguito a ciò rischiò di crollare per cui vennero accecate alcune trifore. Questo è il campanile che si vede sovrapposto alla cupola di San Pietro dal famoso buco della serratura della villa dei Cavalieri di Malta (Aventino). Sotto l'attuale chiesa sono visibili i resti della prima (ritrovati nel 1907, vi si accede dalla sacrestia).

La facciata, sempre del Soria, culmina a timpano, preceduta da un ampio portico dorico con quattro colonne di granito. Sull'attico è una sfilata di vasi, aquile e draghi dei Borghese.

Notiamo il portale laterale che affaccia su piazza De Matha, è un tipico portale barocco, la particolarità sta nel fatto che è sovrapposto ad uno più antico, qui vediamo una delle caratteristiche di Roma, il sovrapporsi e il coesistere di stili diversi. “A lato dell’ingresso laterale si vede un simbolo bianco e nero, sbiadito e malridotto, è un’indicazione di un rifugio antiaereo dell’ultima guerra mondiale”, da Colaiacono, Roma in 501 luoghi, pag. 74. Passiamo ad osservare i tre portali che si trovano all'ingresso principale sotto il portico, ad esso se ne aggiunge un quarto, sulla sinistra, che dà accesso direttamente al convento. Sono tipici e bellissimi portali barocchi.

L'interno risale al Seicento anche se vi sono molti elementi anteriori. Le 22 colonne sono di spoglio hanno il capitello ionico. Notare il bellissimo pavimento e l'altare cosmatesco52 (1127). Da non perdere la cappella del Ss. Sacramento, a destra dell'abside, opera di Gian Lorenzo Bernini, bianca e tratteggiata in oro. Il soffitto ligneo a cassettoni è del periodo barocco, in esso una copia del celebre dipinto del Guercino53 "Gloria di San Crisogono", l'originale fu trafugato e venduto in Inghilterra nel 1808 dove si trova ancora oggi alla Stafford House. Due colonne in porfido, considerate le più grandi di Roma, sorreggono l'arco trionfale. Il ciborio dell'altare maggiore, sorretto da quattro colonne di alabastro, è opera di Giovanni Battista Soria, sotto l'altare maggiore si trovano le reliquie del santo54. Il mosaico absidale - chiuso in una cornice come fosse un quadro - appartiene alla scuola di Pietro Cavallini55. Nell'unica cappella laterale sinistra si trova il corpo imbalsamato della Beata Anna Maria Taigi, madre di famiglia, nata a Siena nel 1769, trasferitasi a Roma fu sposa e madre di sette figli. Perfetto modello di sposa e madre si consacrò alle opere di misericordia particolarmente tra i poveri e gli ammalati, morì nel 1837.

San Crisogono è la chiesa dei Corsi di Roma, è una parrocchia, vi sono sepolti diverse persone originarie dell'isola. Qui era conservata, fino al Settecento, la "Madonna de Noantri", oggi nella chiesa di Santa Agata.

 

Dalla sagrestia si scende ai resti della Basilica paleocristiana e altomedioevale, parallela – ma spostata verso sinistra – alla chiesa attuale. La scaletta conduce in prossimità della zona absidale del titulus eretto nel sec. V sui resti di un edificio di età imperiale, a navata unica, preceduto da un portico. Dell’ampia abside rimane il muro perimetrale con frammenti di decorazione a losanghe e clipei del sec. VIII; all’interno Gregorio III ricavò la confessione a ferro di cavallo (in un andito resti di figure di santi del sec. VIII). Le fondazioni della chiesa superiore e del convento hanno occupato la parte centrale della navata, lasciando liberi due spazi ai lati dell’abside: in quello di destra resti delle storie dei Santi Benedetto e Silvestro, inquadrate da colonne tortili e su doppio registro (il superiore tagliato dal pavimento della chiesa attuale) importanti affreschi del sec. XI (nel fondo orami illeggibili, sono alcune figure gigantesche del sec. IX o X); quello di sinistra, affrescato con riquadri e medaglioni clipeati di santi e martiri dei secoli VIII e X, è collegato al supposto battistero, con vasca circolare.

 

Da questa piazza inizia in direzione Sud Ovest viale Trastevere, già viale del Re. Sul lato opposto alla chiesa si trova il cinema Reale. Mentre verso Nord si trova la contigua

 

PIAZZA GIUSEPPE GIOACCHINO BELLI

 

La piazza è il prodotto degli sventramenti effettuati a fine Ottocento per la realizzazione degli argini del Tevere. Al centro si trova un giardino, al centro ecco il:

 

monumento a Giuseppe Gioacchino Belli, opera di Michele Tripisciano, del 1913, si tratta di un monumento-fontana. Giuseppe Gioacchino Belli (Roma 1791-1863), fu il più grande poeta dialettale romano che nei suoi 2279 sonetti ha tracciato un affresco della società romana, in essi mette spietatamente in luce la decadenza civile della città e del potere politico-religioso che la regge. Il monumento venne realizzato da pubblica sottoscrizione e con l'autorizzazione e il contributo del sindaco di Roma Nathan. Il poeta è raffigurato sul ponte dei Quattro Capi mentre, appoggiato alla spalletta, osserva i romani che a sera ritornano dai campi nelle loro case. Le ironiche battute del popolo, le facce, le espressioni, servivano da spunto al poeta per i suoi sonetti. Il bastone del poeta era originariamente in legno, siccome venne ripetutamente rubato, per averlo come souvenir, si decise di sostituirlo con uno in ferro dipinto di nero, in modo da somigliare al legno. Alla base si trova una personificazione del Tevere, sul retro la statua parlante di Pasquino attorniata da popolani, alle estremità due fontane gemelle con mascheroni che raffigurano la Poesia (quello verso il Tevere), la Satira l'altro.

 

Tra piazza Sidney Sonnino e piazza Belli si trovano le

 

Case degli Anguillara. E’ uno dei simboli di Trastevere. La struttura originaria di questo imponente edificio con torre risale al XIII secolo, dopo un violento terremoto (1542), rimase per la maggior parte diroccato e quindi in abbandono, tanto che i romani lo chiamarono “Palazzaccio”. Nel 1827 vi si insediò una fabbrica di smalti e vetri colorati. Soltanto tra il 1893 e il 1902, in relazione all’apertura del viale Trastevere, la struttura venne isolata e restaurata in maniera non fedele rispetto all’edificio originario. Dal 1921 (per la guida di Roma del Tci dal 1914) ospita la Casa di Dante, una società che ha per scopo la divulgazione delle opere del sommo poeta. Possiede una biblioteca con sala di lettura molto suggestiva. Hai due acquerelli di Franz, una sotto il titolo Fortezza degli… l’altra Case degli…

 

Ponte Garibaldi. Progettato da Angelo Vescovali56, realizzato tra il 1884-88, ha due campate metalliche originarie, poggiate su un pilone centrale e su due spalle rivestite in travertino, furono allargate e ricostruite in cemento armato da Giulio Krall (1955-57); sulla sponda sinistra era la spiaggia della Renella da cui Arenula, da cui il rione Regola. Alle estremità del ponte si trovano due colonne con i nomi delle battaglie più celebri dell’eroe dei Due Mondi. Alla base della colonna di sinistra una lapide non autorizzata ricorda Giorgiana Masi uccisa il 12 maggio 1977, negli anni di piombo.

Punto di imbarco. A destra dell’imboccatura del ponte una scala scende alla banchina del Tevere, qui si trova il punto di imbarco dei traghetti sul Tevere che arrivano fino a ponte Duca d’Aosta.

Lapide a Giorgiana Masi. Studentessa romana di 18 anni, per l’anagrafe Giorgina, uccisa il 12 maggio 1977 durante una manifestazione del partito Radicale (non autorizzata) a cui si erano uniti membri della sinistra extraparlamentare (Autonomia Operaia) che erano armati. Qualche minuto prima delle ore 20 la ragazza fu colpita all’addome da un proiettile calibro 22, subito soccorsa fu portata in ospedale dove fu costatato il decesso. Il ministro dell’interno Francesco Cossiga sostenne che a sparare fossero stati i dimostranti, mentre l’avvocato di parte civile sosteneva che fosse stato un poliziotto in borghese che sparò con una pistola non d’ordinanza. La pistola che non è mai stata trovata. L’autore dell’omicidio è rimasto ignoto. In quegli anni la stampa pubblicò una foto degli scontri nella quale si vedeva un agente della Polizia in borghese vicino ad un agente in divisa e a un funzionario con una pistola in mano (foto su it.wikipedia). Tutte le notizie da: it.wikipedia.org alla voce “omicidio di Giorgiana Masi”.

La lapide recita: “A Giorgiana Masi, 19 anni / uccisa il 12 maggio 1977 / dalla violenza del regime/ Se la rivoluzione d’ottobre / fosse stata di maggio / se tu vivessi ancora / se io non fossi impotente di fronte al tuo assassinio / se la mia penna fosse un’arma vincente / se la mia paura esplodesse nelle piazze / se i fiori che abbiamo regalato / alla tua coraggiosa vita nella nostra morte / almeno diventassero ghirlande / della lotta di noi tutte donne / se… non sarebbero le parole a cercare di affermare la vita / ma la vita stessa senza aggiungere altro”.

 

Riprendiamo via della Lungaretta.

Abbiamo sulla sinistra le Case degli Anguillara. Poco dopo sulla destra si apre:

 

PIAZZA DEL DRAGO

 

Il toponimo della piazza deriva dall’insegna di un’osteria che esisteva ancora nel 1852, non ha riferimento con la famiglia Drago che non ebbe mai casa a Trastevere.

 

VICOLO DEL BUCO

 

Per il Rufini il nome è dovuto alla strettezza del vicolo, per altri ad un'osteria molto angusta, detta "il Buco" e che poi si chiamò dell'"Antica Villetta", scomparsa nel 1860.

Questo vicolo costeggia la chiesa di Santa Maria della Luce. Nel vicolo del Buco vediamo il transetto e l'abside del secolo XIII dalla parte esterna. Sul muro vi è un arco chiuso e una piccola lapide con la scritta: "Questo muro è sacro alla Madonna della Luce, rispettatelo".

Più oltre vi è una porta con architrave e stipiti di marmo chiusa da mattoni. Sull'architrave si legge appena questa epigrafe: "...in Dominicus Maurus Cusentiunus huius eccl(esiae) rector / fecit anno 1668". Al n.7 vi è una casetta medioevale.

A giugno del 2018 sul muro della casa al civico 60 è stata posta una targa in ricordo di Lucio Dalla che in questa casa ha abitato dal 1980 al 1986. Qui scrisse “La sera dei miracoli”. A farsi promotore di questa istallazione è stato Antonello Venditti. Ora la casa è gestita da Sweet Inn società leader nel settore dell’ospitalità.

 

Tornati a piazza del Drago si procede per via Monte Fiore (il nome ricorda il monte formato dalle rovine dell’excubitorium sul quale erano giardini fioriti), quindi la prima a destra:

 

VIA DELLA VII COORTE

 

Al n. 9 della via si trova l’Excubitorium della VII Coorte. Erano la sede dei vigili del fuoco di Trastevere. Il termine deriva da ex cubare, dormire fuori, vegliare, fare la guardia. La scoperta del luogo avvenne intorno al 1865. Nel 1966 fu dato al monumento una sistemazione adeguata con copertura, nel 1986 venne restaurata la decorazione architettonica e pittorica. L’edificio, in origine privato, fu adattato a corpo di guardia verso la fine del II secolo. Il corpo dei vigili fu istituito da Augusto nel 6. Il monumento è segnalato da una iscrizione murata sulla sinistra del portale di ingresso sormontato da un fregio con gli utensili dei vigili e lo stemma di Pio IX. Il pavimento della coorte si trova a 8 metri sotto il livello stradale, l’edificio si compone di una grande aula con grande mosaico in bianco e nero riproducente mostri marini e due tritoni. Il mosaico è scomparso nel corso dell’ultima guerra. Al centro dell’aula si trova un bacino di fontana esagonale a lati concavi, in asse si apre un’esedra rettangolare, con ingresso ad arco inquadrato da due paraste corinzie e sormontate da un timpano, tutto in mattoni: gli affreschi si conservano in parte. Un graffito ci aiuta a comprenderne la funzione: si tratta del larario, cappella per il genio tutelare dei vigili. Tutto intorno si aprivano altri ambienti, alcuni di incerta destinazione, forse solo stanze dei vigili. Un ambiente con pavimento in cocciopesto e chiusino al centro era il bagno, un altro con un dolio interrato era un magazzino. Numerosi graffiti scoperti al momento del ritrovamento ci sono noti solo grazie alle trascrizioni perché il tempo li ha cancellati. In uno era scritto: “Sono stanco – datemi il cambio”. C’erano ringraziamenti agli dei o all’imperatore.

 

 

Torniamo a via della Lungaretta, andiamo ancora avanti, all’angolo con vicolo della Luce si trova una casa medioevale con archetti gotici su mensole e scala esterna. Si tratta di un esempio raro. Foto da acquerello di Franz di questa casa e del vicolo. Ancora avanti a destra:

 

VIA DELLA LUCE

 

Già via delle Rimesse e via dei Monticelli, la strada prese questo nome dalla chiesa omonima. Al civico 21 si trova il biscottificio Innocenti, qui il tempo sembra essersi fermato agli anni Cinquanta con il forno sempre al lavoro, i colori pastello, le vecchie bilance. Si possono assaggiare i “Brutti ma buoni”, i “Canestrelli” oppure le “Lingue di gatto”.

 

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA LUCE

 

La chiesa venne edificata come San Salvatore in Corte perché sorta (IV secolo) presso l'excubitorium (acquartieramento) della VII coorte dei vigili, il corpo per la protezione dagli incendi voluto da Augusto per ognuna delle 14 regiones in cui era stata divisa Roma.

La chiesa venne ricostruita nel XII, di quei lavori ci resta il campanile. Nel 1728 papa Benedetto XIII Orsini insediò nella chiesa i Padri Minimi dell'Ordine di San Francesco di Paola. Nel 1730 una immagine della Madonna posta sul muro esterno di una casa vicina venne vista brillare di luce propria da un cieco che subito riacquistò la vista. Tale immagine fu trasferita nella chiesa che cambiò la denominazione. In tale occasione la chiesa venne risistemata da Gabriele Valvassori57 anche se la facciata è rimasta incompiuta.

Dal 2003 la chiesa - perfettamente restaurata - è sede della missione Latinoamericana, ed è a servizio dei migranti di quelle terre residenti a Roma. In essa i migranti vi trovano le immagini che sono oggetto di culto popolare nei diversi paesi. A destra quadro con Cristo in croce fra due donne che piangono, è il Signore dei Miracoli, copia di analogo quadro molto venerato e portato in processione a Lima in Perù. A sinistra dell'altare maggiore Nostra Signora Apparsa patrona del Brasile e ricordata il 12 ottobre. E' una Madonna di pelle nera e vestita di un abito lungo nero. Nella navata sinistra Nostra Signora di Los Angeles patrona del Costa Rica con sette spade conficcate nel cuore; segue sulla stessa navata Nostra Signora di Suyapa, patrona dell'Honduras. Nella navata destra mons. Romero58 e - di fronte - Nostra Signora di Jajan. Le celebrazioni avvengono in portoghese il giovedì, la domenica in spagnolo alle ore 12 e in portoghese alle ore 17,30.

I locali della chiesa sono proprietà del Ministero dell'Interno che l'ha data in gestione alla diocesi di Roma, oggi la chiesa è affidata ai padri Scalabriniani. Sull'altare maggiore l'immagine della Madonna della Luce.

 

Torniamo in via in via della Lungaretta fino a giungere in:

 

PIAZZA IN PISCINULA

 

La piazza ha questo nome da uno stabilimento per i bagni detto appunto piscinula o piccola piscina. A Roma ve ne erano tantissime, questa è l'unica piazza a conservare questo nome.

 

CASA DEI MATTEI

 

Al civico 9-10. Furono realizzate inglobando case precedenti di proprietà del casato. Si tratta di una famiglia presente a Roma fin dal Duecento, questo era il ramo più antico che alla fine del secolo aveva la carica di guardiano dei ponti e delle ripe. Furono sempre di parte pontificia fino a che nel 1484 Paolo appoggiò i Colonna contro gli Orsini59 legati a Sisto IV. Allora il Papa ordinò il saccheggio delle case dei Mattei, in quell'occasione vi furono cinque morti. Le tracce più antiche si rilevano nelle finestre centinate e a crociera, nelle bifore e nel portichetto con una colonna medioevale e una loggia. Nel 1555 furono lo scenario di una tragedia familiare nella quale morirono cinque membri della famiglia e incentivò la scomparsa di questo ramo della famiglia Mattei. Nella proprietà subentrarono i Della Molara che dettero il nome alla piazza sul lato Tevere non più esistente. Dal 1870 il piano terreno ospitò la "locanda della Sciacquetta" un termine poco onorevole in quanto a Roma indica una servetta o sgualdrinella finché nel 1890 subentrarono nuovi proprietari che fecero restaurare il complesso. Un altro restauro si ebbe negli anni Trenta (1926-27 Lorenzo Corrado Cesanelli), molto fantasioso, più rispondente alla nostra idea del Medioevo che alla realtà documentale. Nel 1960 il complesso venne suddiviso in varie unità immobiliari.

Rocche di colonne agli spigoli, monofore e bifore del Trecento, logge e finestre crociate del Quattrocento, sono comunque la caratteristica dell'edificio, uno dei più belli di Trastevere e di Roma.

Sul lato sinistro della piazza – guardando la chiesetta – si trova il palazzetto Nunez Leslie risalente alla metà del Cinquecento quando vi si apriva la locanda in Piscinula di Mario Moretti. Qui trascorse gli ultimi giorni della sua vita la poetessa e letterata, nonché cortigiana Tullia d’Aragona, figlia della cortigiana ferrarese Giulia Campana. Una epigrafe del 1954 la ricorda, a quell’anno risale l’edicola sacra con Madonna, Gesù Bambino e San Giovanni in angolo con via in Piscinula. E’ costituito da un grande disco raggiato in terracotta e sovrastato da un padiglione bronzeo.

 

CHIESA DI SAN BENEDETTO IN PISCINULA

 

Nella piazza si trova la chiesetta di San Benedetto in Piscinula con due primati: il più piccolo campanile di Roma e la più antica campana di Roma, datata 1069. Sembra che qui sorgesse la casa degli Anicii, la famiglia del santo di Norcia60. La chiesa sembra sia stata fondata da San Benedetto stesso nel 543. La facciata riprende lo schema neoclassico di San Pantaleo di Valadier, è opera di Pietro Camporese il Giovane61 (1844). Nel piccolo atrio a sinistra, porta cosmatesca che immette a un sacello a pianta quadrata detto "Cella di San Benedetto", con quattro antiche colonne agli angoli sostenenti la volta a crociera. Interno basilicale a tre navate sostenute da quattro colonne antiche per lato, pavimento cosmatesco; dietro l'altare maggiore San Benedetto in trono, tavola del sec. XIV. L’affresco con San Benedetto del sec. XIII che era nell’atrio si trova ora sulla parete destra della chiesa.

 

Farmacia Figuccio. A destra della chiesa si conserva la lapide della farmacia che non esiste più.

Il Pastarellaro. Nella piazza si trova, al civico 47, sul lato Sud, il ristorante Il Pastarellaro. Era luogo di ritrova della corrente Andreottiana. Da “Il Venerdì di Repubblica” del 13.4.18.

 

 

Si prosegue per la breve

VIA DELLA LUNGARINA

 

L’origine del nome è lo stesso di Lungara e Lungaretta. Prima della costruzione degli argini la via giungeva a ponte Rotto ed era caratterizzata dalla presenza di torri, qui era il palazzo Castellani che ha dato il nome alla piazza, oggi demolito.

Palazzo Nunes, sulla destra, ai numeri 63-65, in stile tardo barocco che ingloba strutture più antiche.

 

la strada termina in:

 

PIAZZA CASTELLANI

 

aperta sul lungotevere degli Alberteschi proprio di fronte a ponte Palatino, per i romani “ponte inglese” in quanto le macchine transitano sulla sinistra. Ricorda la famiglia trasteverina che aveva nei pressi un palazzo andato distrutto con la sistemazione della zona dopo la realizzazione degli argini e del lungotevere. Il palazzo doveva risalire al secolo XIV, le linee generai erano quelle dei palazzi comunali, ma finestre e porte erano del primo Rinascimento. Alla fine dell’Ottocento era destinato a osteria, come si vede in un celebre acquarello di Franz.

Ponte Palatino. Progettato da Angelo Vescovali, fu costruito tra il 1886 e il 1890 in sostituzione di ponte Emilio o ponte Rotto. Presenta cinque luci in muratura con pianale in metallo ed è lungo 155 metri (il ponte più lungo di Roma) largo 18 metri.

Palazzo del Ministero della Salute. Già palazzo dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia progettato da Cesare Valle62 nel 1939.

La Scarpetta. Ospedale pediatrico. Di competenza della Asl Rm1. Fondato nel 1892 come ambulatorio e successivamente ampliato. Fu il primo ospedale pediatrico di Roma.

 

Da piazza Castellani si prende verso Sud

 

VIA TITTA SCARPETTA

 

La via, già vicolo, è dedicata ad un eroe della difesa di Malta del 1559 contro i Turchi, a sacrificio della propria vita riuscì ad impedire la conquista dell’isola. Titta Scarpetta era un trasteverino che abitava in questo vicolo. Le case della via sono tutte adorne di frammenti marmorei incassati nel muro. All’angolo con il vicolo omonimo vi è una casa fatta costruire nel 1958 dal marchese Pierfrancesco Honorati vi è una tabella con quattro pesci e la scritta: “Laurenti – Landi / de pisciula et eorum / descentium 1571”.

 

La strada termina in:

 

VIA DEI SALUMI

 

Il nome ricorda i depositi di salumi che qui esistevano nel Settecento. La strada è dominata dal grande edificio dell’IPSEOA Vincenzo Gioberti che ha snaturato la zona. Si tratta di un Istituto Professionale per i Servizi per l’Enogastronimia ed Ospitalità Alberghiera con sede centrale in via della Paglia 50. Sul portone di ingresso si legge ancora Scuola Goffredo Mameli, tale titolo è riportato anche in via dei Genovesi 30 dove è specificato che era una scuola elementare.

Arco de’ Tolomei. In via dei Salumi, al termine dell’edificio scolastico, ma sull’altro lato si trova questo arco, indicato anche come arco del Lauro. Mette in comunicazione con la via omonima e quindi giunge in piazza in Piscinula. Risulta esistente nel 1358 quando tutto il complesso era proprietà dei Tolomei, antica famiglia senese stabilitasi a Roma. L’arco fu restaurato nel 1928 come indica la scritta posta sotto il cornicione. A lato si nota una muratura antica di una casa in laterizi, si tratta della torre dei Tolomei, risalente al sec. XIII ma scapitozzata, cioè tagliata.

Checco Durante. Nella strada, al civico 35, si trova una lapide che ricorda: “In questa casa / nacque il 19 novembre 1893 / Checco Durante / attore poeta cantore della romanità / morto a Roma il 5 gennaio 1976 / S.P.Q.R. 2004”.

 

Si piega prima a sinistra quindi la prima a destra è:

 

VICOLO DELL’ATLETA

 

Già vicolo delle Palme. Il nome deriva dal fatto che in questo luogo venne scoperta nel 1844 la statua dell'Atleta Apoxiomenos63, cioè detergentesi, copia dell'originale bronzeo di Lisippo del IV secolo a.C. già alle terme di Agrippa (Pantheon). Oggi si trova ai Vaticani. Ai n. 13-15 del vicolo, durante i lavori di fondazione di una casa adibita a fornace, si rinvennero un ambiente con pareti dipinte e nicchie, parti di statue bronzee e frammenti di un cavallo bronzeo. Tutte queste opere provenivano dal portico d'Ottavia, portate a Roma dalla Grecia da Quinto Metello Macedonico. Ora sono ai Capitolini.

In questo vicolo si trova una bella casa medioevale con loggia ad arcate su colonne cornice ad archi su mensolette in pietra, si ritiene sia la sede della Sinagoga fondata dal lessicografo Nathan Ben Jechiel (1035-1106). Il 28 agosto 1268 un grave incendio distrusse l'edificio, vari rotoli della Legge andarono distrutti con gli arredi sacri. Oggi vi si trova un ristorante che non poteva non chiamarsi "dell'Atleta", anche se da qualche anno ha mutato il nome in “Spirito Di Vino”.

Ai n. 2-4 vi è una casa rinascimentale, presso il n. 23 è murata una colonna scanalata romana, al n.20 è murato un frammento di sarcofago strigilato, ai n. 6-7 vi è un grande edificio ottocentesco, le finestre hanno timpani triangolari alternati a curvilinei, il cornicione poggia su mensole.

Il nome "delle Palme" gli fu dato perché tali alberi rappresentavano la Giudea. Il nome venne cambiato il primo agosto 1873 per evitare l'omonimia con un vicolo del rione Ponte.

E' un vicolo particolare, presenta salita, discesa, due curve e due variazioni di ampiezza.

 

 

Alla fine del vicolo si trova:

VIA DEI GENOVESI

I genovesi residenti a Roma qui vollero costruire un ospizio per i propri connazionali con annessa chiesa intitolata a San Giovanni. Al n. 23 vi era l’osteria delle Lavandaie perché frequentate da queste signore. Nella via nacque il baritono Toto Cotogni (Antonio 1831-1918), una lapide lo ricorda.

Chiesa di San Giovanni dei Genovesi. Fondata nel 1489 da Meliaduce Cigala, tesoriere di Camera Apostolica con annesso ospizio, la chiesa venne completamente rifatta nel 1864. Gioiello della chiesa è il chiostro attribuito a Baccio Pontelli64, al centro un pozzo antico, che in origine aveva anche un secondo recinto forse adibito a cimitero, ma questo fu demolito nel 1775. Sulla quinta colonna a destra una lapide ricorda che nell’anno 1588 Pietro Antonio Lanza di Savona piantò qui la prima palma introdotta a Roma (oggi scomparsa).

 

Percorrendo la via verso sinistra si arriva – in fondo piegare a sinistra - a:

 

VIA DEI VASCELLARI

Il toponimo ricorda i vasai e i fabbricanti di boccali che qui avevano le loro botteghe. Nella strada si trovano: il Niji Cafe, un locale eclettico, frequentato da Carolina Crescentini (da supplemento di Repubblica Gusto del 28.7.22, pag. 7; da google risulta chiuso); il The Hole, locale specializzato in cocktail. Al civico 29 si trova il ristorante Da Enzo al 29, spesso la fila è lunga per sedersi ai tavoli di questa ben conosciuta trattoria giunta alla seconda generazione. Chiave del successo è la rigorosa selezione delle materie prime, alle spalle c’è un’azienda agricola di famiglia che offre le verdure e gli ortaggi secondo stagione, spiccano i carciofi, invece il pane è di Roscioli. Da: Guida Rapida d’Italia del Tci. Una lapide al civico 44 ricorda Omero Ciai (Maitardi), partigiano caduto a Sestri Levante, medaglia d’oro al valor militare.

Chiesa di Sant’Andrea de Scaphis. Al civico 70. Attualmente sconsacrata. Risale al sec. IX, affidata nel Settecento ai Vascellari e Barillari, il nome è una corruzione dagli scafi delle piccole imbarcazioni che si usavano sul Tevere. La chiesa è sulla sinistra della strada, presso piazza dei Ponziani, il nome ricorda la famiglia di Santa Francesca Romana (meglio del marito) che ebbe proprietà nella zona. La piazza è stata parzialmente pedonalizzata nel lato Ovest, il più bello. Qui si trova il bar Terra Satis, ristorante, pizzeria e bar, sempre aperto. Il piatto forte è “Terra salis” con mozzarelle di bufala, verdure grigliate, frittata alla mentuccia, melanzane al prosciutto crudo.

Da piazza dei Ponziani inizia vicolo dei Vascellari, la strada più stretta di Roma (m 1,20) dopo vicolo San Trifone presso piazza Navona.

Una traversa di via dei Vascellari è via della Scalaccia da certe scale per mezzo delle quali si accedeva ad alcune casupole (da Rendina, Paradisi, Le strade di Roma).

 

Torniamo sui nostri passi, giunti all’incrocio con via dei Genovesi, invece di proseguire dritti per via di Santa Cecillia, giriamo a sinistra per la strettissima via Augusto Jandolo. Ricorda il poeta dialettale romanesco (1872-1959) antiquario. In breve si arriva:

 

VICOLO DI SANTA MARIA IN CAPPELLA

Qui sorge la chiesa omonima collegata alla quale Santa Francesca Romana istituì un piccolo ospedale al quale subentrò un ospizio fondato dai Doria Pamphili (1857), ancora in funzione. Qui erano i giardini della Pimpaccia con un piccolo impianto termale, giungevano fino al Tevere.

Chiesa di Santa Maria in Cappella. Antichissima, risale al 1090, consacrata da papa Urbano II (il papa che invocò la prima crociata) con il nome di Santa Maria ad pineam. Nonostante un restauro dell’Ottocento, si può considerare intatta nelle sue forme romaniche (sec. XI), la piccola facciata attuale è opera di Andrea Busiri Vici65, ha coperto gli affreschi che invece si possono vedere nell’acquarello di Achille Pinelli. Piccolo campanile romanico. Qualche anno fa nella piccola chiesa furono rinvenute, sotto l’altare, due olle medioevali in terracotta risalenti all’epoca di Urbano II contenenti frammenti ossei umani. Sul coperchio di una delle due è inciso il nome Petrus, si è ipotizzato possano essere i frammenti ossei mancanti dallo scheletro rinvenuto sotto la basilica di San Pietro che, secondo insigni studiosi, fra i quali Margherita Guarducci, sembri appartenere proprio al Principe degli Apostoli.

 

Torniamo indietro, all’incrocio tra via dei Vascellari, via dei Genovesi e via di Santa Cecilia; finalmente prendiamo quest’ultima (in via di Santa Cecilia era la sez. PCI Ripa Grande) e raggiungiamo:

 

PIAZZA DI SANTA CECILIA

Una leggenda vuole che al civico 19 della piazza abitasse Ettore Fieramosca, la casa mediovale certamente risale a quel periodo e doveva far parte di un complesso fortificato più grande, si vedono avanzi di una torre merlata, ma l'eroe della disfida di Barletta non abitò mai qui. E’ anche chiamata casa Venditti66 perché negli anni Novanta vi ha abitato il famoso cantautore romano, qui vedeva le partite della Roma con Verdone, Zero e Fuksas. Qui sono state girate alcune scene di “Ladri di biciclette”, poi della “Banda della Magliana” per una casa di tolleranza.

Al civico 30 c’era un l’ “Osteria Del Vecchio” perché il proprietario morì alla bella età di 108 anni.

 

CHIESA DI SANTA CECILIA IN TRASTEVERE

Santa Cecilia (Roma… - 22 novembre 230) nobile romana convertita al cristianesimo, vergine e martire. Il suo culto è molto popolare perché Cecilia è patrona della musica, degli strumentisti e dei cantanti, viene ricordata da cattolici e ortodossi. Condannata a morte per bruciatura, ma invece di morire soffocata ella cantava, allora venne decapitata. Il papa Urbano I le diede degna sepoltura nelle catacombe di San Callisto tra i vescovi di Roma e trasformò la sua casa in chiesa. Nell’821 le sue spoglie vennero traslate da papa Pasquale I nella basilica di Santa Cecilia. Nel 1599, durante lavori di restauro, venne ritrovato il sarcofago con il corpo intatto di Cecilia emanante profumo di gigli e di rose.

Un ingresso monumentale di Ferdinando Fuga67 (1725) dà accesso al vasto cortile piantato a giardino. Al centro del giardino si trova un bellissimo grande antico cantaro marmoreo al centro di una bassa fontana.

La chiesa, fondata prima del V secolo sul luogo di una casa romana, forse quella di San Valeriano, il marito di Santa Cecilia, patrizia romana, martirizzata sotto Marco Aurelio, fu rifatta da papa Pasquale I nel IX secolo, mentre nel XII gli furono aggiunti campanile e portico, fu restaurata nel Settecento per il cardinale Francesco Acquaviva da Domenico Paradisi e Luigi Barattoni68 (circa venti anni dopo venne realizzata la facciata del convento sulla piazza). Nel 1823 su incarico del cardinale Giacomo Doria furono inglobate per ragioni statiche le colonne delle navate in pilastri. Altri interventi alla fine dell’Ottocento, nel 1955 e nel 1979-81.

La facciata della chiesa, rimaneggiata nel Settecento (sulla destra campanile romanico del sec. XII), è preceduta da un portico che conserva le colonne antiche e l’originario architrave con fregio musivo del sec. XII, pietre tombali e frammenti medioevali. A destra il sontuoso monumento del cardinale Paolo Emilio Sfrondati (m. 1618) su progetto di Girolamo Rainaldi69, con rilievi marmorei che ricodano la ricognizione del corpo di Santa Cecilia voluta dal cardinale nel 1599.

L’interno, preceduto da un vestibolo è a tre navate; la maggiore absidata e con volta a botte ribassata. Solo la navata destra presenta cappelle laterali. A sinistra monumento del cardinale Nicolò Forteguerri (m. 1473) attribuito a Mino da Fiesole70, ricomposto nel 1895. Alla parete destra del vestibolo si addossa una cappella con un Crocifisso fra la Madonna e San Giovanni Evangelista, affresco staccato del tardo sec. XIV e altro quattrocentesco sulla parete sinistra della Madonna in trono e santi.

Ampia e luminosa navata centrale di carattere settecentesco, nella volta Apoteosi di Santa Cecilia di Sebastiano Conca71. Dalla navata destra, attraverso un corridoio affrescato con paesaggi e santi di Paul Brill (in fondo statua di San Sebastiano della prima metà del sec. XVI attribuita a Lorenzetto; a sinistra i Santi Valeriano e cecilia di Guido Reni72) si accede alla cappella del bagno, il calidarium dove secondo la tradizione la santa restò tre giorni esposta ai vapori prima del martirio (visibili le antiche condutture termali); decorato da affreschi attribuiti ad Andrea Lilli restaurati nel 1988; sull’altare una decollazione della santa di Guido Reni (1603 circa).

Sulla navata destra segue la cappella dei Ponziani (abbiamo incontrato la piazza dei Ponziani poco prima di giungere qui) con volta a crociera decorata di un “Dio Padre tra gli Evangelisti” di Antonio del Massaro autore anche degli affreschi alle pareti (1470 circa); altare con paliotto cosmatesco. Segue la cappella delle Reliquie su disegno di Luigi Vanvitelli che eseguì anche la pala e l’affresco della volta. Alla testata della navata (parete destra) affresco, quasi illeggibile, con Santa Cecilia che appare a Pasquale I del sec. XII staccato dal portico.

Nel presbiterio: al centro il ciborio, capolavoro di architettura e scultura gotica di Arnolfo di Cambio73 (firmato e datato 1293) su quattro colonne di marmo nero e bianco, con archi trilobi, timpani e cuspidi, decorato con rilievi e statuette di angeli, santi, profeti ed evangelisti; sotto l’altare, sepolcro in marmi e bronzi dorati con la celebre Santa Cecilia di Stefano Maderno (1600) che ritrasse il corpo della santa come fu visto all’atto della ricognizione (1599).

Nel catino: mosaico (820 circa) del Redentore benedicente con, a sinistra i Santi Paolo, Cecilia e Pasquale I (che reca il nimbo quadrato dei viventi e il modellino della chiesa); a destra i Santi Pietro, Valeriano e Agata; intorno, simboli cristiani; nella fascia inferiore “Agnello mistico” e due teorie di agnelli. Ai lati dell’abside, entro nicchie, busti di Clemente XI e di Innocenzo XII attribuiti a Giuseppe Mazzuoli (1723-25).

Alla testata della navata sinistra: Santi Pietro e Paolo di Giovanni Baglione.

Dalla navata sinistra si viene accompagnati nel chiostro del secolo XII, scandito da pilastri e caratterizzato da una serie di archetti su colonnine, è stato alterato dall’inserimento di un muro con arcate rette da capitelli e colonne antiche del 1559 per sostenere il refettorio del convento. Una scala dà accesso al Coro delle Monache, addossato alla controfacciata su cui sussiste il Giudizio Universale capolavoro di Pietro Cavallini (1289-93 circa, restaurato nel 1980). Riscoperto nel 1900, è l’opera più significativa della pittura pregiottesca romana. In alto: “Gesù tra la Madonna, il Battista e gli Apostoli”. In basso gli “Angeli” che suonano le trombe e le schiere dei beati e dei reprobi. L’Annunciazione a lato dell’ingresso, e il Sogno di Giacobbe e l’Inganno di Isacco, sulla parete opposta, sono parte del ciclo cavalliniano.

 

Nei sotterranei è visibile un esteso complesso archeologico di non facile lettura rimesso in luce nel 1899. Abbiamo una serie di costruzioni dall’età tardo repubblicana al II secolo al IV. Rimangono i pavimenti in “opus signatum” e a mosaico bianco e nero; un ambiente termale, una stanza con otto silos circolari. L’ultimo ambiente è la cripta, opera bizantineggiante di G. B. Giovenale74 (1899-1901), da una finestrella si vedono i sarcofagi dei Santi Cecilia, Valeriano, Tiburzio e Massimo e dei papi Lucio e Urbano.

Recenti indagini (1988) eseguite sotto la cappella delle Reliquie e sotto l’attiguo convento hanno individuato una vasca battesimale circolare in laterizio, forse del V secolo, sopraelevata nel Medioevo, testimonianza rarissima in Roma del battesimo per immersione.

 

Si esce dalla chiesa e di fronte si trova la irregolare:

 

PIAZZA DEI MERCANTI

Deriva il nome dal fatto che qui si riunivano armatori, capitani di marina commercianti e anche contrabbandieri per trattare di noli e vendite. Siamo in prossimità del porto di Ripa Grande. La piazza ha uno strano sviluppo ad angolo, qui si trovano due tipici ristoranti per turisti: Meo Patacca (dal nome della maschera di Roma) e la Taverna dei Mercanti già (Ettore Fieramosca, hai foto dell’Ottocento e del 1940).

 

Prendiamo via di San Michele, la strada costeggia sulla sinistra l’Istituto San Michele, sulla destra il retro della caserma dei Carabinieri a Cavallo con scuderia. Sulla destra si apre via della Madonna dell’Orto con la

 

SCUOLA ELEMENTARE REGINA MARGHERITA

E’ stato il primo edificio costruito a Roma con la funzione di scuola elementare, inaugurata nel 1888 proprio dalla regina di cui porta il nome, è sotto tutela dei Beni Culturali. E’ stato progettato dall’ingegnere D’Ambrosio rispondendo in tutto alle indicazioni normative e alle raccomandazioni tecnico igieniche del Regolamento pubblicato in quello stesso anno sugli edifici scolatici. Servì quindi da modello per la moderna edilizia scolastica. Accoglieva anche un giardino d’infanzia. Con il tempo ha accolto la scuola Media Ugo Foscolo e la succursale Badini all’Aventino.

Dal dicembre 2017 la scuola ha un cinema gioiello di 150 mq e 85 poltrone grazie ai fondi del Mibact. E’ stato trovato, nei depositi della scuola, un proiettore a lanterna a carbone (da Repubblica del 17.12.17).

 

Fa da sfondo a via Madonna dell’Orto la

 

CHIESA DI SANTA MARIA DELL’ORTO

Ha avuto origine da una cappella eretta nel 1492 per venerare l’omonima immagine della Madonna. L’edificio attuale fu iniziato nel 1495 e portato a termine dalla omonima confraternita da un anonimo seguace del Bramante o da Giulio Romano (era a pianta basilicale), ma completamente rimaneggiato da Guidetto Guidetti nel 1554-60. Nella seconda metà del Cinquecento il Vignola75 costruì la parte inferiore della facciata, conclusa in forme semplificate da Francesco da Volterra76. Nel 1825 fu restaurata e fu eretto il nuovo campanile (restauro anno 1992). Il fronte della chiesa rivela la partizione degli spazi interni con una disparità di sviluppo orizzontale.

Interno a tre navate con tre cappelle per lato e terminazione con tre absidi. Gli interventi decorativi settecenteschi sono di Luigi Barattoni e Gabriele Valvassori. Sulla volta della navata centrale “Assunzione della Vergine” di Giacinto Calandrucci (1706).

Presbiterio. All’altare maggiore, su disegno di Valvassori77, metà sec. XVIII, immagine venerata della Madonna col Bambino staccata dal muro di un orto (metà XV secolo). Nell’abside affreschi con storie della Vergine di Taddeo e Federico Zuccari (1560 circa); belle grottesche in stucco della fine del sec. XVI.

La porta della navata destra si apre su un locale affrescato con finte lapidi a ricordo dei benefattori, che precede l’aula del vestiario dell’arciconfraternita ancora attiva e nata come espressione delle università di arti e mestieri (vermicellari, pollaroli, pizzicaroli, molinari, fruttaroli, ortolani e altre) legate alla chiesa. Da qui si accede all’oratorio costruito nel 1563 e decorato tra il 1702 e il 1706. In questa chiesa si riunivano ben 13 confraternite, corporazioni professionali (dal latino universitas, unione).

 

Nei locali sopra la chiesa è stato creato nel 1981 il Centro studi Luigi Hutter sulle confraternite e le università di arti e mestieri di Roma con biblioteca e piccolo museo.

 

“L’aspetto elegante e suggestivo degli interni ha incantato il regista Roberto Rossellini che qui, nel 1945, rappresentò la chiesa di don Pietro, interpretato da Aldo Fabrizi, nel film Roma città aperta”. Da Colaiacono, 501 luoghi di Roma, pag. 204.

 

Torniamo a via di San Michele che costeggia:

 

ISTITUTO SAN MICHELE

Detto anche Ospizio di San Michele, oppure Ospizio Apostolico di San Michele a Ripa Grande, oppure Complesso Monumentale di San Michele a Ripa. E’ uno dei palazzi più grandi d’Europa, si sviluppa per 334 metri (alto 23 metri)a ridosso del Tevere dove era il porto di Ripa Grande. Dal 1969 è adibito a sede del Ministero dei Beni Culturali78 e Ambientali e dell’Istituto Centrale del Restauro (oggi Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro). Venne costruito come ospizio per bambini abbandonati e vecchi poveri, come carcere minorile e femminile.

Il primo nucleo si deve a Carlo Fontana79 e Mattia de Rossi 1686-89; successivamente per incarico di Innocenzo XII il Fontana costruì il lanificio (1693-1701) su via di San Michele e il cortile dei Ragazzi creando una istituzione rieducativa e assistenziale. Su incarico di Clemente XI, sempre il Fontana progettò la casa di correzione modello per i ragazzi 1701-04 (tra il 1850 e il 1870 fu adibito a carcere per detenuti politici), la caserma dei doganieri 1706-09 e una serie di edifici per l’arazzeria e la chiesetta del Buon Viaggio 1710-14, l’ospizio dei Vecchi, il cortile dei Vecchi e quello delle Carrette, la chiesa di San Michele 1710-15 interrotta per la mancata acquisizione dell’area interessata, poi conclusa con l’abside di Luigi Poletti 1831-35. Successivamente venne costruito il conservatorio delle Zitelle. Clemente XII fece costruire da Ferdinando Fuga80 1734-35 il carcere femminile su piazza di Porta Portese, altri edifici furono costruiti in seguito. Nel 1938 l’Istituto fu trasferito a Tor Marancia (piazzale Antonio Tosti, progetto di Calza Bini del 1932, trasferimento nel 1938), il carcere minorile continuò a funzionare fino al 197281.

In occasione di mostre, attraverso i cortili dei Ragazzi e dei Vecchi, dove è allestita una mostra permanente sulla storia del complesso, si può accedere alla chiesa di San Michele e alla sala dello Stenditoio all’ultimo piano. Quest’ultima è stata ristrutturata da Franco Minissi e Miarelli Mariani.

 

L’Istituto Penale per Minorenni di Casal del Marmo è sorto negli anni Sessanta, si trova in via Giuseppe Barellai 140. Per Antigone al novembre 2017 erano presenti 68 ragazzi (24 italiani), di cui 56 maschi.

 

Nell’ex carcere minorile De Sica girò alcune scene di Sciuscià nel 1946.

 

Fontana del Timone. Si trova sul muro dell’Istituto San Michele in lungotevere Ripa. E’ una delle fontanelle rionali di Pietro Lombardi. Il timone di una nave allude al sottostante porto che esisteva finché non furono costruiti gli argini. Il timone (da cui esce l’acqua) e la barra nautica sono i simboli del rione XII Ripa, ma noi ci troviamo nel rione Trastevere. Ai lati due volute portano a due bocchette che gettano acqua direttamente nello scarico a terra. E’ alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Paola82.

 

Ci portiamo in piazza di Porta Portese, qui si trovano:

 

Porta Portese. Si tratta di una delle porte delle Mura Gianicolensi volute da papa Urbano VIII Barberini nel 1644 per includere nel perimetro delle mura di Roma anche il Gianicolo troppo vicino al Vaticano. Il progetto fu redatto dall'architetto Marcantonio De Rossi, padre di Mattia De Rossi, il quale riuscì ad avere l'incarico grazie all'interessamento di Donna Olimpia Maidalchini cognata del papa. Anche la porta si deve al De Rossi, ma fu terminata dopo la morte del papa, quindi su di essa si trova lo stemma di Innocenzo X Pamphili.

L'aspetto generale è comunque quello di una porta incompiuta e con uno stile diverso dalle altre per le nicchie vuote, le maestose colonne, la balconata invece del cammino di ronda. Mancano inoltre le due torri laterali.

 

Ponte Sublicio. Venne costruito nel 1918 su progetto di Marcello Piacentini83 (tra le sue prime opere), unisce il rione di Testaccio al rione Trastevere (Porta Portese). E’ un ponte a tre arcate a sesto ribassato, in laterizio, le ghiere delle arcate e le spallette sono in travertino. Il nome ricorda l’antico ponte che si trovava poco a valle dell’isola Tiberina che la leggenda vuole costruito da Anco Marzio (Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso). Il nome deriva dalla lingua dei Volsci, vuol dire ponte di tavole in legno. Al ponte è collegata la leggenda di Orazio Coclite. Di tale ponte rimasero delle tracce fino al 1890, quando furono demolite nelle opere di sistemazione del fiume e come misura di prevenzione delle piene.

 

Pista ciclabile “Dorsale Tevere”. E’ la più importante, lunga e panoramica pista ciclabile romana. Dal lato di ponte Sublicio è possibile scendere alla banchina del Tevere e imboccare la pc. E’ stata realizzata nel 2004 (sindaco Veltroni).

 

Prendiamo verso Ovest:

 

VIA DI PORTA PORTESE

La via corre tra un edificio pertinente al convento di San Francesco a Ripa, sulla destra e un altro moderno del cinema Nuovo Sacher sul quale si legge “Dopolavoro dei Monopoli di Stato” con un’aquila, al di sopra affreschi in stile Novecento. In breve di arriva a:

 

LARGO ASCIANGHI

Prende il nome un lago dell’Etiopia dove si tenne l’ultima battaglia della guerra italo-etiopica nei giorni 3-5 aprile 1936. Una curiosità: esiste anche una via Ascianghi, dal largo a viale Trastevere, ma questa è interrotta dalla presenza di un campo di calcio e uno di tennis dal 22 febbraio 1952. Il largo si apre sulla sinistra della strada, ed è caratterizzato dalla presenza di un edificio che spicca per la sua originalità, la

Casa della GIL. Progettata nel 1933 da Luigi Moretti84 per la Gioventù Italiana del Littorio. Un edificio significativo dello stile razionalista. “Il progetto di Moretti si segnalò subito per il suo valore di prototipo tanto che venne sposto nella sezione Italia che si rinnova della Mostra dell’architettura alla V Triennale del 1933. L’anno successivo Moretti venne chiamato alla direzione dell’Ufficio Edilizio dell’Opera Nazionale Balilla. A Trastevere l’area disponibile era molto ridotta. Si trattava di un piccolo lotto a ridosso delle mura già in parte occupato da un edificio di sette piani. La necessità di organizzare i numerosi ambienti destinati all’educazione politico sportiva dei giovani costrinse Moretti a studiare una soluzione prevalentemente sviluppata in altezza. In sostanza l’edificio comprendeva tre nuclei: quello ricreativo e sportivo con ingresso da via Induno e quello degli uffici con ingresso da largo Ascianghi. Quest’ultimo, sottolineato da una torre di cinque piani e con un arengario proteso all’esterno, costituiva l’ingresso principale e rappresentativo… Nel complesso più di 2000 persone contemporaneamente potevano utilizzare i vari servizi… L’edificio è stato modificato con le tamponature delle palestre all’aperto, con la sopraelevazione del corpo basso di collegamento, è stato alterato il disegno delle grandi finestre, la via Ascianghi è stata trasformata in una sorta di campo sportivo”85.

 

 

Qui ha sede il Trastevere Calcio, società sportiva nata nel 1909, oggi gioca nel campionato dilettanti, ha il logo della Comunità di Sant’Egidio sulla sua maglia (da Repubblica del 19.9.19).

 

Nuovo Sacher. La sala, fondata e diretta da Nanni Moretti è un luogo sacro per i cinefili, per tutti coloro che si sono formati sui film di Chaplin e Keaton, di Fellini e Godard, di Bertolucci e Wenders. Negli anni Settanta esistevano tanti cineclub, templi del cinema d’autore, un poco alla volta sono scomparsi, questo cinema resta a tener viva quella tradizione. Arena estiva. E’ anche casa di produzione cinematografica dal 1986 (Caro diario, La stanza del figlio).

 

Più avanti la strada cambia nome si chiama via Girolamo Induno, pittore e patriota milanese (1827-1890) che partecipò alla difesa della Repubblica Romana con Garibaldi rimanendo gravemente ferito. Suoi quadri anche alla Galleria Nazione d’Arte Moderna e Contemporanea (Trasteverina ferita da una bomba). Il fratello Domenico, pittore anche lui ha realizzato “L’arrivo del bollettino di Villafranca” sempre alla Gnam. Sulla strada, all’interno della Casa Gil si trova il cinema Troisi. Chiuso dal 2013, dal 25 novembre 2019 sono partiti i lavori di restauro. Sarà una sala da 300 posti con uno schermo da 13 metri, digitalizzazione 5K di ultima generazione, un foyer bar, un’aula studio e biblioteca da 40 postazioni. A gestirlo saranno i ragazzi del Cinema America, il costo del restauro (1,4 milioni di euro) è sostenuto dal Mibac. Foto del progetto di restauro.

 

Torniamo indietro a largo Ascianghi, prendiamo di fronte a noi:

 

VIA JACOPA DE’ SETTESOLI

Ricorda la giovane romana della famiglia Frangipane, amica di San Francesco che la chiamava frate Jacoba, da alcuni indicata come fondatrice della chiesa di San Francesco; l’appellativo de’ Settesoli deriva dalla torre in cui abitava, la torre dei Frangipane al Circo Massimo che era di fronte al Settizodio. Al civico 3 si trova il Teatro Trastevere dal 2009, anche associazione culturale. Già cinema, poi abbandonato, tornato a nuova vita come teatro. Al civico 7 si trova l’Hotel San Francesco con all’interno il ristorante Jacopa, un piccolo locale “essenziale nei toni dal verde scuro e con tavoli in legno lasciati spogli. La cucina è in mano a Jacopo Ricci e Piero Drago (entrambi allievi del bistellato Anthony Genovese) che propongono una cucina regionale ma rivisitata con estro”. Da Guida Rapida d’Italia del Tci, 2021.

 

Si arriva in breve a:

 

PIAZZA SAN FRANCESCO D’ASSISI

La piazza si apre al termine di via di San Francesco a Ripa. Presenta al centro una colonna scanalata con capitello dorico e croce in cima. La colonna è incatenata, dedicata a Pio IX. Ben due lapidi sono sul muro che segue la facciata della chiesa. La prima ricorda i trecento bersaglieri usciti dalla vicina caserma per andare in Libia (1911); la seconda ricorda i militari caduti nella Grande Guerra (1915-18). Una vistosa lapide è in angolo con una immagine di Cristo verso il Calvario, porta la data del 1962.

Sul lato Nord della piazza è la casa dove nacque il pittore Nino Costa (sue opere alla GNAM e alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale) e dove Garibaldi pose il suo quartier generale in occasione della difesa della Repubblica Romana. La lapide recita: “Nino Costa / del rifiorimento della pittura italiana promotore insigne / alta in oscuri tempi ne tenne fra stranieri la fama / con la legione romana nel 1848 combatté a Vicenza / con Garibaldi nel 1849 Roma difese fino agli estremi / con Vittorio Emanuele militò nel 1859 / cospirò per la insurrezione di Roma / combatté a Mentana / in testa alla prima colonna d’assalto rientrò in Roma nel 1870/ fu tra i promotori del plebiscito / che la città leonina restituì all’Italia / in questa casa ove Nino Costa nacque / il 15 ottobre 1826 / ove Garibaldi ebbe il suo quartier generale nel 1849 / Lodovico Spada Potenziani governatore / volle porre questa lapide a memoria / del concittadino illustre / 15 ottobre 1926”. Questa lapide è stata sostituita pochi anni fa perché la precedente si era gonfiata e minacciava di crollare sui passanti.

 

CHIESA DI SAN FRANCESCO A RIPA

La facciata di Mattia de Rossi è scandita da due ordini, in quello inferiore prevale lo sviluppo orizzontale e la rigida partitura architettonica, in quello superiore gli elementi curvilinei del frontone e delle due volute che individuano le navate laterali e costituiscono quasi un timpano spezzato.

Chiesa e annesso convento sorgono dove erano la chiesa di San Biagio e un monastero benedettino del secolo X che avrebbe ospitato San Francesco nei suoi soggiorni romani. Passato nel 1229 ai frati minori. Il convento venne trasformato in fasi successive alla fine del Cinquecento e agli inizi del Settecento. Trasformato in gran parte in caserma dal 1873 al 1943. La chiesa, dopo un progetto di modifica di Baldassarre Peruzzi (non eseguito) fu ampliata nel coro da Onorio Longhi (1603) e successivamente da Mattia De Rossi86 (1681-85). Facciata restaurata nel 1992.

Interno a tre navate su pilastri con tre cappelle per lato e transetto. Il transetto destro prosegue spazialmente nella cappella Rospigliosi Pallavicini di Nicola Michetti completata da Ludovico Rusconi Sassi (1710-25), elegante creazione del barocchetto romano. La pala: Santi Pietro d'Alcantara e Pietro Baylonne è di Giuseppe Chiari87, mentre gli ovali della volta: Allegorie di virtù sono di Tommaso Chiari; ai lati i monumenti funebri di Stefano e Lazzaro Pallavicini e di Maria Camilla e G.B Rospigliosi, su disegno di Michetti, con sculture allegoriche e ritratti di Giuseppe Mazzuoli (1713-19).

Sull'altare maggiore (1746) statua di San Francesco attribuita a fra Diego da Careri (ante 1588); rivolta verso il coro: Trinità e santi di Paris Nogari.

Nel transetto sinistro si apre la cappella Paluzzi-Albertoni di Giacomo Mola (1622-25), dove si ammira uno dei capolavori di Gian Lorenzo Bernini: la Beata Ludovica Albertoni, collocata senza modificare l'architettura preesistente, ma arretrando la parete di fondo e utilizzando un'illuminazione teatrale (1671-75); si tratta di una delle ultime opere di Bernini; dietro la statua fu posto un dipinto con Sant'Anna e la Vergine del Baciccia88. Nel gennaio 2020 sono terminati i lavori di restauro della statua, un’estasi innegabilmente erotica (da Repubblica del 31.1.20). Citata in Formilli – Marini. Percezione, immagine, arte. Ed. Sei, 1993. Pag. 495.

Nel 1671 vi era stata la beatificazione della terziaria francescana Ludovica Albertoni, morta nel convento nel 1533, la famiglia si impegnò a rinnovare la cappella. Bernini fu costretto a lavorare a questa cappella senza compenso in cambio della protezione per il fratello coinvolto in uno scandalo.

Nella prima cappella della navata sinistra, sulla parete di sinistra si trova Natività della Vergine di Simone Vouet (1620 circa) celebre caravaggista. Nei pennacchi Sibille attribuite alla sua scuola.

Dalla prima cappella a sinistra, due porticine si entra in un’altra cappella con la tomba di De Chirico (inizialmente sepolto al Verano, dal 1992 qui). Ospita tre quadri di DeChirico dono della vedova: un autoritratto, uno di Isa che è anche detto “La donna velata” e una caduta di Cristo, la sua maggiore opera sacra in cui si vede San Francesco. L’artista lo volle per se, non la espose mai, la teneva nel suo studio. Accanto alla sua sepoltura si trova quella di Maria Mustari (1923-2012), moglie di Franco Evangelisti, politico vicino a Giulio Andreotti (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri 1972-73, ministro della Marina Mercantile). Dai suoi quaranta anni è stata l’amore platonico del maestro che le ha scritto 500 lettere e mandato le bozze di un romanzo che non è mai stato pubblicato. Da un articolo di Fabio Isman sul Messaggero del 17.7.22.

Dalla sagrestia un frate accompagna alla cappella di San Francesco, unico resto dell'antico ospizio con lo scenografico armadio delle reliquie (1696) con al centro la copia della tavola attribuita a Margaritore d'Arezzo, considerata uno dei veri ritratti del santo, alla pinacoteca Vaticana, tale copie venne fatta eseguire da Jacopa de Settesoli. A una parete il sasso dove il santo posava il capo.

 

Dalla piazza inizia via Anicia che ricorda la famiglia romana che ha dato due grossi nomi nella storia della Chiesa: san Benedetto e San Gregorio Magno. Nella via si trova la chiesa di Santa Maria dell’Orto (vedi pag. 32).

 

Imbocchiamo finalmente via di San Francesco a Ripa che ci conduce a piazza San Calisto, concludiamo così il giro del quadrante Sud del rione.

 

VIA DI SAN FRANCESCO A RIPA

La via fu chiamata anche stradone o corso di Trastevere, fu aperta da Paolo V89 nel 1611 che vi fece porre le stazioni della via Crucis oggi scomparsa. E’ sempre stata assai frequentata anche per le fabbriche artigiane di seta e tessuti, anche di paste alimentari.

Libreria Anicia. Al civico 67, specializzata in testi per la didattica, è anche casa editrice.

Società Asili d’Infanzia. Una lapide ricorda che a sinistra della libreria venne aperto il primo asilo d’infanzia nel 1845.

Chiesa dei Santi Quaranta Martiri. San Pasquale Baylon. Si trova ad angolo con via delle Fratte di Trastevere. E’ anche conosciuta come chiesa delle zitelle in quanto il santo è protettore delle fanciulle e delle donne in cerca di marito come recita la filastrocca: “San Pasquale Baylonne protettore delle donne fammi trovare marito bianco rosso e colorito come voi tale e quale o glorioso san Pasquale”. Era protettore anche delle donne maritate con uomini maneschi e violenti o che non assolvevano ai doveri coniugali. Si racconta che una donna, dopo aver pregato, ebbe una visione, il santo gli consigliò una ricetta con uova e Marsala, da qui è nato il San Baylon o sanboion quindi zabaione.

Fontana della Botte. Ad angolo con via della Cisterna, vedi piazza San Calisto.

Da Ivo. Locale più conosciuto come pizzeria, fa anche ristorazione classica (filetto di baccala, bucatini alla amatriciana, fettuccine ai funghi e pachino, maiale in porchetta, etc.).

Don. Al civico 103. La vera pizza fritta napoletana con l’impasto che è lo stesso della pizza classica – acqua sale farina e lievito. Scegliere la Spaccanapoli con ricotta di pecora , cicoli di maiale, provola, pomodoro San Marzano dop, oppure la Posillipo con salame napoletano.

Primo asilo d’infanzia. Al civico 65 una lapide ricorda che qui nacque il primo asilo d’infanzia.

 

Via di San Francesco a Ripa incrocia, dopo poco:

 

VIALE TRASTEVERE

Già viale del Re, per un breve periodo dei Lavoratori, quindi Trastevere dal 1949.

Se andiamo verso Sud troviamo: ad angolo con via Emilio Morosini si trova l’Ospedale Nuovo Regina Margherita (Asl1). Di fronte si trova il palazzo degli Esami. Costruito nel 1912 su progetto dell’ingegnere Edmondo Del Bufalo in stile razionalista, ha l’ingresso al civico 4 di via Induno. Fino al 2013 è stato utilizzato per concorsi per l’ammissione di funzionari pubblici, è stato privatizzato, oggi è sede di esposizioni temporanee. E’ stato completamente restaurato con una spesa di 12 milioni di € (da Repubblica del 25.10.15). Subito dopo il palazzo del Ministero dell’Istruzione (vedi più avanti). Poco oltre si giunge a piazza Bernardino da Feltre, recentemente riqualificata, la piazza si sviluppa sulla sinistra del viale. In questo punto ci sono le mura Gianicolensi che segnano il confine tra il nostro rione e il quartiere Portuense.

Se andiamo verso Nord troviamo sulla sinistra via Cardinale Merry Del Val. La strada ricorda nel nome il cardinale spagnolo (1865-1930) che fu segretario di Stato di papa Pio X, ad angolo con via di San Francesco a Ripa ci sono ancora delle case popolari costruite da Pio IX per i trasteverini.

Nel 2017 ha riaperto al civico 14 il cinema Alcazar, dopo un anno di lavori, è anche teatro e palco per concerti (da Repubblica del 16.5.17). In continuazione di via Cardinale Merry Del Val si trova via Natale del Grande dove è il cinema America, in abbandono, la proprietà voleva trasformarlo in mini appartamenti, poi in supermercato. Occupato da giovani nel 2012 che hanno riaperto il cinema con una programmazione di qualità. Nel 2014 il cinema è stato sgomberato, quindi è iniziata l’arena estiva di piazza San Cosimato. Nello stesso anno 2014 gli eredi del progettista Angelo di Castro si mossero per chiedere il riconoscimento artistico della sala. Nel luglio 2018 il ministero dei Beni Culturali ha fissato un principio di tutela perché “esempio di rilievo nel panorama dell’architettura italiana della seconda metà del Novecento”, precedentemente erano stati tutelati i mosaici di Anna Maria Cesarini Sforza e Pietro Cascella.

 

Busto e lapide per Bartolomeo Pinelli. Sulla sinistra della strada, andando verso il Tevere. Pinelli (1781-1835) è stato pittore, incisore e ceramista, artista estremamente prolifico, ha illustrato i costumi dei popoli italiani, i grandi capolavori della letteratura, il tema più ricorrente è stato Roma. Oltre al valore artistico la sua opera ha valore documentario. Anche il figlio Achille è stato pittore. Il monumento è sul luogo della sua casa natale non più esistente.

Torniamo su viale Trastevere, sulla destra, si apre:

 

PIAZZA MASTAI

Il nome della piazza ricorda papa Pio IX che qui volle la Manifattura Tabacchi e case popolari per i trasteverini chiamate “quartiere Mastai”. Tutto il progetto dell’area si deve a Andrea Busiri Vici90, con l’apertura di viale Trastevere il prospetto con memoria monumentale del papa andarono distrutti. Il palazzo della Manifattura Tabacchi venne eretto tra il 1860 e il 1863 su progetto di Antonio Sarti91, originariamente aveva due lunghi fabbricati laterali poi demoliti. Sulla fronte otto colonne doriche sovrastate da una trabeazione con la scritta riferita a Pio IX, danno un tono neoclassico all’edificio. Tra le colonne tre stemmi, al centro quello del papa, a sinistra della Camera Apostolica, a destra quello di monsignor Giuseppe Ferrari ministro delle Finanze. Pio IX durante una sua visita ironizzò sulle ridotte dimensioni del portone centrale dicendo: “Adesso che sono entrato dalla finestra, fatemi vedere dov’è la porta”. Venne ristrutturato nel 1927, ancora negli anni Cinquanta su progetto di Cesare Pascoletti, allora vennero demoliti i fabbricati laterali, il palazzo destinato a sede della Direzione Generale dei Monopoli di Stato, la manifattura trasferita in circonvallazione Ostiense (1958). Le case esistono ancora in via Cardinal Merry del Val. Sul muro del palazzo si trova una lapide a firma CNL ricorda il 25 aprile 1945. Al centro della piazza si trova la fontana di piazza Mastai, alimentata dall’Acqua Paola, è opera di Andrea Busiri Vici. Alta su tre scalini, con vasca ottagonale con stemmi di Pio IX e quattro targhe che ricordano chi ha creato piazza e fontana. Al di sopra quattro delfini con le code intrecciate sostengono un elegante catino centinato sul quale quattro amorini fanno da sostegno al cappelli finale, quattro bocche di leone versano acqua. Ad angolo con il viale Trastevere, sul muro del palazzo si trova il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale del rione, due grandi angeli reggono il cartiglio con i nomi dei caduti. Nelle vicinanze una lapide ricorda il poeta francese Apollinaire con queste parole: “Nei pressi di questa piazza / in una casa ora scomparsa / il 26 agosto del 1880 / vide la luce / Guillaume Apollinaire / creatore di nuove forme poetiche 7 che chiuse la movimentata esistenza / a Parigi / il 9 novembre 1918” segue una poesia in francese e la dicitura: “Auspici gli amici del Tormargana / nel decennale del gemellaggio Roma – Parigi / il comune di Roma pose / 1966”.

 

Subito dopo si intravede l’Ospedale San Gallicano, il viale prosegue fino a piazza Sidney Sonnino.

 

PALAZZO DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE

Al n. 76/a, è opera di Cesare Bazzani. La costruzione fu iniziata nel 1914 ma interrotta per la prima guerra mondiale, i lavori furono ripresi e completati nel 1928, doveva avere di fronte un viale che arrivava fino al Tevere. Durante lo scavo delle fondamenta venne alla luce il tempio della dea Fors. L’edificio sorge su un area di 17.000 mq, la facciata ha una lunghezza di 140 m, con il corpo centrale fortemente aggettante. La facciata è sormontata da un attico con statue in travertino della Filosofia di Morescalchi, della Didattica di Vighi e dell’Arte di Volterrani. La precede un’ampia scalinata a due rampe ornate da candelabri che portano all’ingresso su un atrio con fasci di colonne dal quale si accede ad un cortile con dodici cariatidi, opere di Morbiducci e Marescalchi.

Al piano nobile si trova il “salone d’onore” con affreschi di Calcagnadoro che hanno per tema “Il trionfo dell’Istruzione” con aspetti divisionisti, al centro un grande tavolo in legno con poltrone verdi, un grande lampadario in legno, tendaggi d’epoca e quadri raffiguranti i ministri dell’istruzione fino a Gentile (anche Benedetto Croce). Nello studio del ministro pitture di Paolo Paschetto. Nel salone del Cnpi, tutti i lampadari sono opera della società Vinini di Murano. Sul lato opposto si trova la “Biblioteca ovale”, contiene tutti i decreti e le riviste scolastiche, il libro più antico è del 1625: “Le Storie di Tito Livio”. Possiede le opere complete in edizione originale di Carducci.

 

Facciamo una deviazione da viale Trastevere, altezza ministero dell’Istruzione, per via Emilio Morosini arriviamo in breve a:

 

PIAZZA SAN COSIMATO

La piazza ha la forma di un imbuto, la parte che la precede è stata intitolata via di Roma Libera. In questa strada, davanti all’edicola di giornali, si trova un murales (2019) nel quale è dipinto un grande occhio, nella pupilla il profilo di Roma con le cupole e i campanili che caratterizzano la città. Piazza San Cosimato è circondata di palazzi di fine Ottocento, è stata quasi completamente pedonalizzata. Anticamente la piazza era detta “prato” perché non aveva costruzioni tranne la chiesa e l’ospizio di San Cosimato. Un tale santo non esiste, è derivato da santi Cosma e Damiano.

Monastero Benedettino e Chiesa di San Cosimato. Affaccia all’inizio della piazza con due colonne antiche e capitelli compositi e protiro. Il monastero sorse alla metà del X secolo, la chiesa fu consacrata nel 1069. Restaurata nel 1246 quando si costruì il primo chiostro. Nel 1475-84 Sisto IV rinnovò la prima, costruì il refettorio e l’aula capitolare, aggiunse il nuovo chiostro. Dal 1891 è destinato ad ospizio.

Dall’ingresso al civico 76 si arriva la primo chiostro romanico (1246) a pianta quadrata con arcate su pilastri che includono una serie di quattro arcatelle sorrette da colonnine binate. L’ordine superiore dell’epoca di Sisto V si conserva solo su un lato con frammenti scultorei e architettonici. Da questo si accede al secondo chiostro del tempo di Sisto IV con doppio ordine di pialstri ottagonali. Dal primo chiostro si accede all’atrio Scoperto con vasca romana di granito trasformata in fontana nel 1731 e alla chiesa. La facciata rinascimentale a capanna ha timpano rialzato con coronamento ad archetti goticizzanti e bel portale quattrocentesco. Semplice interno a pianta rettangolare, ridecorato nel 1871. All’altare maggiore del 1639 una copia della Madonna col Bambino della fine del sec. XIII, proveniente dalla primitiva basilica di San Pietro. In un ambiente annesso alla sagrestia si conservano sette tele provenienti dall’oratorio di Sant’Angelo in Pescheria.

 

Mercato di Trastevere. Si trova in piazza di San Cosimato, i clienti possono servirsi del parcheggio dell’ex deposito Atac di viale Trastevere. Una delibera comunale del 1913 parla di questo mercato come già esistente e al coperto. Ancora oggi ci sono venditori arrivati alla terza generazione. Durante i lavori di riqualificazione della piazza è stato spostato in piazza Mastai, dal 2006 è in questa sede con banchi tutti di uguale disegno dell’architetto Lorenzo Pignatti Morano. Purtroppo tutta la pavimentazione in pietra lavica è già dissestata. Tra le curiosità una bancarella di libri usati e un punto vendita per cibo di cani e gatti.

 

Via di San Cosimato. Una lapide, al civico 12, ricorda che qui era la casa in cui è nato Alberto Sordi. Così recita: “Qui di fronte al civico 7 di una casa che non c’è più / il 15 giugno 1920 nasceva / Alberto Sordi / attore ed indimenticabile interprete della / storia di goni italiano / parte ormai indelebile di ognuno di noi / Municipio I A ricordo Trastevere pose A.D. MMXII Rione XIII”. Attraverso questa strada torniamo a piazza San Calisto e quindi a piazza Santa Maria in Trastevere.

Sempre al civico 12, in un locale sottratto alla mafia, gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Tor Carbone, hanno aperto una rosticceria che si chiama “I carbonari”, qui gli studenti a rotazione faranno i cuochi (da Repubblica del 15.6.17).

 

 

 

 

 

ITINERARIO 3

 

SALENDO VERSO IL GIANICOLO

 

IL GIANICOLO

 

Per villa Sciarra vedi il documento

Monteverde Vecchio”.

 

 

Varie strade salgono al Gianicolo; l’itinerario che si propone prende in considerazione via Garibaldi. In seconda ipotesi si sale al Gianicolo dalle strade alle spalle del ministero della Pubblica Istruzione (via Roma Libera – edicola): via Goffredo Mameli (che confluisce in via Garibaldi), oppure via Dandolo che poi prosegue con via Calandrelli o via XXX Aprile – via Giacomo Medici.

Anche via del Gianicolo sale sul colle da ponte Principe Amedeo Savoia Aosta, passa davanti all’Ospedale del Bambino Gesù e prosegue nella passeggiata del Gianicolo fino al monumento a Garibaldi. Ma questa strada la percorriamo al ritorno.

Quindi l’itinerario si articola in due sotto-itinerari.

 

SALENDO PER

 

VIA GARIBALDI

 

La strada ricorda l’eroe per eccellenza del risorgimento nazionale. E’ situata ai piedi del Gianicolo perché il suo nome resta legato alla difesa della Repubblica Romana. Sicuramente via Garibaldi è la salita più lunga e con più tornanti di Roma. Da Trastevere sale sul Gianicolo con sette curve di cui un tornante, è lunga Km 1,5. Viale Gabriele D’Annunzio che da piazza del Popolo sale al Pincio presenta due tornanti e prosegue fino a Trinità de’ Monti con il nome di viale della Trinità de’ Monti.

Nella via e nel ponte, Garibaldi è ricordato con il solo cognome, mentre sul piazzale dove c’è il suo monumento è segnato come “piazzale Giuseppe Garibaldi”.

Nel primo tratto presenta marciapiedi sopraelevati, è tutta in salita.

Targa Folkstudio. Al civico 58. Nato nel 1960 per iniziativa del chimico Giancarlo Cesaroni, proponeva musica popolare, gospel, spiritual, musica sudamericana, irlandese, jazz e canzone d’autore. Tra gli altri, hanno iniziato a cantare in questo locale: Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Ernesto Bassignano, Mimmo Locasciulli, Grazia di Michele, Rino Gaetano. Nel 1962 si esibì davanti a non più di 15 spettatori uno sconosciuto Bob Dylan di passaggio a Roma per raggiungere l’allora fidanzata a Perugia. Il locale in via Sacchi al Flaminio ha chiuso nel 1998, tutto il materiale d’archivio è stato donato alla Discoteca di Stato.

Palazzo del Conservatorio delle Pericolanti. Al civico 88, costruito nel Settecento come proprietà nei nobili Vitelleschi, acquistato nel 1792 da Pio VI per il Coservatorio di San Giuseppe. Una targa sul portone d’ingressa lo ricorda. Era destinato a ragazze povere, aveva laboratori per la lavorazione della seta. La parte originaria era a due piani.

Madonnella del Sacro Cuore. L’immagine sacra è sovrastata da una raggera con la colomba sorretta da due angeli, a loro volta sovrastata da un grande timpano ligneo molto sporgente.

Palazzo del Conservatorio Pio. Al civico 41-45. Costruito nel 1744 come fabbrica del tabacco di proprietà privata con appalto concesso da Benedetto XIV. Il progetto è di Luigi Vanvitelli, l’edificio è su tre livelli più uno seminterrato. Le macine erano mosse dall’acqua di un canale proveniente dall’acquedotto dell’Acqua Paola. Nel 1775 Pio VI destinò il complesso a sede del Conservatorio Pio che aveva come scopo il ricovero e l’educazione di giovani orfane. Nel 1792 l’edifico, ampliato, venne destinato a lanificio. Nel 1880 fu acquistato dallo Stato italiano che lo assegnò al Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1905 il complesso passò al Ministero degli Esteri, dal 1951 la parte su via Garibaldi fu assegnata alla Scuola Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri.

L’edificio sviluppa su due piani con finestre architravate, ed una sopraelevazione ottocentesca; al pianterreno bugnato aprono due portali ad arco sovrastati da balconi sorretti da mensole, tra finestre inferriate e finestrelle del seminterrato. Di fronte:

Convento di Santa Maria dei Sette Dolori. Preceduto da un portale chiuso da un cancello al civico 27. Appartiene alle suore Agostiniane Oblate del Bambin Gesù. Nel cortile si nota subito la grande facciata incompiuta in mattoni della chiesa progettata dal Borromini, su incarico di Camilla Virginia Savelli Farnese, ma i lavori furono condotti da Francesco Contini. Il complesso accoglieva le giovani nobili di salute cagionevole che volevano diventare suore. Il corpo della chiesa, disposto lungo un asse parallelo alla facciata, occupa la metà sinistra del complesso. La facciata della chiesa presenta al centro un corpo concavo molto sporgente con due contrafforti fortemente obliqui. Una parte del monastero, acquistata da privati è stata trasformata in albergo 4 stelle, l’albergo VOI Donna Camilla Savelli.

La strada fa una grande curva a sinistra, superato un giardino, ad angolo con via di Porta San Pancrazio, ecco la:

Fontanina di via Porta San Pancrazio. Addossata al muraglione, presenta in alto una lapide con stemma Barberini che ricorda i lavori di consolidamento eseguiti nel 1629 nella chiesa di San Pietro in Montorio che è subito sopra. Di questi stessi anni è la fontanina. Testa di leone murata in nicchia, due cannelle a forma di piccole stelle che versano acqua in una semplice vasca di marmo con indicazione dell’anno di restauro eseguito dal Comune, il 1936.

A questo punto la strada riceve da sinistra vi Goffredo Mameli, curva a destra, segue un’altra curva a destra, riceve da sinistra via Nicola Fabrizi, quindi un tornante sulla destra, dopo breve tratto un'altra curva a sinistra e siamo a piazza San Pietro in Montorio. Siamo sul Gianicolo.

 

La descrizione prosegue alla voce: Gianicolo, pag. 46.

 

 

Porta San Pancrazio. Anticamente chiamata Aurelia. Urbano VIII la costruì nella posizione strategica in cui si trovava durante i combattimenti della Repubblica Romana del 1849. La porta è opera di Marcantonio De Rossi (1648). Danneggiata dai bombardamenti di quella guerra fu ricostruita da Virginio Vespignani nel 1854. All’interno si trova il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina. Il 19 aprile 1951 il Comune consegnò i locali all’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini per la realizzazione del museo, venne aperto al pubblico nel 1976. In occasione del 150° dell’Unità d’Italia (2011) la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Sovraintendenza Comunale hanno rinnovato il museo che è anche luogo per conoscere tutto il Gianicolo. Busti, dipinti, incisioni e cimeli garibaldini, oltre a plastici e un ricco apparato multimediale, portano a conoscere le vicende della Repubblica Romana del 1849. Al civico 1 del largo si trova villa Aurelia, sorta sugli Orti di Geta. La vide e l’ha descritta Montaigne nel 1581, una palazzina venne costruita nel Seicento, di questa si conservano i due piani inferiori. La villa fu quartier generale di Garibaldi, danneggiata da quegli scontri e ricostruita nel 1856. Alla fine dell’Ottocento passò a Clara Jessup di Filadelfia, alla sua morte lasciata in eredità all’Accademia Americana.

 

SALENDO PER

 

VIA GOFFREDO MAMELI

La via ricorda il patriota genovese il cui inno “Fratelli d’Italia” fu musicato da Novaro e dal 1946 è l’inno della Repubblica Italiana. Prese parte alla difesa della Repubblica Romana del 1849 e ferito ad una gamba il 3 giugno sul Gianicolo morì di cancrena il 6 luglio presso la Trinità dei Pellegrini. Negli anni del fascismo prese il nome di Duilio Guardabassi, un militante fascista ucciso in un’imboscata a Trastevere nel 1923.

 

La fontana del Prigione. Commissionata a Domenico Fontana92 da papa Sisto V per la sua villa sull'Esquilino, fu realizzata tra il 1587 e il 1590 (è una conseguenza della costruzione dell'acquedotto Felice, ripristino dell'Alessandrino). E’ l’unica sopravvissuta delle trenta fontane che ornavano la villa Montalto. Quando negli ultimi anni dell'Ottocento la villa fu distrutta (nel frattempo era passata ai Massimo) per la costruzione della stazione Termini e la sistemazione urbanistica di tutta l'area, la fontana venne smontata e collocata in un magazzino del Comune di Roma, nel 1894 fu ricomposta come fondale di via Genova (nei pressi di via Nazionale). Ma, ancora una volta, per la costruzione del palazzo del Viminale, fu spostata e sistemata in questo luogo nel 1923 dal Genio Civile.

E' costituita da un nicchione centrale delimitato da due lesene – con ghirlande di fiori e frutti in rilievo - che sorreggono un frontone decorato. L'acqua sgorga in due piccole vasche alla base delle lesene e, da una testa di leone (simbolo araldico della famiglia Peretti, papa Sisto V), in una piscina centrale a livello stradale. Nella nicchia era posto un gruppo marmoreo, definitivamente perduto, raffigurante un prigioniero con le mani legate – per cui il nome di fontana del Prigione - con Apollo e Venere. Sulla sommità della fontana era la testa di Esculapio.

Nel 2005-06 la fontana è stata restaurata dal Comune che l'ha dotata di un'area di rispetto.

 

In via Mameli 23 si trova la Proloco Trastevere, creazione di Vincenzo Mancino fondatore del format Proloco e ideatore del marchio Dol di origine laziale. Una bottega con cucina incentrata sulle eccellenze produttive del territorio locale e sui piatti tipici della tradiazione romana e laziale a cui si aggiungono le pizze cotte a legna (un altro ristorante Proloco è in via Bergamo nel quartiere Salario). Da Guida Rapida d’Italia del Tci, 2021.

In via Mameli 40 si trova Zia Restaurant con cucina di ricerca, qui “Antonio Ziantoni e la compagna Ida Proietti propongono un’offerta unica per il rione che si distacca dai target turistici. Undici tavoli, dislocati in più sale progettate dall’architetto Anton Cristell, si vedono colorare di piatti estrosi, ma solidi”, da Guida Rapida d’Italia del Tci 2021.

 

 

VIA DANDOLO

 

Il nome della strada ricorda due eroi della difesa della Repubblica Romana. I fratelli di Varese Enrico morto a villa Corsini e Emilio ferito a villa Spada.

Sartoria Farani. Al civico 8, uno dei negozi storici più affascinanti di Trastevere, conserva i segreti dei costumi da palcoscenico. Tra stoffe, ricami, macchine da cucire e sarte dalle mani di fata, Farani è il simbolo dell’eccellenza italiana per gli abiti per il teatro e il cinema.

Palazzina Bazzani. Si trova sulla sinistra, al civico 27, subito prima della grande curva sulla destra. E’ caratterizzato da una grande bifora al centro, merlatura in cima, una torre con trifora.

Villino Palmerini. Angolo via Casini. Costruito nel 1924 da Camillo Palmerini (1893-1967), collaboratore dell’ICP di Roma per il quale ha realizzato numerose costruzioni. Qui prevale lo stile neo barocchetto come rivisitazione dello stile neo medioevale. Quasi di fronte, ma tutta su via Dandolo, in curva si trova la Palazzina Angelo di Castro. L’architetto deve la fama al tempio israelitico di Livorno realizzato tra il 1960 e il 1962. La palazzina in questione fu costruita tra il 1951 e il 1954 insieme al ragioniere Piperno noto costruttore di Roma. Per il suo appartamento Di Castro progettò anche l’arredamento. Nel 1963 realizzò la palazzina in via Nicola Fabrizi 15 riconoscibile per gli inconsueti balconi circolari.

Santuario Siriaco del Gianicolo. Poco più avanti sulla sinistra. Al civico 47. I resti sono venuti alla luce nel 1906. Si tratta di un cortile rettangolare con alle estremità un edificio basilicale a tre navate con abside, preceduto da un atrio. Tutti i resti sono al Museo Nazionale Romano.

 

VIALE GLORIOSO

Porta questo nome in onore dei difensori della Repubblica Romana del 1849. La strada prosegue con una scalinata che è chiamata Scalea del Tamburino. Spesso è stata dipinta dei colori giallorossi nelle occasioni in cui la Roma vinceva il campionato. Il “tamburino” è un giovane ciociaro, Domenico Subiaco, nato a Ripi il 4 dicembre 1832, appena sedicenne andò a combattere tra i difensori della Repubblica Romana del 1849. La scalea dove era caduto gli fu dedicata nel 1891. Subito prima, sulla parete destra una lapide ricorda il regista Sergio Leone (1929-1989), famoso per i film del genere spaghetti western. con le parole: “Il mio modo di vedere le cose / talvolta ingenuo un po’ infantile / ma sincero / come i bambini della scalinata / di viale Glorioso/ Sergio Leone / S.P.Q.R. 1999”. Qui il regista ha vissuto infanzia e giovinezza.

 

VIA CALADRELLI

Ricorda i due fratelli, Lodovico, colonnello direttore dell’artiglieria in difesa di Roma nel 1849, e Alessandro triunviro con Saliceti e Mariani negli ultimi quattro giorni della Repubblica Romana.

Su di essa si aprono i due ingressi a villa Sciarra. Sempre in salita termina alla Mura Gianicolensi.

 

VIA NICOLA FABRIZI

Ricorda il patriota modenese (1804-1885), mazziniano, combatté nella prima guerra di indipendenza, nella difesa della Repubblica Romana e partecipò alla spedizione dei Mille, Garibaldi lo nominò generale d’Armata. Fu per due legislature deputato del Regno d’Italia. Al civico 7 si trova il Liceo Scientifico Privato Kennedy già befotrofio di Roma dal 1905 al 1955. Foto d’epoca di ragazze che allattano (balie).

 

VIALE XXX APRILE

Ricorda il 30 aprile 1849 quando iniziò l’assedio francese a Roma, in questa occasione i garibaldini riuscirono a respingere l’attacco francese che dovettero effettuare una ritirata su Civitavecchia.

Tortuosa e sempre in salita conduce a via Angelo Masina. Al civico 33 si trova l’Istituto Norvegese di Archeologia Romana.

 

VIA GIACOMO MEDICI

Ricorda il patriota milanese (1817-1882) che fu al seguito di Garibaldi nella difesa del Vascello e guidando nel 1860 la seconda spedizione in Sicilia. Divenne poi aiutante di campo di Vittorio Emanuele II, ottenne il titolo di marchese del Vascello. Al comando nella III Guerra di Indipendenza. Prefetto in Sicilia. Senatore del Regno. E’ passato alla storia per aver arrestato Mazzini nel 1870.

 

VIA ANGELO MASINA

Ricorda il patriota garibaldino che cadde eroicamente al quarto assalto di villa Corsini durante la difesa della Repubblica Romana il 6 luglio 1849.

Accademia Americana. Al civico 5. Progettata dall’architetto Mckim nel 1890 ma realizzata dopo la sua morte tra il 1910 e il 1915, è sede di una biblioteca di 100.000 volumi relativi agli studi classici e di storia dell’arte. Annessa la Fototeca Unione, notevole raccolta di fotografie e antichità romane.

 

GIANICOLO

Il Gianicolo è un colle di Roma, non fa parte dei sette colli fatali alla nascita della città (non era incluso nel perimetro delle mura Serviane), giunge all’altezza massima di 88 metri s.l.m. digrada verso Est dove si estende il rione di Trastevere, mentre verso Sud l’altura prosegue dando origine al quartiere di Monteverde. Il nome del colle deriverebbe dal dio Giano che vi avrebbe fondato un centro abitato. Il colle era chiuso solo in parte dalle mura Aureliane. Non era molto abitato anche per carenza idrica, fino a che Traiano costruì l’acquedotto. La falsa tradizione che San Pietro avesse ricevuto il martirio su questo colle fece nascere la chiesa di San Pietro in Montorio. Nel Medioevo fu chiamato mons Aureus per i biondi strati della marna sabbiosa che si accendevano nei bagliori del tramonto. Paolo V Borghese93 riparò l’acquedotto di Traiano e fece costruire il Fontanone. Con il papa Urbano VIII Barberini94 (1642-44) tutto il colle venne compreso nelle mura dette Gianicolensi. Queste mura ebbero il battesimo del fuoco solo nel 1849, in tale occasione andò completamente distrutto il Casino dei Quattro Venti che faceva parte di villa Corsini. Il colle è famoso in tutto il mondo per i suoi panorami.

 

Giunti alla svolta in cui si trova piazza di San Pietro in Montorio.

 

CHIESA DI SAN PIETRO IN MONTORIO

La chiesa sorge sul luogo dove, secondo la tradizione, l’apostolo Pietro fu crocifisso sulla croce a testa in giù, sebbene la storia ritenga che il martirio sia avvenuto nel circo di Caligola e Nerone presso il Vaticano. L’appellativo Montorio deriva da Mons aureus per la marna gialla. La chiesa fu fondata nel medioevo per i monaci celestini, nel XII passò ai benedettini e alla fine del quattrocento fu affidata da papa Sisto IV ai frati Francescani. I frati, provvidero ad abbattere il vecchio edificio per costruirne uno nuovo. La chiesa fu eretta con donazioni di Luigi XI di Francia, poi dei reali di Spagna Ferdinando V ed Isabella di Castiglia, consacrata il 6 giugno 1500. Architetto fu Baccio Pontelli95. I bombardamenti per schiacciare la repubblica Romana del 1849 danneggiarono seriamente la chiesa e il campanile che venne ricostruito.

La chiesa presenta un’elegante facciata a timpano, forse della scuola di Andrea Bregno96, a due ordini con rosone gotico, preceduta da una doppia rampa di scale.

L’interno è a unica navata terminante ad abside poligonale, conserva notevoli opere d’arte di Giorgio Vasari (la cappella del Monte e la precedente), di Sebastiano del Piombo (la Flagellazione e la Trasfigurazione nella prima cappella di destra) e di Gian Lorenzo Bernini (seconda cappella di sinistra, Raimondi). La Trasfigurazione di Raffaello era sull’altare maggiore. Ora sull’altare maggiore si trova una copia della Crocifissione di San Pietro di Guido Reni realizzata da Vincenzo Camuccini.

Sotto l’altare maggiore, non ricordata da alcuna lapide, venne sepolta Beatrice Cenci. Con l’occupazione francese di Roma a fine Settecento, la tomba venne profanata da un soldato francese di nome Jean Maccuse per impossessarsi di un piatto d’argento. Il soldato prese a calci il teschio della povera sventurata. Il pittore Vincenzo Camuccini97 fu testimone del lugubre evento.

 

Nella chiesa si sono sposati Alessandro Florenzi e Ileana Atzori

 

TEMPIETTO DEL BRAMANTE

A destra della chiesa si trova un chiostro formato da una serie di arcate murate e da un portico di tre arcate rette da pilastri. Al centro si innalza il bellissimo tempietto del Bramante, nella cappellina sotterranea si può vedere il foro nel quale sarebbe stata piantata la croce del martirio. Qui il Bramante realizzo, nel 1502 quello che molti considerano il primo vero edificio rinascimentale di Roma. La forma circolare del tempio ricorda i martyria cristiani (le cappelline che ricordavano i primi martiri), dodici colonne doriche sostengono la trabeazione con metope sormontata a sua volta da una balaustra. Al di sopra si innalza la cupola, impostata su alto tamburo cilindrico.

 

Nel piazzale antistante la chiesa giunge la Rampa di Monte Aureo che giunge da via Goffredo Mameli. Nel 1963 crollò una parte del muraglione che sosteneva la piazza antistante la chiesa. In quella occasione vennero alla luce resti della fine del II secondo secolo di una latrina pubblica come testimoniano graffiti in latino e greco. Un’ala del Convento, ceduta alla Spagna nel 1876, è occupata dall’Accademia Spagnola di Storia, Archeologia e Belle Arti con biblioteca di 12.000 volumi.

 

PALLA DI CANNONE AL GIANICOLO

 

 

Si riprende a salire per via Garibaldi, sulla sinistra si vede il:

 

MAUSOLEO GARIBALDINO DEL GIANICOLO

O Mausoleo Ossario Gianicolense. Progettato dall’architetto Giovanni Jacobucci98 e solennemente inaugurato il 3 novembre 1941 dopo due anni di lavori. Accoglie i resti dei caduti nelle battaglie per Roma capitale dal1849 al 1870. Al centro di un’aria recintata, un austero quadriportico in travertino, costituito da tre archi a tutto sesto su goni lato, e in posizione elevata su una gradianta, racchiude il nucleo centrale del monumento: un’ara ricavata da un unico blocco di granito rosso di Baveno, arricchito da figurazioni allegoriche istiparete all’antichità romana, tra cui la lupa, l’aquila imperiale, scudi e gladi. Ai quattro angoli altrettanti piedistalli con bracieri bronzei decorati con teste di lupa che vengono accesi in occasione delle ricorrenze ufficiali. Sui piedistalli i nomi delle battaglie più significative per liberare Roma.

Sul retro un doppia rampa scende al sacrario chiuso da imponente portale bronzeo. Ci si trova in un vestibolo e un vano quadrato con al centro un grande pilastro circolare ornato con palme e croci votive in alabastro. Sulle pareti 36 loculi chiusi da lapidi che ricordano i nomi di oltre 1600 eroici caduti. Nei loculi solo pochi resti, circa 200, per lo più anonimi, rinvenuti nelle varie ricognizioni. Nella parete di fondo il sarcofago in porfido con le spoglie di Goffredo Mameli, genovese, autore dell’inno d’Italia. Tra i caduti: Ciceruacchio e i suoi due figli, Enrico Dandolo, Luciano Manara, Emilio Morosini e due donne: Giuditta Tavani Arquati e Colomba Antonietta Porzi.

Notare i cedri del libano che circondano il mausoleo. Sono stati censiti come alberi monumentali d’Italia.

 

Ancora pochi passi in salita ed eccoci al:

 

FONTANONE DEL GIANICOLO

La fontana dell’Acqua Paola, chiamata dai romani “Fontanone”, è la mostra terminale dell’acquedotto dell’Acqua Paola, ripristinato tra il 1608 e il 1610 da papa Paolo V Borghese99, in quanto le zone sulla sponda destra del Tevere (Trastevere, Borgo e il Vaticano stesso) erano scarsamente dotate di acqua potabile. Si trattava di ripristinare l’acquedotto di Traiano che captava l’acqua dal lago di Bracciano, i lavori terminarono nel 1610.

La fontana fu progettata da Giovanni Fontana100 in collaborazione con Flaminio Ponzio101, avendo come modello la mostra dell’acquedotto Felice. Si divide in due parti separate da una linea immaginaria orizzontale, nella parte inferiore vi sono tre arcate più alte e larghe delle due laterali leggermente arretrate, le arcate sono separate da colonne su pilastri. All’interno delle tre arcate centrali, invece di statue, si trovano tre finestroni per consentire una parziale visione del giardino botanico che all’epoca si trovava dietro il fontanone. La metà superiore è occupata da una grande iscrizione che ricorda la riattivazione dell’acquedotto, al di sopra un grande stemma pontificio sorretto da due angeli scolpiti da Ippolito Buzio.

Gran parte dei marmi per realizzare l’opera provengono dal foro di Nerva. Il progetto originario del Fontana venne modificato per volere del papa Alessandro VIII102 che commissionò l’opera al nipote di Giovanni, Carlo Fontana. A memoria di tale intervento, nella volta dell’arco centrale venne posizionato lo stemma del papa e una iscrizione commemorativa. In occasione di tali lavori venne creato il piazzale antistante con un colossale lavoro di terrazzamento, prima la fontana era a strapiombo sulla città.

Una grande lapide sulla fronte del Gianicolo ricorda che Paolo V fece restaurare nel 1613 l’antico acquedotto che portava la saluberrima acqua Alsietina (Augusto 2 d.C.) da Bracciano a Roma. E’ un errore, l’acqua Alsietina non era potabile, serviva per irrigare i campi e per le fontane monumentali, non veniva da Bracciano ma dal lago di Martignano. Quindi non si trattava di questo acquedotto, ma di quello di Traiano, costruito oltre un secolo più tardi.

Lavori di restauro si resero necessari dopo i combattimenti sul Gianicolo per la Repubblica Romana nel 1859, altri nel 2002-04. Tra il giugno e il novembre 2019 la fontana è stata interessata da lavori di manutenzione straordinaria, lavori resi possibili grazie ad una donazione della maison Fendi (insieme a questa vennero restaurate la fontana del Mosè, la fontana del Peschiera in piazzale degli Eroi e la mostra dell’Acqua Vergine al Pincio, per una spesa di 280.000 euro (da Repubblica del 4.6.19 e del 27.11.19).

 

 

Il Fontanone è stato spesso protagonista nel cinema e negli spot pubblicitari, ricordiamo: “Tre soldi nella fontana” del 1954, “Trastevere” del 1971, “Un’australiana a Roma” del 1987, “Stasera a casa di Alice” (1990), “La grande bellezza” (2013). Nel film “La grande bellezza” la seconda immagine è al Fontanone del Gianicolo, all’interno della fontana è in azione un coro polifonico, in basso nella fontana un gruppo di turisti giapponesi. Un turista fa le foto al panorama, ad un tratto sviene e cade a terra, la gente accorre.

Anche uno spot pubblicitario di una compagnia telefonica con Cristian De Sica. E’ questa la fontana a cui fa riferimento Antonello Venditti nella canzone “Roma capoccia” (1972): “Quanto sei bella Roma quann’è sera, quanno la luna se specchia dentro ar fontanone…”.

Nel maggio 2017 due sposi si sono baciati dentro il Fontanone, a sera, senza controlli, in abiti da sposi (da Repubblica del 28.5.17).

 

Davanti al Fontanone del Gianicolo c’è un grande edificio, dalla tinta vivace, si chiama Villa Vaini Ruspoli ed ha una storia particolare, che pochi conoscono, legata alla figura di Mary Dora. Partiamo dalla metà del Seicento, quando quasi tutto il Gianicolo era dei Barberini, diventati poi Barberini Colonna di Sciarra. Nel 1672 Guido Vaini (1648-1722), che apparteneva ad una famiglia di Imola trasferitasi a Roma da diversi decenni, era diventato principe di Cantalupo e aveva ereditato una parte della grande tenuta Barberini. Sulla tenuta fece costruire l’edificio, con panorama sulla città, ma con il limite impostogli di non coprire la vista della fontana. Nel 1705 sua figlia, Angela Vaini, sposò Ludovico Lante della Rovere, principe di Bomarzo, che aveva l’adiacente Villa Lante. Nel 1749 i banchieri francesi Giraud comprarono questa villa, oltre al Vascello, poco distante, e il palazzo del ‘400, ora Torlonia, a via della Conciliazione. Così Villa Vaini fu trascurata e nel 1790 venne addirittura trasformata in una fabbrica di panni e poi in un pastificio. Nel 1925 Eugenio Ruspoli, erede dell’importante famiglia, acquistò l’edificio e lo fece restaurare come oggi lo vediamo. Due anni dopo il principe Ruspoli si sposò con Mary Dora Labouchere ( 1884-1944), figlia di un politico inglese. Questa signora, che aveva dieci anni più del marito, aveva avuto un passato movimentato. Si era infatti sposata una prima volta nel 1903 con Carlo di Rudinì, figlio dell’ex capo del Governo. ( Ritratta da Corcos in quell'anno.) Testimone al matrimonio era stato il D’Annunzio, che con l'occasione conobbe Alessandra, sorella dello sposo, e ne divenne l'amante. Poi Mary Dora, rimasta vedova, si era risposata con il principe Baldassarre Odescalchi e infine( divorzio e annullamento all’estero), nel 1927, con Eugenio Ruspoli, innamorato di lei. Date queste vicende, non fu accettata negli ambienti dei nobili romani, e visse un po’ in questa villa e un po’ nel palazzo Ruspoli a via del Corso. Nel settembre del 1944 avvenne un grave incidente. Durante dei lavori nella villa, era rimasta inavvertitamente aperta una botola nel giardino e Dora, così era chiamata, morì cadendovi dentro. Eugenio Ruspoli non volle più risiedere nella villa e la vendette nel 1947 alla Spagna. Attualmente è la residenza dell’Ambasciatore spagnolo, oltre che sede di un centro culturale spagnolo.

 

 

Lasciamo via Garibaldi, giriamo a destra ed entriamo nella Passeggiata del Gianicolo fino a giungere a:

 

PIAZZA GIUSEPPE GARIBALDI

Uno dei punti panoramici più belli di Roma, una parte è stata pedonalizzata per rendere fruibile il luogo. Subito sotto la piazza, spostato appena a destra si trova il cannone che spara ogni giorno a mezzogiorno. Sulla destra vi è un teatro dei Burattini, ma il centro è:

 

MONUMENTO A GARIBALDI

Il monumento equestre a Giuseppe Garibaldi103 si trova nella piazza omonima nel punto più alto del colle Gianicolo, è opera di Emilio Gallori104, fu inaugurato il 20 settembre 1895.

La statua in bronzo che raffigura l’Eroe dei Due Mondi a cavallo si trova su un alto piedistallo di marmo, ai lati ci sono le figure allegoriche dell’Europa e dell’America, intorno i bassorilievi che raffigurano lo sbarco di Marsala, la resistenza di Boiada, la difesa di Roma e il gruppo della Libertà. Nella statua l’eroe volge lo sguardo verso il Vaticano, dopo i Patti Lateranensi, la statua fu voltata verso il Gianicolo, ma è il cavallo a guardare il Vaticano. E’ stato restaurato nel 1990.

Durante un temporale della notte tra il 6 e il 7 settembre 2018 (ore 5,30 del mattino) un fulmine colpì il basamento della statua di Garibaldi, l’area venne transennata, si valutò la stabilità del cavallo. Crollò un bassorilievo sul lato Nord che raffigura un leone e crepe nel basamento (da Repubblica del 8.9.18). Alla data del 20.12.20 il monumento non è stato ancora restaurato.

 

CANNONE DEL GIANICOLO

Il cannone del Gianicolo si trova in quel luogo dal 24 gennaio 1904, spara a salve a mezzogiorno in punto. Lo sparo si può sentire fino all’Esquilino. Viene azionato da tre militi dell’esercito che ricevono il comando dall’Istituto Elettrotecnico Galileo Ferraris di Torino. Il Comune di Roma paga la Direzione di Artiglieria dell’Esercito Italiano per questo servizio. Tale uso fu introdotto da papa Pio IX105 nel 1847 per regolarizzare le campane di tutte le chiese di Roma che suonavano a mezzogiorno (allora si passò dall’ora italiana con i quadranti degli orologi divisi in sei ore a quella francese con i quadranti degli orologi divisi in dodici ore. Il cannone allora era posto a Castel Sant’Angelo. “L’ordine di sparare alle ore 12 precise partiva dall’Osservatorio Astronomico del Collegio Romano, una palla nera di panno e vimini cadeva dal timpano della chiesa di Sant’Ignazio fino a toccare il tetto, quello era il segnale dell’ora esatta”. Da Colaiacono, 501 luoghi di Roma, pag. 213. Dopo il 20 settembre 1870 la consuetudine saltò per un po’ di tempo e riprese nel 1903 a Monte Mario nell’area della villa Mellini dove oggi è l’Hotel Hilton, il 24 gennaio 1904 venne posizionato dove è ora. Durante l’ultima guerra il suo uso fu interrotto, fu ripristinato il 21 aprile 1959. Fu il noto presentatore Mario Riva che aprì una rubrica “Aridatece er botto der cannone” nel programma televisivo Il Musichiere. Quando il poeta romanesco Checco Durante sentì il botto compose la poesia “Arispara er cannone a mezzogiorno”. Oggi il cannone è un 105/22 mod.14/61, la sua messa in opera si deve all’esercito italiano. Le spese sono a carico del Comune.

La prima inquadratura del film “La grande bellezza” è proprio per la bocca del cannone del Gianicolo, un attimo primo che spari a salve per segnare il mezzogiorno. La camera va poi sul monumento a Garibaldi, una persona anziana sembra rattristata sulla corona d’alloro. Seguono le immagini dei mezzibusti degli eroi garibaldini, la camera si concentra su Gustavo Modena, un patriota e attore (Venezia 1803-Torino 1861, Trento e Genova gli hanno intitolato un teatro, suoi busti a Torino, Milano, Genova e Padova).

 

Nei giardini si trovano molti mezzibusti di garibaldini che hanno combattuto tra i Mille o in difesa della Repubblica Romana. Tra il 1885 e il 1888 vennero collocate numerose statue di eroi garibaldini con firme di importanti scultori: Ettore Ximenes, Ettore Ferrari, Giovanni Prini, Giovanni Nicolini, Publio Morbiducci, Amleto Cataldi e altri. Oggi se ne contano 84, fra essi quattro stranieri: l’inglese John Peard (Giovanni Paganucci, 1860 collocato nel 1904), il finlandese Herman Lijkanen (Bino Bini 1961), l’ungherese Istvan Turr (Robert Csikszentmihalyi, 1998-99) e il bulgaro Petko Voivoda (Valentin Starcev, 2004). Tra i busti una donna: Colomba Antonietti (di Bastia Umbra) moglie dell’ufficiale Luigi Porzi, organizzò i soccorsi ai feriti, ma ha combattuto al fianco del marito per la difesa della Repubblica Romana ed è morta a porta San Pancrazio il 13 giugno 1849. Tutti sono stati restaurati in occasione del 150° dell’Unità d’Italia nel 1911. In questa occasione è stato portato in questa passeggiata il monumento a Ciceruacchio già al lungotevere in Augusta.

Dal 2005 è stata inserita anche la statua di Righetto, con la sua fedele amica “Sgrullarella”.

Righetto era un ragazzo Trasteverino, di dodici anni, allegro e vivace, ben voluto da tutti, grato alla vita, nonostante le difficoltà che aveva sempre dovuto affrontare.

Senza genitori e senza dimora, Righetto si guadagnava da vivere, accompagnato dalla sua inseparabile cagnetta “Sgrullarella”, facendo le consegne per un fornaio di Trastevere, che in cambio gli donava qualcosa con cui sfamarsi e lo faceva dormire nel magazzino del forno.

Roma venne stretta d’assedio e bombardata, nel giugno del 1849 la difesa era allo stremo, la popolazione romana aveva però capito che per disinnescare le bombe era sufficiente gettarvi sopra uno straccio bagnato, prima che la miccia provocasse l’esplosione. La Repubblica Romana aveva così istituito una ricompensa in denaro per chi avesse riconsegnato le bombe inesplose da riutilizzare contro il nemico. Il più coraggioso e veloce in questa cattura era proprio Righetto, che aveva creato dei veri e propri gruppi di raccolta, insieme a tutti i suoi coetanei. Colpire i ponti con le bombe era più difficile: la precisione doveva essere tanta e se avessero mancato il bersaglio, la bomba sarebbe finita direttamente nel fiume: per questo motivo in quegli anni, i mercati si svolgevano sempre sui ponti.

Era il 29 giugno del 1849 quando Righetto e Sgrullarella erano vicino a ponte Sisto durante il mercato settimanale, quando una bomba inesplosa con una miccia molto corta colpì il ponte; Righetto corse con tutto il fiato che aveva e si buttò con tutto il corpo sopra la miccia.

Non ci pensò due volte, sapeva che quell’azione sarebbe stata fatale, ma decise comunque di sacrificarsi per la patria.

Grazie al suo coraggio, Righetto divenne un simbolo di quella che fu la Repubblica Roma

 

 

 

Facciamo una breve deviazione. Dalla passeggiata del Gianicolo, prendendo verso porta San Pancrazio si arriva alla cosiddetta Casa di Michelangelo. Michelangelo visse gli ultimi trenta anni di vita a Roma, aveva acquistato casa in via Macel de Corvi presso il Foro di Traiano, strada demolita per la costruzione del Vittoriano. Morì in questa casa lasciando alcune opere incompiute come la Pietà di Palestrina destinata a Santa Maria Maggiore oggi alla Galleria dell’Accademia di Firenze.

 

Di fronte si trova il Monumento a Ciceruacchio. Il monumento nasce da una richiesta presentata da un comitato di cittadini tra i quali Luigi Cesana direttore de Il Messaggero. Angelo Brunetti detto Ciceruacchio (Roma 1800 – Ca’ Tiepolo, frazione di Porto Tolle 1849) carrettiere al porto di Ripetta, fu fervente patriota, combatté con Garibaldi in difesa della Repubblica Romana. Al crollo di questa fuggi verso Venezia. Intercettato da austriaci fu arrestato e fucilato con altri. E’ opera dello scultore siciliano Ettore Ximenes106, che presentò il progetto nel 1880. Il monumento venne inaugurato il 3 novembre 1907 su lungotevere Arnaldo da Brescia. In occasione dell’apertura dei sottovia, nel 1960, fu spostato a lungotevere in Augusta (Passeggiata di Ripetta). Venne portato qui nel 2011 in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia 1861-2011) Rappresenta l’eroe al momento della fucilazione, guarda in faccia il nemico e scopre il petto, indicando di mirare al cuore. Ai suoi piedi il figlio Lorenzo, in ginocchio bendato e con la bocca spalancata per un ultimo grido. Dal monumento venne escluso l’altro figlio Luigi, su di lui il sospetto di aver ucciso Pellegrino Rossi davanti al palazzo della Cancelleria.

 

Torniamo nella passeggiata del Gianicolo ed iniziamo la lenta discesa verso il Bambino Gesù

 

IL MURO DELLA COSTITUZIONE

Il muro riproduce tutti i 69 articoli della Costituzione della Repubblica Romana (3 luglio 1849), venne inaugurato per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia il 17 marzo 2011 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Si tratta di un documento democratico e laico molto avanzato per quei tempi, si stabilisce il suffragio universale anche femminile, abolizione della pena di morte, non esisteva una religione di Stato, non esisteva una censura, gli ebrei erano liberi al pari di tutti gli altri cittadini, l’abolizione del monopolio del sale (il 40% del prezzo andava al principe Torlonia). Il monumento è costituito da un monolite di ferro e calcestruzzo lungo circa 50 metri in cui sono riportate circa 10.000 lettere. Il testo fu conservato da Giovanni Pennacchi, rappresentante alla Costituente per la provincia di Spoleto e, dopo la sua morte (1883) depositato alla Biblioteca Augusta di Perugia.

 

Proseguiamo la discesa della passeggiata del Gianicolo.

 

VILLA LANTE

Tra le ville romane è quella ad aver conservato di più l'aspetto rinascimentale. Costruita sui resti della villa di Marziale107. Residenza estiva per Baldassarre Turini un importante funzionario della corte dei papi Medici Leone X e Clemente VII, fu progettata e realizzata da Giulio Romano108 tra il 1518 e il 1531. La durata dei lavori si prolungò a causa del sacco di Roma del 1527. A Giulio Romano e alla scuola di Raffaello si devono anche le decorazioni interne.

Prestissimo nel 1551 passò alla famiglia Lante (famiglia di mercanti di origine pisana) da cui prese il nome che ingrandirono il giardino, quando un secolo dopo una parte del giardino venne espropriato da Urbano VIII per le mura Gianicolensi i Lante vennero compensati con la villa Lante di Bagnaia e il titolo di duchi di Bomarzo.

Nel 1817 i Lante vendettero la villa ai Borghese che fecero restaurare i piani superiori da Luigi Canina. Nel 1837 la villa passò all’Istituto del Sacro Cuore, in questa occasione vennero staccati gli affreschi di Polidoro da Caravaggio e Giulio Romano, considerati inadatti al noviziato, ora sono a palazzo Zuccari. Nel 1909 fu venduta all'archeologo tedesco Wolfgang Helbig che vi abitò. Nel 1950 passò allo stato di Finlandia che l'ha utilizzata come ambasciata presso la Santa Sede e come sede dell'Istituto Romano Finlandese, un centro di studi archeologici.

 

La pianta della villa è un quadrato, o meglio un cubo, presenta un piano seminterrato a monte, un imponente primo piano e un attico coperto da un tetto piramidale. Il giardino è terrazzato. Tutti gli ambienti, in particolare il salone, asimmetrico rispetto all’asse principale e la loggia che ne è il punto di arrivo, sono spazialmente proporzionati e presentano un’organica connessione tra architettura, pittura e scultura. Il vestibolo voltato a botte comunica con il salone, ornato di un Trionfo di Roma di Valentin de Boulogne e, sopra le porte, di altorilievi di Antonio Canova. Due sale furono affrescate da Vincenzo Tamagni (1525-27), forse su disegno di Giulio Romano, con copie dei “ritratti celebri di Raffaello (la Fornarina, la Velata, la Gravida) muse e uomini illustri”. Nel loggiato, raffinati stucchi attribuiti a Giovanni da Udine.

 

Sul lato opposto:

 

MONUMENTO EQUESTRE AD ANITA GARIBALDI

Opera di Mario Rutelli109. E’ l’unico monumento equestre femminile di Roma. Inaugurato il 4 giugno 1932 dalla regina Elena del Montenegro in occasione delle celebrazioni del 50° della morte di Giuseppe Garibaldi. Custodisce le spoglie di Anita Garibaldi che erano sepolti a Nizza. La bara venne portata a spalla da ex Garibaldini avvolta nello stesso tricolore usato per il feretro di Mazzini nel 1872.

Anita è raffigurata a cavallo con la pistola in pugno e sorreggente il figlio neonato Menotti, mentre cerca di sottrarsi alla cattura in Sud America. Il dado del piedistallo è ornato sui quattro lati da pannelli bronzei che raffigurano, in altorilievo, episodi dei quali Anita fu protagonista. I due pannelli a Est e Sud Anita guida i soldati in marcia nelle Pampas; il pannello a Ovest Anita cerca il corpo di Garibaldi tra i caduti in battaglia; nel pannello a Nord Anita è sorretta da Garibaldi nel Delta del Po.

 

LA SCUOLA GRILLI SUL GIANICOLO

La scuola Gaetano Grilli sul Gianicolo è un esempio di scuola basata su padiglioni in legno, chiamata “Scuola all’aperto”. Sembra che sia nata nel 1911 per accogliere bambini predisposti alle malattie infettive alla tubercolosi e dare loro una istruzione di base. Fu la prima scuola all’aperto stabile di Roma, è intitolata a Gaetano Grilli, pedagogista e sostenitore delle scuole all’aperto.

 

IL FARO DEL GIANICOLO

Disegnato da Manfredo Manfredi110 nello stile con cui venne realizzato anche il Vittoriano, donato dagli italiani emigrati in Argentina ed inaugurato nel 1911. E’ realizzato in pietra bianca di Botticino111, è alto 20 metri. La base circolare ha un diametro di 10 metri. In cima un abaco con la scritta: “A Roma capitale – Gli italiani d’Argentina – MCMXI”. La lanterna è raggiungibile attraverso una scala a chiocciola che conduce al capitello e poi attraverso una scala a pioli di ferro. La sera proietta sulla città fasci di luce tricolore, viene acceso nei giorni di festività nazionali.

A Roma si dice: “Sembri er faro der Gianicolo”, di una persona vestita in maniera eccentrica. Sembra che il piazzale sia stato usato dai parenti dei carcerati per parlare con i detenuti. E’ un luogo del cuore per l’attrice Carolina Crescentini.

A lato è stata posta dall’ambasciata dell’Argentina nel 2006 una lapide in ricordo del colpo di stato militare in Argentina del 1976. Il 24 marzo di quell’anno i militari portarono al potere il generale Videla, nel periodo della dittatura ben 30.000 persone scomparvero creando il fenomeno dei desaparecidos, la dittatura crollò con la sconfitta militare inflitta dai britannici nella guerra delle Falkland (1982).

 

QUERCIA DEL TASSO

Torquato Tasso amava passeggiare sul Gianicolo e sedersi all’ombra di una quercia diventata poi famosa. Bisogna immaginarla nell’orto del vicino convento di Sant’Onofrio. Anche Giacomo Leopardi passeggiava in questo luogo e vi si soffermava riflettendo sulla vita di Tasso. Questa quercia venne distrutta da un fulmine nel 1843, ma ancora esiste seppure puntellata. Tasso riposa in una cappella della vicina chiesa di Sant’Onofrio.

 

FONTANELLA ALLA QUERCIA DEL TASSO

Si tratta di una fontana sormontata da un sarcofago romano e dalla quercia del Tasso. Nel 1928 venne indetto dal Comune un concorso per realizzare una fontanella sul posto, il vincitore fu Emanuele Cito Filomarino (Napoli 1901-Roma1930) architetto e illustratore del libro per ragazzi Tarzan e la scimmia del 1929. La fontana in travertino reca – sul retro – un verso tratto dal XV canto della Gerusalemme Liberata. Sul fronte la spada, simbolo di Melpomene e la lira simbolo di Tersicore, le muse della poesia bucolica. Nel 2013 è stata restaurata. Tutte le notizie da: Giada Carboni, Per le vie di Monteverde, ed. Pav, pag.104.

 

ANFITEATRO QUERCIA DEL TASSO

E’ un teatro di Roma all’aperto, ha una programmazione solo estiva. Venne realizzato nel Seicento dall’oratorio di San Filippo Neri. E’ costituito da una gradinata in cotto, disposta in un’unica cavea: il nome anfiteatro è errato, non se ne conosce la ragione. Dal 1965 è sede stabile della compagnia teatrale “La Plautina”.

 

Ancora avanti, sulla prossima curva, sulla sinistra ecco il Collegio Pio Romeno, spicca una grande chiesa a pianta centrale con cupola, viene a trovarsi proprio sotto la scuola Grilli. Subito dopo, sullo stesso lato ecco il:

 

COLLEGIO UCRAINO DI SAN GIOSAFAT

Progettato da Giuseppe Momo112, realizzato negli anni 1919-32.

Dominato dalla chiesa di rito bizantino dell’Annunziata (Momo 1930).

Ospita religiosi ucraini a Roma per studio o formazione. Il Collegio esiste dal Cinquecento, è collegato con il Pontificio Collegio Ucraino in piazza Madonna dei Monti. Sembra che in questo collegio sul Gianicolo trascorse parte della sua latitanza il gerarca fascista e criminale di guerra Luigi Federzoni (Bologna 1878 – Roma 1967) per volere di monsignor Montini (Paolo VI) che lo fece scortare dai salesiani fino a Ciampino, da qui prese un volo per il Brasile.

 

 

OSPEDALE BAMBINO GESU’

Si tratta di un ospedale pediatrico, sorge su territorio italiano in un’area che beneficia del privilegio della extraterritorialità, è una eccellenza nazionale.

L’ospedale è nato in una stanzetta con quattro letti in via delle Zoccolette nel 1869 grazie alla intuizione della duchessa Arabella Fitz-James moglie del duca Scipione Salviati che rimase profondamente colpita dal fatto che i bambini venivano ricoverati con gli adulti. Il suo progetto venne sostenuto dal marito che, in occasione del compleanno, gli donarono i soldi contenuti nel salvadanaio in terracotta (i cocci sono conservati in ospedali). Nel 1870 venne aperta una sala chirurgica, l’ospedale venne ingrandito e riuscì a passare da 8 a 32 letti. Alle suore delle Figlie della Carità di San Vincenzo De Paoli, nel 1872, venne assegnato il compito dell’assistenza dei malati e un appartamento attiguo. La necessità di costruire gli argini del Tevere rese pericolante l’edificio e impossibile il suo ingrandimento, Comune e consiglio Provinciale assegnarono all’ospedale parte del convento di Sant’Onofrio che entrò in funzione nel 1888. Tra il 1908 e il 1909 si costruirono tre nuovi padiglioni per malattie infettive. Nel 1907 l’ospedale raggiunse i 1.000 degenti. Nel 1912 venne costruito un ambulatorio in modo da permettere la dimissione anticipata dei pazienti che potevano essere seguiti da casa. L’ospedale fu punto di riferimento in occasione di grandi tragedie nazionali come il terremoto di Avezzano nel 1915 e la prima guerra mondiale (epidemia di meningite, colera, difterite), subito dopo la grande guerra la città fu colpita dalla influenza spagnola: 300 bambini furono ricoverati in ospedale in soli tre mesi.Nel 1917 la regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III dette all’ospedale la gestione della colonia marina Jolanda di Savoia a Santa Marinella, questa accolse bambini affetti da tubercolosi ossea e nel periodo estivo bambini poveri. Nel 1924 la proprietà dei locali passò dalla famiglia Salviati al Vaticano. A partire dal 1926 l’ospedale fu ampliato con nuovi padiglioni e venne costruito l’ingresso principale. Durante la seconda guerra mondiale fu sempre aperto, vi si rifugiarono medici e sanitari ebrei. Nel dopoguerra il cardinale Spellman fece giungere una cospicua somma in denaro per rilanciare l’ospedale. Nel 1958 Giovanni XXIII vi fece visita. Nel 1978 Paolo VI affidò all’ospedale una vasta area di fronte al mare a Palidoro divenne il centro per le deformità vertebrali e la cura del diabete. Negli anni Ottanta venne creata un’area didattica, nel 1982 Giovanni Paolo II vi inaugurò un centro cardiochirugico. Nel 2012 è stato inaugurato il nuovo Polo Ospedaliero presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura.

Oggi assiste bambini di tutto il mondo e conta 607 posti letto, 28.000 ricoveri l’anno, 84.000 accessi al Pronto Soccorso, quasi due milioni di prestazioni ambulatoriali. Vi sono impiegate 2.800 persone.

 

“Entro il 2022 raddoppierà la sua capacità di cura e inaugurerà tre nuovi poli sanitari. Il primo in viale di Villa Pamphili per un nuovo centro specialistico (in tre strutture cedute dalla città metropolitana) in trapianti e lottaa ai tumosi. Nei prossimi tre anni saranno realizzate altre due strutture: un nuovo proto soccorso al Gianicolo e un centro per le cure palliative a Palidoro, in una struttura già esistente. L’obiettivo è di avviare i lavori entro il 2020 e concluderli entro il 2022” (da Repubblica del 26.8.19).

 

MONASTERO E CHIESA

 

DI SANT’ONOFRIO

Nel monastero di Sant’Onofrio sul Gianicolo trascorse gli ultimi anni della sua infelice esistenza il grande poeta Torquato Tasso113. Il luogo piacque molto anche a Giacomo Leopardi, sempre molto critico verso Roma e i romani. Scrisse al fratello Carlo: “… fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi. Questo è il primo e unico piacere che ho provato a Roma”.

Tasso giunse a Roma nel 1594 , invitato dal cardinale Cinzio Aldobrandini, per essere incoronato poeta in Campidoglio. La cerimonia però veniva rinviata a causa di una malattia del porporato. Nel marzo del 1595 il poeta si ammalò gravemente e volle trascorrere gli ultimi mesi di vita in questo luogo “non solo perché l’aria è lodata dai medici più che d’alcun altra parte di Roma – come scrisse in una lettera -, ma quasi per cominciare da questo luogo eminente, e con la conversazione di questi devoti padri, la mia conversazione in cielo”. Morì il giorno prima dell’incoronazione, il 25 aprile 1595, la corona poetica gli fu posta sulla bara.

Nelle stanze dove visse il poeta è stato istituito il museo Tassiano si conservano manoscritti del poeta, antiche edizioni dei suoi libri, la maschera mortuaria e la lapide tombale proveniente dalla chiesa di Sant’Onofrio dove Tasso è sepolto nella prima cappella di sinistra.

Una lapide in via della Scrofa, presso piazza Nicosia, ricorda un altro luogo nel quale abitò Tasso.

 

Chiesa di Sant’Onofrio. E’ preceduta da un sagrato delimitato su due lati da un portico rinascimentale con archi a tutto sesto su colonne antiche. La chiesa fu costruita nel 1439 sul sito di un oratorio fondato nel 1419 dal Beato Nicola da Forca Palena, completata nel corso del sec. XVI, restaurata nel 1946 insieme al chiostro.

Sotto il portico tre lunette con “Storie della vita di San Gerolamo” del Domenichino114 (1605, restauri 1989). A destra la cappella della Madonna del Rosario con piccola facciata barocca riccamente ornata (1620) e decorata sopra la porta da sibille di Agostino Tassi115. Nella lunetta del portale della chiesa “Madonna con Bambino” affrescata da Claudio Ridolfi (1600).

L’interno è a una navata con volta a crociera, fiancheggiata da cinque cappelle e terminante in un’abside poligonale. 1° cappella destra: Annunciazione di Antoniazzo Romano116 in due vele della volta; il Padre Eterno nel tondo è attribuito a Baldassarre Peruzzi117. 2° cappella Madonna di Loreto della scuola di Annibale Carracci. Presso l’altare maggiore monumento di Giovanni Sacco della scuola di Andrea Bregno118. Nell’abside della chiesa affreschi con “Storie di Maria” di attribuzione assai dibattuta: opera giovanile di Peruzzi, oppure di Jacopo Ripanda in collaborazione con pittori lombardi. Nella 1° cappella di destra si trova il monumento funebre di Torquato Tasso di Giuseppe Fabris (1857); lampada votiva su disegno di Duilio Cambellotti (1928). A sinistra il monumento al Tasso del 1608.

 

Proseguendo nella discesa della via del Gianicolo si trova sulla sinistra al civico 14 il Pontificio Collegio Americano del Nord di Enrico Pietro Galeazzi (1949-53). Nella cappella opere di Francesco Nagni, Bruno Saetti, Pericle Fazzini, Giovanni Prini, Francesco Messina e Giorgio Quaroni.

 

Riprendendo la discesa, ma sulla destra: l’Istituto di Santa Dorotea, costituito da tre distinti corpi di fabbrica seicenteschi, i palazzi Giori, Borromeo e Bonelli (sono sulla Salita di Sant’Onofrio), ristrutturati nell’Ottocento.

 

Si supera il parcheggio del Gianicolo, costruito per l’Anno Santo del 2000. Finalmente si giunge in piazza Della Rovere, avendo di fronte il ponte PASA, alle spalle la galleria PASA, sulla sinistra l’Ospedale di Santo Spirito.

 

 

IL RIONE NEL CINEMA

 

TRASTEVERE

Trastevere è uno dei quartieri popolari di Roma, i veri romani sono di Trastevere o di Monti. Oggi non ce ne sono più, o ne restano pochi, ma nel cinema il rione è stato spesso citato. “Profumo di donna” (Risi, 1974) è la storia di un capitano cieco e del suo attendente, in una scena mangia in una osteria con lo sfondo della chiesa di Santa Maria in Trastevere.

Hanno avuto molta fortuna le pellicole del genere in costume romanesco, ambientate nell’Ottocento, di questa serie fanno parte “Er più, storia d’amore e di coltello” (Corbucci, 1971), “Rugantino” (Festa Campanile, 1973) entrambe interpretate da un improbabile Adriano Celentano, non va meglio a Gigi Proietti in “Meo Patacca” (Ciorciolini, 1973).

In “Roma” (Fellini, 1972) il rione è visto durante la festa de Noantri con il chiosco delle Grattachecche, la fontana di piazza Trilussa, Santa Maria in Trastevere, una piazza de’ Renzi con gli incontri di pugilato, poi cocomerari, venditori di porchetta e via dicendo. E’ quasi un documentario.

Nel film “Un sacco bello” (1980) con Carlo Verdone e la regia dello stesso, è presente più volte porta Settimiana e via Garibaldi, in piazza Santa Maria in Trastevere è ambientato l’ostello della Gioventù.

Le scene iniziali del film “Non ci resta che il crimine” (2019) regia di Massimiliano Bruno con Alessandro Gassman, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi, Ilenia Pastorelli sono girate nella piazza antistante la chiesa di Sant’Aurea a Ostia Antica e davanti al bar San Calisto nella piazza omonima.

 

Bisogna ricordare che Alberto Sordi è nato qui, in una casa non più esistente di via San Cosimato 13.

 

In via degli Orti d’Alibert 1/a c’era – negli anni Sessanta e Settanta – il Filmstudio, il primo club privato di proiezioni cinematografiche per la proiezione di pellicole escluse dai circuiti commerciali (aperto nel 1967). Si trattava di due salette polverose con piccoli schermi. Sulla scia di questo aprirono il Rialto presso piazza Magnanapoli, il Planetario, l’Ausonia in via Padova.

Grazie al Filmstudio divenne famoso, tante per ricordarne uno, Nanni Moretti con “Io sono un autarchico” del 1976, in programmazione per intere settimane. Dopo anni di chiusura e abbandono, nell’estate del 1999 venne acquistato dalla Regione Lazio (presidente Piero Badaloni della coalizione Ulivo), restaurato da Paolo Portoghesi, e riaperto al pubblico come sala d’essai.

 

GIANICOLO

In uno dei primi film di Comencini “La bella di Roma” (1955) Silvana Pampanini è una bella popolana che vuole aprire una trattoria fuori porta: c’è una piccola casetta adatta allo scopo proprio al Gianicolo sotto il monumento a Garibaldi, da lì si vede sia il Colosseo che San Pietro. Peccato che dal piazzale non si vedono nessuno dei due e la località non è fuoriporta e non lo era nemmeno negli anni Cinquanta.

Il fontanone dell’Acqua Paola sul Gianicolo è stato protagonista in “I pappagalli” (Paolinelli, 1955), in “Ti ho sposato per allegria” (Salce, 1967) accanto ci abita Monica Vitti, in “Tre soldi nella fontana” (Negulescu, 1954) ci abitano tre giovani ragazze americane. Infine nel film “Innamorato pazzo” (Castellano e Pipolo, 1981) proprio dalla fontana parte un’inesistente linea 29 dell’Atac, il bus guidato da un surreale e stralunato Adriano Celentano.

Il fontanone dell’Acqua Paola sul Gianicolo e soprattutto la discesa di via Garibaldi compaiono nel film di Carlo Verdone “Sotto una buona stella” del febbraio 2014. La strada è percorsa in bicicletta dalla figlia del protagonista, l’attrice Tea Falco e da un suo amico giornalista che sta innamorandosi di lei.

 

NATI A TRASTEVERE

 

Ennio Morricone, compositore, direttore d’orchestra, nato a Roma nel 1928 ma originario di Arpino, abita a Trastevere (novembre 2018).

Giuliano Gemma (Roma 1938- Civitavecchia 2013), attore, nato a Testaccio ha vissuto a Trastevere. Fece il servizio di leva come vigile del fuoco a Capannelle, dove conobbe Nino Benvenuti, poi campione della box.

Alberto Sordi è nato a via San Cosimato il 15 giugno 1920.

Claudio Villa è nato a Trastevere il 1° gennaio del 1926, in via della Lungara.

Lando Fiorini è nato a Trastevere in vicolo del Cinque, nel 1938, vero nome Leopoldo Fiorini, ultimo di otto figli, affidato a una famiglia di Modena, Montanari, la madre naturale muore quando Lando ha 14 anni. Ha creato il locale di cabaret “Il Puff” con sede prima a via dei Salumi, poi in via Giggi Zanazzo. Camera ardente in Campidoglio, funerale a Santa Maria in Trastevere. Riposa al Verano.

Bartolomeo Pinelli, nato a Trastevere dove oggi è viale Trastevere, lapide e busto lo ricordano. E’ stato un illustratore, pittore del Settecento. Anche il figlio Achille è stato pittore.

Bernardo Bertolucci abitava a via della Lungara 3. Bertolucci (Parma 1941 – Roma 2018), regista, sceneggiatore, produttore cinematografico; ogni mattina andava al bar Settimiana e poi a piedi fino a Santa Maria in Trastevere. Ha diretto film come “Ultimo tango a Parigi”, “Novecento” e “L’ultimo imperatore” che gli valse l’Oscar per la regia e per la sceneggiatura. Gli è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera (2007). Camera ardente in Campidoglio.

Sergio Leone (1929-1989) regista, famoso per i film spaghetti western, è nato e ha vissuto infanzia e giovinezza a viale Glorioso presso la scalinata, una lapide lo ricorda. Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono il brutto e il cattivo, C’era una volta il West, Giù la testa, C’era una volta in America. Nel 1972 ha vinto il David di Donatello per il miglior regista per il film “Giù la testa”.

 

BIBLIOGRAFIA

- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.

- AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed. Gallimard – Tci, 1994.

- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.

- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.

- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.

- Giorgio Carpaneto, I palazzi di Roma, ed. Newton & Compton, 1991.

- Mariano Armellini, Le chiese di Roma, ed. Pasquino, 1982.

- Carlo Zaccagnini, Le ville di Roma, ed. Newton Compton, 1991.

- Willy Pocino, Le fontane di Roma, Newton & Compton, 1996.

- Giuliano Malizia, Gli archi di Roma, ed. Newton Compton, 1994.

- Giuliano Malizia, Le statue di Roma. Storia, aneddoti, curiosità, ed. Newton Compton, 1996.

- G. Mandas, Le guide rionali: Trastevere, ed. Gianfranco Mandas, 2010.

- Aleandro Servadei, Memorie di un barbiere di Trastevere (1875-1948), ed. Coneditor.

 

 

SITOGRAFIA

www.comune.roma.it

www.soprintendenzaspecialeroma.it

www.sovraintendenzaroma.it

www.museiincomune.roma.it

www.culturaroma.it

www.romasegreta.it

www.laboratorioroma.it

www.romasparita.eu

www.info.roma.it

www.abcroma.com

www.romanoimpero.com

www.archeoroma.com

www.amicidiroma.it

www.liveromeguide.wordpress

www.andreapollett.com

www.annazelli

www.palazzidiroma.it

www.villediroma.com

www.romaspqr.it

www.tesoridiroma.net

www.iloveroma.it

www.cosafarearoma.it

www.romasotterranea.it

www.repubblica.it

www.ilmessaggero.it

www.romatoday.it

 

CARTOGRAFIA

- AA.VV. Stradaroma, ed. Lozzi, 2005.

- AA.VV. Tutto Città, 2011/2012, ed. Seat.

- AA. VV. Carta dei parchi e delle aree naturali protette.

- Mappa dei percorsi ciclopedonali, 2008.

- Roma in bici. Mappa delle pc presenti e future, Comune di Roma, 2001-08.

- Mappa delle piste ciclabili del Comune di Roma, Lozzi, Il Messaggero, 2020.

- Mappa dei parchi naturali e ville storiche del Comune di Roma, Lozzi, Il Messaggero, 2020.

- www.maps.google.it

- www.viamichelin.it

- www.tuttocittà.it

 

Piero Tucci

Ultima revisione del testo 1.5.2020

 

AGGIORNAMENTI

 

10.2.16 Cinema. Trastevere. In crisi il Filmstudio chiusa da giugno, non ha riaperto dopo la pausa estiva. E’ stato il primo e più prestigioso cineclub romano, autentico tempio del cinema indipendente. Via Orti d’Alibert. Due problemi da affrontare: riconversione tecnologica di una delle due sale e saldo di una non indifferente bolletta dell’energia elettrica.

15.3.16 Trastevere. Rischio colata di cemento nell’area della vecchia stazione un piano per palazzine e un hotel. Il minisindaco: “Giù le cubature”. L’area pagata 44 milioni da Statuto ex furbetto del quartierino, ha comprato da Real Estate Ferrovie, società immobiliare della holding ferroviaria. La ex stazione diventerebbe un albergo con dietro un giardino di quasi seimila metri quadrati e due piscini. Accanto, dove ora c’è un vivaio nascerebbe un complesso residenziale con quattro palazzine tre di sei paini e una di quattro in tutto per più di 50.000 metri cubi. E’ questo il progetto presentato da Giuseppe Stauto proprietario del Danieli di Venezia e del Four Season di Milano che fu coinvolto nel 2005 nellapporti d’affari con Ricucci e Coppola e poi condanno per la scalata alla Bnl.

3.5.16 Trastevere. Palazzo di Venditti. E’ in vendita la casa in piazza dei Mercanti, 500 mq, su 5 piani, 11 locali tra cui una sala per il gioco delle carte, 3 camere da letto e 5 bagni con giardino, terrazzi e piscina. I dati diffusi da immobiliare.it. E’ stata la cas davanti alla quale girate alcune scene di Ladri di biciclette, poi della Banda della Magliana per una casa di tolleranza, quindi di Venditti negli anni Novanta. , vedeva le partite della Roma con Verdone, Fuksas, Zero. La negò a Michele Placido per il film Romanzo Criminale.

29.5.16 Carcere di Regina Coeli. Il governo vuole vendere questo insieme ad altri carceri (es. San Vittore a Milano). Regina Coeli ha sempre ispirato una certa simpatia retorica, “Chi non sale quel gradino non è romano” dice una canzone cantata anche da Gabriella Ferri, ma gli scalini sono tre, in un’altra “Le Mantellate” si parla di un edificio, antico convento, adibito a penitenziario femminile. Ancora “Il canto dei carcerati” di Lando Fiorini, “Via della Lungara” di Renato Zero, “Impronte digitali” di Franco Califano. Nella storia del carcere anche quella del direttore Donato Carretta ucciso nel 1944 e poi appeso nudo a testa in giù ad una inferriata del piano terra. La visita di Giovanni XXIII con un anziano detenuto che si butta ai piedi, la visita di Wojtyla, il carcerato che porta la croce morì la notte stessa per overdose. “Un magazzino di carne umana” lo ha definito Laura Boldrini; negli anni Settanta, aperta Rebibbia, sembra destinata alla chiusura, nel 1993 il guardasigilli Conso lo voleva chiudere al più presto, Rutelli lo incluse tra le opere del Giubileo.

25.10.15 Trastevere. Palazzo degli esami. Restaurato esternamente con 12 milioni di euro, restano da fare gli interni. Un fondo arabo vuol farne un hotel di lusso. E’ chiuso da 15 anni, è in vendita dal 2013.

3.12.16 Fontana di Trastevere. Transennata per acqua che fuoriesce dagli scalini, la fontana di piazza s. maria in trastevere.

3.12.16 Trastevere. Proteste per la soppressione del bus elettrico 125 da viale Garibaldi a via della Lungara passando da sant’Egido a san Cosimato.

22.12.16 Trastevere. Proteste degli abitanti contro il cantiere infinito di un parcheggio davanti alla stazione Trastevere.

23.12.16 Trastevere. La comunità di Sant’Egidio offrirà 50 pranzi per 15.000 poveri, di cui 2.000 nella chiesa. Sempre più famiglie in strada. Sono 7.700 i senza fissa dimora, un terzo vive in strutture pubbliche, un terzo in alloggi di fortuna, un altro terzo in strada.

13.1.17 Chiesa di San Callisto, nella piazza omonima adiacente a piazza Santa Maria in Trastevere. La chiesa utilizzata come dormitorio per i senza fissa dimora, in questi giorni di freddo eccezionale.

2.2.17 Carcere di Regina Coeli. L’arte è entrata nel carcere, questa estate tre artiste: Laura Federici, Camelia Mirescu e Pax Paloscia, insieme ad alcuni detenuti hanno creato opere per portare bellezza nelle sale del carcere. Nel futuro la mostra sarà aperta al pubblico.

Dom. 5.3.17 Trastevere. Cronaca. Venditti festeggia il 74° compleanno di Lucio Dalla, in vicolo del Buco (piazza del Drago), chiede una targa per ricordare il cantautore davanti alla sua casa romana. Vi ha abitato dal 1980 al 1986. Qui scrisse la sera dei miracoli. Marzo 2018 cerimonia pubblica di inaugurazione, a giugno la targa. Ora la casa è gestita da Sweet Inn società leader nel settore dell’ospitalità.

25.4.17 Trastevere. I residenti vanno in procura perché la notte musica ad alto volume, schiamazzi nei locali senza regole: un esposto contro il rumore.

16.5.17 Trastevere. Il cinema Alcazar riapre dopo un anno in stile vintage, sarà anche teatro e palco per concerti. Si trova in via Cardinale Merry del Val 14.

27.5.17 Trastevere. Polemiche per la stagione di film in piazza San Cosimanto voluta dagli ex occupanti del cinema America. I residenti lamentano rumore e sporcizia.

28.5.17 Trastevere. I big del cinema fermano il Campidoglio. Un appello di attori e registi fermano il progetto di fermare l’arena con soli 3 giorni di spettacoli. Tra le firme: Verdone, Bertolucci, Virzì, Benigni, Sorrentino e Martone.

28.5.17 Fontanone del Gianicolo. Due sposi si baciano dentro la fontana a sera, senza controlli, in abiti da sposi.

15.6.17 Trastevere. Il Consiglio di Stato ha annullato i vincolo storico che proteggevano il cinema America in via Natale del Grande, accogliendo il ricorso della società (2002) che vuole demolirlo per costruire appartamenti. Il cinema è in abbandono da 14 anni.

15.6.17 Scuole - Trastevere. Istituto Alberghiero di Tor Carbone. Gli studenti useranno un locale sottratto alla mafia per farne una rosticceria, si chiama “I carbonari” è in via San Cosimato 12, gli studenti a rotazione faranno i cuochi

Mer. 22.6.17# Cultura. Trastevere. E’ morto Americo Sbardella, cofondatore nel 1967 con Annabella Miscuglio del Filmstudio, primo cineclub italiano. In via degli Orti di Alibert a Trastevere. Diede spazio al cinema indipendente e alle avanguardie. Frequentato da Moravia, Verdone, Bellocchio, Monicelli e Bertolucci. Si entrava sottoscrivendo una tessera. Qui vide la luce il fenomeno Nanni Moretti che realizzò il suo primo film in pellicola super 8 “Io sono un autarchico”.

12.7.17 # Trastevere. Cinema America. Si sollecita la Soprintendenza a porre un vincolo per la presenza di mosaici di Pietro Cascella.

27.9.17 Trastevere. Dopo due anni di chiusura torna l’Alcazar, in via Cardinale Merry del Val, non solo film ma club bistrot.

10.11.17 Trastevere. Casa Internazionale delle donne. Appello della Boldrini a salvare l’istituzione. Ha un debito con il Comune di oltre 800.000 euro. Esiste da oltre 30 anni.

10.12.17 Cronaca. E’ morto Lando Fiorini, ultimo grande cantante interprete della canzone romana. A gennaio avrebbe compiuto 80 anni. Era nato a vicolo del Cinque.

8.12.17 Ex Gil di via Induno a Trastevere. Dopo 36 anni di abbandono è stato riqualificato e aperto al pubblico come sede di mostre, convegni e eventi. Al piano interrato ci sarà la scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè. Si chiama WEGIL, sarà uno snodo culturale.

17.12.17 Trastevere. Un cinema gioiello nella scuola Regina Margherita di via Madonna dell’Orto, la scuola di Sordi e Magnani. Edificio del 1888, al suo interno un cinema di 150 mq, con 85 poltrone. Restaurato grazie ai fondi Mibact sarà riaperto al pubblico da mercoledì. A completare i murales di nove giovani artisti, uno per ogni laboratorio dell’istituto. Trovato un proiettore con lanterna a carbone recuperato durante il restauro.

29.12.17 Trastevere. Casa delle donne. Dalla Regione 90.000 euro come contributo per il sostegno ai servizi di consulenza di tipo legale, psicologico e a supporto della genitorialità erogati dalla struttura. La Casa delle Donne è a rischio sgombero, a novembre ha ricevuto una lettera dal Comune che chiede il pagamento di 800.000 euro per affitti non corrisposti.

26.1.18 Trastevere. A ottobre apre la Sala Troisi, i ragazzi del cinema America hanno avuto il via libera per entrare nel cinema Troisi.

11.2.18 Trastevere. La Comunità di Sant’Egidio festeggia cinquant’anni. Il pranzo di Natale nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Messa a San Giovanni per i 50 anni con Riccardi, Gentiloni, Raggi, Fedeli, Madia e Tajani. Ha celebrato il cardinale Parolin. La Comunità riuscì a far raggiungere la pace in Mozambico il 4 ottobre 1992, una guerra civile aveva fatto un milione di morti.

16.3.18 Trastevere. Il piccolo cinema America non andrà via da Trastevere dopo la chiusura di piazza San Cosimato. La rassegna cinematografica sarà ospitata dal liceo scientifico Kennedy nel suo cortile interno, si parte il primo giugno. Via Nicola Fabrizi angolo via Dandolo.

15.4.18 Gianicolo. Vandali in azione nella notte tra venerdì e sabato hanno scaraventato a terra i busti marmorei di due difensori della Repubblica Romana: Enrico Guastalla e Melchiorre Cartoni. Il primo è già stato collocato sul piedistallo.

18.4.18 Trastevere. Vandalizzata con scritte la fontana della Botte in via della Cisterna.

8.5.18 Trastevere. Risplende la facciata di Santa Maria in Trastevere. Maria che allatta il bambino, le vergini stolte e quelle sagge le sono accanto nel mosaico della facciata. 15 mesi di lavori. Grande cura alla meno nota e più moderna affresco di Silverio Capparoni nel timpano sotto tra i finestroni e al lato del mosaico. Questi dipinti sono il megafono del mosaico. Realizzate in stile neo medioevale. Gerusalemme nel triangolo di sinsitra sopra la navata era praticamente sparita, l’abbiamo ricostruita grazie ai molti dettagliati segni dell’incisione.. Betlemme sul lato opposto invece stava meglio, perché protetta dal campanile. Consolidata la foglia d’oro delle finte tessere di mosaico. Il restauro del 1987 si concentrò sul mosaico del XII secolo in cui si pensa che abbia operato il Cavallini. Restaurate anche le colonne n porfido, le statue del Settecento in travertino, fino ai dipinti dell’Ottocento. La spesa è stata di 400.000 euro, grazie agli incassi del Colosseo.

22.5.18 Casa delle donne al Buon Pastore. Manifestazione di donne in piazza del Campidoglio contro la decisione del Comune di mettere a reddito con un bando l’edificio. Da oltre 30 anni è sede della Casa delle Donne. In questi anni ha accumulato un debito di 800.000 euro. L’affitto richiesto, abbattuto del 90% rispetto ai prezzi di mercato è di 8.000 euro al mese, ma ogni mese vengono versati solo 3.000 euro. IL consorzio chiede di ricalcolare gli arretrati sulla base dei lavori svolti nell’immobile.

24.5.18 Trastevere. Duecento cittadini hanno deciso di ricorrere alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Chiedono di essere risarciti “per il sonno mancato”, troppo il chiasso di notte nel rione per la movida eccessiva. Nel gennaio scorso i giudici di Strasburgo hanno accolto il ricorso presentato da un signore 87° di Valenzia che lamentava le notti non dormite per la movida selvaggia.

26.5.18 Trastevere. Il bando per i film in piazza San Cosimato va deserto. Non ci sarà nulla questa estate.

30.5.18 Trastevere. Il cinema America trasloca, da piazza San Cosimato si divide in tre, per oltre 200 serate di proiezioni e 190 film. Zingaretti: Orgogliosi di aver dato una mano. Sarà nel liceo Kant e due sedi in periferia: alla Cervelletta (Tor Sapienza) e al porto turistico di Ostia. Il Cinema America era stato occupato nel 2012, se ne voleva fare appartamenti. Nel 2014 lo sgombero, parte l’esperienza piazza San Cosimato, quest’anno il Comune mette a bando l’arena.

20.6.18 Trastevere. Torna il cinema di notte in piazza San Cosimato, dal 2 luglio, accordo con il comune dopo il bando andato deserto.

29.6.18 Trastevere. Ressa al bar di San Calisto, tre giorni di chiusura per il locale. Gli abitanti si mobilitano in difesa del gestore. Il 3 giugno rave improvvisato da un gruppo di ragazzi che giunsero in piazza alle due del mattino con un furgone che sparava musica a tutto volume.

1.7.18 Cinema America. Trastevere. Il ministero dei Beni Culturali fissa una tutela per il cinema che la proprietà voleva prima trasformare in appartamenti poi in un supermercato. “Esempio di rilievo nel panorama dell’architettura italiana della seconda metà del Novecento”. Nel 2014 gli eredi del progettista Angelo Di Castro si mossero per chiedere il riconoscimento artistico della sala occupata nel 2012. Nel 2014 Dario Franceschini pose un vincolo storico ma nel 2017 il Consiglio di Stato considerò quella decisione illegittima. Tutelati rimanevano i mosaici di Anna Maria Cesarini Sforza e Pietro Cascella.

10.7.18 Trastevere. Clochard ucciso a bastonate da altro clochard per il possesso di una panchina nel giardinetto davanti al Ministero della Pubblica Istruzione. Il morto è Marian Dinu, romeno di 44 anni.

26.7.18 Trastevere. Casa delle Donne. Il Comune insiste: o paga o revoca della convenzione.

21.8.18 Villa Sciarra. Gianicolense. Trastevere. Amici di villa Sciarra, è un comitato di cittadini che cura il verde pubblico dal 2015, ogni mese pulizia della villa con decine di cittadini e famiglie, realizza progetti con le scuole per la tutela e valorizzazione del parco, nel 2017 una raccolta di 6.000 firme per i luoghi del cuore del Fai, nel 2018 piantate decine di rose con i bambini.

8.9.18 Trastevere. Gianicolo. Durante il temporale della notte (ore 5,30 del mattino) un fulmine a colpito il basamento della statua di Garibaldi, area transennata, si valuta la stabilità del cavallo. Crollato un bassorilievo, sul lato Nord che raffigura un leone e crepe nel basamento.

22.10.18 Cronaca. Gianicolo. Ubriaco e drogato alla guida di una Peugeot colpisce tre auto, tre feriti, uccide un uomo sulla Vespa, Jacopo Bruni di 50 anni, guardia giurata. E’ successo alle ore 4 di mattina. E’ successo all’altezza del Faro. L’autore del terribile incidente è un ragazzo di 21 anni della Magliana G. M.

7.11.18 Trastevere. Cultura. Riapre dopo ottanta anni la saletta Pompeiana all’interno della villa Farnesina. Era un semplice pianerottolo della scala che scendeva alle cucine di Agostino Chigi. Nell’Ottocento si trasforma in anticamera, ornata in stile pompeiano da un’artista ancora da indentificare. Gli scavi di Ercolano e Pompei, la riscoperta di Paestum, appassionarono la nobiltà e la borghesia dell’Ottocento e così queste decorazioni sono in stile pompeiano. Negli anni Trenta Guglielmo Marconi, in qualità di presidente dell’Accademia d’Italia, trasformò la saletta sul suo ambiente di servizio, gabinetto privato, negli anni Ottanta la saletta venne divisa mediante boiserie che coprirono parte degli affreschi.

23.11.18 Cultura. Collezione Torlonia. Trastevere. Problemi nell’eredità. Uno dei figli del principe Alessandro ha impugnato il testamento, il forse la mostra. La mostra a palazzo Caffarelli, consentirebbe per la prima volta di esporre 96 delle 620 oper della collezione che sono sepolte in alcuni stanzoni al piano terra di palazzo Torlonia in via della Lungara. Oltre la metà delle opere è già stata restaurata da Maria Carruba grazie allo sponsor Bulgari. Incaricato dell’allestimento è l’archistar David Chipperfield, poi al Louvre e alla National Gallery di Washington. Dal 1976 le opere sono chiuse in uno stanzone, al loro posto 90 mini appartamenti. Il principe venne denunciato per abusi edilizi. Da allora invisibile. Il tribunale diede incarico a Carlo Gasparri – come perito – di studiare la collezione. Le opere arrivavano dalle collezioni Vitali, Caetani e Giustiniani; altre dai possedimenti nella villa dei Quintili, villa di Massenzio e dalla Caffarella. Oltre che dalla via Latina, Porto e Centocelle. Tra i pezzo più pregiati: Hestia Giustiniani, Diadumenos di Policleto, la fanciulla di Vulci, l’Atleta Amelung e i busti di diversi imperatori. Antonio Cederna scrisse memorabili articoli. Si deve a Dario Franceschini l’accordo che prevedeva la mostra.

24.11.18 Cultura. Collezione Torlonia. Trastevere. Il consulente tecnico nominato dalla Procura certifica che le firme del defunto principe sono autentiche. Era in buone condizioni di salute. Il pm ha chiesto l’archiviazione. Sarà ora il gip a dover decidere.

27.11.18 Cronaca. Trastevere. E’ morto Bernardo Bertolucci all’età di 77 anni. Viveva in via della Lungara 3 (dal 1971, prima a Monteverde), ogni mattina colazione al bar Settimiano, sotto l’arco, poi passeggiata fino a Santa Maria in Trastevere. Camera ardente nella sala della Protomoteca in Campidoglio. E’ stato al fianco dei ragazzi del Cinema America.

29.11.18 Gianicolo. Comune. Il comune deve pagare l’Artiglieria per il cannone che spara a mezzogiorno, si tratta di 50.000 euro l’anno, mancano i pagamenti dal 2015.

30.11.18 Ponte Cestio. Iniziata l’operazione di pulizia dai graffiti del ponte.

28.1.19 Trastevere. Casa delle donne. Ultima offerta, pronti a consegnare 300.000 euro al Comune per l’affitto dei locali del Buon Pastore. Concerto nella sala Sinopoli con Fiorella Mannoia, Paola Turci, Emma, Luca Barbarossa, Laura Morante e altri.

8.2.19 Trastevere. Piazza San Calisto. Sarà riqualificata su progetto del I Municipio, sarà ripavimentata con lastre di basalto.

10.3.19 Trastevere. Ripulito ponte Cestio da una ditta, senza oneri per il comune.

15.03.19 Trastevere. Palazzo Corsini. Gli scavi per la messa in sicurezza dell’Accademia dei Lincei riportano alla luce i resti di un negozio e di un formo per la ceramica. Tali resti raccontano la vita degli artigiani di Trastevere nel terzo secolo dopo Cristo. Decine di olearie usate in edilizia per drenare l’umidità del fiume, ma tutto sarà ricoperto.

18.4.19 Trastevere. Palazzo Corsini. Una fornace di epoca romana con tante anfore olearie scoperta e indagata dalla soprintendenza nel giardino di palazzo Corsini. E’ il più antico laboratorio nel cuore della città. Ha operato tra il I sec a.C. e il III sec.

20.4.19 Trastevere. Parcheggia l’auto in viale Trastevere, ang. Via Induno blocca i binari della linea 8 per due ore. Per interruzione di pubblico servizio rischia l’arresto fino a un anno.

20.4.19 Trastevere. Scuola Regina Margherita. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte incontra gli alunni di una classe II, il video diffuso online e nei tg senza il consenso dei genitori.

20.4.19 Trastevere. Torna agli eredi il tesoro dei Torlonia, i giudici revocano il sequestro. Ora la collezione di statue antiche composta di ben 623 pezzi potrà essere esposta a palazzo Caffarelli in autunno. Le opere sono chiuse nel sotterraneo di un palazzo di via della Lungara. La selezione di opere che saranno esposte sono un centinaio, in parte già restaurate. La lite tra gli eredi riguarda un patrimonio di un miliardo e 800 milioni, palazzi, terreni e quote societarie. Tutte le opere d’arte sono state trovate nei terreni dei Torlonia o acquistate sul mercato antiquario. Dopo l’esposizione di Roma le opere verranno esposte in altre città europee.

3.5.19 Cronaca. Trastevere. Ponte Sisto. Donna di 37 anni spinta giù dal ponte nella notte tra l’1 e il 2 maggio, si chiamava Imen Ghatbri. Si ipotizza che sia stata spinta da un uomo che ha tentato un approccio con lei che abitava a Montesacro. Forse è l’uomo che ha trascorso la serata con lei in un bar.

12.5.19 Trastevere. Ponte Sisto. Arrestato l’assassino di Imen. Incastrato dalle telecamere e dal super teste. Per giorni i poliziotti lo hanno cercato nei bar dell’Aurelio. Rintracciato in via Anastasio II. E’ Stephan Iulien Catoi di 30 anni, romeno con precedenti per reati contro il patrimonio. E’ sospettato di aver ucciso Imen Chatbri la 37enne ex campionessa di giavellotto di origini tunisine, uccisa nella notte tra il primo e il 2 maggio, gettato da lungotevere dei Vallati presso ponte Sisto. Lui nega tutto. Ma le telecamere di sicurezza lo hanno ripreso che seguiva la vittima dal bar di piazza Venezia dove aveva passato del tempo con lei e un’altra persona. Dopo averla gettata le ha rubato i telefonino e il portafogli per cancellare ogni traccia. C’è inoltre la testimonianza del coinquilino che ha passato con loro due la serata in un locale vicino piazza Venezia, si sono salutati verso le ore 1,30. Alla base del gesto il rifiuto della donna alle avances dell’uomo.

21.5.19 Trastevere. Cronaca. Il killer di Imen doveva essere in carcere. L’uomo era stato fermato per furto ma rimesso in libertà nonostante la richiesta di carcerazione. Il tribunale aveva disposto l’allontanamento da Roma mai rispettato: pochi giorni dopo l’assassinio.

29.5.19 Villa Sciarra. Trastevere. Monteverde Vecchio (Gianicolense). Dal 31 maggio mostra fotografica C’era una volta villa Sciarra, 230 foto d’epoca saranno esposte all’Istituto di Studi Germanici dalle 10 alle 13 e dalle 16,30 alle 18,30.

4.6.19 Fontane restaurate da Fendi. Trastevere. Sallustiano. Trionfale. Campo Marzio. Il fontanone del Gianicolo, del Mosè in piazza San Bernardo, fontana di piazzale degli Eroi e il ninfeo del Pincio. Questi restauri stanno per partire dopo che la maison ha restaurato fontana di Trevi e le Quattro Fontane.

2.8.19 Trastevere. Chiude il Cinema America con un grande successo: 100.000 presenze. Quest’anno tre le arene: San Cosimato, Ostia porto turistico e Parco della Cervelletta a Tor Sapienza. 104 i film proiettati ad ingresso gratuito.

5.8.19 Trastevere. Il bar San Calisto nella piazza omonima compie 50 anni. Il bar è gestito da Marcello Forte, ieri festa con musica in piazza.

13.8.19 Trastevere. Ponte Sisto chiude per invasione di api. Insetti sui lampioni e balaustre.

24.8.19 Trastevere. Gianicolo. Da un anno il monumento a Garibaldi è transennato. Venne colpito da un fulmine.

26.8.19 Trastevere. Ospedale Bambino Gesù. Nei prossimi anni raddoppierà la sua capacità di cura e inaugurerà tre nuovi poli sanitari entro il 2022. Il primo in viale di Villa Pamphili per un nuovo centro specialistico (in tre strutture cedute dalla città metropolitana) in trapianti e lottaa ai tumosi. Nei prossim tre anni saranno realizzate altre due strutture: un nuovo proto soccorso al Gianicolo e un centro per le cure palliative a Palidoro, in una struttura già esistente. L’obiettivo è di avviare i lavori entro il 2020 e concluderli entro il 2022. L’ospedale è nato in una stanzetta con quattro letti in via delle Zoccolette nel 1869, oggi assiste bambini di tutto il mondo e conta 607 posti letto, 28.000 ricoveri l’anno, 84.000 accessi al Pronto Soccorso, quasi due milioni di prestazioni ambulatoriali.

13.9.19 Trastevere. Piazza San Calisto, presto al via il progetto di riqualificazione della piazza completamente finanziato da alcuni esercenti (70.000 €), ampi marciapiedi, colonnini di travertino contro sosta selvaggia.

17.9.19 Trastevere. Per i senza casa, aperta una farmacia di strada in via della Lungara.

19.9.19 Trastevere. Il Trastevere Calcio 1909 festeggia oggi i 110 anni di attività sportiva, la festa si terrà nello storico locale ex GIL di largo Ascianghi 5, con Raggi, Malagò presidente del Coni. Oggi gioca nel campionato dilettanti. Il logo della Comunità di Sant’Egidio sulla sua maglia. Anche una mostra fotografica. Nella squadra hanno giocato Francesco Totti, Fulvio Bernardini.

8.10.19 Trastevere. Per l’aggressione squadrista ai ragazzi del cinema America nella notte tra il 15 e il 16 giugno arresti domiciliari ai tre aggressori di Casa Pound.

21.10.19 Trastevere. Torna la banda degli Atm, in un mese quattro colpi. Due furti a Trastever con modalità identiche e altri due tra via Nazionale e Monti. Le casse di prelievo contante portae via forzando le saracinesche o utilizzando l’esplosivo. Ultimo colpo in vicolo del Cinque il 13 ottobre alle 4,30.

19.11.19 Trastevere. Da maggio parzialmente pedonalizzata piazza San Giovanni della Malva (tra ponte Sisto e porta Settimiana).

20.11.19 Trastevere. Riapre il cinema Troisi chiuso dal 2013. Il 25 novembre prenderanno il via i lavori di riqualificazione della struttura per riaprirla nel 2020 autunno. Nella città 50 cinema chiusi o abbandonati. A gestirlo saranno i ragazzi del Cinema America, di via Natale del Grande, cinema chiuso, occupato 2012, sgomberato nel 2014, poi le arene estive in piazza San Cosimato, quest’anno anche a Ostia e Tor Sapienza. Sarà una sala da 300 posti, unico schermo da 13 metri, digitalizzazione 5K di ultima generazione, un foyer bar, un’aula studio e biblioteca da 40 postazioni aperta h24. Il progetto degli architetti Claudia Tombini e Raffaella Moscagiuri verrà realizzato attraverso un investimento di 1,4 milioni di euro la maggior parte attraverso un bando del Mibact. Valerio Carocci, di anni 28 è il leader dell’associazione cinema America.

24.11.19 Trastevere. Monteverde Vecchio. Iniziata la riqualificazione di villa Sciarra. Investiti 250.000 euro. Verranno riparati i viali ripristinate le cunette e le caditoie, sostituite le panchine, riqualificata l’area del ninfeo con nuovi alberi, saranno potate le siepi e gli arbusti.

26.11.19 Regione Lazio. Trastevere Appio Claudio. La Regione si impegna a tenere in vita Lucha y Siesta e la Casa Internazionale delle Donne.

27.11.19 Trastevere. Campo Marzio. Castro Pretorio. Trionfale. Terminati gli interventi di manutenzione straordinaria per quattro fontane: il Fontanone del Gianicolo o mostra dell’Acqua Paola, la Fontana del Mosè in piazza San Bernardo, la fontana del Peschiera in piazzale degli Eroi e la mostra della nuova Acqua Vergine al Pincio in viale Gabriele D’Annunzio. Lavori resi possibile grazie a una donazione della maison Fendi di 280.000 euro..

 

31.1.20 Trastevere. Chiesa di San Francesco a Ripa. Terminato il restauro della Beata Ludovica Albertone, capolavoro di Bernini, un’estasi mistica innegabilmente erotica.

4.2.20 Trastevere. Crollano vetrina e cornicione del cinema America. E’ successo nella notte tra domenica e lunedì.

6.2.20 Trastevere. La Casa delle Donne è salva. La maggioranza stanzia 900.000 euro nel decreto Milleproroghe per coprire i debiti della Casa al Buon Pastore in via della Lungara.

7.2.20 Trastevere. Salvataggio della Casa delle Donne bloccato dai Cinque Stelle. Nella commissione bilancio e affari costituzionali è stato bocciato l’emendamento (Pd M5S IV) che prevedeva lo stanziamento di 900.000 euro per saldare i debiti della Casa delle Donne. Già i grillini capitolini avevano votato una mozione che prevedeva lo sfratto.

9.2.20 Prati. Trastevere. Don Bosco. Ardeatino. Agonia dei cinema. In vendita l’Adriano (27 milioni), l’Atlantic (11 milioni), il Roma (chiuso dal 2002) e l’Ambassade (2,6 milioni) in via Accademia degli Agiati alla Montagnola. A Roma ci sono 40 cinema chiusi e abbandonati da anni. Si spera che pur cambiando la proprietà resti la loro funzione.

18.2.20 Trastevere. Casa delle Donne. L’attività della casa vale 700.000 euro l’anno, Zingaretti in soccorso dello spazio di via della Lungara: “Vittime di una sciatta aggressione istituzionale”. Parte la sperimentazione per calcolare il costo dei servizi offerti.

8.5.20 Trastevere. Roma in cronaca nera. Sulla banchina del Tevere nei pressi di ponte Sisto, lite tra clochard: un morto, un rumeno di 38 anni. Nuovo arresto per Massimo Galioto, punkabbestia di 45 anni, assolto per il delitto dello studente americano della John Cabot Beau Solomon avvenuto il 30 giugno 2016 nei pressi dell’Isola Tiberina. Questa volta è stato inchiodato dai video fatti con il telefonino dai passanti.

13.5.20 Trastevere. Roma in cronaca nera. Il pm accussa Massimo Galioto: “E’ il ras degli sbandati”, per l’autopsia il rivale è stato ucciso a botte.

29.5.20 Trastevere. Si potrebbe aprire una nuova era per il rione. Molti proprietari di b&b pronti ad affittare per lunghi periodi. Un’occasione unica per ristabilire la fisionomia della zona stravolta dal turismo mordi e fuggi. La presidente del I municipio “Dobbiamo far si che diventi conveniente affittare le case per un lungo periodo: propongo una cedolare secca”. Nel 2018 ben 10.000 residenti si sono trasferiti altrove. Per la scrittrice Laura Mancini uno dei simboli è il bar in piazza san Cosimato, i supplì di San Francesco a Ripa, la libreria Trastevere in via della Lungaretta 90 e.

13.6.20 Trastevere. Ospedale Bambino Gesù. Trapianto su bimbo positivo: usato il plasma di un malato che è guarito. L’intervento all’ospedale Bambino Gesù, il piccolo di sei anni è affetto da leucemia, ora sta bene. La trasfusione ha permesso l’operazione al midollo con le cellule staminali del padre. Intervento effettuato dal professor franco Locatelli.

2.7.20 Trastevere. All’ex Gil di Luigi Moretti inaugurato un polo culturale della Regione un food lab (prima scuola pubblica di cucina d’Italia) con chef stellati e piatti gournmet. Ci saranno le della scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè, e uno spazio di formazione ai dipendenti regionali, comunale Asl.

2.7.20 Trastevere. Nuova illuminazione di Santa Maria in Trastevere.

5.7.20 Trastevere. Cinema America. Il presidente del consiglio Conte in piazza San Cosimato venerdì per il film del cinema America. Sabato Ama ha cancellato i quadranti blu in cui sedersi per seguire il film.

5.7.20 Trastevere. Filmstudio. La Regione ha dato il via al progetto di riqualificazione in accordo con i direttori artistici Armando Leone e Stefano Pierpaoli, sarà ultimato entro la prossima estate. Delle due sale una sarà mantenuta per le proiezioni l’altra per eventi, presentazioni e rassegne con una caffetteria. Sarà aperto anche la mattina con corsi di formazione sul cinema. Era stato inaugurato il 2 ottobre 1967 era un tempio per cinefili frequentato da Moravia, Pasolini, Rossellini, Dacia Maraini, Michelangelo Antonioni. Sfrattato nel 1985 era tornato nella sede storica nel 2000. Nel 2017 era morto il fondatore Americo

 

 

7.7.20 Trastevere. Campitelli. Eur. Morto il compositore Ennio Morricone nato a Trastevere il 10 novembre 1928. Diplomatosi a Santa Cecilia. Ha abitato all’Ara Coeli, negli ultimi anni viveva all’EUR. Proposta dei M5S di intitolargli l’Auditorium.

26.7.20 Trastevere. In barca la Madonna de Noantri, ma senza processione per le misure anti covid.

28.7.20 Trastevere. Casa delle Donne, il Comune insiste: “Debito a rate, poi spazio messo a bando”.

30.7.20 Trastevere. Cinema America. Dopo le aggressioni decisa la scorta per Valerio Carocci. Solidarietà dalla sindaca Raggi e da monsignor Matteo Zuppi ex parroco di Santa Maria in Trastevere o vescovo di Bologna.

1.8.20 Trastevere. Gianicolo. Apre il teatro dei Burattini del Gianicolo, due ventenni fanno ripartire l’attività avviata 60 anni fa dai coniugi Piantadosi. Sono Manuel Pernazza e Alessia Luongo di 21 e 28 anni.

5.8.20 Trastevere. Nasce a fine mese il parco sul Tevere tra ponte Sisto e ponte Mazzini. Al progetto stanno lavorando Agenda Tevere, Comune e Regione. Sarà un’arena per musica e cultura.

14.8.20 Trastevere. L’ufficio decoro urbano ha ripulito completamente su tutte e due le rive le dieci scalinate d’accesso al Tevere tra ponte Sisto e ponte Mazzini. Cancellate scritte vandaliche, eliminata la vegetazione infestante e sanificato il tutto. Dopo il lavaggio steso un prodotto anti graffiti (notizia del 12).

20.8.20 Trastevere. Violentata durante una festa. Arrestato un giovane della Sierra Leone (disposta la custodia in carcere), a chiamare la polizia un’amica della vittima. L’aggressione avvenuta in una casa in via della Lungara. Sentiti i testimoni. I fatti risalgono alla notte tra il 14 e il 15 agosto.

6.9.20 Trastevere. Inaugurata la “Piazza Tevere” una spiaggia aperta a tutti, gratuita tra ponte Sisto e ponte Mazzini, sarà aperta dalle ore 11 alle ore 22, venerdì e sabato fino alle 24. Fino al 25 ottobre.

13.9.20 Trastevere. Ospedale Bambino Gesù. Bambino di due anni – Giacomo di Taormina - muore per pacemaker posto al contrario. Otto medici dell’ospedale indagati per omicidio colposo.

4.10.20 Trastevere. Casa delle Donne. Un emendamento Pd Italia Viva salva la Casa internazionale delle donne. Il via libera è arrivato venerdì sera in Senato, commissione bilancio, garantirà alle femministe 900.000 euro. Servirà per pagare gli affitti arretrati, porrà fine al braccio di ferro con il Comune.

18.12.20 Trastevere. Gianicolo. La statua di Garibaldi colpita da un fulmine il 7 settembre 2018 è ancora danneggiata, non è stata restaurata.

30.1.21 Trastevere. Via al restauro della loggia di Galatea, fine lavori in autunno. Siamo nella villa Farnesina a Trastevere voluta dal banchiere senese Agostino Chigi che commissionò a Raffaello il Trionfo della ninfa marina Galatea nella villa progettata da Baldassarre Peruzzi. Quando nel Seicento la villa passò ai Farnese la loggia venne chiusa. Sono all’opera due squadre di restauratori composte da cinque studenti dell’Istituto Centrale del Restauro e un professore che studiano il disegno originario, gli interventi decorativi successivi che porterà al recupero cromatico dell’ambiente. Il cantiere è finanziato con trecentomila euro dal Mibact attraverso il Fondo per lo Sviluppo del Paese.

17.4.21 Trastevere. Ergastolo per Massimo Galioto il 45 enne accusato dell’ omicidio del clochard romeno Emauel Stoica di 38 anni il 7 maggio scorso sulla banchina sotto ponte Sisto.

17.5.21 Trastevere. Si sporge su ponte Garibaldi per un selfie precipita per 20 metri, è in coma. Era in vacanza a Roma con altri tre amici campani.

18.5.21 Trastevere. Casa delle Donne. Il Comune in una memoria di giunta elimina il bando per assegnare l’edificio occupato dalla Casa delle Donne, compare il comodato d’uso gratuito. Il parlamento aveva destinato 900.000 euro per estinguere il debito della casa delle Donne.

2.6.21 Trastevere. Trionfale. Collatino. L’associazione Piccolo Cinema America avrà come location il parco di Monte Ciocci, San Cosimato e parco della Cervelletta.

22.6.21 Trastevere. In piazza San Giovanni della Malva una statua della porchetta dell’artista Amedeo Longo. L’installazione temporanea fa parte di un progetto di rigenerazione del centro storico promosso dal municipio con il Mibac. Al progetto partecipano gli studenti delle Accademie di Belle Arti. Gli animalisti insorgono.

25.6.21 Trastevere. Un vino romano doc. All’orto botanico su un terreno di 520 mq adiacente alla foresta di bambù si trova un vigneto formato da una selezione di vigne delle 20 regioni italiane. Dal 2018 questo esperimento si deve a Luca Maroni e alla sorella Francesca. Da questo vigneto si ottiene un vino.

22.7.21 Celio. San Lorenzo. Trastevere. Per la movida selvaggia gli abitanti del Celio pronti alla class action contro il comune. Partiranno richieste di risarcimenti al Comune.

28.7.21 Trastevere. Addio a Dino Impagliazzo, lo chef dei poveri. Funerali in Santa Maria in Trastevere. Aveva fondato Romamor e preparava 300 pasti al giorno per i senza tetto. Venne premiato da Mattarella.

25.8.21 Trastevere. Riapre la sala Troisi con 300 posti e il film Palma d’oro. Il 21 settembre l’inaugurazione del cinema in via Induno dopo anni di sotacoli burocratici. Un milione di euro dai Beni Culturali più gli sponsor.

5.9.21 Trastevere. Chiude dopo 67 anni la scuola di Danza Mimma Testa di via di San Francesco di Sales

21.9.21 Trastevere. Inaugurato ieri il cinema Troisi nell’ex GIL di via Induno progettato da Luigi Moretti, 300 poltrone color amaranto, proiettore di ultima generazione e schermo di 13 metri. Con sala studio aperta h24, 7 giorni su sette, 150 metri quadri e 45 postazioni che diventano 80 considerando lo spazio esterno. Restauro degli architetti Raffaella Moscaggiuri e Claudia Tombini. Il restauro grazie al finanziamento del ministero della Cultura e in forma minore di Regione Lazio, Siae, Bnl e donazioni.

20.11.21 Trastevere. Minacce di morte a Valerio Carocci del cinema America. Solidarietà bipartisan.

25.12.21 Trastevere. Chiesa di Santa Maria in Trastevere. Il sindaco Gualtieri a pranzo con i poveri (150 senza fissa dimora) nella chiesa organizzato dalla comunità di Sant’Egidio.

6.1.22 Trastevere. Gli strappa la lingua durante una lite. E’ successo alle quattro della notte in un b&b di via degli Orti di Alibert, la cena fuori, l’alcool in eccesso, lei con un morso strappa la lingua a lui, portato all’ospedale San Camillo i medici provano a riattaccargli la lingua (che intanto lei conservava in frigo) ma il tentativo non riesce. Si tratta di turisti belgi di Liegi.

11.2.22 Celio. Campitelli. Trevi. Trastevere. Europa. Appia Antica. Regione Lazio. Su Roma e il Lazio arrivano 53,6 milioni dal Mibac per i beni culturali. Al Colosseo 4,5 milioni per completare la ricostruzione in legno dell’arena, restaurare porta Triuphalis (dove entravano i gladiatori) e porta Libitinensis (dove uscivano i gladiatori morti), sistemare il podio e l’iscrizione di Teodosio II e Valentiniano III. Per il Vittoriano 14 milioni per l’impianto antincendio e la messa in sicurezza di tutto l’edificio. Per Palazzo Poli e il palazzo della Calcografia 4,3 milioni per valorizzare i percorsi espositivi, per i laboratori e restaurare la facciata sulla fontana di Trevi. Per il palazzo del San Michele sede del ministero ci sono 2,5 milioni per il consolidamento e il recupero del palazzo seicentesco. Per il palazzo dell’Archivio Centrale dello Stato ci sono 4,4 milioni per sistemare 10 Km lineari di depositi. Sull’Appia Antica, nella villa di Massenzio con 7,5 milioni verrà realizzato un lavoratorio di restauro, una biblioteca e una archivio. Nella regione Lazio ci sono 14 milioni per il borgo di Viterno e 2,4 milioni per sistemare il palazzo baronale di Colonna.

1.4.22 Trastevere. Ospedale Bambino Gesù. Angelina Jolie in visita ai piccoli ucraini ricoverati.

26.4.22 Trastevere. Villa Sciarra. Transennata l’area giochi per i bambini da ottobre 2021.

24.5.22 Ama. Rifiuti. Monti. Trastevere. Da ieri è partito il doppio turno di raccolta dei rifiuti organici prodotti dalle utenze non domestiche. Alle ore 20 nei negozi, alle ore 24 nei locali. Il servizio verrà appaltato a ditte esterne per recuperare risorse Ama. Nuove squadre anche a Prati.

2.6.22 Trastevere. Colli Aniene. Aurelio. Tornano le arene del cinema a San Cosimato, alla Cervelletta e a Monte Ciocci dal 3 giugno al 31 luglio. Rimane attivo il cinema Troisi.

8.6.22 Trastevere. Nel carcere di Regina Coeli vi sono 943 reclusi quando la capienza massima è di 615. Nei giorni scorsi c’è stata una aggressione ad un agente penitenziario. Sovraffollati anche i detenuti a Rebibbia, Velletri, Civitavecchia e Viterbo. Nei 14 carceri del Lazio ci sono 5.653 detenuti di cui 2.093 stranieri e 407 donne. Altro grave problema è la riabilitazione attraverso il lavoro spesso assente.

10.6.22 Trastevere. Regina Coeli. Tre grandi murales realizzati nel carcere su progetto di 14 studenti dello Ied (Istituto Europeo del Design) realizzati con quattro detenuti per omaggiare le loro città: Roma, Lima e Buenos Aires.

12.6.22 Trastevere. Tangenti ai Bernabei, dopo dodici anni altri due vigili indagati. Si tratta dell’enoteca di via di San Francesco a Ripa angolo viale Trastevere.

16.7.22 Trastevere. Gianicolo. La base del monumento a Garibaldi sul Gianicolo, danneggiata da un fulmine il 7 settembre 2018, è ancora da restaurare nonostante siano stati reperiti i finanziamenti per il restauro che doveva essere completato nel 2021.

18.9.22 Trastevere. Witnesses, è il progetto dell’artista Maria Thereza Alves a cura di Sonia d’Alto vincitore del concorso indetto da Tevereterno in collaborazione con la Quadriennale di Roma che andrà a sostituire l’opera di William Kentridge sul muraglione del Tevere. Il murale di circa 400 metri si comporrà di quattro interventi nel tratto compreso fra ponte Sisto e ponte Mazzini. Maria Teresa Alves nata a San Paolo nel 1961, vive tra Napoli e Berlino è attivista per i diritti della popolazione indigena.

19.9.20 Sanità. Trastevere. Ospedale Bambino Gesù. Dopo due anni chiude il reparto covid.

23.9.22 Trastevere. Gianicolo. Il parcheggio del Gianicolo diventerà al Mall del Vaticano. Un centro commerciale aprirà per Natale con 50 esercizi commerciali di cui 12 food, un mix di brand noti e marchi di nicchia ma anche una galleria d’arte e iniziative solidali. Spazio anche alla tecnologia con sale immersive. Investimento di 15 milioni.

5.10.22 Trastevere. Restauri in corso sugli affreschi di Raffaello e del Sodoma a villa Farnesina.

8.10.22 Trastevere. Gianicolense. Villa Sciarra. Inaugurata dal sindaco Gualtieri nuova area giochi per bambini.

19.10.22 Trastevere. Via dell’Arco di San Calisto. Secondo alcuni qui è la casa più piccola di Roma.

Sembra una casa di paese, su due piani, con una scala esterna che poggia su un arco sotto il quale, originariamente, si trovava un ambiente riservato a stalla, a forno o a magazzino, che prende luce da una finestrella rettangolare protetta da inferriata. La scala termina su un piccolo ballatoio dal quale si accede all’unico ambiente di abitazione che prende luce dall’unica finestra, che a differenza di quella del pianoterra, è ad arco come le eleganti finestre quattrocentesche. Tra portone e finestra spicca una piccola edicola sacra con l’immagine della Madonna, inserita in una bella cornice a stucco e con una lanternina sempre accesa, davanti alla quale su un minuscolo piano d’appoggio sono sempre dei vasi di fiori. Il tetto sporgente protegge il ballatoio dall’acqua piovana, che viene raccolta da una grondaia, scende lungo un canale di lamiera introdotto nell’abitazione e viene probabilmente utilizzata per gli usi domestici. Sul tetto anche un minuscolo comignolo.

9.11.22 Trastevere. Domani inaugura una nuova galleria d’arte, Casa Triplef, di Federica Formilli Fendi in via delle Mantellate dov’era lo studio del pittore Mario Schifano.

24.11.22 Trastevere. Da inizio anno quattro ragazze che frequentano la John Cabot University sono state violentate, l’ultima una ventenne massacrata di botte nel suo appartamento, arrestato un cameriere. L’episodio si riferisce al 27 maggio.

2.12.22 Trastevere. Il cinema Troisi di via Induno vince il “Biglietto d’oro”, record di spettatori: 60.000. Valerio Carocci è il presidente dell’associazione Piccolo America.

27.12.22 Trastevere. Pranzo di Natale nella chiesa di Santa Maria in Trastevere della Comunità di Sant’Egidio con il sindaco Gualtieri.

17.1.23 Comune. Campo Marzio. Appia Antica. Appio Latino. Trevi. Trastevere. E’ morta Gina Lollobrigida nella clinica Pio XI in via Aurelia 559 (dopo piazza Irnerio). Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di via Ripetta, abitava sull’Appia Antica, ha lavorato alla Scalera Film di circ. Appia dove ha girato Il segreto di Don Chisciotte di Camillo Mastrocinque nel 1947, ha lavorato in via del Lavatore nel rione Trevi e a vicolo Moroni a Trastevere per la La città si difende nel 1951 di Pietro Germi. Camera ardente nella sala della Protomoteca in Campidoglio, funerali nella chiesa degli Artisti di piazza del Popolo.

30.1.23 Trastevere. Guerriglia anarchica in piazza Trilussa dove si è tenuto un sit in di un centinaio di anarchici. Un poliziotto ferito, una trentina di manifestanti asserragliati in un garage per sfuggire alla Polizia. Fioriere devastate, danneggiati motorini e cassonetti, scritte su muri e vetrine. L’iniziativa per chiedere lo stop al 41 bis per Alfredo Cospito, denunciati 41 manifestanti.

5.2.23 Trastevere. Santa Maria in Trastevere. Oggi verrà ricordata a mezzogiorno Modesta Valenti, donna morta 40 anni fa alla stazione Termini perché l’ambulanza si rifiutò di caricarla e portarla in ospedale.

 

 

 

 

 

 

 

 

1 Carlo Fontana (Rancate 1638 - Roma 1714) architetto e scultore italo svizzero è vissuto tra Seicento e Settecento, sua la facciata di San Marcello al Corso, la cappella Albani in San Sebastiano, santa Rita in Campitelli, fontana di sinistra in piazza san Pietro e la fontana in Santa Maria in Trastevere. Sua la cappella Cybo in santa Maria del Popolo. Ha lavorato all’Istituto San Michele dove ha lasciato un segno importante. Basilica dei Santi Apostoli. Tomba della regina Cristina di Svezia in San Pietro e dei papi Clemente XI e Innocenzo XII in San Pietro. Suo il progetto di chiudere con un terzo braccio il colonnato del Bernini di piazza San Pietro e di aprire una viale nella spina di Borgo, l’attuale via della Conciliazione. Suo il progetto di una chiesa dentro il Colosseo.

2 Pietro Cavallini (notizie dal 1273 al 1308) Pietro de Cerroni, detto... Pittore. La conoscenza delle sua opera è sostanzialmente legata a questi mosaici e all'affresco del Giudizio nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere riscoperti alla fine dell'Ottocento. Lavorò a Napoli, per conto degli Angiò, nel Duomo di Santa Mari Donnaregina. L'importanza di Cavallini è nel superamento della tradizione tardo bizantina, le figure ritrovarno il loro spessore e si inseriscono liberamente e naturalmente nello spazio. Cavallini operò questa trasformazione parallelamente a Giotto.

3 Domenichino Domenico Zampieri detto (Bologna 1581 - Napoli 1641) Pittore. Realizzò gli affreschi nella abbazia di Grottaferrata nel 1608-10, la Caccia di Diana alla Galleria Borghese. La sua attività più prestigiosa fu quella di pittore di paesaggi, come nel Guado alla galleria Doria o La fuga in Egitto al Louvre.

4 Mino del Reame scultore della seconda metà del XV secolo. Forse aiuto di Minoda Fiesole nella tomba di Pio II alle Grotte Vaticane, non lasciò alcuna opera certa, gli vengono attribuiti tra gli altri il ciborio del card. d'Eustoteville in santa Maria Maggiore e questo tabernacolo.

5 Virginio Vespignani (Roma 1808-1882) Architetto collaboratore di Poletti è stato molto attivo durante il pontificato di Pio IX soprattutto in opere di restauro essendo di formazione accademica. Sua la cappella della Madonna dell'Archetto nel rione Trevi (1851), il quadriportico del Verano, i restauri a porta San Pancrazio e Porta Pia.

6 Perin del Vaga (Firenze 1501 - Roma 1547) Pietro Bonaccorsi detto. Pittore. A Firenze lavorò nella bottega del Ghirlandaio, a Roma entrò in quella di Raffaello partecipando alle decorazione delle Logge Vaticane, eseguì in proprio la decorazione di palazzo Baldassini. Entrato al servizio dei Doria eseguì la decorazione di palazzo Fassolo a Genova, fondamentale per lo sviluppo della pittura nei palazzi genovesi. Tornato a Roma nel 1538 eseguì importanti commissioni per la corte papale come la sala Paolina e atre in Castel Sant'Angelo, il cartone per la spalliera del Giudizio Universale nella Cappella Sistina.

7 Carlo Maratta (Camerano, Ancona 1625 - Roma 1713) Pittore. La sua produzione è caratterizzata da un suggestivo accademismo, realizzò grandi tele a soggetto religioso come l'Immacolata Concezione a Siena in Sant'Agostino, oppure la Morte di San Francesco Saverio a Roma nella chiesa del Gesù e ancora, la Madonna in Gloria a Roma in Santa Maria del Popolo. Ha realizzato vasti affreschi celebrativi a Roma nel palazzo Altieri e a Frascati in villa Falconieri.

8 Martino Longhi il Vecchio (Viggiù ? - Roma 1591) E' il capostipite di una famiglia di architetti che dominarono a Roma alla fine del secolo. Progettò le facciate di San Gerolamo degli Schiavoni, di Santa Mari della Consolazione, il palazzo Borghese (che è la sua opera migliore), Santa Maria in Vallicella. Eseguì rifacimenti e completamenti di molti edifici. Il figlio Onorio iniziò San Carlo al Corso che fu completato dal figlio Martino Longhi il Giovane.

9 Caratello. Botte per trasportare il vino sui carri, dal latino carrus, in genere poteva contenere dai 25 ai 200 litri. Aveva una base molto larga. Ancor oggi in uso in Toscana per il vin santo.

10 Fontana della Botte. Per le notizie sull’acqua Marcia vedi la nota relativa alla fontana della Pigna.

11 Gherardo delle Notti Gerrit o Gerard van Honthorst, (Utrecht nel 1592 – 1656) pittore olandese. All’inizio della sua carriera visitò Roma dove venne a conoscenza delle opere dei maestri italiani, fu influenzato specialmente da Caravaggio. Le sue opere nei maggiori musei del mondo. Agli Uffizi “Adorazione del Bambino” del 1661-62. A Roma in Santa Maria della Scala il suo capolavoro “Decollazione del Battista” del 16

12 Antiveduto Grammatica Gramatica Pittore protobarocco nato a Siena nel 1571 e morto a Roma nel 1626. Così chiamato perché nato prima del termine. Chiamato Gran Capoccione a causa della sua specializzazione nel fare teste di uomini celebri. Nella sua bottega ebbe Caravaggio per un breve periodo. La sua prima opera è in San Stanislao dei Polacchi alle Botteghe Oscure. Sue tele in Santa Maria della Scala a Trastevere, alla Pinacoteca di Brera, a San Giacomo degli Incurabili al Corso.

13 Carlo Rainaldi (Roma 1611-1691) Autore della facciata della chiesa di Santa Maria in Campitelli e dell'abside di Santa Maria Maggiore. Facciata di Sant'Andrea della Valle. La chiesa del Suffragio in via Giulia, la cappella Spada nella Chiesa Nuova, la tomba di Clemente IX in Vaticano. Presentò un progetto per il Louvre.

Collaborò con il padre Girolamo (Roma 1570-1655 catafalco per Alessandro Farnese al Gesù e a Sisto V in Vaticano, chiesa di santa Teresa a Caprarola e santa Lucia a Bologna, tomba Sfrondati in Santa Cecilia in Trastevere) sia nel Palazzo Nuovo al Campidoglio che nel palazzo Pamphili in piazza Navona. Suo il progetto delle chiese gemelle di piazza del Popolo.

14 Cavalier d’Arpino Giusepppe Cesari detto (Arpino 1568 - Roma 1640)...pittore, autore degli affreschi nella sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio e della decorazione musiva della cupola di San Pietro. Giovanissimo lavorò con il padre alle Logge Vaticane sotto la direzione del Pomarancio, sarà presidente dell'Accademia di San Luca. Affresco con la Canonizzazione di San Francesco di Paola nel chiostro della Trinità de Monti e in Sant'Atanasio dei Greci (in via del Babuino). Affreschi oggi perduti in San Lorenzo in Damaso. A Napoli affresca il coro della Certosa di San Martino e quelli nella Sacrestia. Cappella Olgiati in Santa Prassede, cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. Nel 1600 affresca l'Ascensione nel transetto di San Giovanni in Laterano, villa Aldobrandini a Frascati tra il 1605 e 1612 e la cappella Paolina in Santa Maria Maggiore. Una sua tela nella chiesa della Trinità dei Pellegrini.

15 Alessandro Algardi (Bologna 1598 - Roma 1654) scultore e celebre restauratore di statue antiche soprattutto per incarico di Ludovico Ludovisi, oggi tutti i suoi lavori si trovano a palazzo Altemps. Celebre la statua in bronzo di Innocenzo X al Campidoglio e la tomba di Leone XI in San Pietro e il Casino Algardi all'interno di villa Pamphili che oggi appartiene alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

16 Farmacia della Scala. Secondo un’altra fonte la farmacia è stata aperta nel 1523. E’ rimasta aperta al pubblico fino al 1978.

17 Farmacia della Scala. Tutte le notizie da: it.wikipedia.org e amicidiroma.it.

18 Poesia di Raffaello alla Fornarina. Da: AA.VV. Enciclopedia di Roma (a cura di Claudio Rendina), Newton, 2005, pag. 469. Tutte le notizie sulla Fornarina anche da la rivista Roma ieri oggi e domani n. 29, del dicembre 1990, a pag. 26 articolo di Claudio Rendina “Le cortigiane del Rinascimento” con numerose foto.

19 Dorotei. Da Giorgio Bocca, cit. vol. III, pag.160.

20 Trilussa pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Salustri (1871-1950). Nato da padre cameriere originario di Albano e da una sarta bolognese, secondogenito, nasce in via del Babuino (presso l’imbocco di piazza di Spagna). All’età di tre anni perde il padre, la famiglia si trasferisce in via Ripetta e subito dopo in piazza di Pietra dal marchese Del Cinque, padrino di Carlo, qui conosce Filippo Chiappini poeta romanesco seguace di Belli. Fece le scuole fino alla terza elementare. Nel 1887, all’età di sedici anni presentò a Giggi Zanazzo, direttore del Rugantino, un suo componimento per la pubblicazione. In tre anni pubblicò 50 poesie e 41 prose. Nel 1889 pubblicò la sua prima raccolta di poesie “Stelle de Roma. Versi romaneschi”. Nel 1890 pubblicò un almanacco con un sonetto per ogni mese dell’anno. Ormai in fin di vita venne nominato senatore a vita, quando lo seppe disse. “Sono senatore a morte”. E’ sepolto al Verano.

21 Papa Paolo V Borghese papa dal 1605-21, si dedicò allo sviluppo di attività missionarie, sotto di lui Galilei venne condannato. Restaurò l'acquedotto dell'Acqua Paola, per opera del cardinale nipote furono costruiti l'attuale palazzo Rospigliosi e villa Borghese.

22 Giovanni Vasanzio architetto olandese morto a Roma nel 1621, il suo nome è legato al casino di villa Borghese, sue la facciata della basilica di San Sebastiano fuori le mura e villa Mondragone a Frascati (oggi sede dell’Università di Tor Vergata).

23 Sisto IV. Francesco Della Rovere. Celle Ligure 1414 – Roma 1484, papa dal 1471, nepotista e mondano favorì le ambizioni territoriali in Romagna del nipote Gerolamo Riario e con lui promosse contro i Medici la congiura dei Pazzi, fallita la quale lanciò l’interdetto contro Firenze che più tardi ritirò. Fu mecenate (Cappella Sistina).

24 Baccio Pontelli (1450-1495) architetto, soprattutto militare ed ebanista nativo di Firenze. Rocca di Ostia e chiesa di Sant'Aurea, rocca di Senigallia, mura di Jesi, progetto della Cappella Sistina realizzata da Giovannino De Dolci. Chiesa di San Pietro in Montorio. Sue le tarsie nello studiolo di Federico da Montefeltro ad Urbino.

25 Ponte Sisto. Una foto di ponte Sisto con un mulino galleggiante in Roma ieri, oggi domani, n. 44, pag. 76.

26 Galleria Giacomo Guidi. Tutte le notizie da: Open house Roma, maggio 2015, pag.12.

27 Cristina di Svezia regina di Svezia dal 1632 al 1654. Nel 54 abdicò per abbracciare la religione cattolica, fece un ingresso trionfale in Roma, tale evento fu molto pubblicizzato dalla chiesa cattolica. In suo onore fu restaurata porta del Popolo dal Bernini.

28 Clemente XII Corsini, di Firenze, papa dal 1730 al 1740. Inaugurò fontana di Trevi e la fontana di Porta Furba, Condannò la Massoneria, cercò invano di annettere il ducato di Parma.

29 Ferdinando Fuga architetto fiorentino del Settecento. Palazzo della Consulta, facciata di Santa Maria Maggiore, albergo dei Poveri a Napoli.

30 Baldassarre Peruzzi (Sovicille SI 1596 – Roma 1536), pittore, architetto, ingenere militare e archeologo.Studioso di architettura tale da incidere sullo sviluppo artistico del suo tempo. A Roma ha realizzato palazzo Massimo alle Colonne, a Bologna la cappella Ghisilardi in San Domenico.

31 Polifemo. Lo spaventoso ciclope di innamorò di Galatea, promessa sposa al pastorello Aci, ma non riuscì a sedurre la ninfa e per vendicarsi uccise il ragazzo, allora l’infelice Galatea trasformò il sangue dell’amato in un dio fluviale.

32 Teatro Stanze segrete. Notizie da: stanzesegrete.it.

33 Studio Lipoli e Lopez. Tutte le notizie da: lipolilopez.com.

34 Questo capoverso è tratto da: Emanuela De Notaris “A spasso nell’arte”, pubblicato in Pit giovani n.2 del 2005.

35 Liceo Kennedy. Sede centrale in via Nicola Fabrizi (sulla salita del Gianicolo).

36 Claudio Villa nome d’arte di Claudio Pica (Roma1926 – 1987) cantante ma anche attore. Vanta con Modugno il record di vittorie a Sanremo, con quattro. Per il temperamento fiero venne soprannominato il Reuccio. Ha pubblicato 82 album e venduto 45 milioni di dischi. Nato da famiglia umile, il padre era vetturino. Realizzerà una trentina di film, un pretesto per le sue esibizioni canore. Per quattro anni partecipa a Canzonissima. Nel 1952 sposa l’attrice Miranda Bonansea che l’anno dopo gli darà il figlio Mauro. Il matrimonio finirà dopo dieci anni. Negli anni Sessanta ha una relazione, della durata di sette anni, con la soubrette siciliana Noemi Garofalo da cui avrà altri due figli, nel 1962 Claudio, nel 1966 Manuela (in arte Villa), entrambi vengono riconosciuti dopo la sua morte. Nel 1973 si innamora di Patrizia Baldi che sposerà nel 1975, lei era più giovane di 31 anni. Dal loro matrimonio nacquero due figlie. Muore per infarto a Padova, le sue ceneri sono inumate nel cimitero di Rocca di papa nel cimitero di San Sebastiano, sulla tomba: “Vita sei bella, morte fai schifo” La sua morte fu annunciata da Pippo Baudo durante il festival di Sanremo.

37 Carcere di Regina Coeli. Secondo il sito del ministero di Giustizia l’edificio è stato trasformato in carcere tra il 1870 e il 1890.

38 Galleria Lorcan O’Neill. Tutte le notizie da lorcanoneill.com, exibart.com, artribune.com.

39 Questo capoverso è una citazione dall’articolo di Emanuela De Notaris dal titolo “A spasso nell’arte”, pubblicato in Pit giovani n.2 del 2005.

40 Leone X Giovanni de Medici, fiorentino, papa dal 1513 al 1521. Secondo figlio di Lorenzo il Magnifico. Ultimo Papa ad essere semplice diacono al momento dell'elezione. Eletto a soli 37 anni, pare che disse: "Poichè Dio ci ha dato il papato, godiamocelo". Celebre il ritratto che gli fece Raffaello oggi agli Uffizi. In anni in cui Francia e Spagna si contendevano il potere sull'Italia cercò di rimanere equidistante e di procurare vantaggi per la propria famiglia. Si alleò con Spagna e Impero contro la discesa in Italia di Francesco I. Favorì l'elezione di Carlo V all'impero.

41 Giulio Romano architetto e pittore romano, 1499- 1546, il miglior allievo di Raffaello, autore del Palazzo Te a Mantova della Madonna con Bambino a palazzo Barberini. Nel palazzo Ducale di Mantova progettò il cortile della Cavallerizza. Villa Lante a Roma.

42 Nanni di Baccio Bigio pseudonimo di Giovanni Lippi, architetto del Cinquecento. Nacque a Firenze ma lavorò soprattutto a Roma dove diresse i lavori di ristrutturazione di Castel Sant'Angelo, progettò palazzo Sacchetti in via Giulia ed eresse porta del Popolo. Lasciò impronta duratura a Monte San Savino.

43 Conte di Cagliostro. Nato a Palemo nel 1743, morto a San Leo nel 1795. Alchimista, esoterico, avventuriero, condannato per eresia e rinchiuso nella fortezza di San Leo dove morì. Condusse una vita errabonda spesa tra imbrogli nelle principali corti europee. Anche Goethe scrisse dalla sua figura. E’ conservato l’atto di matrimonio nella chiesa di San Salvatore in Campo (forse quella in via delle Coppelle - Scrofa). Da it.wikipedia.org.

44 Chassepot. Un’arma individuale in dotazione all’esercito francese dal 1866. E’ uno dei primi fucili a retrocarica con percussione ad ago, utilizzati in operazioni di larga scala.

45 Filippo Raguzzini . (Napoli 1680-Roma 1771) il più originale e brioso progettista del rococò a Roma. Le sue opere più note le realizzò a Roma: ospedale di San Gallicano a Trastevere nel 1725, la chiesa di San Sisto Vecchio nello stesso anno, la chiesa della Madonna della Quercia nel 1727, la chiesa di San Filippo Neri nel 1728, la chiesetta del santuario del Divino Amore nella campagna romana, la sistemazione della piazza di Sant'Ignazio considerata il suo capolavoro. Probabilmente completò la scalinata di Trinità de Monti nel 1731. E' da considerarsi il maggior seguace di Borromini.

46 Mazzamurelli. Nelle credenze popolari di un tempo i mazzamurelli erano una sorta di folletti o spiritelli che si divertivano a fare dispetti tipo: mettere in disordine, nascondere oggetti. Erano immaginati come nani vestiti da chierici o ricoperti di peli. Nelle vicinanze c’era una casa di un mago infestata da mazzamurelli, oggi tale casa è andata distrutta dall’apertura di viale Trastevere.

47 Benedetto XIV. Papa 1740-1758. Una fama di gaudente lo accompagnò al punto che il commediografo Alfredo Testoni creò sulla sua figura la commedia "Il cardinale Lambertini" interpretata da Gino Cervi. Nel 1741 volle la bolla contro lo schiavismo in America, seguì una legge sulle missioni contro l'usanza di adattare pratiche indigene alla religione come il culto degli antenati in Cina. Consacrò il Colosseo alla passione di Cristo e lo dichiarò sacro per il sangue versato dai martiri, da allora cessò la spoliazione del monumento.

48 Leone XII. Papa dal 1823 al 1829. Sotto il suo pontificato furono condannati a morte (1825) i carbonari Targhini e Montanari in piazza del Popolo. La sua tomba in San Pietro è davanti a quella di Cristina di Svezia

49 San Giovanni de Matha (Faucon de Barcelonnette 1154 – Roma 1213) fondatore dell’Ordine della Santissima Trinità; detto Doctor Emines, proclamato santo da Alessandro VII nel 1666. Venne a Roma sotto la protezione di Innocenzo III dove fondò un convento e un ospedale per i pellegrini presso la chiesa di San Tommaso in Formis al Celio. Incontrò e diede ospitalità a San Francesco. La sua memoria liturgica è il 17 dicembre.

50 Giovanni Battista Soria (1581-1651) architetto, attivo prevalentemente a Roma tra il 1620 e il 1640, nelle facciate delle chiese si è ispirato ai modelli del Vignola e di Maderno. Sua la facciata di Santa Maria della Vittoria, quella di San Carlo ai Catinari. Il suo capolavoro resta San Gregorio al Celio.

51 Scipione Caffarelli Borghese (Roma 1577-1633) nipote del papa Paolo V. A lui si deve la costruzione di palazzo Borghese e della villa fuori porta Pinciana.

52 Cosmati denominazione di marmorari attivi a Roma e nel Lazio tra il XII e il XIII secolo come architetti e decoratori.

Formarono varie botteghe, se ne ricordano sette membri appartenuti a quattro diverse generazioni. Sono famosi per i mosaici e le decorazini in luoghi ecclesiastici. Tra le loro opere più alte il pavimento e il ciborio di Santa Maria in Cosmedin e il duomo di Civita Castellana. (Da Universale Garzanti 2003). Hanno operato anche ad Anagni, Terracina, ecc. Univano alla scienza dell’architetto l’arte dello scultore e la raffinatezza del mosaicista. Ornarono le chiese di campanili, pavimenti, chiostri e arredi. I rappresentanti più celebri furono i Vassalletto e i Cosmati che diedero il nome di arte cosmatesca. Meravigliosa la cattedra episcopale di San Lorenzo fuori le mura e il chiostro di San Paolo fuori le mura dove si conserva il candelabro pasquale in marmo. (da: Roma, Libri per viaggiare, Gallimard Tci, 1994) E' loro il pavimento della navata mediana della basilica di San Giovanni a Roma.

53 Guercino pittore italiano del Seicento originario di Cento. Giovanni Francesco Barbieri. Autore dell'Aurora e degli altri dipinti nel Casino Ludovisi, della Sepoltura di Santa Petronilla oggi ai musei Capitolini. Della Morte di Didone alla galleria Spada.

54 San Crisogono vescovo di Aquileia, martire sotto Diocleziano, festa il 24 novembre. Il nome deriva dall'ebraico e significa "nato nell'oro".

55 Pietro Cavallini pittore italiano del Duecento, autore dell'affresco del giudizio universale nella chiesa di Santa Cecilia. Mosaici nell'abside di Santa Maria in Trastevere sulla vita di Maria.

56 Angelo Vescovali. (Milano 1826 – Roma 1895) ingegnere, partecipò alla prima guerra di indipendenza come volontario. Nel 1849 partecipò alla difesa della Repubblica Romana con Garibaldi. Gli venne commissionata la costruzione della ferrovia Roma-Ancona di cui divenne direttore generale. Come capo dell’ufficio idraulico municipale progettò ponte Garibaldi, ponte Umberto, ponte Palatino, ponte Regina Margherita e ponte Cavour.

57 Gabriele Valvassori (1683-1761) architetto romano del Settecento, ha lavorato a villa Doria Pamphili, all'altare maggiore di Sant'Agnese in Agone, nella chiesa di Santa Maria dell'Orto a Trastevere e in quella dei Santi Quirico e Giulitta in via Tor de' Conti (rione Monti), piccoli interventi in villa Aldobrandini a Frascati. Sua la facciata di palazzo Pamphili sul Corso.

58 Oscar Romero (1917-1980) arcivescovo di San Salvador, denunciò le violenze della dittatura militare, fu ucciso da un cecchino mentre celebrava messa. Ai suoi funerali la polizia sparò nuovamente facendo un'altra strage.

59 Orsini. Il palazzo Orsini a Roma è sopra il teatro di Marcello.

60 San Benedetto (Norcia 480 - Montecassino 547) di famiglia agiata, a 20 anni si ritirò a vita ascetica presso Subiaco, poi si spostò a Montecassino dove fondò l'attuale monastero in cui fu sepolto con la sorella santa Scolastica. Fondatore dell'ordine dei benedettini, con la Regola (540) voleva venerare Dio attraverso la preghiera e il lavoro: Ora et labora; venerato come santo da tutte le chiese cristiane che ammettono il culto dei santi. Si festeggia il 21 marzo e l'11 luglio, patrono d'Europa e degli Ingegneri. La Regola benedettina è informato al robusto spirito pratico dell’antica Roma. Nei monasteri benedettini gli amanuensi copiano le opere degli scrittori antichi cristiani e pagani.

61 Pietro Camporese il Giovane. (1792-1873) Nipote del Vecchio. A lui si deve palazzo Wedekind in piazza Colonna come ufficio centrale delle Poste Pontificie, l'ospedale di San Giacomo degli Incurabili al Corso (1831-46), l'Istituto di Belle Arti a via Ripetta. Fu patriota, liberale moderato, favorevole ad una soluzione di forza per liberare Roma con Garibaldi, dopo il 1870 fu consigliere comunale.

62 Cesare Valle. Roma 1902-2000) Laureato in ingegneria e successivamente in architettura nel 1924, assistente di Gustavo Giovannoni, libero docente dal 1938, diventa professore di urbanistica alla facoltà di ingegneria della Sapienza nel 1941 e vi rimane fino al 1972. Collabora alla stesura di piani urbanistici di Roma e di altre città, progetta numerosi edifici pubblici come la Casa del Balilla "Arnaldo Mussolini" a Forlì (1933-35) e il palazzo del Collegio Aeronautico sempre a Forlì. Nel 1938 realizza il PRG di Addis Abeba insieme ad Ignazio Guidi. Si occupa dell'attuazione del piano regolatore di Roma e degli studi del nuovo piano regolatore che sarà adottato nel 1962, la sua influenza sarà determinante.

A Roma ha realizzato: Casa Viola in lungotevere Marzio nel 1935, gli edifici del Comune nell'attuale via Petroselli (ex anagrafe) nel 1936-39, la scuola Cagliero al quartiere Tuscolano nel 1936, il liceo Giulio Cesare in corso Trieste nel 1937, il nuovo ponte alla Magliana con Guidi nel 1939-48, il palazzo dell'opera nazionale Maternità e Infanzia oggi ministero della Salute in lungotevere Ripa nel 1939.

I suoi figli Tommaso (1934), architetto, e Gilberto (1935), ingegnere, hanno fondato nel 1957 lo Studio Valle

63 Atleta Apoxiomenos un altra statua è stata ritrovata casualmente durante un'immersione subacquea da un turista belga presso Lussino nel 1996, ma il suo recupero fu possibile solo nel 1999. E' in bronzo, è originale greco, ora si trova al museo Archeologico di Zagabria (Croazia).

64 Baccio Pontelli. 1450-1495) architetto, soprattutto militare ed ebanista nativo di Firenze. Rocca di Ostia e chiesa di Sant'Aurea, rocca di Senigallia, mura di Jesi, progetto della Cappella Sistina realizzata da Giovannino De Dolci. Chiesa di San Pietro in Montorio. Sue le tarsie nello studiolo di Federico da Montefeltro ad Urbino.

65 Andrea Busiri Vici 1818-1911) Capostipite di una famiglia di architetti, fu architetto della fabbrica di San Pietro e della famiglia Pamphili. Progettò il quartiere e la fontana di piazza Mastai nel 1863-65, la facciata, l'ampliamento e il cortile di palazzo Doria in via della Gatta, l'ampliamento di palazzo Colonna in piazza Santi Apostoli nel 1876.

66 Antonello Venditti. (Roma 8 marzo 1949) all’anagrafe Antonio, cantautore e pianista. Tra i più popolari e prolifici della canzone romana, dal 1970, anno del suo debutto ha venduto 30 milioni di copie, 46 album.

67 Ferdinando Fuga (Firenze 1699-Roma 1781) fu architetto dei palazzi pontifici, a Roma realizzò la Manica Lunga al Quirinale, il palazzo della Consulta, la facciata di Santa Maria Maggiore e a Napoli l'Albergo dei Poveri e la chiesa dei Girolamini. Palazzo Ferrini Cini in piazza di Pietra. Ha parzialmente ricostruito il Triclinio Leoniano in piazza di Porta San Giovanni.

68 Luigi Barattoni o Barattone. Allievo del Sassi. Direzione dei lavori di ricostruzione di San Giovanni Calibita all’isola Tiberina (1644), interventi di restauro interni con la creazione dei pilastri che inglobano le colonne della chiesa di Santa Cecilia (1712-25), ristrutturazione del Collegio dei Minimi di San Francesco di Paola (1728), restauri alla chiesa di San Francesco di Paola (1728), disegno dell’altare di Santa Maria dell’Orto nella cappella dei Vignaioli, terza di destra, nella stessa chiesa restauro della seconda cappella di destra, cappella dei Vermicellai o di Santa Caterina (1711).

69 Girolamo Rainaldi. Carlo Rainaldi (Roma 1611-1691) Autore della facciata della chiesa di Santa Maria in Campitelli e dell'abside di Santa Maria Maggiore. Facciata di Sant'Andrea della Valle. La chiesa del Suffragio in via Giulia, la cappella Spada nella Chiesa Nuova, la tomba di Clemente IX in Vaticano. Presentò un progetto per il Louvre.

Collaborò con il padre Girolamo (Roma 1570-1655 catafalco per Alessandro Farnese al Gesù e a Sisto V in Vaticano, chiesa di santa Teresa a Caprarola e santa Lucia a Bologna, tomba Sfrondati in Santa Cecilia in Trastevere) sia nel Palazzo Nuovo al Campidoglio che nel palazzo Pamphili in piazza Navona. Suo il progetto delle chiese gemelle di piazza del Popolo.

70 Mino da Fiesole Mino di Giovanni da Poppi, detto Mino da Fiesole (Poppi AR 1429 – Firenze 1484) scultore. Seguì lo stile di Bernardo Rossellino, interpretandoli con quella grazia ripresa da Desiderio da Settignano che lo rende simile, per taluni aspetti, a Francesco di Simone Ferrucci. Madonna con Bambino al Louvre, monumento funebre a Francesco Tornabuoni nella chiesa romana di Santa Maria sopra Min

71 Sebastiano Conca (Gaeta 1680 – Napoli 1764) pittore. Si formò alla scuola napoletana di Francesco Solimena. A Roma affiancò Carlo Maratta, dipinse “Geremia” in San Giovanni in Laterano. Aprì una sua Accademia, nel 1729 entrò nell’Accademia di San Luca, ne divenne direttore. Per la corte sabauda lavorò all’Oratorio di San Filippo e alla chiesa di Santa Teresa. Tornato a Napoli si ispirò alle opere di Luca Giordano. Alla Pinacoteca Vaticana: “Deposizione” e “Gesù nel giardino dei Getsemani”. Una discreta celebrità ebbe anche il nipote Tommaso.

72 Guido Reni. Bologna 1575-1642) pittore e incisore, si accostò ventenne all'Accademia dei Carracci. Sue opere nei principali musei del mondo. San Michele Arcangelo nella chiesa romana di Santa Maria della Concezione, il Suicidio di Cleopatra nella pinacoteca Capitolina, Atalanta e Ippomene al museo di Capodimonte a Napoli (1615-20) che è considerato il suo capolavoro, l'Aurora al palazzo Rospigliosi di Roma. Una sala gli è dedicata al museo Nazionale d'Arte Antica a palazzo Barberini: Santa Maria Maddalena Penitente e Beatrice Cenci. Nella chiesa della Trinità dei Pellegrini al rione Regola sull'altare maggiore "La Trinità" grande pala realizzata in soli 27 giorni su commissione di Ludovico Ludovisi.

73 Arnolfo di Cambio Colle Val d’Elsa 1245 circa – Firenze 1302 circa) scultore e architetto. Allievo di Nicola Pisano, lavorò a Roma, a Orvieto (tomba del cardinal De Braye) e a Firenze, dove eseguì il progetto di Santa Maria del Fiore, le sculture per la facciata, una “Madonna” al museo dell’Opera e la “Natività” al museo Nazionale, segnando del suo stile d’ispirazione gotica (ma con apporti classici) l’architettura e la scultura (da Enciclopedia Garzanti, 2003). E' suo il più antico presepio conservato nella basilica di Santa Maria Maggiore.

74 Giovanni Battista Giovenale Architetto (Roma 1849-1934) autore del villino Boncompagni Ludovisi, fu accademico, poi presidente dell’Accademia di San Luca. Eliminò le sovrastrutture barocche dalla chiesa di Santa Maria in Cosmedin.

75 Vignola Jacopo Barozzi detto il ... (Vignola MO 1507 - Roma 1573) architetto e teorico dell'architettura autore della chiesetta di Sant'Andrea in via Flaminia, di palazzo Farnese a Caprarola (il suo capolavoro), villa Giulia oggi sede del museo Etrusco, palazzo Mattei Paganica, la chiesa e la cupola del Gesù diventata prototipo delle chiese gesuitiche, l'incompiuto palazzo Farnese a Piacenza. E' sepolto al Pantheon.

76 Francesco da Volterra. Francesco Cipriani detto il Volterra o Francesco da Volterra (Volterra 1535 - Roma 1594) si segnalò come architetto in alcune opere romane: chiesa di San Giacomo in Augusta, palazzo Firenze, chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano, chiesa di Santa Maria in Via, chiesa di Santa Maria in Orto, chiesa di San Silvestro in Capite, chiesa di Santa Pudenziana (rifacimento ad unica navata), ospedale di san Giacomo degli Incurabili. Fu architetto ufficiale della famiglia Caetani, progettò il palazzo di famiglia a Cisterna di La

77 Valvassori (1683-1761) architetto romano del Settecento, ha lavorato a villa Doria Pamphili, all'altare maggiore di Sant'Agnese in Agone, nella chiesa di Santa Maria dell'Orto a Trastevere e in quella dei Santi Quirico e Giulitta in via Tor de Conti (rione Monti), piccoli interventi in villa Aldobrandini a Frascati. Sua la facciata di palazzo Pamphili sul Corso e palazzo Rondanini al Corso.

78 Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo. L’ufficio del ministro è in via del Collegio Romano 27, dal 5 settembre 2019 il ministro è Dario Franceschini (Ferrara 1958) del Pd..

79 Carlo Fontana. (Rancate 1638 - Roma 1714) architetto e scultore italo svizzero è vissuto tra Seicento e Settecento, sua la facciata di San Marcello al Corso, la cappella Albani in San Sebastiano, santa Rita in Campitelli, fontana di sinistra in piazza san Pietro e la fontana in Santa Maria in Trastevere. Sua la cappella Cybo in santa Maria del Popolo. Ha lavorato all’Istituto San Michele dove ha lasciato un segno importante. Basilica dei Santi Apostoli. Tomba della regina Cristina di Svezia in San Pietro e dei papi Clemente XI e Innocenzo XII in San Pietro. Suo il progetto di chiudere con un terzo braccio il colonnato del Bernini di piazza San Pietro e di aprire una viale nella spina di Borgo, l’attuale via della Conciliazione. Suo il progetto di una chiesa dentro il Colosseo. Nel secolo precedente Domenico Fontana è quello che ha rialzato gli obelischi, Giovanni ha progettato l’acquedotto Felice.

80 Ferdinando Fuga. (Firenze 1699-Roma 1781) fu architetto dei palazzi pontifici, a Roma realizzò la Manica Lunga al Quirinale, il palazzo della Consulta, la facciata di Santa Maria Maggiore e a Napoli l'Albergo dei Poveri e la chiesa dei Girolamini. Palazzo Ferrini Cini in piazza di Pietra. Ha parzialmente ricostruito il Triclinio Leoniano in piazza di Porta San Giovanni.

81 Istituto San Michele. Tutte le notizie da Guida Rossa del Tci, ed. 1992, pag.531.

82 Fontana del Timone. L’acqua Paola. L’acquedotto, alimentato dall’acqua Traiana (109 d.C. lago di Bracciano), fu ricostruito nel 1605 per volere di papa Paolo V, ad opera di Giovanni Fontana e Carlo Maderno e termina con la fontana dell’Acqua Paola sul Gianicolo (1611). E’ alimentato da questo acquedotto anche il Fontanone di Ponte Sisto detto il “Fontanone dei Cento Preti”. Da: Fabrizio Di Mauro, I nasoni di Roma, ed. Innocenti, 2009.

83 Marcello Piacentini. (Roma 1881-1960) Figura controversa nella storia dell’architettura a causa del forte legame con il regime fascista, la sua opera è oggetto di rivalutazione critica solo da pochi anni. Alcune sue opere: ponte Aventino nel 1917, cinema Corso in piazza San Lorenzo in Lucina nel 1915, palazzo per la Banca d'Italia in piazza del Parlamento, nel 1920 pianificazione della Garbatella con Giovannoni, teatro Quirinetta in via Minghetti, hotel Ambasciatori a via Veneto con Vaccaro, Casa Madre dei Mutilati in piazza Adriana, cinema Barberini nella piazza omonima, nel 1932-35 pianificazione della Città Universitaria con il palazzo del Rettorato e della biblioteca Alessandrina, chiesa di Cristo Re in viale Mazzini nel 1924-34, il palazzo della Banca Nazionale del Lavoro a via Veneto, sventramento della spina dei Borghi, piano regolatore dell'E42 con Auditorium in via della Conciliazione, cinema Fiamma, chiesa della città universitaria, teatro Sistina, nuova facciata del teatro dell'Opera, palazzo dello Sport all'Eur con Pier Luigi Nervi

84 Luigi Moretti. (Roma 1907 - Capraia isola 1976) Due palazzine in piazza Regina Pacis a Ostia nel 1932-37 rappresentano un "peccato di gioventù" del geniale e innovativo architetto. Casa della Gioventù in via Induno nel 1933, Accademia di scherma al Foro Italico nel 1936, ristrutturazione di porta San Sebastiano come casa di piacere del gerarca Ettore Muti, casa detta il "Girasole" di Bruno Buozzi nel 1950, Villaggio Olimpico con altri nel 1960, Quartiere di Decima in collaborazione con altri nel 1961, parcheggio sotterraneo di villa Borghese nel 1973, centro residenziale Olgiata (isola 106-107) nel 1973, palazzo per la Banca Popolare di Milano in piazzale Flaminio via Luisa di Savoia nel 1973, ponte della metropolitana sul Tevere intitolato a Pietro Nenni nel 1977. Forse è anche l’autore del palazzo della Regione Lazio in via C. Colombo. IL MAXXI si è inaugurato con una mostra a lui

85 Casa della GIL. Tutto il testo è tratto da: “Piero Ostilio Rossi, Roma. Guida all’architettura moderna: 1909-1991. Ed. Laterza. 1991. Pag. 113.

86 Mattia de Rossi (Roma 1637-1695) ingegnere e architetto allievo del Bernini, attivo soprattutto a Roma. Figlio di Marco Antonio architetto autore di porta Portese, mura Gianicolensi e abbazia di San Martino al Cimino con Borromini. Andò con il Bernini a Parigi. Lavorò per il Bernini come direttore dei lavori per la balaustra di ponte Sant'Angelo, di San Pietro, effettuò la perizia tecnica per la stabilità della cupola di San Pietro. Ultimò i lavori a Sant'Andrea al Quirinale, innalzò i sepolcri a Clemente X in San Pietro, intervenne nella chiese di San Silvestro in Capite, in quella della Maddalena, in Santa Maria in Campitelli, il coretto per l'organo di Santa Maria della Vittoria. Lavorò a palazzo Altieri.

87 Giuseppe Chiari Giuseppe Bartolomeo (Roma 1654-1727) allievo prediletto di Carlo Maratta, uno degli artisti più caratteristici della Roma di inizio Settecento. Raggiunse l'apice della fama con Clemente XI (1700-21) che lo affiancò al maestro Carlo Maratta per i cartoni dei mosaici delle navate laterali di San Pietro, per l'ovale di un profeta di San Giovanni e dipinse la Gloria di San Clemente nella basilica omonima.

88 Baciccia Baciccia Giovanni Battista Gaulli, detto il... (Genova 1639 - Roma 1709) Pittore, celebre per questi affreschi che sono una delle più alte testimonianze del barocco romano. Uno dei più dotati collaboratori di Bernini. Sua la pala d'altare dietro la Beata Ludovica Albertoni in San Francesco a Ripa e la volta della basilica dei Santi Apostoli. Sulla volta della navata della chiesa del Gesù si trova "Il trionfo del Nome di Gesù" grandioso, movimentaato e luminosissimo affresco con straordinario effetto di prospettiva aerea sfondante la volta oltre la cornice sorretta dagli angeli in stucco.

89 Paolo V Camillo Borghese di Roma, papa dal 1605 al 1621. Fu un papa nepotista, il nipote diede avvio alla costruzione della villa e del Casino come pure della collezione d'arte oggi Galleria Borghese. Affidò a Carlo Maderno la costruzione della facciata di San Pietro su cui spicca il suo nome, eresse il transetto modificando il progetto michelangiolesco. Affidò a Flaminio Ponzio l'ampliamento del palazzo del Quirinale. Restaurò l'acquedotto che portava l'acqua da Bracciano detto di Traiano e da allora Acqua Paola, fece costruire il fontanone del Gianicolo e quello oggi in piazza Trilussa come mostra. In santa Maria Maggiore fece costruire la cappella Paolina di fronte alla Sistina e davanti alla chiesa fece erigere la colonna prelevata dalla basilica di Massenzio. Fermo sostenitore dei diritti della Chiesa entrò in conflitto con Venezia per cui lanciò l'interdetto a Venezia nel 1606. Appoggiò la lega cattolica nella Guerra dei Trent'Anni. Fece costruire i porti di Fano e Civitavecchia.

90 Andrea Busiri Vici 1818-1911) Capostipite di una famiglia di architetti, fu architetto della fabbrica di San Pietro e della famiglia Pamphili. Progettò il quartiere e la fontana di piazza Mastai nel 1863-65, la facciata, l'ampliamento e il cortile di palazzo Doria in via della Gatta, l'ampliamento di palazzo Colonna in piazza Santi Apostoli nel 1876.

91 Antonio Sarti (Budrio BO 1797-Roma 1880) Formatosi all'Accademia di Bologna si trasferì a Roma. Influenzato da Valadier costruì a Terracina la chiesa di San Salvatore che è il suo capolavoro. A Roma intervenne in palazzo Grazioli, villa Torlonia, nella Manifattura Tabacchi (1859-63) e nell'impianto urbanistico circostante che in seguito è stato alterato. Ha donato la sua biblioteca al comune di Roma oggi all'Accademia di San Luca di cui fu presidente.

92 Domenico Fontana architetto di origine ticinese, a lavorato a Roma e Napoli, è vissuto nella seconda metà del Cinquecento. E' l'uomo che ha rialzato gli antichi obelischi (vedi quello in piazza san Pietro), è autore della cappella Sistina in Santa Maria Maggiore, della fontana del Mosè. A Napoli ha eretto il palazzo Reale e la fontana del Nettuno (oggi in via Medina). Ha lavorato ai palazzi Vaticani, al palazzo del Laterano e al Quirinale.

93 Paolo V Camillo Borghese (papa dal 1605 al 1621).Fu un papa nepotista, il nipote diede avvio alla costruzione della villa e del Casino come pure della collezione d'arte oggi Galleria Borghese. Affidò a Carlo Maderno la costruzione della facciata di San Pietro su cui spicca il suo nome, eresse il transetto modificando il progetto michelangiolesco. Affidò a Flaminio Ponzio l'ampliamento del palazzo del Quirinale. Restaurò l'acquedotto che portava l'acqua da Bracciano detto di Traiano e da allora Acqua Paola, fece costruire il fontanone del Gianicolo e quello oggi in piazza Trilussa come mostra. In santa Maria Maggiore fece costruire la cappella Paolina di fronte alla Sistina e davanti alla chiesa fece erigere la colonna prelevata dalla basilica di Massenzio. Fermo sostenitore dei diritti della Chiesa entrò in conflitto con Venezia per cui lanciò l'interdetto a Venezia nel 1606. Appoggiò la lega cattolica nella Guerra dei Trent'Anni. Fece costruire i porti di Fano e Civitavecchia.

94 Urbano VIII Maffeo Barberini. Papa dal 1623 al 1644. Nello stemma tre api in campo blu. Papa durante la guerra dei Trent'anni. Si intromette nella guerra del Monferrato. All’estinzione della famiglia Della Rovere annette il ducato di Urbino. Riconquistò il ducato di Castro e di Ronciglione ai Farnese. A Roma realizzò palazzo Barberini, il palazzo della Propaganda Fide, la fontana del Tritone e il baldacchino di San Pietro usando come cave il Pantheon e il Colosseo per cui Pasquino disse: "Quod non fecerunt barbari...". Commissionò il proprio monumento funebre in San Pietro al Bernini. Fece costruire le mura Gianicolensi che integravano le mura Leonine, a maggior tutela del Vaticano. Sotto di lui si tenne il processo a Galilei con l'abiura nel 1633.

95 Baccio Pontelli. (1450-1495) architetto, soprattutto militare ed ebanista nativo di Firenze. Rocca di Ostia e chiesa di Sant'Aurea, rocca di Senigallia, mura di Jesi, progetto della Cappella Sistina realizzata da Giovannino De Dolci. Chiesa di San Pietro in Montorio. Sue le tarsie nello studiolo di Federico da Montefeltro ad Urbino.

96 Andrea Bregno. scultore e architetto del Quattrocento, nato ad Osteno presso Como, morto a Roma nel 1503. Il più grande rappresentante della scultura lombarda del Quattrocento. Il suo capolavoro è la cappella Piccolomini nel duomo di Siena. A lavorato su commissione di quattro papi, ha lasciato opere in molte chiese romane (Sant'Agnese fuori le Mura, San Gregorio al Celio). Diede l'aspetto attuale a Santa Maria del Popolo. E' sepolto in santa Maria sopra Minerva.

97 Camuccini Alla Gnam “La morte di Cesare”. Roma 1771-1844) pittore e restauratore. Uno dei maggiori pittori del Neoclassicismo italiano e della pittura di storia. Venne nominato da Pio VII direttore della Fabbrica di San Pietro e dei musei Vaticani. “Tolomeo Filadelfo nella biblioteca di Alessandria” a Capodimonte. Aveva lavorato per Napoleone, lavorò anche per i regnanti di Spagna e Alessandro II di Russia. Nel restauro della basilica di San Paolo sostenne la teoria integrativa contro Tommaso Minardi che voleva quella conservativa.

98 Giovanni Jacobucci (1895-1970) di Supino (FR) ha realizzato il monumento ai caduti nel suo paese, questa del mausoleo garibaldino resta la sua opera principale. Realizzò il palazzo della Provincia a Frosinone.

99 Paolo V Camillo Borghese di Roma (Papa dal 1605 al 21). Fu un papa nepotista, il nipote diede avvio alla costruzione della villa e del Casino come pure della collezione d'arte oggi Galleria Borghese. Affidò a Carlo Maderno la costruzione della facciata di San Pietro su cui spicca il suo nome, eresse il transetto modificando il progetto michelangiolesco. Affidò a Flaminio Ponzio l'ampliamento del palazzo del Quirinale. Restaurò l'acquedotto che portava l'acqua da Bracciano detto di Traiano e da allora Acqua Paola, fece costruire il fontanone del Gianicolo e quello oggi in piazza Trilussa come mostra. In santa Maria Maggiore fece costruire la cappella Paolina di fronte alla Sistina e davanti alla chiesa fece erigere la colonna prelevata dalla basilica di Massenzio. Fermo sostenitore dei diritti della Chiesa entrò in conflitto con Venezia per cui lanciò l'interdetto a Venezia nel 1606. Appoggiò la lega cattolica nella Guerra dei Trent'Anni. Fece costruire i porti di Fano e Civitavecchia.

100 Giovanni Fontana fratello maggiore di Domenico (colui che rialzò l'obelisco Vaticano), suo è il progetto per l'acquedotto Felice voluto da Sisto V, la fontana dell'Acqua Paola sul Gianicolo, il fontanone di ponte Sisto in piazza Trilussa e la fontana dell'Acqua Felice in piazza San Bernardo o del Mosè.

101 Flaminio Ponzio (Viggiù 1560 - Roma 1613) architetto di Paolo V, progettò palazzi e chiese in uno stile severo derivato da Domenico Fontana. E' autore della cappella Paolina in Santa Maria Maggiore, della facciata di palazzo Borghese su via Ripetta, del casino di villa Borghese oggi sede della galleria omonima e della basilica di San Sebastiano fuori le mura. Sua la facciata della chiesa di Sant'Eligio degli Orefici.

102 Alessandro VIII Vito Ottoboni di Venezia, papa dal 1689 al 91.

103 Giuseppe Garibaldi (Nizza 1807 – Caprera 1882) eroe nazionale italiano, il volto popolare del Risorgimento. Grazie alla sua impresa dei Mille l’Italia meridionale fu unita al resto del Paese.

104 Emilio Gallori (Firenze 1846 - Roma 1924) Studiò all'Accademia di Firenze e di Roma dove si trasferì. Per quattro anni soggiornò a Londra dove espose alla Royal Academy. La sua opera più celebre è il monumento a Giuseppe Garibaldi sul Gianicolo del 1895. Suscitò grandi polemiche un bozzetto in gesso di Nerone vestito da donna ora a palazzo Pitti. Sua la statua a Metastasio in piazza della Chiesa Nuova, il monumento a Ettore Socci a Grosseto.

105 Pio IX (Papa dal 1846 al 78) Giovanni Mastai Ferretti di Senigallia. Il Papa che all'inizio del suo pontificato sembrò aprirsi alle istanze liberali, nel 1848 aprì le porte del ghetto ebraico di Roma, allo scoppio della prima guerra d'indipendenza inviò soldati contro l'Austria. Li ritirò e fuggì da Roma per riparare a Gaeta sotto la protezione del re delle Due Sicilie mentre in città veniva proclamata la Repubblica (Mazzini). Tornato a Roma grazie alle armi dei francesi, fu anti-italiano e anti-liberale fino alla fine. Scomunicò il re Vittorio Emanuele II quando i bersaglieri entrarono a Porta Pia. E' sepolto nella basilica di San Lorenzo fuori

106 Ettore Ximenes (Palermo 1855 - Roma 1926) Scultore e illustratore. Fondamentale per la sua formazione fu la conoscenza di Vincenzo Gemito. Nel 1880 espose con successo il modello per il Ciceruacchio (poi realizzato in bronzo), l'anno successivo a Parigi fu apprezzato per la sua "Nanà". Più tardi si accostò a moduli simbolisti e neorinascimentali come in "Rinascita", 1895, alla Gnam. Fu eccellente illustratore, collaborò a lungo con l'Illustrazione Italiana. Lavorò in Russia e in Usa, alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale "Signora di Kiev" e "Principessa Letizia". Tra le sue opere più conosciute: "Gli scolari di Cuore", Ascoli Piceno, 1887, "Monumento a Garibaldi" a Milano in largo Cairoli, 1895, "Monumento ad Alessandro II" a Kiev nel 1911.

A Roma ha realizzato il gruppo allegorico marmoreo per l'Altare della Patria "Il diritto" posto sopra la fontana del Tirreno ( a destra per chi guarda dalla piazza), il monumento a Ciceruacchio, in bronzo alla passeggiata di Ripetta, dal 2011 alla passeggiata del Gianicolo, il villino Ximenes a piazza Galeno eretto per se nel più tipico stile liberty e la quadriga bronzea sul palazzo di Giustizia.

107 Marziale. Poeta romano, comunemente ritenuto il più importante epigrammista in lingua latina. E’ vissuto nel I secolo dopo Cristo. Spagnolo, cantò la inaugurazione del Colosseo.

108 Giulio Romano. Giulio Pippi de’ Jannuzzi o Giannuzzi, detto Giulio Romano (Roma 1499-1546) architetto e pittore, fu artista completo come era normale per un artista di corte. Cortile della Cavallerizza nel palazzo Ducale di Mantova. Villa Lante a Roma. Palazzo Maccarani Stati a Roma. Palazzo Te a Mantova. Duomo di Mantova.

109 Mario Rutelli scultore nato a Palermo nel 1859 e morto a Roma nel 1941. La sua opera più importante è la fontana delle Naiadi. Studiò all'Accademia di Belle Arti di Palermo e poi a Roma con Giulio Monteverde. Tra le opere più conosciute la quadriga bronzea sul teatro Politeama di Palermo, il monumento equestre ad Anita Garibaldi sul Gianicolo, una delle Vittorie al Vittoriano, il monumento a Nicola Spedalieri in piazza Sforza Cesarini lungo il Corso Vittorio. Alla Gnam: "Ritratto di Domenico Morelli" del 1884.

E' il bisnonno del politico, ex sindaco di Roma

110 Manfredo Manfredi. (Piacenza 1859 – Roma 1927) Arrivato secondo al concorso per il Vittoriano vinto da Giuseppe Sacconi. Realizzò la tomba di Vittorio Emanuele II al Pantheon, ricostrui il campanile di San Marco a Venezia e restaurò la basilica, nel 1905. In seguito alla morte di Sacconi proseguì i lavori al vittoriano con Koch e Pio Piacentini. Nel 1911 realizzò il faro sul Gianicolo voluto dagli italiani di Argentina, progettò il palazzo del Viminale che sarà presidenza del Consiglio dei Ministri fino al 1961. Ha lavorato anche in Brasile.

111 Marmo botticino. Proviene da cave in provincia di Brescia.

112 Giuseppe Momo. (Vercelli 1875 – Torino 1940) ingegnere e architetto, attivo nei primi quarant’anni del Novecento. Contribuì alla trasformazione architettonica della città del Vaticano dopo i patti Lateranensi su committenza di Pio XI. Numerose opere in Piemonte e Torino. Monumentale scala a doppia spirale elicoidale per i musei Vaticani, inaugurata il 7 dicembre 1932. Palazzo del Governatorato in Vaticano 1927-31. Stazione del Vaticano 1929-33. Cancello di Sant’Anna ingresso al Vaticano.

113 Torquato Tasso (Sorrento 1544 - Roma 1595) è l'autore della Gerusalemme liberata (1581), poema in ottave, in venti canti ispirati alle vicende della prima Crociata, in essa è riassunta la crisi dei valori rinascimentali (scompare la figura dell'uomo, affiorano preoccupazioni morali e religiose che conducono al dissidio tra moralismo e tendenza a libertà e piacere) ed è rispecchiata l'età della Controriforma. Orfano di madre, seguì il padre Bernardo, in varie città italiane. Nel 1562 pubblicè il Rinaldo, poema cavalleresco. Dal 1565 al 75 fu a Ferrara al servizio del cardinale Luigi d'Este e poi del duca Alfonso II. Qui compose il dramma pastorale in versi l'Aminta (1573) e condussse a termine il suo capolavoro. Dopo di ciò cominciò a dare segni di squilibrio mentale e fu chiuso per sette anni nell'ospedale di Sant'Anna a Ferrara. Liberato visse anni infelicissimi peregrinando per tutta l'Italia.

114 Domenichino Domenico Zampieri detto (Bologna 1581 - Napoli 1641) pittore. Chiarezza compositiva, moderazione cromatica e meditazione sull'antico rendono la sua opera realizzazione esemplare di classicismo seicentesco. Famosi i paesaggi con scene mitologiche, le "Storie di Santa Cecilia" in San Luigi de Francesi del 1614, gli affreschi nell'abbazia di San Nilo a Grottaferrata. Suoi gli affreschi nei pennacchi della cupola di Sant'Andrea della Valle. Alla Galleria Borghese "La caccia di Diana", il "Guado" alla galleria Doria e "La fuga in Egitto" al Louvre. “La sibilla Cumana” ai Capitolini. Da: Garzanti e Treccani.

115 Agostino Tassi. Ponzano Romano 1580 – Roma 1644) pittore tardo manierista. Nato Agostino Buonamici. Giovanissimo a Roma entrò al servizio del marchese Tassi, lavorò in Toscana, a Genova dove affrescò palazzo Spinola. Dal 1610 definitivamente a Roma, alla sua bottega si formò Claude Lorrain. Fu amico di Orazio Gentileschi, è accusato di aver violentato Artemisia Gentileschi. Lavorò al Casino Ludovisi, al Quirinale, al palazzo Pamphili e palazzo Lancellotti.

116 Antoniazzo Romano Antonio di Benedetto Aquilio degli Aquili detto... (attivo tra il 1460 e il 1510) pittore tra i più importanti del Rinascimento a Roma, influenzato da Beato Angelico e Piero della Francesca. Ha lavorato alla Cappella Sistina con Perugino. Sue opere a palazzo Barberini, nel palazzo Capranica. Celebre l'Annunciazione in santa Maria sopra Minerva. Anche nel monastero delle Oblate a Tor de Specchi (oggi su via del Teatro di Marcello). Un suo quadro in Sant'Antonio dei Portoghesi.

117 Baldassarre Peruzzi Siena 1481 - Roma 1536) architetto, ingegnere militare, pittore, e archeologo. A Roma fu a contatto con Bramante e gli altri artisti che lavoravano in Vaticano divenendo così uno dei maggiori architetti del Cinquecento, realizzò la villa Farnesina con l'originale pianta ad U, il palazzo Massimo alle Colonne, palazzo Altemps. A Bologna la cappella Ghisilardi in San Domenico. Introdusse nell'architettura temi manieristici.

118 Andrea Bregno scultore e architetto del Quattrocento, nato ad Osteno presso Como, morto a Roma nel 1503. Il più grande rappresentante della scultura lombarda del Quattrocento. Il suo capolavoro è la cappella Piccolomini nel duomo di Siena. A lavorato su commissione di quattro papi, ha lasciato opere in molte chiese romane (Sant'Agnese fuori le Mura, San Gregorio al Celio). Diede l'aspetto attuale a Santa Maria del Popolo. E' sepolto in santa Maria sopra Minerva.